Brigate rosse e amnesie generazionali
Vincenzo Andraous - 16-02-2007
Sono tempi che non consentono cadute all'indietro, vuoti di memoria, amnesie culturali e generazionali.
Rivoluzione e brigate rosse, risoluzioni e comunicati.
Tanti anni fa, esisteva il ruggito proletario che mieteva vittime e speranze all'insegna di un ipnotismo collettivo, sì, delirante, ma anche condiviso dalle masse più influenzabili, lacerate da aspettative disattese.
Un brigatismo forgiato nelle scuole, nelle fabbriche, nelle periferie dimenticate.
Persino nelle celle di un carcere, si esorcizzava la paura della sconfitta, dubitosa all'inizio, più certa nel corso della battaglia.
Anche nella libertà perduta, l'assolutismo ottuso era vinto nell'alcol delle parole, degli slogans inebetiti e inebetenti, nei volti inchiodati alle sbarre delle finestre, in attesa di una liberazione che non sarebbe mai avvenuta.
Era l'utopia a fare da conduttrice ai sentimenti, a fare da maschera alle proprie inadeguatezze.
Questi tempi odierni sono diversi, non solo sono cambiate le condizioni per gli inarrestabili mutamenti intervenuti, soprattutto sono cambiati gli uomini, le persone, le generazioni.
Queste nuove brigate rosse, questi nuovi avamposti del ferro e del fuoco, fanno intravvedere una simbiosi scombinata di ben altra realtà.
Si è parlato molto delle babygang, di come fanno o meglio pensano di fare collettivo, di come recintano un'area dove tutto può essere condiviso.
Giovani per-bene perché finanziariamente approvvigionati, giovani con poche monete nelle tasche, ma tutti disagiati, perchè senza idee, sprovvisti di tecniche dialettiche e politiche, di estremismi pseudo-solidali.
Il presunto terrorista che oggi si presenta sul palcoscenico nazionale, è qualcuno che ha perso il suo tempo, che veste abiti mentali vetusti e tarlati da un decennio di vita a vivere, e non di vita da combattere a tutti i costi.
E' qualcuno, sì, fornito di cultura, di nozioni tecniche economiche, ma solo in apparenza è un conduttore autorevole, perché nonostante il suo carico di terrore, di metriche logorroiche, tradisce la propria identità di educatore di anime delittuosamente ingenue, di anime purtroppo già derelitte e sconfitte.
E' qualcuno che tradisce una identità non libera né liberante, che non possiede edificio da ricostruire sulle ceneri del passato, proprio perché chi rifiuta le scelte, tutte, in blocco, non conosce libertà, né può essersi mai sentito un uomo libero.
Allora, e con sorpresa, non ci sono solamente le babygang a scorrazzare sulle strade, c'è un nuovo soggetto che irrompe nella nostra società, sparuto gruppo dell'ultima fila, ospiti fissi dei rifugi del comodo silenzio, interrotto dalla frazione di uno sparo, attori inconsapevoli della propria patologia di Peter Pan, confermata nelle miserie esistenziali di uomini infantilizzati dal disimpegno, dal rifiuto del dialogo, del confronto.
Uomini sempre più soli, destinati al macero, come le parole rubate sui libri di storia, distorte fino a farle diventare replicanti di se stesse, in un remake degli anni di piombo, che nessuno vorrà rivedere.
Mai più.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Ilaria Ricciotti    - 17-02-2007
Isoliamo e denunciamo i terroristi!

Tutti noi che amiano la pace e la democrazia abbiamo il dovere di prendere le distanze da coloro che in nome del proletariato propagandano la lotta armata, l’associazione a delinquere ed addirittura hanno l’ intenzione di preparare un “esercito rosso” o nero che sia.

Non si può affermare che le persone arrestate siano innocenti, ci sono prove inconfutabili, e gli stessi indagati si considerano prigionieri politici e non parlano.

Detto questo, vorrei che la Redazione facesse sottoscrivere ai lettori un appello che potrebbe recitare così:

Se davvero amiamo la pace e la democrazia,
denunciamo i terroristi e cacciamoli via!


 Maria Vannini    - 17-02-2007
Visto che Ilaria Ricciotti il processo l'ha già fatto, perché non emette anche la sentenza? Così ci evitiamo i tempi lunghi della nostra giustizia.

 ilaria ricciotti    - 17-02-2007
A Vicenza pochi facinorosi hanno provato
a dar fastidio, ad imbrattare il popolo colorato!
Ma sono stati isolati ed il fiume di pace l’ha impedito,
dimostrando che i terroristi non sono nulla, non sono un partito!
Il popolo di Vicenza, figlio dell’amore,
ha manifestato contro chi ama l’orrore,
ha respinto al mittente l’ascia di guerra,
gridando con forza :”Pace su tutta la terra!”.





 renzo stefanel    - 18-02-2007
Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno! Bravo Andraous! Solidarietà alla Ricciotti, ma - per favore - basta con 'ste poesie. Sono brutte. Davvero brutte.

 Ciro Vona    - 18-02-2007
Certo che prendo le distanze dal terrorismo. Prendo però anche le distanze da tutti coloro che pretendono di fare il lavoro dei giudici e condannano delle persone senza basandosi sulle chiacchiere e sulla propaganda. Questo senza pensare all'uso politico che si è fatto della vicenda, che è ora darà spazio al qualunquismo di chi non aspetta altro per seppellire gli ideali della Costituzione e fare il processo alle idee politiche di quelli che l'hanno scritta: socialisiti, azionisti, comunisti, liberali, democratici cristiani ecc. Tutte cose che si vogliono mandare al mercato delle pulci. Io credo che esistano molti modi di fare terrorismo. Mi meraviglio che persone come Andraous e come la Ricciotti, che sono sempre state attente e misurate negli interventi e rispettose del dolore e dei diritti si lasciano andare in questo modo.

 ilaria ricciotti    - 18-02-2007
Vedi Ciro, io non credo a coloro che si dichiarano di sinistra e poi agiscono, a mio avviso, in modo contrario ai valori unificanti della sinistra.
La sinistra vuole la pace e non la guerra. Vuole il consenso e non la dittatura, anche se del proletariato. La sinistra non impone le sue idee a suon di molotov o di mitragliette usa e getta. La sinistra a cui da anni ho deciso di appartenere vive con i piedi per terra e non su una nuvoletta rosata. La sinistra oggi, pur barcamenandosi tra mille difficoltà ed anche compromessi, ritengo sia di gran lunga migliore di una destra arrogante che ama lanciare improperi ed epiteti contro coloro che vogliono affermare uno stato democratico e solidale, in cui tutti, anche chi vive con 500 euro al mese conta e può esprimersi.

 ilaria ricciotti    - 18-02-2007
Per Renzo

La ragione mi diceva di lasciarti stare,
ma è prevalso il linguaggio ancestrale:
quello che esce di getto fuori di me
ma che a quanto pare non piace a te!
Il mondo è bello perché è multicolore,
A’ Renzo! Leggi pure un altro scrittore!
Grazie! per la solidarietà,
ma ricordati:
sono abituata
ad essere contrastata
e a contrastar!

 Ciro Vona    - 18-02-2007
Vedi Ilaria, io non credo a coloro che si dichiarano di sinistra e poi agiscono, a mio avviso, in modo non coerente con i valori unificanti della sinistra.
Non è la sinistra, ma la stragrande maggioranza della gente che vuole la pace e ripudia la guerra, come è scritto nella Costituzione che non è di sinistra ma di tutti noi italiani; non è la sinistra, ma la stragrande maggioranza della gente che vuole il consenso e non la dittatura. La vera destra, come la vera sinistra, non impongono le loro idee a suon di molotov o di mitragliette. La destra a cui io appartengo da anni vive con i piedi per terra e non su una nuvoletta rosata. La tua sinistra oggi, si sta barcamenando tra mille difficoltà e centomila compromessi e si sta dimostrando arrogante quanto la destra nel precedente governo, ma con una aggravante, se mi permetti: la destra era arrogante con gli avversari, questa sinistra è arrogante anche con i suoi elettori. E lo hai visto ieri dopo Vicenza, quando Prodi e Fassino hanno risposto ad una grande dimostrazione, democratica, nella quale c'era anche chi, come me, è di destra, dicendo che la linea del governo non si cambia. Gli epiteti e gli improperi oggi appartengono purtroppo allo stile delle forze politiche di ogni tendenza e Diliberto ha appena detto che Berlusconi gli fa schifo! In ogni caso, ci sono valori della sinistra che tu hai dimenticato: la solidarietà, per esempio, il garantismo, la tolleranza, l'internazionalismo. Io potrei dirti cosa non condivido, ma tu che sei di sinistra non puoi dimenticartene, perché altrimenti le cose che scrivi sembrano di destra. E una destra che non piace nemmeno a me che non sono di sinistra.

 ilaria ricciotti    - 19-02-2007
Vedi Ciro, Diliberto o qualche altro parlamentare, pur dichiarandosi di sinistra, non è detto che di fatto la rappresenti, sempre, almeno nella forma.
I valori di cui tu parli non li ho dimenticati, ma quando si scrive non sempre si riesce ad esplicitare ciò che si vuole. Del resto se leggi altre mie considerazioni ti accorgerai che quei valori da te menzionati sono un chiodo fisso non solo mio , ma di tutto il popolo di sinistra.
Per quanto riguarda te, uomo di destra, be' debbo dire che ti distingui da tanti altri tuoi simili che non certo si atteggiano nei confronti degli altri così come fai tu.
Per questo, sento di ringraziarti: i modi usati nell'interloquire con una donna di sinistra sono educati e rispettosi. Magari tutti i politici di destra si comportassero come te!