breve di cronaca
Niente da ridere
La Repubblica - 13-06-2002
ROMA - Il vertice Fao chiude i battenti. Ma le divergenze che per quattro giorni hanno opposto l'agenzia delle Nazioni unite e le Organizzazioni non governative (Ong) restano aperte. Proprio mentre il premier italiano Silvio Berlusconi salutava i partecipanti, ribadendo la validità indiscutibile" del summit, e bocciando le proposte delle Ong ("Gli stimoli mi paiono abbastanza lontani dalle possibilità reali"), il rappresentante di queste ultime presentava al controvertice il suo bilancio: "Delusione, profonda e collettiva delusione per la dichiarazione finale del vertice della Fao".

"Si propone un nuovo piano d'azione che contiene gli stessi errori di cinque anni fa", ha detto Sarojeni Rengam ai 2.000 delegati delle Ong. "Quel piano è fallito perché si è basato su politiche che incentivano la fame nel mondo, incentivano la liberalizzazione economica".

Come a dire che le distanze restano immutate. E per un Berlusconi che annuncia che l'Italia cancellerà o convertirà un miliardi di dollari di credito nei confronti dei paesi in via di sviluppo e che nel 2006 lo 0,39 per cento del pil italiano sarà devoluto a favore del terzo mondo, c'è un Sergio Marelli (portavoce delle Ong italiane) che ribatte: "Dobbiamo constatare che il presidente del Consiglio non ci legittima mentre la Fao sì. Berlusconi
ha detto che i nostri stimoli sono interessanti ma ha aggiunto che sono lontani dalla possibilità di essere realizzati. Speriamo che le nostre proposte siano vagliate da qualcuno più esperto di lui".

Il tutto, naturalmente, condito dal consueto show del premier. "Un uomo affamato è un uomo disperato", dice Berlusconi. Che però aggiunge: "Forse un uomo pericoloso. E può venire convinto a partecipare ad azioni terroristiche". Poco prima il presidente del Consiglio aveva anche tentato di ribaltare il vecchio detto "Piove, governo ladro". Ecco la sua versione: "Roma ha offerto un tempo eccezionale, è tutto merito del governo italiano".

Ma il meglio arriva quando il Cavaliere si rivolge a Jacques Diouf, direttore generale della Fao. In francese: "Il faut que vous maigressiez un peu", dice. In italiano suona così: "Bisogna che voi dimagriate un po'". Il riferimento è alle spese di organizzazione dell'agenzia: "Ogni dieci anni si possono diminuire del 30% gli organici delle aziende e aumentare del 10% i profitti". Vista la circostanza, la frase suona però un po' stonata. Diouf, comunque, non si scompone. E fa arrivare al premier un bigliettino: "Signor Berlusconi, dal '96 ad oggi siamo già dimagriti del 30%".




Immagine tratta da: www.damps.it/proteus


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