breve di cronaca
BLOCCHEREMO LA SCUOLA ANCHE DOPO IL TRADIMENTO DEI CONFEDERALI
UNIcobas Scuola - 14-04-2007
COMUNICATO STAMPA 12 APRILE 2007

Il "rinvio" dello sciopero da parte dei Confederali è l'ultimo atto dell'ennesimo gioco delle parti. Non avevano alcuna intenzione infastidire il "governo amico" e non lo faranno neppure a maggio. Hanno concordato tutto con Padoa Schioppa: prima la manfrina dello sciopero, poi l'accettazione degli stessi quattro spiccioli che l'esecutivo era disposto a spendere, calati dal cilindro del ministro dell'economia dopo qualche giorno di suspance. Infine, visto lo stato di agitazione della scuola, il differimento anziché la prevista revoca dello sciopero. Gabbata resta la categoria, che però non ci casca. L'intesa di massima raggiunta sinora con il Governo è nettamente al ribasso. Le risorse assegnate ai contratti pubblici equivalgono a meno di 40,00 euro netti, perché gli altri 30,00 andranno solamente per lavoro aggiuntivo e non saranno pensionabili: dove sono i 105 euro annunciati per gli insegnanti? Non esistono, a meno che non si vogliano calcolare altre spese per la scuola che non hanno nulla a che vedere con le retribuzioni. Per questa "bufala", Cgil, Cisl e Uil hanno accettato di ridurre gli arretrati, che verranno conteggiati solo dal gennaio 2007, anziché dal gennaio 2006, come avrebbe dovuto essere per il contratto (scaduto dal dicembre 2005). Hanno accettato che l'aumento pieno lo si abbia a fine 2008 (anziché a dicembre dell'anno in corso), triennalizzando così un contratto che per legge sarebbe biennale, facendo passare "in cavalleria" il 2006 e compromettendo il primo anno del prossimo biennio. Si sono quindi accontentati degli avanzi di esercizio provenienti dai tagli da loro consentiti negli anni scorsi e che hanno lasciato incrementare ancora accordandosi sull'ultima Legge Finanziaria (come le scuole stanno verificando con la riduzione degli organici e l'aumento ulteriore del numero di alunni per classe).
I Confederali hanno raccolto ancora una volta una mancia di tipo impiegatizio per la scuola, con l'aggravante di controlli sul "merito" realizzati da dirigenti, studenti e genitori, in una ridicola e controproducente confusione dei ruoli.
A fronte di un attivo dichiarato di più di 10 miliardi di euro, il governo continua a negare così risorse adeguate per il contratto scuola.
Insegnanti ed ata italiani sono i peggio retribuiti d'Europa e per l'istruzione si spende ben poco: ALLORA 2,5 MILIARDI DI EURO VANNO AGGIUNTI AI FONDI PER LA SCUOLA E IL CONTRATTO VA CHIUSO SUBITO!
L'Unicobas sfida la classe politica: è indecoroso che ad ogni campagna elettorale si promettano stanziamenti in linea con la media UE per la scuola quando rimangono sempre "promesse da marinaio". Questo è il momento della verità. Nel frattempo, cosa fanno i sindacati "alternativi" Gilda e COBAS? La prima lancia solo comunicati, ma non prevede azione di lotta alcuna (ventilando demagogicamente un blocco scrutini di fine anno che per legge non potrebbe superare i due giorni). I secondi hanno deciso un inutile sciopero di bandiera dilazionato, in tempi biblici, addirittura all'11 maggio. Anche a questi lanciamo un appello, in particolare ai COBAS perché, a maggior ragione visti i cedimenti dei Confederali, convergano sullo sciopero e sulla manifestazione del 16 aprile, abbandonando l'idea di scioperare l'11 maggio (da soli), data alla quale le risorse dell'avanzo d'esercizio del governo saranno già state assegnate.

L'UNICOBAS TORNA IN PIAZZA: MANIFESTAZIONE NAZIONALE - ROMA - MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE - 16 Aprile - h. 10.00.

Faremo fischiare le orecchie a Fioroni, per ricordare a lui ed al Governo che devono assumersi precise responsabilità. La facciano finita con l'atteggiamento pilatesco mostrato sinora: dalla mancata revisione organica dell'assetto scolastico alla paura di abrogare la riforma Moratti... sino alla circolare ridicola che scarica sulle scuole persino il divieto dei cellulari per gli alunni. Dimostrino se sono amici o nemici della scuola pubblica! Con l'accordo di oggi Confederali e Governo hanno scelto la strada dello scontro: peggio per loro.

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