Si sono svolti oggi a Milano i funerali dell'ex ballerino
Proiettili di gomma contro il corteo: la bravata di due ragazzini
Folla di anarchici e amici
per l'ultimo saluto a Valpreda
Presenti alla cerimonia anche la vedova Pinelli e Franca Rame
Commemorazione in Consiglio comunale, An abbandona l'aula

MILANO - Erano centinaia gli anarchici e gli amici giunti da tutta Italia per dare l'ultimo saluto a Pietro Valpreda, morto l'altra notte a Milano, accusato di essere l'autore della strage di Piazza Fontana e poi scagionato dopo tre anni di reclusione e cinque processi. In tanti anche per la commemorazione al Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa, a Precotto, periferia nord est di Milano. Moltissime le telefonate. E i funerali si sono svolti con grande partecipazione: una cerimonia rispettosa e commossa, turbata soltanto dal gesto di due ragazzini che da un vicino palazzo, con armi giocattolo, hanno sparato pallini di gomma fra chi si era appena allontanato dal corteo.

In un primo momento gli spari hanno destato preoccupazione tra i presenti. Era impossibile stabilire da dove venissero precisamente e chi fosse stato a sparare. Gli agenti della Digos hanno setacciato gli appartamenti vicini e dopo poco hanno scoperto i due ragazzi, 12 e 14 anni, che armeggiavano in casa con armi giocattolo ad aria compressa. Le due persone colpite, un uomo alla fronte e una donna al collo, hanno riportato solo lievissime escoriazioni.

Per due volte, quando la bara di Valpreda è stata presa a spalle dai suoi compagni per un breve corteo lungo viale Monza, un vecchio libertario ha gridato "viva Pietro, viva l'anarchia". La gente, non solo i compagni di fede di Valpreda, ha alzato il pugno chiuso e a mezza voce ha cantato "Addio Lugano bella", l'inno degli anarchici.

Poi, tutti nel cortile del Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa: vecchi anarchici, compagni di Valpreda e di Pino Pinelli (precipitato dalla finestra del quarto piano della questura durante un interrogatorio, nei giorni del dopo strage, nel dicembre 1969), ex del Movimento Studentesco milanese, qualche consigliere comunale dell'opposizione ma soprattutto gente comune amica dell'ex ballerino, della moglie Pia e del figlio Tupac Amaru.

Al Circolo era presente Augusta Farvo, partigiana anarchica milanese, la cui casa era aperta a tutti i libertari di passaggio a Milano. Anziana e malata parla a stento ma ha ricordato ancora particolari dell'inchiesta: "Pietro non poteva essere a Milano con quella sua Cinquecento, come dicevano i giudici. Ma la gente ha capito. Gli scioperi erano riusciti bene, in fabbrica non c'era andato nessuno, erano tutti in piazza per Pietro. Erano tutti a gridare Valpreda libero, e Pinelli è stato ucciso".

Franca Rame, che con il marito Dario Fo mise in scena due famosi spettacoli di contro-informazione, ha detto commossa: "E' morto per un tumore e si sa che anche i grandi dolori ti possono cambiare le cellule. Pietro ha fatto tre mesi di isolamento in carcere senza vedere né parenti né avvocati. Lo svegliavano di notte e gli gridavano: confessa, assassino. Adesso sappiamo che sono stati i fascisti, ma non sappiamo ancora chi ha ordinato quella strage che allora e anche adesso chiamiamo strage di Stato".

Valpreda, che è stato commemorato anche in Consiglio comunale (i consiglieri di Alleanza nazionale hanno abbandonato l'aula), sarà cremato e le ceneri tumulate al Cimitero Monumentale, mentre gli anarchici stanno già lavorando per istituire una fondazione con il suo nome.

(8 luglio 2002)

 

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