Le RSU delle scuole superiori di Carpi, dopo l'assemblea autoconvocata del 15 marzo scorso, propongono ai lavoratori e alle lavoratrici della scuola la firma di questo appello da inviare alle segreterie sindacali locali e nazionali, ai partiti di governo, agli enti locali, e ai mezzi di informazione, per rappresentare le istanze e le preoccupazioni di chi la scuola la fa tutti i giorni in mezzo a mille difficoltà.
Le RSU delle scuole superiori di Carpi
LA SCUOLA E' UN INVESTIMENTO, NON UNA SPESA!!!
Dopo l'assemblea delle scuole superiori di Carpi del 15 marzo scorso, autoconvocata dalle RSU, le lavoratrici e i lavoratori firmatari di questo appello, ritengono insostenibile il taglio ai finanziamenti e agli organici che la scuola sta subendo. Non si può fare appello sui mass media al ruolo della scuola nell'educazione dei giovani, alla sua importanza per il futuro del paese, e continuare parallelamente una politica basata solo sul risparmio indiscriminato in ambito scolastico, come è successo negli ultimi anni.
Lo stesso ci sentiamo di dire riguardo a scelte come l'elevazione dell'obbligo di istruzione a 16 anni che, non comportando l'assolvimento solo in ambito scolastico, si prefigura come quel doppio canale che abbiamo già rifiutato e combattuto ai tempi della Moratti.
I ragazzi e le ragazze con problemi di motivazione e svantaggio socio culturale hanno bisogno di scuola più degli altri, di una scuola capace di interrogarsi e attivare quel processo di innovazione che il programma dell'Unione poneva come base della politica scolastica del governo.
L'innovazione però, non può passare né attraverso l'ingresso dell'impresa privata nella gestione degli istituti scolastici statali né attraverso l'attivazione di percorsi di istruzione paralleli e sostanzialmente estranei alla scuola, chiamati a farsi carico di quella fascia scolasticamente debole al di sopra dei 14 anni.
C'è bisogno invece di considerare la scuola come un investimento e non una spesa, per cercare, potenziare e valorizzare nella scuola le energie, le competenze, le professionalità che consentano di vincere la battaglia contro la dispersione.
L'ISTAT ci dice che negli ultimi 16 anni lo stato ha diminuito il suo investimento nell'istruzione, a cui sono stati sottratti almeno 58 miliardi di euro complessivamente. Sono miliardi che mancano alla qualità delle nostre scuole e al riconoscimento economico dovuto alle diverse professionalità che la scuola la fanno funzionare ogni giorno, pur in mezzo a mille difficoltà. Sono miliardi di tagli di cui hanno anche responsabilità coloro che ci rappresentano e che non sono stati in grado di rivelare, denunciare, mobilitare tutto il paese contro lo scempio che si stava consumando nei confronti della scuola statale.
Il nostro contratto di lavoro è scaduto da 15 mesi e le prospettive sono di pochi spiccioli, che non copriranno neanche l'inflazione, e la più assoluta vaghezza riguardo agli aspetti normativi del rinnovo contrattuale.
Siamo stanchi di non essere ascoltati e consultati né per quanto riguarda le trasformazioni necessarie per garantire al paese una scuola di qualità né per il soddisfacimento dei nostri bisogni di lavoratori.
Si dica chiaramente che la partecipazione è una complicazione nel percorso democratico oppure si accetti fino in fondo la fatica di decisioni costruite dal basso, con tutto quello che esse comportano. 15 mesi senza contratto e senza una piattaforma condivisa non possono essere solo responsabilità del governo, qualunque governo, o della contingenza economica o politica. Pretendiamo che qualunque accordo contrattuale venga sottoscritto col più ampio coinvolgimento della base dei lavoratori.
Auspichiamo una costante diffusione delle informazioni, un'ampia discussione nella categoria e ci impegniamo a promuovere la massima unità delle sigle sindacali, delle associazioni, dei comitati che hanno a cuore la Scuola della Costituzione, per realizzare al più presto mobilitazioni di massa, compreso lo sciopero.
Carpi, 20 marzo 2007