Emanuela Cerutti - 08-07-2002 |
Non dimentichiamo però i dati raccolti nel 2001 in Lombardia: "Guardando alla composizione per fasce di reddito delle famiglie che hanno ottenuto il buono scuola, si evince che una minoranza di famiglie agiate, in cui è presente non più dell’1 per cento della popolazione scolastica complessiva, ha ricevuto un contributo pubblico superiore a quanto stanziato sotto la voce "diritto allo studio" dalla Regione per i suoi 980mila studenti: i privilegiati sono 11mila ragazzi e ragazze di istituti privati a cui sono andati oltre 15 miliardi di contributi. Ma anche guardando alla distribuzione per classi di reddito delle famiglie che hanno ottenuto il voucher si nota che la maggioranza di esse può essere tranquillamente annoverata tra quelle agiate o decisamente ricche."(da cgil lombardia) |
Gianni Mereghetti - 08-07-2002 |
Io credo, ma posso sbagliarmi, che lei confonda diritto allo studio con parità scolastica. Il diritto allo studio è un intervento che l'ente pubblico fa per rimuovere gli ostacoli economici che rendono difficile o impediscono ildiritto all'istruzione. Il dirittob allo studio deve essere esercitato a favore di tutti gli studenti in difficoltà, qualsiasi scuola frequentino. Garantire la parità scolastica non è diritto allo studio, ma come dice la sentenza della Corte Suprema Americana è garantire il diritto costituzionale della libertà di scegliere la scuola. Ma noi non siamo in America evidentemente! |