Spigolature
Giuseppe Aragno - 23-06-2007
Fannulloni

Male che vada, c'è da stare allegri: c'è da scegliere tra un "ricco" assortimento e ci rimane solo il piccolo imbarazzo della scelta.
A destra, col nuovo che avanza, corre un geniaccio della jet society che, ravviandosi vezzosamente il liscio ciuffo biondo sulla fronte increspata, prende paternamente a schiaffi i lavoratori che contano i centesimi e sono ormai alla fame. "Fannulloni" ci ha definito Montezemolo, noto stacanovista della bella vita, che vende fumo, s'ammazza di fatica e si contenta con nonchalance degli otto, miserabili, milioni di euro all'anno che gli passa il convento. Tutti meritati. Si voglia o meno, tiene in piedi tra l'altro la baracca della più sciagurata imprenditoria che ammorba l'universo mondo. E' in bella compagnia, questo va detto. Sono con lui Paolo Scaroni che ricava dall'Eni l'elemosina annuale di dieci milioni di euro, Giancarlo Cimoli che, affossa a regola d'arte le "sue" aziende, raggranella in una anno due milioni d'euro e lascia a noi pulci, pidocchi e zecche di quei treni che ha guidato fin quasi al precipizio. Con lui c'è Mario Draghi, uomo di bankitalia che non perde occasione per impartirci la benedizione: occorre riformare le pensioni.
Per chi volesse poi cambiare il mondo, non mancano occasioni: Walter Veltroni è l'ultimo gioiello della fazione rossoliberista. Cambierà il mondo con il suo partito, che non è nato, non s'è dato un programma, non parla alla gente e mai le parlerà, non ha prodotto analisi politiche, non ha esibito ancora una ricetta, ma ha risolto il problema dei problemi: s'è scelto un capo. Socialista quanto basta per illudere i "fannulloni", liberale pacato quanto basta per accontentare i moderati nemici dell'anarcocapitalismo. Uno che "sfonda" il video, che ha sempre a portata di mano un copricapo ebraico e se ne sta tranquillo, guardato a vista da patroni e padrini: D'Alema, Prodi, Fassino e Rutelli - Madonna mia, che belli! - pronto a guidare il "nuovo soggetto politico". Questa è la formula miracolosa: nuovo, soggetto e politico. Il resto son problemi da nulla: ambiente, salari, questione morale, la salute della gente che non ce la fa a campare. Diamogli tempo e l'uno o l'altro o, meglio ancora, insieme, Montezemolo Luca di Cordero e Walter Veltroni, ultimo re di Roma, sbricioleranno scale, scalini e scaloni per cui lottano ancora gli sciocchi e i fannulloni.

Sinistra sedicente radicale

Nel gran polverone quotidiano, non è facile intuire la via. Uno scandalo al giorno, una soffiata opportuna per la stampa, un'intercettazione intercettata da chi non doveva intercettare, un generale più o meno fellone rimosso per esser promosso, il capo della polizia in pasto ai movimenti in cambio delle medicine amare di Padoa Schioppa. Tutto serve a tenerci occupati, a non darci tempo di capire, a spedirci sulla pista sbagliata. Quello che accade nel chiuso del palazzo non è bene si sappia. Un autoritarismo democratico peggiore di ogni fascismo ci sta crescendo davanti e non è facile combatterlo, perché siamo inceppati nelle pastoie dell'appartenenza, nel "particulare" di guicciardiniana memoria, che ci impedisce di ricomporre i singoli fatti in una visione unitaria. Siamo, soprattutto, incapaci di reagire al preteso "realismo" di tanta parte del centrosinistra - è questo l'alibi dell'opportunismo - rivendicando il diritto di fare politica in base a grandi principi ideali.
Alle nostre spalle si trama: le repubblica è scossa alle radici, la sua storia è negata, distorta, usata a scopi apertamente politici. Qualora ce ne fosse bisogno, ecco l'ennesima prova della crisi irreversibile in cui precipitiamo.


Costituzione democratico-sociale: un attacco insospettabile *

Ai segnali "Visibili" della regressione del gruppo dirigente di Rifondazione Comunista, si stanno cumulando iniziative "coperte" dalla sparutezza tra società e Parlamento. Si è appreso, incidentalmente, che nel nome di Franco Russo, Mascia e Frias operano alla Camera due proposte di legge costituzionale che concorrono a riaprire la fase del revisionismo che. almeno RC, dopo il varo referendario del 25/26 giugno 2006 che ha respinto il progetto Berlusconi, dovrebbe considerare chiusa, per passare dalla difesa al rilancio dei valori economico-sociali che hanno dato originalità alla Costituzione democratica e antifascista.
Tali proposte riferite alla "forma di governo" per potenziare il presidente del Consiglio, e alla "forma di Stato" per completare con il Senato federale l'avvio federalistico imposto dal centrosinistra con soli 4 voti dì scarto nel 2001, stanno avallando la strategia "bipartisan" che accompagna - tra le strida contrapposte dei prodiani e dei berlusconiani - il rovesciamento del ruolo assegnato nel modello del '48 al rapporto "governo-Parlamento" che, per la prima volta, in una costituzione dell'Europa occidentale, ha prefigurato gli strumenti di una strategia di democrazia sociale, in antitesi alla democrazia liberale.
Dietro il fumogeno del federalismo, divenuto la forma di Stato più omologa agli interessi del capitalismo. i relatori (on. Bocchino, AN, on. Sesa Amici, Ulivo) di un progetto di testo unificato nella seduta della Commissione Affari Costituzionali del 12/06 sono stati confortati dall'adesione dell'on. Franco Russo ad un disegno che reca come aspetto qualificante la revisione antiparlamentare della forma di governo. AI punto che l'on. Russo nel progetto del 2/05 attesta il ritorno al potere di "revoca" dei ministri che era fissato a favore del capo dello Stato nello Statuto albertino (art. 65 del 1848) e dopo aver così riesumato il principio secondo cui il capo dello Stato è capo dell'esecutivo, senza coordinarlo con l'articolo 87 della Costituzione vigente, non ha esitato a tradurre in norma l'auspicio dell'on. Bertinottì di copiare il cancellierato di Bonn, apprezzato non solo perché lassù la legge elettorale è proporzionale (mista con l'uninominale e con l'abbattimento alla base, però ciò viene taciuto!) ma soprattutto perché la socialdemocrazia ha sposato quello che i giuristi enfatizzano come il rafforzamento del kanzlerprinzip, la cosiddetta sfiducia costruttiva. A sua volta chiamata neo-parlamentare per occultare il fatto che nel regime di Bonn il cancelliere - eletto su proposta del capo dello Stato e non nel contesto di un dibattito era le forze politiche (art. 63) - non può essere sfiduciato come nei Parlamenti autonomi nelle loro scelte politiche, perché solo se si raggiunge preventivamente una maggioranza assoluta dei membri del Bundestag può attenersi la revoca da parte del capo dello Stato del cancelliere. Ma ciò all'on. Russo non basta, perché nella sua proposta se il presidente del Consiglio indicato nella mozione di sfiducia non la ottenga, "il presidente della Repubblica scioglie le Camere e indice nuove elezioni": soluzione che nella Costituzione di Bonn è prevista solo come un'alternativa al diniego della fiducia chiesta dal cancelliere durante l'esercizio delle sue funzioni. Ma soprattutto richiama il progetto Berlusconi, vituperato proprio per aver ipotizzato lo scioglimento della Camera imposto al presidente della Repubblica nel caso di approvazione di una mozione di sfiducia del premier. Di fronte a tanto inequivocabile rovesciamento dei rapporti funzionali tra forma di governo "personalizzata" e forma di Stato di democrazia sociale, espropriata di conseguenti strumenti di democrazia politica, e dinanzi all'aggiunta della proposta di modificare la procedura dì revisione costituzionale attualmente in vigore perché in linea con il principio elettorale proporzionale, sostenendo con un sofisma che si deve salvare la Costituzione da assalti di maggioranze che si suppongono sempre e comunque espresse dal principio maggioritario introdotto nel 1993, si rende necessario aprire un dibattito di massa che demistifichi l'ingegneria istituzionale di cui si sono appropriati anche gruppi e personalità di sinistra per rilanciare il nesso tra questione sociale e questione istituzionale, come si fece nella fase costituente quando l'egemonia era della cultura politica marxista e cattolico-democratica, e non dei "giuristi accademici", come "ceto" che sostituisce l'ideologia giuridica all'ideologia democratica delta Repubblica fondata sul lavoro.

Paola Baiocchi di "Valori"
Paolo Barrucci di "Pianeta Futuro"
Gaetano Bucci del Movimento antifascista per il rilancio della Costituzione - Lecce
Giovanni Caggìati del Comitato antifascista - Parma
Giovanni Chiellini del Comitato difesa Costituzione - Firenze
Salvatore d'Albergo del Movimento antifascista per il rilancio della Costituzione - Milano, Centro "Il Lavoratore"
Vittorio Gioiello del Movimento antifascista per il rilancio della Costituzione Milano - Centro "Il Lavoratore" .. :
Andrea Montella di "Valori"
Angelo Ruggeri del Movimento antifascista per il rilancio della Costituzione Milano - Centro "1l Lavoratore"

* La discussione sulla Costituzione si è aperta sul numero di Marzo di Valori. L'intervento pubblicato è parte della discussione.


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Annamaria Tranfaglia    - 24-06-2007
Le prime volte che ho letto i tuoi interventi mi sono arrabbiata moltissimo, perché mi pareva che tu esagerassi e poi dicevo: ma a che serve? Accontentiamoci di quello che abbiamo, gli altri sono peggio. Ora non la penso più così. Non sono contenta di riconoscerlo, ma hai ragione. Credo che sia importante essere lucidi e conservare la propria autonomia di pensiero. Ci sono troppe ingiustizie e disparità. Ci costringeranno a seguire la strada dei nostri nonni e dovremo lottare. Credo che sia giunto il momento di riconoscerlo.