Per fortuna c'è Tuttoscuola
Grazia Perrone - 17-04-2007
Nel mio commento alla revoca dello "sciopero fasullo" dei confederali (ai quali si era unito il solito snals) ero stata troppo ottimista.

Poi ho ricevuto la news di Tuttoscuola e tutto mi è sembrato più chiaro ... e, mi auguro, lo sia altrettanto per i quotidiani amici dei Sindacati amici del Governo amico ai quali invierò, per conoscenza, questa mia notarella.

I sindacatoni nella loro piattaforma inviata agli iscritti (è pervenuta anche a me) da discutere e/o emendare - lo prevede lo Statuto - nelle assemblee rivendicano un aumento pari al 5,02% con (testuale) incrementi alle seguenti decorrenze: 1° gennaio 2006 e 1° gennaio 2007 (il Governo però a dispetto degli accordi sottoscritti la pensa diversamente e lo ha scritto) dopo aver rinviato il già citato "sciopero fasullo" ne proclameranno un altro per reclamare l'indennità di vacanza contrattuale.

Magari faranno pure una megamanifestazione (alla quale parteciparenno Giordano, Diliberto e Pecoraro Scanio) per reclamare:

1) la decima parte di quanto dovuto per l'anno 2006;

2) l'inserimento - nella cifra stanziata per il contratto scuola - delle cifre risparmiate grazie al taglio agli organici previsto dalla Finanziaria 2007 contro la quale hanno fatto una opposizione ... morbida morbida.

Sono così prevedibili e cinici che non riesco più ad indignarmi. E voi?

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 da retescuole    - 17-04-2007
Prime riflessioni sul rinnovo contrattuale: il biennio economico 2006-2007

L’ipotesi di piattaforma unitaria per il rinnovo contrattuale della scuola statale presenta molti punti assai generici e assai discutibili. Anzitutto è predisposta e licenziata con grave ritardo, a oltre 15 mesi dalla scadenza del contratto, inoltre è reticente sulle risorse necessarie per la fattibilità delle rivendicazioni ed è ispirata e sovrintesa da una logica (quadriennio dinamico) che contraddice nei termini quanto la FLC e la CGIL hanno affermato nel recente congresso circa il ripudio di ogni politica dei due tempi e la necessità di un’immediata politica di investimento nel settore a partire dal recupero salariale. A ciò si aggiungono le titubanze mostrate dalle OO.SS. confederali nei confronti della controparte sulla reperibilità delle risorse, non ultima lo sciopero proclamato e poi sospeso, ma con il mantenimento dello stato di agitazione. Condividiamo pertanto i giudizi di merito e di metodo contenuti nella dichiarazione sottoscritta da 5 compagni al Direttivo Nazionale della FLC del 2 aprile, che li hanno indotti a non esprimere un voto positivo o addirittura a bocciare l’ipotesi di piattaforma unitaria.

L’impianto complessivo dell’ipotesi di piattaforma è come detto molto generico: una sorta di indicazione delle intenzioni e delle possibilità da proporre alla discussione in categoria, che necessita di una compiuta definizione del nuovo quadro normativo del sistema scolastico (obbligo in primo luogo) e soprattutto dello stanziamento di risorse aggiuntive, non quantificate, a partire dalla Finanziaria 2008. Ci limitiamo per ora a un’analisi delle questioni retributive legate al biennio 2006-2007. Per fare questo il testo dell’ipotesi di piattaforma va intrecciato con l’intesa del 6 aprile, con la direttiva madre del governo all’Aran e con i vari comunicati unitari su queste materie. Da ciò appare come non ci sia affatto chiarezza da parte sindacale (che è quella che ci interessa) sulla fondamentale questione salariale, pur limitata al primo biennio.

Non è chiaro, ad esempio, come il comunicato unitario FLC-CISL-UIL del 12 aprile - che contesta giustamente la direttiva governativa all’Aran e preannuncia lo sciopero generale per il mese prossimo - possa affermare che l’incremento del 5,01% (la piattaforma dice 5,02%) corrisponda per il comparto scuola a 115 euro mensili. Per inciso ricordiamo che per l’11 maggio i Cobas della scuola e del pubblico impiego hanno già da tempo proclamato lo sciopero generale. Ci auguriamo che in occasione di un importante momento di lotta non si producano esiziali divisioni tra le OO.SS. in merito alla data dello sciopero, che sarebbe male intesa dai lavoratori, ma si possa giungere, come è già accaduto nel recente passato, a una efficace unità di iniziativa e di lotta.

Se si considerano gli aumenti tabellari dello scorso biennio 2004-2005, che per i docenti sono stati del 5,26%, si vede che solo i docenti laureati di medie e superiori delle fasce di anzianità più alte (da 28 anni in su) hanno avuto almeno 115 euro mensili; nessun altro lavoratore, né docente, né tanto meno ATA, che hanno avuto incrementi più bassi intorno al 4,8%, ha raggiunto tali aumenti. Il docente di scuola media con 15 anni di anzianità, preso tradizionalmente come misura del valore medio, ha avuto un aumento tabellare di 97 euro, il suo collega della fascia superiore (21-27 anni) di 105 euro, entrambi con un incremento del 5,26%.

In conclusione ci sembra che il 5,01% non possa dare incrementi medi di 115 euro, né di 101. Perché ciò sia possibile è necessario che le risorse disponibili per la contrattazione 2006-2007 consentano un aumento superiore al 5,01-5,02% rivendicato nella piattaforma. Ma la direttiva del governo del 12 aprile si limita addirittura a un 4,46% complessivo, comprendente anche le risorse per l’integrativo, che il Tesoro in verità aveva già preannunciato ai margini dell’intesa del 6 aprile, quantificandolo intorno ai 98-99 euro (vedi Corriere del 7 aprile).

C’è poi la questione delle risorse provenienti dalle economie dovute ai tagli di personale del biennio precedente, quantificate in 130,3 milioni di euro per gli ATA e 210 milioni di euro per i docenti, che l’intesa destina al biennio 2006-2007 per “la valorizzazione e lo sviluppo professionale della carriera docente”. Limitiamoci per il momento a quantificarle, suddividendo gli importi per il numero complessivo di addetti: circa 240.000 ATA e 750-760.000 docenti. Avremmo per gli ATA mediamente intorno ai 540 euro per lavoratore sul biennio e per i docenti 275-280 euro; se venissero destinati tutti interamente al salario tabellare, al di là di quel che prevede l’intesa, avremmo circa 22-23 euro mensili per gli ATA e 11 euro per i docenti. È con queste risorse che si arriva o ci si avvicina ai 115 euro mensili dichiarati da FLC-CISL-UIL?

Chi rappresenta e tutela i lavoratori non deve essere approssimativo sui numeri, specie se riguardano una cosa vitale come il salario; deve essere rigoroso e preciso e spiegare minuziosamente come si compongono e come si arriva alle cifre indicate. FLC-CISL-UIL devono dire con chiarezza, in termini assoluti e non percentuali, quanto rivendicano per tutti i lavoratori della scuola: 101 o 115 euro? Come intendono destinare questi aumenti, tutti sul tabellare oppure su altri istituti salariali? Come intendono utilizzare le risorse derivanti dalle cosiddette economie di sistema? Sono conteggiate negli aumenti rivendicati oppure no? E le percentuali di incremento saranno uguali per docenti e ATA o differenziate come è stato nel biennio precedente a sfavore degli ATA?

E ancora che fine ha fatto lo 0,7% del biennio scorso che doveva essere finanziato nel 2006? La FLC assicura che è fuori dal conteggio del 5,01-5,02%, ma non c’è alcuna indicazione di questa disponibilità. E le risorse già stanziate per istituti non realizzati o non completati, come ad esempio il tutor morattiano…?

Troppe sono le reticenze e i nodi da sciogliere contenuti anche solamente negli obiettivi del primo biennio, che sono solo tre:
1. aumento a regime del 5,02 con incrementi alle decorrenze gennaio 2006 e gennaio 2007,
2. valorizzazione e sostegno della professionalità,
3. rafforzamento della previdenza complementare.

La sola questione delle decorrenze degli aumenti contrattuali pone già un problema, perché l’intesa governo-sindacati del 6 aprile prevede per il 2006 la sola indennità di vacanza contrattuale e un’unica decorrenza al 2007 per gli aumenti, con soldi che si prenderanno materialmente solo nel 2008! Come si giustifica questa contraddizione tra intesa e ipotesi di piattaforma?

Per quanto riguarda la valorizzazione della professionalità, siamo contrari a ogni ipotesi di “sviluppo professionale della carriera docente” che implichi differenziazioni a posteriori, tanto più su un periodo – il biennio 2006-2007 – già trascorso. Già è di per sé inaccettabile che ci siano tagli di personale che producono risparmi da utilizzare nei rinnovi contrattuali successivi. Se carriera ci deve essere, e non ne siamo affatto convinti, non può essere autofinanziata dai lavoratori attraverso i licenziamenti di fatto, e non può riguardare il passato. I risparmi che ormai si sono realizzati devono essere destinati alle retribuzioni tabellari di tutti i lavoratori.

Lo stesso discorso vale per gli ATA, per i quali si aggiunge il problema di definire e quantificare le risorse necessarie per estendere (o generalizzare?) la formazione e i riconoscimenti retributivi dell’art.7.

Si dice anche che tra gli obiettivi del biennio 2006-2007 c’è il potenziamento della previdenza integrativa. Questa formulazione, ci viene spiegato, sottende quello che la FLC ha sempre chiamato consolidamento del salario accessorio, cioè trasferimento di quote della RPD e del CIA sul tabellare, con conseguenti positivi effetti sulle liquidazioni e sul TFR e quindi sulle pensioni integrative. Ma quanto serve per conseguire questo risultato? E cosa si intende fare per realizzarlo, vista la penuria e l’incertezza delle risorse disponibili? E perché non dire chiaramente e semplicemente che si vuole trasferire il salario accessorio sul salario tabellare?

FLC-CISL-UIL devono quindi almeno quantificare le necessità finanziarie per realizzare gli obiettivi contenuti nell’ipotesi di piattaforma, non solo quelli relativi al primo biennio, ma anche quelli economici e normativi del biennio successivo e dell’intero quadriennio.

Tra gli obiettivi rimandati al biennio 2008-2009 c’è in primo luogo quello di aumenti salariali superiori alla copertura dell’inflazione per avviare a soluzione la questione retributiva del personale della scuola. Ma quanto si rivendica in concreto a tale scopo? È azzardato ipotizzare 150-200 euro medi mensili? E come si pensa di conseguire l’obiettivo visto che la finanziaria 2008 dovrà finanziare anche il biennio 2006-2007?

Le numerose contraddizioni, reticenze e genericità, unitamente alle critiche espresse in premessa a questa analisi, ci portano a giudicare negativamente l’ipotesi di piattaforma licenziata dai direttivi unitari di FLC-CISL-UIL per il rinnovo del contratto della scuola statale. Crediamo che nella consultazione si debba votare NO e contemporaneamente avanzare proposte e obiettivi più circostanziati, alcuni dei quali avanzati in questa stessa analisi.

Milano, 13 aprile 2007

In movimento
Area programmatica della FLC di Milano





 Tuttoscuola    - 17-04-2007
Addio tesoretto! L'indennità di vacanza contrattuale costa 700 milioni


Gli interrogativi posti da Tuttoscuola sull'applicabilità dell'indennità di vacanza contrattuale a favore dei dipendenti pubblici per il 2006 - anno in cui sembra non siano altri previsti benefici contrattuali - stanno suscitando dubbi e interesse.

Se gli aumenti contrattuali decorreranno soltanto dal 2007, per il 2006 verrà applicata l'indennità di vacanza contrattuale senza effetti di riassorbimento?

Sarà il contratto a chiarirlo, ma vi sono precedenti contrattuali recenti che fanno ritenere che l'indennità percepita non debba essere restituita. Lo hanno sottoscritto, ad esempio, proprio poco tempo fa i sindacati della scuola nel contratto delle scuole non statali aderenti all'Agidae.

Se, dunque, l'indennità sarà erogata a decorrere dall'aprile dell'anno scorso per tutto il 2006 e non verrà riassorbita, il personale della scuola dovrebbe trovare in busta paga, oltre agli aumenti contrattuali da definire, anche altri 200 euro lordi circa.

Se questa ipotesi dovesse valere per i 3,5 milioni di pubblici dipendenti, il costo di questa indennità sarebbe dell'ordine di 700 milioni di euro.

Padoa Schioppa lo sa?

 gp    - 19-04-2007
Ecco come il Manifesto “condisce la minestra” - preparata da Padoa Schioppa “di concerto” con i sindacatoni - per farla apparire meno indigesta. Dopo aver “scippato” un anno minacciano di far saltare il biennio. Della serie “o ti mangi questa minestra … “. Ogni commento, a questo punto, mi appare superfluo.

Statali, ultima chiamata confederale per il rinnovo del contratto
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil chiedono «chiarimenti» al governo sul cambio di linea dopo gli accordi di palazzo Chigi. «Tocca a Prodi sciogliere il nodo»



La grana del contratto degli statali è diventata tutta politica. E ieri mattina sono scesi in campo i segretari confederali per «alzare la posta» e il livello del confronto. Ma senza fissare, per ora, la data dello sciopero (metà maggio, indicativamente).

E' in pratica l'ultimo tentativo di sbloccare una situazione paradossale: governo e sindacati avevano raggiunto pochi giorni fa un accordo per rinnovare il contratto, scaduto 16 mesi fa, sulla base di 101 euro medi, ma a partire dal primo gennaio di quest'anno e con l'erogazione della cifra a gennaio 2008. Contestualmente Cgil, Cisl e Uil avevano condiviso un «memorandum» per la riforma complessiva della pubblica amministrazione, rifiutato però da altre sigle rappresentative nel settore (come la RdB Cub, che ancora ieri ha ribadito la sua contrarietà). Al momento di varare la «direttiva madre» da inviare all'Aran, per aprire la trattativa vera e propria nei vari comparti, si è scoperto che veniva praticamente cancellata la «contrattazione integrativa». Un dettaglio non secondario, perché «è a questo livello che si migliora organizzazione e modo di lavorare»; ma se non è possibile disporre di risorse aggiuntive non si fa più nulla (il «maggior merito» o «la produttività», in qualche modo, vanno riconosciuti anche economicamente).

Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, è sembrato sinceramente sconcertato dall'assenza di logica di una scelta del genere («sembra quasi che tra ministri non si fidino troppo l'uno dell'altro»), chiedendo - per sciogliere il nodo - un intervento diretto di Romano Prodi, non appena sarà rientrato dal Giappone. «Se si protrae la situazione di conflitto anche gli altri tavoli di discussione potrebbero risentirne». Oggi, intanto, proveranno a vedere cosa avranno da dire il ministro della funzione pubblica ed Enrico Letta. Certo che se al tavolo si presenteranno con la posizione espressa nel pomeriggio da Nicolais («c'è un'errata interpretazione di quanto c'è scritto nella direttiva») ci sarà ben poco da discutere.

Durissimi poi sulla «campagna diffamatoria» contro gli statali. «Il sindacato non difende i fannulloni», scandisce Epifani, ma a questo punto il sindacato pretende di verificare in una «sede terza» - il Cnel - «le cifre sull'assenteismo, sulle consulenze, le esternalizzazioni, le medie retributive». Quelle del sindacato sono infatti molto diverse. «Nessuno si sogna di fare la media tra la paga di un metalmeccanico e quella di Marchionne; nel pubblico impiego si fa invece la media tra quel che prende un impiegato, un dirigente, un magistrato o un generale», spiega Paolo Pirani. Ma sono soprattutto le esternalizzazioni e le consulenze a indignare i sindacalisti. «Presenteremo i dati di quanto si spende per dare fuori servizi che costano molto meno se prodotti in casa», ma che hanno fatto la fortuna degli «amici degli amici». La cifra stanziata per il rinnovo del contratto (1 miliardo e 300 milioni) è sinistramente uguale a quella spesa per le consulenze.

Il solitamente pacato Raffaele Bonanni, segretario confederale della Cisl, definisce addirittura «subdolo» il metodo di confronto usato dal governo, che «quando cin incontriamo sembra disponibile, il giorno dopo rimuove tutto». Ma i problemi sul tappeto sono sostanzialmente due: il rapporto con i sindacati («non c'è mai stato un momento così difficile, neppure con il centrodestra»), ma soprattutto con gli statali. Carlo Podda, segretario della Fp Cgil, lo sintetizza così: «stanno convincendo i lavoratori che anche quei pochi soldi non li vogliono dare; c'è ancora qualcuno che prova a far saltare un biennio contrattuale». Come se non fosse più un diritto acquisito.

Francesco Piccioni

 dal coordinamento nazionale RSU    - 20-04-2007
Lavoratori del pubblico impiego - documento votato all'unanimità dai lavoratori Regione Liguria

"I dipendenti della Regione Liguria ed enti strumentali, riuniti in assemblea per discutere su memorandum e rinnovo contrattuale, ne respingono i contenuti in quanto lesivi della dignità dei lavoratori.

Prassi di democrazia sindacale esigono che ogni dacisione collettiva riguardante il pubblico impiego vada discussa e votata dai lavoratori stessi, questo non è avvenuto nè per il rinnovo del contratto nazionale,nè per il cosidetto memorandum.

Chiediamo quindi di tornare ad una vera democrazia sindacale che preveda consultazioni preventive con mandato votato per chi ci rappresenta"

Presenti 150 lavoratori - votato all'unanimità

Genova 18 aprile 2007