La bugia del tempo pieno a Napoli
Barbara Pianta Lopis - 22-05-2007
Caro Ministro Fioroni,

la prego non parli di tempo pieno a Napoli, ma soprattutto di tempo pieno a Scampia.
Se non lo sa, allora glielo dico io, perché a Napoli il tempo pieno è quasi inesistente. Tre le motivazioni principali:

1. Strutture inadeguate,
2. Alta disoccupazione
3. disincentivazione all'atto delle iscrizioni.

Io mi ricordo ancora, quando ho iscritto il mio primo figlio a tempo pieno la prima volta, era l'anno scolastico 1998/1999. L'unica scuola più vicina con il tempo pieno, non quella di fronte casa, a circa 1,5 km, mi ha costretto ad accompagnare mio figlio per ben 5 anni ogni mattina con la macchina.
La scuola non ha refettori sufficienti per garantire una qualità di mensa decente, per cui a turno si mangia in classe, la palestra non è sufficiente a garantire le due ore di attività motorie (programmi dell'85) a tutte le classi, non ci sono laboratori, non ci sono sufficienti computer per tutti.
All'atto dell'iscrizione si è fatto di tutto per dissuadermi da questo tipo di iscrizione, elencandomi tutti i difetti del tempo pieno. Solo dopo mia insistenza, hanno accettato l'iscrizione.
Non c'era nemmeno il POF, all'atto dell'iscrizione!

Non abbiamo cortile, che viene invece usato come parcheggio, non abbiamo un'aula di musica, non abbiamo una biblioteca degna di essere chiamata tale. I bambini passano tutto il giorno in classe, con attività frontali, interrotte qualche volta da lunghe ricreazioni. Non abbiamo più le compresenze, e abbiamo sempre sopperito noi genitori per i materiali didattici, per non parlare di carta igienica e sapone.

A volte ho pensato di essere una madre troppo caparbia e ingiusta, nel scegliere un T. P. così poco "tempo pieno" e tanto "tempo vuoto" per i miei figli.

In tali condizioni e con un alto tasso di disoccupazione femminile, quale genitore sceglierebbe 40 ore, invece di 30? (Pardon, 27+3 opzionali e facoltative!)

E poi la prego non usi Scampia o altri quartieri degradati per giustificare il taglio di classi a T.P. al nord.

Lei dovrebbe conoscere molto bene il progetto " SCUOLE APERTE", molto pubblicizzato sull'onda dell'emergenza camorra a Napoli. Scuole aperte a Scampia e altri quartieri degradati, il pomeriggio. Ma non con il tempo pieno, bensi con progetti ( finanziati fino a 50, 000 Euro l'uno), sotto la direzione della Regione, che vedono le Associazioni e le Parrocchie in collaborazione con le scuole. Di fatto si è venuta a creare un'esternalizzazione del servizio del Tempo Pieno e Prolungato, con tutte le conseguenze che lei da politico di professione dovrebbe conoscere, in un territorio che ha sempre molta sete di finanziamenti extra.
Mi risulta inoltre che i progetti siano stati avviati in solo 105 scuole, a fronte delle 612 che hanno presentato progetti tra finanziati e finanziabili, in tutta la Regione.

Avrei invece voluto vedere per Legge quel tempo pieno che la nostra sig.ra Moratti ha cancellato dal nostro T.U., e che un giorno si e uno no, si continua a dire che 27+3+10, rappresenta l'equivalente.

Così nelle zone degradate e difficili, abbiamo garantito un bel 30+10, con progetti extracurriculari, a una minima parte degli alunni, invece di garantire ciò che sarebbe dovuto spettare a tutti/tutte per Legge (se fossero stati ripristinati "sic et simpliceter" i due articoli soppressi del TU, sul tempo prolungato e pieno).

Non mi risulta nemmeno che siano stati presi provvedimenti relativi al tetto massimo imposto sulla costituzione delle classi del tempo pieno, cioè quello esistente ormai da anni, che non permette il reale implemento. (Quest'anno sono state chieste 120 classi a tempo pieno/prolungato in più in Campania, tutte rifiutate a causa del blocco regionale)

Come vede anche noi del Sud abbiamo bisogno di più tempo scuola, quello disteso e pieno, ma soprattutto garantito a tutti/tutte gli alunni/alunne che soffrono chi più chi meno, della situazione precaria e di diffusa illegalità quotidiana tipica della nostra regione.

Non chiediamo molto, ci accontenteremmo anche solo di poter recuperare quel gap che ci separa dal nord; ma non ci strumentalizzi per favore, perché lei sa meglio di me, che per fare buona scuola, basterebbe una buona Legge e un buon investimento.(Mi permetto allora di ricordarle la Legge di Iniziativa Popolare "Per una buona scuola per la Repubblica", a cui lei non ha mai fatto alcun cenno ne' di critica ne' di merito). Non vogliamo progetti ad hoc, che tra l'altro non ci garantiscono quella continuità necessaria per progettare un programma serio e a lungo termine che affronti i veri problemi del disagio sociale e la semplice mancanza di strutture adeguate di socializzazione.

Vorremmo semplicemente una scuola normale a tempo pieno e prolungato per Legge per tutti/tutte i nostri figli/figlie, con le strutture adeguate.

Una risposta sarebbe veramente gradita.

Barbara Pianta Lopis - mamma di tre ragazzi in cerca di risposte - Napoli

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29 MARZO 2007 - CONVEGNO UIL SCUOLA NAZIONALE - FIUGGI

Fioroni: la scuola dovrà avere un unico programma

"In ogni regione italiana le scuole dipendono da enti differenti: Regione, Provincia e Stato. Tutto questo dovrà finire. Non possiamo applicare in Italia venti metodi diversi d'insegnamento. Per questo motivo il nuovo disegno di legge metterà tutti allo stesso livello. Le scuole dipenderanno dallo Stato e se prima era lo Stato a finanziare il privato, con la nuova legge avverrà il contrario. Il privato avrà la possibilità di detrarre dalle tasse fino al 19% e donerà una somma alla scuola". Lo ha detto il ministro Fioroni, intervenendo al convegno Uil scuola nazionale organizzato a Fiuggi.

"Per quanto riguarda il dibattito sul tempo pieno di questi giorni è ora che noi tutti assumessimo un atteggiamento di comune responsabilità - ha detto Fioroni - Esso è stato ripristinato in base ai fondi disponibili. Per poterlo incrementare siamo dell'avviso di dare priorità alle zone del sud, dove si registra il più basso tasso d'istruzione tra i giovani e dove andare a scuola al pomeriggio sarebbe l'inizio di un'avvio alla legalità. Noi abbiamo la necessità di offrire il tempo pieno alle aree fino ad oggi questa possibilità non l'hanno avuto. Il sessanta per cento delle scuole nel sud non conosce questo. Dobbiamo togliere i ragazzi dalla strada, come avviene allo Zen di Palermo e nel quartiere Scampia di Napoli. Anche con le risorse ridotte questo deve avere priorità sulle scuole del nord Italia".



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 Mariassunta Bonini    - 28-05-2007
Con amarezza non posso che sottoscrivere ciò che dice Barbara. Io lavoro come insegnante nel quartiere di Tor Bella Monaca Roma, degrado, abbandono scolastico, bullismo , difficoltà di integrazione, sono cose con le quali combattiamo da anni, il tempo pieno ci serve per togliere dalla strada il "nostro futuro", abbiamo combattuto per averlo , venerdì 25 Maggio la nostra scuola è stata occupata dai genitori, ( con la concreta solidarietà dei docenti e dei nostri rappresentanti sindacali) occupazione civile e simbolica, non solo perchè non c'è la possibilità di nuove classi a tempo pieno ma addirittura perchè ne toglieranno due di classi , o meglio, gli alunni di queste verranno distribuiti su altre classi... tanto si può arrivare fino a 28!
Mi chiedo il senso di tutto questo e non lo trovo, sono anni che facciamo parte delle scuole inserite nell'Area a rischio (rischio di dispersione, abbandono scolastico), facciamo progetti, ore di docenza straordinaria,compriamo materiali perchè con i tagli fatti alla scuola non potremmo nemmeno iniziarli i progetti, fronteggiamo situazioni di bullismo e di degrado sociale, elaborando nuove strategie... perchè ci crediamo, non certo per i soldi che prende ogni docente. Pensate che questa settimana ci hanno pagato la quota spettante ad ogni docente perchè lavora in zone a rischio... e sono ben 257 euro annuali a docente. Vista la cifra probabilmente il ministro ha ritenuto opportuno aumentare Il numero degli alunni. per classe... però non dicano che la scuola è una priorità. Finisco con un invito al Ministro Fioroni e al Presidente Napolitano... perchè per una volta non venite a vedere come sono le scuole invece di farvelo raccontare?