breve di cronaca
Il vertice delle parole
Libertà - 10-06-2002

Roma - Tutto è pronto nel palazzo della Fao per l'inizio del Vertice mondiale sull'alimentazione che da oggi a giovedi impegnerà quasi 200 delegazioni sulle strategie per ridurre la fame del pianeta. Quattro giorni intensi di tavole rotonde, discussioni, plenarie, conferenze stampa ed anche numerosissimi incontri bilaterali a margine del summit. Una possibilità unica per riflettere, analizzare e dialogare sulla più offensiva delle ingiustizie del terzo millennio: la mancanza di cibo per oltre 800 milioni di persone nel mondo, molte delle quali bambini. Sarà il vertice della svolta, dei fatti concreti o l'ennesima vetrina delle parole? L'interrogativo già aleggia alla vigilia dell'inizio dei lavori tra diplomatici, funzionari ed esperti che, coperti dall'anonimato, fanno notare l'esistenza di due contraddizioni che peseranno sull'atmosfera del summit.
La riunione della Fao non ha poteri decisionali e quindi non ci sarà l'approvazione di un documento finale che possa impegnare i governi attraverso una firma. Inoltre non saranno a Roma i capi di Stato o di Governo dei Paesi occidentali, cioè dei Paesi ricchi che dovrebbe onorare la richiesta di uno stanziamento straordinario di 24 miliardi di dollari l'anno per raggiungere l'obiettivo di dimezzare gli affamati del mondo entro il 2015. «Quanti capi di Stato e di Governo dei Paesi aderenti all'Ocse sono venuti a partecipare a questo Vertice per i poveri? Due su 29. Se si escludono determinate eccezioni legate a circostanze eccezionali, questo dato è un buon indicatore della priorità politica che viene data alla tragedia della fame», ha constato ieri con amara ironia il segretario generale della Fao, Jacques Diouf, intervendo al Forum delle Organizzazioni Non Governative che hanno organizzato un “contro-vertice” all'Eur. Mentre i funzionari dell'Agenzia dell'Onu si dannano per ricordare che la penuria di cibo uccide una persona ogni quattro minuti e che l'Occidente è entrato nell'era dell'«emergenza obesità» a causa dell'eccesso di alimentazione, il vertice della Fao rischia in partenza di essere ricordato come il “vertice delle parole”. Si parlerà, e tanto, delle crisi nei Paesi in Via di Sviluppo (Pvs), della nuova emergenza idrica che presto surclasserà quella alimentare, dei cibi geneticamente modificati (Ogm) sui quali si riproporrà l'annoso scontro tra Stati Uniti ed Europa, si ripeteranno i consueti suggerimenti per le Cooperazioni allo sviluppo dei Paesi ricchi («meglio insegnare a pescare che regalare un pesce», ha detto più volte Diouf) e l'Occidente ribadirà la propria volontà di aumentare la percentuale rispetto al Pil da destinare alla lotta contro la fame nel mondo. Ma resterà l'interrogativo: perché i Paesi ricchi hanno inviato solo 'junior delegation', come si dice in gergo diplomatico per indicare delegazioni di livello inferiore? «Questa assenza è determinante e peserà» sui lavori del vertice, ha detto il sindaco di Roma Walter Veltroni. Questo disinteresse «testimonierà l'incapacità e la scarsa volontà del mondo ricco di capire che è in gioco il futuro dell'umanità», ha aggiunto intervenendo al contro-vertice al palazzo dei Congressi dell'Eur.

Fabrizio Finzi


  discussione chiusa  condividi pdf