Magari ci fosse ancora la poesia.
Avremmo ancora Pasolini. Avremmo ancora Faber.
Magari ci fossero ancora le Artemisie, adesso saremmo qui a ricordarne l'anniversario, dato che si celebravano nei mesi di marzo-aprile ad Efeso, ma erano di carattere orgiastico e dev'essere per questo che sono state rimosse dalla nostra cattiva coscienza.
Se ci fosse ancora la poesia, Totò, guardando le nuvole, direbbe ancora a Ninetto della straziante e meravigliosa bellezza del creato e Ippolit continuerebbe a chiedere a Miskin: "
Principe, voi avete detto una volta che la bellezza salverà il mondo: principe, quale bellezza salverà il mondo?".
E dire che ci vorrebbe ben poco per salvare la scuola pubblica.
Ci vorrebbero meno computer e piu' libri, meno progetti e piu' amore per i "
ragazzi difficili", meno insegnanti e piu' maestri. Quelli di un tempo.
I maestri, per natura, sono reazionari. Per questo, oltre alla poesia, ci insegnavano a covare contro di loro la ribellione.
Magari ci fosse ancora la poesia. Avremmo ancora la sinistra. Quella di un tempo. Quella sana e santa sinistra reazionaria di un tempo. In nome e contro cui era bello ribellarsi. E crescere. Leggendo i nostri poeti.
Ma oggi dove sono i poeti? E i maestri?
donatella - 26-03-2007
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verissimo... bisogna ricostruire, con forza, quello spirito, quella convinzione... senza nostalgici convincimenti, ma con la sicurezza e la decisione che meritano queste parole...solo leggerle dà coraggio, grazie a chi le ha scritte |