Bologna incontra Prodi
Elena - 02-04-2007
Una folta (200-300), allegra e colorata delegazione di bambini, genitori ed insegnanti (compresa la maestra dei figli di Prodi, che frequentarono il tempo pieno) delle scuole bolognesi ha oggi pomeriggio aspettato Prodi venuto a S.Lazzaro (a Bologna) per l'inaugurazione di una mediateca. Il Presidente del Consiglio, sceso dall'auto, si è avvicinato ad alcune bambine, ha letto i due cartellini colorati (col fumetto di Titti: "Mi è semblato di vedele la Molatti... o era Fioloni?), ha sorriso e le ha bonariamente accarezzate. La loro mamma: "Nonno Prodi, vogliamo il tempo pieno!". Presto circondato dagli altri genitori che reclamavano in coro "Tempo pieno! Tempo pieno!", "Non vogliamo più essere presi in giro!" e simili si è poi congedato dicendo "Adesso vado a parlare con la vostra delegazione" (che era stata fatta accomodare all'interno della mediateca pochi minuti prima, quando era stato comunicato che Prodi aveva acconsentito alla richiesta di avere un'incontro).

La delegazione, consegnando a Prodi una lettera come promemoria, ha sottolineato puntualmente la grande contraddizione tra quanto promesso nel programma elettorale (ripristino del tempo pieno, investimenti sulla scuola "futuro del nostro Paese", ecc. ecc.) e quanto invece concretamente fin qui operato (avvallo dello spezzatino orario, tagli di organici e di fondi, drammaticità della situazione finanziaria delle scuole, supplenti non pagati, ecc. ecc. ecc.), la delusione e la rabbia per il contrasto abissale tra le parole ed i fatti, la pretesa di impegni precisi ed atti immediati e concreti.

Il Presidente ha replicato con alcune frasi già molte altre volte sentite, tipo "ci hanno lasciato una situazione disastrosa", "occorreva mettere i conti a posto per far ripartire l'economia", "bisogna saper fare un passettino alla volta", "non abbiamo tagliato tanto, solo aumentato dello 0,4 il numero medio degli alunni per classe", ecc. Poi, leggendo su un pro-memoria, ha ripetuto alcuni impegni già anticipati il giorno precedente dalla viceministro Bastico nella cronaca locale di "Repubblica", così sintetizzabili:

1. Faremo un progetto di legge dal titolo "Norme urgenti..." (per avere un canale preferenziale nel dibattito parlamentare) per il ripristino del tempo pieno come progetto educativo a 40 ore con le compresenze, aggiungendo che ritiene il tempo pieno come "un modello educatvo indispensabile".

2. Nel frattempo (leggasi organico di fatto) daremo mille insegnanti in più (ndr. la Bastico il giorno prima parlava di 700) destinandoli prioritariamente per le materne e per aumentare, per quel che ora si può ("un passettino alla volta"), il tempo pieno con particolare attenzione allo Zen e alla Campania...

La delegazione, dopo aver ovviamente replicato alle affermazioni sulla reale entità dei tagli e su tutto il resto, dopo aver risottolineato l'indecenza di non pagare i supplenti e di tenere le scuole pubbliche in miseria, dopo aver invano cercato di ottenere una data per il ripristino del tempo pieno ("Scelga lei il mese e l'anno, entro cui questa urgenza si realizzerà, ma ci dia una data"; "Non dipende da me, ma dal Parlamento"; "Ma spetta a lei spingere..."), dopo aver affermato che i bimbi che hanno richiesto il tempo pieno cominciano la scuola tutti comunque il prossimo settembre senza poter aspettare il turno del loro passettino, ha riaffermato con forza il principio del diritto al tempo pieno, da Aosta a Lampedusa (ovviamente passando per lo Zen) e si è congedata dal Presidente con le parole "Noi l'aspettiamo sui fatti e su quelli la giudicheremo".

C'è da aggiungere che nel corso del suo discorso inaugurale della mediateca - mentre i nostri bambini guardavano un clown, ascoltavano musica e facevano merenda - Prodi, facendo riferimento alla nostra presenza, ha riconosciuto che esprimevano un tema - quello del tempo pieno- "importante", ripetendo l'impegno a fare un disegno di legge urgente per darlo in prospettiva a tutti, anche se nell'immediato "occorre fare un passo alla volta perché non abbiamo le risorse sufficienti".


CONSIDERAZIONI

Credo che le scuole di Bologna siano riuscite, grazie alla mobilitazione di queste settimane (ed al fatto che continueremo), a rimettere al centro almeno un tema (quello del ripristino del tempo pieno e del suo riconoscimento come diritto per tutti) che c'era nel promesso programma elettorale; tema che si era volutamente cercato di "dimenticare" (non so se solo per necessità economica...) o addirittura seppellire.

Credo che ora che siamo riusciti a costringere il capo del governo in persona a ricordarlo pubblicamente, sarà più difficile rimetterlo nuovamente nel dimenticatoio.

E poiché è vero che il tempo pieno costa molto, come ogni cosa di grande qualità, il riuscire a difenderlo e ad assicurarlo come diritto per tutti coloro che lo vogliano, sia una buona chiave per scardinare la logica di tutti i tagli alla scuola pubblica ed arrivare anche fino all'abrogazione della legge Moratti che (con il suo primo decreto attuativo) ha cominciato proprio, e individuato non a caso come primo obiettivo, dal tempo pieno,.

Ma è anche vero che se Bologna rimarrà da sola a difendere un diritto di tutti e ad aprire una prospettiva per tutti, alla fine avrà solo un privilegio (e sempre revocabile) solo per sé.

Per questo è importante essere in tanti il 21 aprile a Bologna, per andare avanti con la forza di essere tutti insieme in tutta Italia.

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 Repubblica    - 02-04-2007
Mi impegno a rifare la legge cancellata dalla Moratti"

Tempo pieno, Prodi blocca la protesta .

A San Lazzaro per l'inaugurazione della mediateca
il presidente del consiglio ha incontrato genitori, maestri e bambini "Metteremo 1000 insegnanti in più". La promessa convince tutti: "Siamo molto contenti, ora aspettiamo i fatti"



QUANDO arriva, il sindaco Macciantelli e il parroco don Domenico lo attendono davanti alla nuova mediateca in via Caselle, ma Romano Prodi si concede prima al popolo del tempo pieno che lo attende dall'altra parte della strada con striscioni e figli piccoli per mano. «Sono venuto per salutare i bambini, parlerò con la vostra delegazione», dice il premier. «Chiediamo fatti, non parole», lo apostrofa un papà. «Parlo di insegnanti e soldi, questi sono fatti», risponde lui mentre una settantina di genitori e insegnanti scandiscono: «Tempo pieno, tempo pieno». Ed è quello che Prodi è venuto a garantire. Con mille insegnanti in più, a livello nazionale. E una legge che ripristinerà quello che la Moratti aveva cancellato. Prodi conferma quello che il vice ministro all'istruzione Mariangela Bastico aveva preannunciato e sceglie il sabato a San Lazzaro per farlo. Tra Iraq e liberalizzazioni, il presidente del consiglio si occupa di tempo pieno. Abbraccia sul vialetto la maestra di suo figlio Antonio, poi per venti minuti e oltre, prima ancora del taglio del nastro, ascolta tutti.

Ci sono anche Angela e Rosaria, supplenti alla materna che da tre mesi non prendono lo stipendio. Prodi annuncia: «Abbiamo posto le risorse per garantire il mantenimento e lo sviluppo del tempo pieno e della scuola dell'infanzia che riteniamo essere i due momenti formativi più importanti. La lunga presenza a scuola, che deve essere di qualità, è un'occasione in più per le famiglie, ma soprattutto un modello educativo indispensabile per non rischiare che i bambini siano educati solo dalla televisione baby sitter». E ancora: «Vogliamo offrire il tempo pieno come modello scolastico generale e totale per questo stiamo presentando un disegno di legge, `Norme urgenti in materia di istruzione', che avrà la precedenza nel cammino legislativo per il ripristino della norma sul tempo pieno abrogata dalla Moratti. Inoltre mettiamo mille insegnanti in più per il tempo pieno e le scuole dell'infanzia che distribuiremo tenendo conto dell'incremento dei bambini e per tentare di far aumentare l'offerta di tempo pieno dove non c'è. Certo non potremo concedere nulla laddove non ci sono le aule. Le cose si stanno aggiustando, se avessi fatto una politica diversa con una Finanziaria spendacciona oggi sarei qui a dirvi che bisogna continuare a calare le spese per la scuola, non è così, il nostro stile di governo è fare i passi uno per uno».

Ci crede Prodi, ci ha creduto la moglie che lo accompagna e che ha scelto il tempo pieno per i suoi figli. Anche se fatica a dimostrarlo di fronte a una scuola messa in ginocchio, quella che ha ereditato, di fronte a insegnanti e genitori scettici, stremati dai tagli della Moratti e che concludono: «Grazie per averci incontrato e per la disponibilità all'ascolto, siamo molto soddisfatti. Ma l'aspettiamo sui fatti, i bambini vanno a scuola a settembre e non possiamo aspettare i tempo biblici della politica». Prodi li saluta così: «Avete ottenuto una piccola marcia in avanti, un impegno serio. Al tempo pieno ci arriviamo completamente e neanche troppo in avanti». Attacca la banda. E via con i discorsi ufficiali.

Ilaria Venturi


 Tecnica della scuola    - 02-04-2007
Una parte del tesoretto alle scuole? Secondo Prodi non è da escludere

Nel pomeriggio del 31 marzo il Presidente del Consiglio Prodi ha incontrato una delegazione di genitori e insegnanti a San Lazzaro di Savena. Risposte evasive sul tempo pieno, ma una mezza apertura sulle risorse per le scuole.

A San Lazzaro di Savena, nel pomeriggio del 31 marzo, sono in 2-300 fra insegnanti, genitori e bambini ad accogliere il Presidente del Consiglio Romano Prodi, per consegnargli una lunga lettera fitta di proteste e richieste. L’occasione arriva dalla inaugurazione della nuova mediateca comunale (30mila volumi, 11 libri per ragazzi, centinaia di videocassette, CD-ROM e DVD di ogni genere, più di 30 postazioni per la navigazione in Internet) e Prodi non si tira indietro, anzi accetta di buon grado di incontrare una delegazione di una quindicina di persone che lo incalzano con domande e richieste.
Ma all’ordine del giorno c’è soprattutto la questione del tempo pieno; il Presidente capisce subito che la protesta di insegnanti e famiglie non è né “politica” né tantomeno pilotata, non appena la moglie Flavia gli fa osservare che fra i presenti c’è anche quella che era stata anni addietro la maestra dei loro figli ! Prodi sottolinea per l’ennesima volta che la situazione ereditata è davvero difficile (“Eppoi stiamo governando da un anno solamente” ricorda). Nel merito dei problemi appare un po’ evasivo, ripropone le soluzioni già avanzate da Fioroni e dalla Bastico (un po’ di posti di tempo pieno in più verranno assegnati alle regioni del nord e in particolare a quelle province dove maggiore è stato l’incremento della popolazione scolastica nella scuola primaria).
Una conferma importante è arrivata invece su una anticipazione fatta dal Vice-Ministro Mariangela Bastico qualche giorno fa: Prodi ha ribadito che il Governo sta pensando ad un disegno di legge in materia di “Misure urgenti nel settore dell’istruzione”. Secondo l’idea della Bastico il provvedimento dovrebbe servire soprattutto a ripristinare per legge il modello del tempo pieno eliminando una volta per tutte l’equivoco dell’orario “27+3+10” nella scuola primaria.

Sul possibile utilizzo del cosiddetto “tesoretto” il Presidente Prodi non si è sbilanciato (in molti a San Lazzato hanno chiesto che almeno una parte venga destinata alla scuola), ma ha lasciato la porta aperta: “E’ vero, le esigenze sono molte, ma chi l’ha detto che per la scuola non ci sarà nulla?”
R.P.