breve di cronaca
Intaccare la laicità significa intaccare la democrazia
Italia Oggi - 09-06-2007
Ovvero: Fioroni peggio della Moratti


Alle critiche, comparse in questi giorni, al Ministro Fioroni che ,dopo aver avuto la pensata di aver incluso la religione cattolica tra i crediti scolastici, con tutte le conseguenze che sono state già abbondantemente illustrate da autorevoli esponenti della cultura e della scuola, ha aggiunto la successiva arrogante decisione di ricorrere al Consiglio di Stato, voglio associare alcune un po' irriverenti riflessioni.

Non solo Fioroni ha fatto peggio della Moratti, perché lei non era arrivata a tanto, anche se ci era arrivata vicino, quando aveva dimostrato di ignorare l'articolo 309 del DPR 297/ 94 , meglio noto come Testo Unico della Pubblica Istruzione, che recitava che il giudizio sul rendimento riferito alla religione cattolica, materia facoltativa, andava registrato su di un foglio a parte e non inserito nella scheda di valutazione. Dicevamo che con gran disinvoltura la Moratti aveva finto di non conoscere il dettato della Legge e aveva emanato una Circolare per far includere i giudizi all'interno delle schede di valutazione, modificando ideologicamente un presupposto così importante, derivante fra l'altro dalla Intesa tra Scuola e Stato Vaticano, successiva alla revisione del Concordato.

Tutti capiscono il valore simbolico che portava con sé questa manipolazione, forse preludio all'azione odierna di Fioroni.

Per me però l'attuale Ministro ha agito peggio della Moratti perché lei non ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, e si è rassegnata a riconoscere che il suo colpo di mano era stato giustamente stoppato, mentre Fioroni non si è rassegnato e lo ha fatto.

Tutti ricorderanno che il Consiglio di Stato ha avuto il coraggio a suo tempo di affermare che le ore facoltative di religione cattolica andavano inserite nell'orario obbligatorio, dimostrando che quella che noi ancora chiamiamo logica, oppure coerenza, oppure ancora connessione tra dati, oppure significato letterale della lingua italiana sono andati in un sol colpo a farsi benedire.

Tutto il caos e la confusione hanno avuto origine da ciò e non mi si venga a dire che non c'era un disegno complessivo per intaccare la laicità della scuola e per distribuire un bel numero di avamposti delle gerarchie ecclesiastiche dentro la scuola.. Forse non tutti sanno infatti che i programmi della cosiddetta cultura religiosa a scuola non consistono nella conoscenza dei fatti religiosi ma in "Programmi" redatti dalla CEI, illustrati ed insegnati da docenti scelti dai vari Vicari Diocesani...per fortuna molti di loro sono "meno" realisti del re ed usano le loro ore per conversare con gli allievi sui loro problemi esistenziali, ma allora che ci azzecca il credito? E che ci azzecca la par condicio delle ore alternative?

Il Ministro per favore si informi su quante sono le scuole che le organizzano, oppure fanno finta di farlo!!!

Per non parlare dello studio assistito! Scoperchiamo una volta per tutte questa pentola e così proviamo a togliere, in nome dell'etica pubblica, un po' di ipocrisia da queste pratiche, altro che crediti!

E pensare che alla luce della attuale società multietnica e multireligiosa sarebbe indispensabile la diffusione a scuola di una conoscenza interculturale delle varie religioni, non però dal punto di vista confessionale di una di esse, ma dal vero punto di vista della cultura storico-religiosa. Questa impostazione ridurrebbe l'ignoranza così diffusa in questo ambito, eviterebbe il rischio dei vari fondamentalismi e potrebbe garantire la divulgazione profonda della vera tolleranza, non di quella paternalistica tipica di chi pensa di essere depositario della verità, ma di quella che scaturisce dalla consapevolezza della parzialità dei vari punti di vista. Insieme alla tolleranza verrebbe coltivata la possibilità di un vero dialogo, come raccomandava Guido Calogero ancora negli anni cinquanta, insieme ad un rispetto maggiore dell'etica pubblica che passa senz'altro attraverso l' apprezzamento dell'altro, della sua cultura e religione.

Uno smaccato etnocentrismo culturale invece, aspetto che viene veicolato e rinforzato dalle scelte che ora stiamo criticando, non fa che aizzare atteggiamenti dogmatici che non fanno bene al pensiero critico che si afferma di voler coltivare.

Sono in tanti a pensare , come Vittorio Messori e don Andrea Gallo, che è meglio bandire l'insegnamento facoltativo della religione confessionale cattolica dalla scuola, per far posto ad una disciplina obbligatoria per tutti di vera conoscenza laica di tutte le religioni .

Sono diverse le ragioni oggi che indurrebbero a questa scelta, basta naturalmente avere a cuore la crescita culturale dei giovani, che nella cultura della complessità devono imparare a confrontarsi , non essere allevati al consenso !!! e basta non usare la religione come un"potere".

Ritornando al Consiglio di Stato , era logico che questo sarebbe stato dalla parte di Fioroni; non dobbiamo stupirci che abbia deciso in 24 ore, diciamo solo che non ha deciso un bel niente , ha solo obbedito agli ordini di scuderia. L'unica domanda cruciale rimane solo : agli ordini di chi?...Ogni riferimento e illazione sono perfettamente legittimi e pertinenti, sapendo per esempio che il Tar dell'Umbria, per avallare la legittimità delle "benedizioni a scuola in orario scolastico" ha avuto il coraggio di affermare, arrampicandosi sugli specchi, che"durano poco e non lasciano segno" !!!!!!.E pensare che il Vescovo di Perugia , anche lui pur di spuntarla, in quella occasione ha taciuto e si è lasciato scippare il significato simbolico e rituale dell'atto di culto che, senza questi aspetti, a cosa si riduce?

Io personalmente non mi sono mai sentita garantita da Organi che altre volte si sono comportati in un modo così allineato con chi comanda e, nei casi in questione, con le gerarchie ecclesiastiche. Gli atti emanati propagano a volte un odore così acre di beffa nei confronti del valore costituzionale della laicità dello Stato e di conseguenza di quella della scuola, da far perdere la fiducia in queste istituzioni giurisdizionali.

Ora, rispetto alla sentenza anomala del Consiglio di Stato, le varie Associazioni di difesa della laicità della scuola si sono appellate a Prodi.

Staremo a vedere, comunque tutto ciò crea caos nella scuola e noi sappiamo che non ce n'è proprio bisogno.

Sono tristissime queste considerazioni soprattutto perché intaccare la laicità significa intaccare la democrazia.

Cinzia Mion

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 Laura Tussi    - 11-06-2007
La cultura religiosa degli italiani è notoriamente scadente. Il paese è cattolico, ma anche persone colte non sanno dire che cosa sono l’Esodo o l’Apocalisse. Sul significato del Dio trinitario a commento si ottiene un sorriso di incredulità. Manuali di storia informano del Concilio Vaticano II nel paragrafo politico, come concausa per spiegare negli anni Sessanta l’apertura della Democrazia Cristiana ai socialisti. Molti considerano il fondamentalismo come connaturato all’islamismo, e ignorano anche gli elementi essenziali del dibattito fra ebrei e cristiani sul "pensare Dio dopo Auschwitz". Ma se la teologia medievale è necessaria per interpretare la poesia di Dante, quella di Dietrich Bonhoeffer, il pastore luterano assassinato da Hitler, è una chiave decisiva per capire la secolarizzazione moderna.
Questa ignoranza, che coinvolge credenti e non credenti, non è stata incrinata né negli anni del monopolio ecclesiastico dell’istruzione, né in quelli del fascismo, quando la dottrina cristiana era "fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica", né in quelli più recenti di storia repubblicana, quando il Concordato dell’84 ha garantito alla Chiesa un insegnamento confessionale nella scuola pubblica, massicciamente seguito.

 Don Francesco Martino    - 11-06-2007
Credo che però non si debba cadere nemmeno nella discriminazione dei cattolici, per chi fa un'ora in più nella settimana. Come mai le ore opzionali di diverse discipline inserite concorrono a formare il credito scolastico e la religione no? E poi, se il risultato del credito è dato dalla somma dei voti delle materie diviso le discipline, per chi fa religione cattolica bisogna dividere per un quoziente più alto: il diviso 10, ad esempio, rispetto al diviso 11 che differenza fa?

Per il resto, sono d'accordo con l'articolista laddove dice :"E pensare che alla luce della attuale società multietnica e multireligiosa sarebbe indispensabile la diffusione a scuola di una conoscenza interculturale delle varie religioni, non però dal punto di vista confessionale di una di esse, ma dal vero punto di vista della cultura storico-religiosa. Questa impostazione ridurrebbe l'ignoranza così diffusa in questo ambito, eviterebbe il rischio dei vari fondamentalismi e potrebbe garantire la divulgazione profonda della vera tolleranza, non di quella paternalistica tipica di chi pensa di essere depositario della verità, ma di quella che scaturisce dalla consapevolezza della parzialità dei vari punti di vista. Insieme alla tolleranza verrebbe coltivata la possibilità di un vero dialogo, come raccomandava Guido Calogero ancora negli anni cinquanta, insieme ad un rispetto maggiore dell'etica pubblica che passa senz'altro attraverso l' apprezzamento dell'altro, della sua cultura e religione". E' necessario inserire, nella nostra società multietnica e multiculturale, quest'ora di cultura religiosa valida per tutti, e sono favorevole a rinunciare all'IRC, con titoli ben chiari rilasciati dalle università statali. Bisogna finirla con il minimalismo di certe posizioni: la formazione multiculturale religiosa è oggi indispensabile! Altrimenti, se non ci si comprende e capisce, l'ignoranza genera razzismo.