Se Di.Co. Fioroni non penso a tutti
Gianfranco Pignatelli - 09-05-2007
Tra dire e fare - si sa - c'è di mezzo il mare. Se decliniamo il proverbio al presente politico del ministro dell'istruzione Fioroni scopriamo che: tra Di.Co. e faccio ci dovrebbe essere la scuola. Ma di mezzo, in realtà, c'è la CEI. Proprio così. Torniamo al proverbio, al dire: appena insediato, Fioroni, dichiarò di voler essere il ministro della scuola di tutti e per tutti, per questo provvide a ripristinare la dizione Pubblica Istruzione del suo dicastero. In mezzo: un mare di dichiarazioni su tutto ed il suo contrario, una per ogni occasione, tutte per apparire ad ogni costo. Sulla sponda opposta del fare: poco o nulla, e non tutto "confessabile".

Iniziamo dalla dichiarata volontà di manifestare contro i Di.Co., varati dal Consiglio dei ministri al quale era assente solo Mastella. La posizione di Fioroni? Diserta per un giorno la poltrona ministeriale per protestare contro se stesso e contro il governo al quale appartiene. Si dichiara, insomma, contro le pseudo non famiglie. Lo fa contro i figli delle ragazze madri, dei divorziati, di quelli che - per libera scelta - non si sono mai sposati, dei tanti bambini e ragazzi in affido temporaneo a case famiglie o single, che pure affollano la sua scuola. Quella, per l'appunto, di tutti, quella pubblica, laica e pluralista. Quella statale, ma anche paritaria e confessionale, in una parola, pubblica. Complimenti.

Ma, allora, che ci fa un ministro così in un governo di uno stato sovrano? Rappresenta gli elettori della sua coalizione o una lobby? Ha giurato di fronte a Napoletano o a Ratzinger? Il dubbio resta. Anzi, se vogliamo è implementato, in un periodo di tagli selvaggi all'istruzione, dall'aumento delle risorse agli istituti gestiti dai religiosi, dall'incremento delle assunzioni in ruolo degli insegnanti di religione nonostante i docenti precari siano cresciuti del 420% negli ultimi dieci anni, dall'esenzione del pagamento dell'ICI per le scuole religiose e dai tanti altri benefit. La domanda è d'obbligo: per la biografia che ha alle spalle e per le scelte che compie, esiste un conflitto di interessi per il ministro Peppe Fioroni? E se esiste, è meno deplorevole di quello rimproverato a Berlusconi solo perché non è personale ma - diciamolo pure - di "parrocchia"?

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 francesco dettori    - 14-05-2007
Non ci sono parole da aggiungere!!!
Sono perfettamente d'accordo. La scuola è sempre più ostaggio del Vaticano. Tra l'algida Moratti e il "cardinale " Fioroni continua allegramente, nel totale disinteresse la prostituzione dell'istruzione pubblica. Siamo al punto del non ritorno. Le scuole stanno diventando oratori e terra di saccheggio degli invasati e scaltri ciellini. Grazie DS, grazie Margherita, state facendo uno splendido lavoro!!!