Intervista alla Senatrice Albertina Soliani, (DL) che insieme con il senatore Walter Vitali, ha presentato un'interrogazione al ministro Fioroni sui problemi di mancanza delle risorse delle scuole italiane e sui problemi di organico in Emilia Romagna. La senatrice ha anche formulato un disegno di legge sul Tempo pieno
Altro che interventi palliativi, qui ci vuole una grande strategia culturale sulla Scuola
E' necessario esprimere al governo il disagio della scuola e delle famiglie e sollecitarlo a trovare in tempi rapidi le soluzioni che ancora non abbiamo visto. Penso che siano stati non adeguatamente affrontati, sul piano della gestione ministeriale e politica, tre problemi: la professionalità docente e dirigenziale, la valorizzazione delle buone pratiche della scuola italiana, la trasparenza, la collegialità, l'ascolto. Ho deciso di presentare un disegno di legge sul tempo pieno, come è nelle prerogative del Parlamento, quando ho capito che questo punto, compreso nel programma di Governo, in realtà languiva.
1) Senatrice, perché il 18 maggio Lei , con il senatore Vitali, ha presentato un' interrogazione / critica al ministro Fioroni? Non è irrituale che dalla maggioranza parta un' interrogazione nei confronti del governo in carica?
E' naturale che il Parlamento svolga pienamente le sue funzioni, compresa quella di chiedere chiarimenti al Governo, proprio perché i ruoli di Governo e Parlamento sono distinti. Quando si fa parte della maggioranza che sostiene il Governo forse le interrogazioni o le interpellanze sono meno frequenti, tuttavia i parlamentari, che rappresentano il popolo italiano, hanno il dovere di vigilare per il buon governo dei problemi del Paese. Quando abbiamo costatato nelle settimane scorse che la scuola era investita dal grave problema della mancanza di risorse per la gestione ordinaria che metteva in seria difficoltà il buon andamento della scuola (supplenze, progetti, spese ordinarie, ripianamento del gravissimo debito prodotto dalla gestione del Governo Berlusconi) io ho ritenuto giusto presentare una interrogazione al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Economia e al Ministro Fioroni perché venissero in Parlamento a dirci come intendevano affrontare e risolvere presto il problema. Da ultimo ho sottoscritto con il sen. Vitali una interrogazione relativa anche allo stato delle cose per la mancanza di posti in organico nell'area di Bologna, in particolare per il tempo pieno e il sostegno ai disabili. E' evidente che con queste interrogazioni si esprime al Governo il disagio della scuola e delle famiglie ma nello stesso tempo lo si sollecita a trovare le soluzioni in tempi rapidi che ancora non abbiamo visto. Penso che da parte del Governo si sarebbe dovuto affrontare la questione con più coraggio e tempestività. Poiché sostengo con tutte le forze il nostro Governo ho il dovere di stimolarlo perché svolga meglio il suo compito.
2) Quali sono , a Suo parere, i nodi più urgenti da risolvere per La Scuola? Diciamo quelli ultimamente trascurati, ma fondamentali?
Sono state affrontate in questo anno di Governo questioni strategiche per l'istruzione: l'innalzamento dell'obbligo, l'area tecnico-professionale, l'assunzione del precariato per dare stabilità al sistema. Penso che siano stati non adeguatamente affrontati, sul piano della gestione ministeriale e politica, tre problemi: la professionalità docente e dirigenziale, la valorizzazione delle buone pratiche della scuola italiana, la trasparenza, la collegialità, l'ascolto. Occorre determinare presto una inversione della tendenza alla sfiducia della scuola in se stessa e del Paese verso la scuola. Gli interventi palliativi (vedi il bullismo) non servono granché. Occorre restituire forza alla missione della scuola, all'educazione, ai saperi. E' una grande strategia culturale quella che deve essere lanciata. Allo stesso modo deve essere resa pubblica attraverso modalità diverse compresa la comunicazione mediatica, la grande capacità innovativa della scuola italiana. Molte buone esperienze in ogni parte del Paese raccontano il ruolo della scuola meglio di tanti dibattiti. Infine, il metodo è sostanza: la scuola prende fiducia o perde fiducia a seconda che vi siano o non vi siano da parte del Governo trasparenza nelle scelte, coinvolgimento aperto della scuola, delle associazioni, della cultura ecc., ascolto della grande domanda di partecipazione ai processi di cambiamento. Naturalmente resta strategico il tema delle risorse finanziarie: qualcosa è stato fatto, nell'anno del risanamento economico, ma molto resta da fare. Siamo solo all'inizio e noi vigileremo.
3) Disegno di legge sul Tempo Pieno : perché ha ritenuto di dover affidare questa modalità di Scuola ad una nuova Legge?
Come si dice dalle mie parti, "per non sapere né leggere né scrivere" ho deciso di presentare un disegno di legge sul tempo pieno, come è nelle prerogative del Parlamento, quando ho capito che questo punto, compreso nel programma di Governo, in realtà languiva. Non mi interessa che vada in porto la legge, il rilancio del tempo pieno può essere benissimo deciso in qualsiasi altro provvedimento governativo. Il mio è un segnale politico: la frantumazione dei legami sociali che oggi costatiamo, la crescente domanda di cittadinanza e di conoscenza, il bisogno che hanno ragazzi e adolescenti di più tempo scuola, di più insegnanti disposti all'ascolto, e di un progetto forte di qualità mi inducono a ritenere urgente una diffusione del tempo pieno con doppio organico su tutto il territorio nazionale. E' una grande domanda sociale e culturale, educativa e costituzionale quella a cui il tempo pieno oggi vuole rispondere.
( A cura di Renza Bertuzzi)
28 maggio 2007