Non si rilasciano diplomi morali
Monica Capezzuto - 27-04-2007
Tale lettera è nata per rispondere alla lettera aperta del sig. Rondoni che, dalle pagine de "Il Tempo", partendo dai fatti accaduti a Rignano Flaminio,attacca tutto il corpo docente e l'impianto della scuola pubblica italiana.

Egregio poeta, sono maestra -precaria-, mamma e cittadina e in tali vesti ritengo estremamente lesiva la sua lettera. Lei riconduce l'ultimo episodio accaduto nella provincia di Roma al malessere che affligge la scuola, parla di crepe e di dighe che starebbero per crollare. Ebbene la scuola non è altro che un risvolto della società. La scuola non è la famiglia ma sempre più spesso le famiglie delegano alla scuola, ai docenti, la responsabilità dell'educazione dei ragazzi.
Vero è che la scuola è formata da persone, da esseri umani che soggettivamente, consapevolmente o inconsapevolmente, scontando pene del passato, agiscono ma qui non si tratta, come Lei ha affermato, di mettere in discussione la moralità, l'onestà e l'etica di tutti i docenti italiani la cui professionalità non si misura con un pezzo di carta o col misero stipendio. Ma crede davvero che la professionalità sia direttamente proporzionale allo stipendio pagato? Possono, secondo lei, poche mele marce, mettere in discussione l'intero impianto di tutta la scuola pubblica? Cosa le fa credere che i docenti italiani non affrontino selezioni e anni di studio per diventarlo?
Crede davvero che ci raccattino per strada come mendicanti? Purtroppo gli episodi di cronaca sono solo il sintomo di un disagio, un malessere che affligge tutta la società e dunque non possiamo imputare tutti i mali della società alla scuola pubblica o privata che sia.
Cosa pensa di ricavare da questa crociata? Crede forse che la meritocrazia o un aumento di stipendio possano correggere la nettezza morale di un individuo? Di un insegnante? Perché di questo si tratta E purtroppo per valutare tale cosa non c'è alcuno strumento. La pulizia morale ed etica, l'animo di una persona non è valutabile o certificabile con un pezzo di carta. Per quello non si rilasciano lauree e master. E' il nostro bagaglio. Quello che ci portiamo dietro e che ci è stato insegnato. Sono quei valori che i nostri genitori ci hanno tramandato e che purtroppo, oggi , nelle famiglie non esistono quasi più, soppiantati dalle tecnologie, da modelli morali diseducativi che sono assoggettati alla logica del guadagno e della superficialità. Ognuno di noi, in queste occasioni, indossa la maschera del perbenismo e punta il dito accusatore. Pollice verso. Epuriamo la scuola dal marciume e facciamo accomodare cooperative, banche, S .P.A. nelle scuole. Si accomodino, Signori.
Voi sì che sarete docenti d.o.c.. Peccato che anche Voi siate persone. Né migliori e né peggiori degli altri. Persone con i propri bagagli morali e personali. E dunque non esenti dal poter sbagliare. O il fatto di appartenere a qualche lobby rilascia un pass morale superiore a quello dei comuni mortali?
Non esistono certificazioni morali. Esiste una coscienza. .E ognuno di noi fa i conti con la propria.

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 da Italia Oggi    - 27-04-2007
A proposito di moralità... verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere e non sappiamo più se per l'ingenuità di troppo o per la furbizia di pochi - Red

I precari sono obbligati a presentare domanda.

Ovvero:

I precari salveranno la maturità.

I compensi bassi per gli esami fanno prevedere una fuga dei docenti di ruolo. A giorni il decreto.

Fioroni recluta i supplenti in qualità di commissari esterni

Compensi troppo bassi indurranno probabilmente molti docenti di ruolo a disertare i prossimi esami di stato. Sopra tutto se convocati per fare i commissari esterni, con indennità che saranno più basse di quelle percepite cinque anni fa. Che la maturità 2007, con il ritorno del professori esterni nelle commissione giudicante, sia a rischio è paventato dalla stessa amministrazione scolastica. Che si è attrezzata: i precari che hanno avuto contratti di supplenza sono tenuti a presentare domanda per fare anche gli esami di stato, pronti a sostituire i prof di ruolo rinunciatari. In questi giorni il dicastero di viale Trastevere sta concordano con quello dell'economia i compensi per chi sarà impegnano nella maturità 2007. Il decreto dovrà essere varato a giorni. E i conti non tornano, perché quei 138 milioni di euro stanziati all'inizio dell'anno per pagare i docenti sono insufficienti a garantire agli interni le stesse competenze dell'anno scorso e agli esterni quelli percepite cinque anni fa. Anche perché di commissioni dovranno essere costituite12.274, 274 in più rispetto a quelle che la relazione tecnica allegata alla legge sui nuovi esami prevedeva. E così, il dicastero si sta attrezzando contro la prevedibile fuga dalla maturità, sopratutto da parte di quei docenti di ruolo che saranno chiamati a spostarsi di città. Al ministero c'è ancora chi ricorda quanto avveniva prima che Letizia Moratti decidesse di far fare la maturità solo ai prof interni alla stessa scuola: certificati medici a valanga, a pochi giorni dall'inizio delle prove. Allora saranno ancora una volta i precari a doverci mettere una pezza,ad evitare insomma che possano esserci esami sospesi perché la commissione (3 interni e e esterni) non è al completo. Il ministero ha infatti chiesto ai direttori scolastici regionali, e questi a cascata ai dirigenti scolastici, di pretendere che tutti i supplenti presentino la domanda per essere utilizzati come commissari. L'appoggio normativo è offerto da una circolare, la numero 20 del 2007: ´Sono obbligati a presentare la domanda.... i docenti, ivi compresi i docenti tecnico pratici con insegnamento autonomo e quelli con insegnamento in compresenza di cui all'art. 5 della legge 3.5.1999, n. 124 e gli insegnanti di arte applicata, con rapporto di lavoro a tempo determinato, fino al termine dell'anno scolastico o fino al termine delle attività didattiche, in servizio in istituti statali d'istruzione secondaria superiore, che insegnano, nelle classi terminali e non terminali, discipline rientranti nei programmi di insegnamento dell'ultimo anno dei corsi di studio, ovvero materie riconducibili alle classi di concorso afferenti alle discipline assegnate ai commissari esterni, in possesso della specifica abilitazione all'insegnamento o idoneità di cui alla legge n.124/1999 ovvero o di titolo di studio valido per l'ammissione ai concorsi per l'accesso ai ruoli'. Chi ha quindi un contratto in scadenza per la fine delle lezioni dovrà fare domanda e poi stare ad aspettare cosa succede. A decidere la chiamata, infatti, è il direttore regionale. Nel caso in cui dovessero essere convocati, i precari avranno diritto a un contratto per una supplenza breve, pari alla sola durata degli esami. Che non dà diritto, tra l'altro, alla retribuzione professionale, pari a circa il 15% dello stipendio base.