Documento sui fondi finanziari
Lida Sacconi - 30-04-2007
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE "LIVIA GERESCHI"

Pontasserchio, lì ­­­­18/04/2007
Prot. N. 2826/D7




 Al Presidente del Consiglio dei Ministri R. Prodi

 Al Ministro alla Pubblica Istruzione G. Fioroni

 Al Ministro del Tesoro T. Padoa Schioppa

 Al Sottosegretario al Ministero Università e Ricerca

Prof. Luciano Modica

 Al Dirigente U.S.P. della Provincia di Pisa

 Al Presidente della Provincia di Pisa

 All'Assessora all'Istruzione della Provincia di Pisa

 Ai Sigg.ri Sindaci dei Comuni della Provincia di Pisa

 Ai Sigg.ri Assessori alla P. Istruzione dei Comuni della Provincia di Pisa

 Ai Presidenti delle Circoscrizioni del Comune di Pisa

 Ai Dirigenti Scolastici e DSGA della Provincia di Pisa

 Ai Presidenti e componenti dei Consigli di Istituto della Provincia di Pisa

 A tutto il personale docente e ATA in servizio nella

Provincia di Pisa

 Ai Sindacati ANP, ANQUAP, CISL, COBAS,

FLC-CGIL, GILDA, UIL E UNICOBAS

 All'Associazione Genitori

 Agli organi di stampa : Il Tirreno - La Nazione



OGGETTO: documento sui fondi finanziari alle scuole.



A seguito delle nuove modalità di assegnazione dei fondi alle scuole esprimo, a nome del Collegio dei Docenti, del Consiglio di Istituto, del personale dipendente, delle famiglie di questo Istituto Comprensivo "Livia Gereschi" di Pontasserchio e mio personale, forte preoccupazione per il perdurare della politica dei tagli alle scuole operata da tutti i governi che si avvicendano alla guida del nostro Paese. Nei mesi scorsi ha avuto grande risalto l'annuncio che le scuole avrebbero ricevuto quasi tre miliardi di euro mentre, in passato, erano poco più di centomila.

Alla luce dei nuovi parametri numerici definiti con il D.M. n. 21 del 1 marzo 2007 e della successiva C.M. è evidente che trattasi solo di un accorpamento in due capitoli delle stesse somme disponibili nell'anno precedente che, ricordiamo, dal 2001 al 2006 erano state ridotte, in media, del 70%. L'autonomia delle scuole, legislativamente sancita e demagogicamente affermata da ogni Governo è dunque davvero "l'isola che non c'è"?

Stiamo dunque rinunciando a costruire una scuola di qualità, intesa come motore di sviluppo e di crescita del Paese, perché questa società è tutta presa dalla economia di mercato e perché questa politica è miope, incapace cioè di proiettare nel futuro un sogno da realizzare: il riconoscimento pieno dell'autonomia. Al contrario, di anno in anno, siamo arrivati all'affannosa ricerca degli espedienti per sopravvivere, registrando impotenti la perdita del consenso sociale e del riconoscimento del nostro lavoro.

E' dunque urgente costruire le condizioni affinché le scuole siano in grado di affrontare e governare il nuovo che avanza, dotandole finalmente di strumenti legislativi idonei e moderni ed è tempo di rinunciare (una buona volta) a gestirle centralisticamente. E' noto, ad es., che le supplenze continuano ad essere regolate da un insieme di norme che, di fatto, ne moltiplicano le spese, anche solo per la ricerca e l'individuazione dell'avente diritto.

In questi anni nel nostro Istituto abbiamo perseguito un progetto educativo basato sulla collaborazione con le famiglie, quale unica e sola risorsa per resistere ad una società diseducante, cercando di coinvolgerle nelle scelte attraverso l'attivazione di seminari di studio tematici; progetti di continuità verticale ed orizzontale; redazione di un giornale in cui trovano voce tutte le componenti sociali; sportelli di ascolto e di dialogo in tutte le sedi scolastiche per dare cittadinanza ai sentimenti , alle emozioni, alle amicizie di allievi e di adulti, per imparare a conoscersi e per sperimentare i valori della solidarietà e della responsabilità in un'ottica culturale di accettazione dell'altro.

Fino ad oggi, con le risorse umane, strumentali ed economiche ricevute e con il sostegno degli Enti Locali, abbiamo garantito agli alunni un'offerta formativa ricca di stimoli e di possibilità di scelte, finalizzata a realizzare il sogno di una Scuola effettivamente capace di valutare, di orientare, di far crescere i ragazzi in autonomia e fiducia. I parametri definiti dal Governo e comunicati potranno soddisfare non più della metà delle risorse effettivamente necessarie per la copertura di tutte le assenze poiché non tengono conto delle tutele del personale assente per maternità, né per invalidità (legge 104/92) che possono incidere pesantemente sul bilancio delle scuole. Non potremo realizzare più degnamente l'integrazione dei bimbi diversamente abili, né l'accoglienza nelle nostre classi dei sempre più numerosi alunni stranieri con problemi di apprendimento della lingua italiana; l'aggravio di lavoro del personale non docente renderà le scuole più sporche e meno sicure.

Anche la nostra capacità di intervento e di soluzione delle molte e affascinanti sfide di questi tempi si arrenderà alla necessità di suddividere gli alunni nelle classi, contravvenendo alle norme sulla sicurezza, vanificando l'esperienza positiva e fruttuosa dei laboratori, del recupero in piccolo gruppo e dell'insegnamento individualizzato negando, di fatto, il diritto all'istruzione delle fasce più deboli. Denunciamo la disparità di trattamento tra le scuole di base e Istituti superiori: infatti i parametri individuati dal D.M. n. 21 del 1 marzo 2007 sviliscono il senso del percorso di integrazione scolastica degli alunni certificati ai sensi della L. 104/92 e frequentanti le scuole di base, poiché le loro esigenze di integrazione vengono quantificate in una somma di 12 euro a fronte di ben 48 euro assegnata per la gestione di un alunno "normodotato" frequentante, ad esempio, un Istituto Professionale!

Noi domandiamo che i suddetti parametri siano opportunamente rivisti e riconsiderati perché abbiamo deciso che continueremo ad assicurare, pur nell'ottica del risparmio e del corretto impiego delle risorse economiche e umane, quegli "standards" di offerta formativa che le famiglie e la Comunità ci richiedono e grazie ai quali riceviamo positivo riscontro .

Confidiamo nell'inversione di tendenza alla politica dei tagli fin qui praticata, auspichiamo che la scuola e i suoi operatori siano messi in grado di affrontare le sfide del terzo millennio attraverso la sottoscrizione, da parte delle forze politiche, produttive e sindacali, di un atto di fiducia pieno di conferma del suo ruolo di istruzione dei giovani, nostro futuro e nostra speranza, e di un patto di solidarietà e di collaborazione per affrontare e risolvere tutti quei problemi che sono causati dalle rinunce e dalle omissioni educative di una società ormai priva di padri e, quindi, anche di regole e di forti valori etici.





Dott.ssa Lida Sacconi comprensivogereschi.it


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 Giorgio D.G.    - 06-05-2007
Ho votato per Prodi, lo confesso.
Mi sono comportato come un giocatore di poker: VOLEVO ANDARE A VEDERE LE CARTE.
Adesso vedo che «bambole non c'è una lira» è il ritornello preferito....
Ma, carissimi colleghi, la prossima volta io non utilizzerò più il mio voto perchè qualcuno apra gli occhi ben chiusi a causa del fumo ...con poco arrosto!
[P.S.: proprio come nella riforma di Bertagna leggo che anche il ministro Fioroni si ispira a Edgar Morin, il mio filosofo~scolastico preferito. Siamo quindi nel segno della continuità eheheh!]