VIA a Trento alla riforma della scuola targata Letizia Moratti. Ieri è stato infatti siglato un protocollo di accordo tra il ministro dell'Istruzione e il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, con cui si stabilisce per tutte le scuole trentine, dalle materne agli istituti superiori, l'avvio sperimentale dell'intera proposta di riforma contenuta nel testo di legge ora all'esame del Senato. Escluso l'anticipo dell'ingresso alla scuola materna e a quella elementare gli studenti trentini metteranno in pratica, già dal prossimo settembre, le nuove norme sull'istruzione, anche senza il pronunciamento del Parlamento.
In particolare, l'accordo prevede la riorganizzazione del primo ciclo-elementari e medie (dove la Provincia di Trento è già intervenuta) con la generalizzazione dell'insegnamento di una lingua straniera comunitaria già dalla prima elementare; il dimensionamento dei piani di studio, a partire da un minimo di 25 ore di insegnamento (oggi la media delle ore di insegnamento è superiore a 30 settimanali), in tutti i cicli di istruzione; la sostituzione dell'esame di Stato alla fine del primo ciclo con un rigoroso sistema di valutazione.
Al via anche il nuovo «sistema dei licei», con riferimento ai licei tecnologico, economico e artistico. Grande spazio verrà quindi dato alla «personalizzazione» dei piani di studio. Il protocollo prevede, infatti, l'introduzione nei piani di studio di un area di discipline opzionali che consentirà agli studenti, assistiti dagli insegnanti tutor di progettare con una ragionevole autonomia il loro percorso scolastico. Altro punto qualificante, più volte sottolineato sia dal ministro che dal presidente della Provincia, l'integrazione dell'istruzione professionale con la formazione, potenziando tale percorso in modo da renderlo sostanzialemnte equivalente per qualità ed esiti a quello dell'istruzione.
Verranno avviate esperienze e sperimentazioni di alternanza scuola lavoro e, infine, la modifica dell'esame di Stato conclusivo del ciclo secondario, che prevederà già dal prossimo anno, accanto alle solite prove, una prova a carattere strutturato.
Per quanto riguarda la decisione da parte di una provincia guidata dal centro sinistra di avviare la sperimentazione, Dellai ha sostenuto di non fare il «parlamentare, nè del governo nè dell'opposizione» ma di guidare, al contrario, «una realtà provinciale, legata al territorio. Le intese vanno utilizzate da tutte le forze del paese». Augurandosi quindi che il parlamento trovi una soluzione condivisa Dellai sostiene che «la scuola è un terreno troppo delicato per poter sopportare battaglie e tensioni troppo a lungo». Soddisfatta dell'accordo il ministro Moratti che non ha escluso che altre regioni o province possano seguire l'esempio di Trento. «Non obblighiamo nessuno - ha detto - ma chiunque vorrà proporsi potrà contare sul nostro appoggio. Questo accordo ci consente di sperimentare ed anticipare le linee della nostra riforma».