Scuole senza soldi per le supplenze
Coordinamento dirigenti scolastici Cgil-Cisl Milano - 26-03-2007
In provincia di Milano, ma più in generale in Lombardia, si sta prospettando una situazione estremamente preoccupante. Molte scuole -soprattutto di base - hanno esaurito il budget loro assegnato per l'anno 2006 per le supplenze brevi e hanno potuto pagare gli stipendi ai supplenti facendo ricorso alla disponibilità di cassa (a rischio quindi di non poter sostenere altre spese o attività didattiche per le quali quei fondi erano destinati).
Il ministero ha dato indicazione ai CSA di "sostenere" le scuole utilizzando i fondi delle contabilità speciali ma anche questi fondi risultano essere esauriti. I CSA non sono quindi in grado di effettuare interventi compensativi nei confronti degli istituti che non hanno più soldi per "saldare" il 2006.

Non solo, ma basta fare quattro conti sulla base dei parametri indicati dal MPI nel decreto n. 21 del 1 marzo 2007 per rendersi conto che il budget assegnato per le supplenze per il 2007 all'interno del cosiddetto "capitolone" per molti istituti è del tutto insufficiente.
Per fare un esempio concreto: alla scuola di *** spetterebbe una assegnazione base pari a euro 43.100,00. A questa può seguire un'integrazione "in relazione al fabbisogno accertato e comunque entro il limite massimo corrispondente alla somma attribuita con l'assegnazione base". Quindi un massimo di 86.200,00 euro.
La spesa per le supplenze per il 2006 è stata di euro 190.009,00 (totale impegno lordo) e per il 2007 si può prevedere una sostanziale conferma del trend, se si tiene conto del fatto che fra le "supplenze brevi" vi sono diverse maternità che comportano una spesa continuativa e considerevole. E' evidente quindi che i finanziamenti assegnati corrispondono a meno della metà del fabbisogno reale e bastano a poter pagare gli stipendi solo per pochi mesi. E casi come questo sono molto diffusi, soprattutto nelle scuole primarie e negli istituti comprensivi.

La domanda allora è: cosa farà il dirigente scolastico una volta esaurite le somme assegnate? Non chiamerà più i supplenti dividendo gli alunni delle classi scoperte in altre classi tutti i giorni della settimana con evidente compromissione delle attività didattiche e creando una situazione di caos permanente nella scuola?
Oppure continuerà a stipulare contratti di lavoro sapendo di non avere i fondi necessari per corrispondere gli stipendi al personale supplente temporaneo? E chi li pagherà? E quando?

Si tratta insomma di una situazione veramente incresciosa, se si pensa al fatto che i supplenti vengono nominati per poter garantire il funzionamento della scuola, delle attività didattiche, in caso di assenza dell'insegnante titolare. E vengono chiamati in caso di assoluta necessità, dopo che il capo di istituto ha verificato tutte le possibilità di sostituzione interna del titolare assente (con altri docenti in servizio in ore di contemporaneità, con la disponibilità degli stessi ad effettuare ore eccedenti, ecc.). Non è per divertimento quindi, o per faciloneria che vengono chiamati i supplenti, ma per garantire lo svolgimento delle lezioni e la gestione stessa degli alunni, che rimarrebbero altrimenti senza insegnante. Si tratta dunque del "diritto alla prestazione" dell'alunno che lo Stato deve garantire! Perché allora lasciare le scuole in queste ambasce e metterle in così duramente in crisi?
E perché lasciare ancora a carico delle scuole le sostituzioni per maternità, congedi parentali, ecc. che supplenze brevi non sono e incidono pesantemente sui bilanci?

Chiediamo al Ministro Fioroni un sollecito intervento su questo problema in modo da garantire alle scuole la certezza dei finanziamenti per la retribuzione delle supplenze e assicurare quindi condizioni di lavoro serene ed il normale funzionamento delle scuole.


Coordinamento dirigenti scolastici CGIL-CISL Milano e provincia


Milano, 19.3.2007

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 Antonio Di diego    - 01-04-2007
Anche nella mia scuola si sta verificando la stessa cosa.

 Paolo Aghemo    - 01-04-2007
Più che giusto. Le cifre da lei indicate corrispondo po, in totale sì e no all' 80 % di ciò che le scuole avevano fino a qualche anno fa senza contare che non si dovevano pagare le supplenze per maternità o per malattia lunghe (ricoveri, operazioni e degenze, oppure si pensa che gli insegnanti non si possano ammalare più?).
Si deve andare verso lo scontro duro, perchè anche i sindacati confederali per la scuola hanno "osato" troppo poco,
Se lo stato non dà i soldi per le supplenze rischia di evadere una sua stessa norma e cioè di non garantire il minimo numero di giorni di attività didattica, perchè non chiamare supplenti, soprattutto alla scuola elementare, e dividere le classi significa non garantire la normale continuità didattica ne per la classe dove manca l'insegnante ne per le classi dove a gruppi di 4/5 vengono portati gli altri alunni.
Inoltre si configura, in più casi, la non osservazione della legge 626 poichè ci sono classi con 26 alunni che sono già al limite del rapporto n° alunni/m quadri (curioso che poi non venga calcolato l'insegnante in questo rapporto, come a dire che l'insegnante non deve respirare o se soffoca chi se ne importa!!!) per cui aggiungendo altri alunni si va ben oltre il minimo (1,80 già dilazionato da 2 m quadri).
Inoltre l'insegnante che ha ricevuto questi alunni e li deve accompagnare all'uscita non conoscendo i genitori e dovendo provvedere all'uscita già dei propri deve faticare non poco e perdere (!!) almeno 15/20 minuti, chiaramente mai riconoscibili a livello economico, se non vuol incorrere in qualche rischio di abbandono di minore (è una situazione quotidiana o quasi, verificate).
Perchè?
Siamo uno stato democratico? Allore dimostriamolo rimettendo in sesto ciò che lo fonda, la scuola come istituzione, con i fatti.