Aprea in Parlamento conferma
l'allarme di Tuttoscuola per l'inglese
Ai primi di marzo Tuttoscuola aveva lanciato l'allarme
("Manca il
puntino sulla i dell'inglese alla scuola media") sul
taglio di ore
dell'insegnamento dell'inglese nella scuola media per effetto
della
riforma che, secondo il quadro orario contenuto
nelle Indicazioni
nazionali, sarebbe passato dalle attuali 3 ore settimanali a 1,38 (99
annue ridotte a 54).
Gli onorevoli Colasio e Bimbi della Margherita hanno
presentato in
merito un'interrogazione parlamentare
a cui ha risposto il
sottosegretario Aprea, che ha dovuto ammettere la
fondatezza della
nostra segnalazione, come hanno riferito molti organi di stampa.
A compensazione della riduzione delle ore di inglese vi
sarebbero,
secondo il sottosegretario all'istruzione, le ore opzionali aggiuntive
e la diffusione dell'inglese in tutte le classi di elementare.
In effetti, se la richiesta
delle famiglie per le attivita'
facoltative si indirizza verso l'inglese, un recupero di quanto tolto
alle lezioni obbligatorie vi potrebbe essere, ma cosa succedera'
per
le famiglie che fanno un'altra scelta opzionale o non ne fanno alcuna?
Quanto poi alla compensazione che verrebbe dalla scuola elementare, vi
e' da dire che da la' non verra' alcun aiuto. Infatti le classi terze,
quarte e quinte, che fruivano pressoche' tutte dell'inglese,
avevano
un orario di tre ore a settimana ciascuna che equivaleva
a 99 ore
all'anno.
Nel triennio conclusivo dell'attuale scuola
elementare un alunno
cumulava, prima della scuola media, un bagaglio di 297 ore.
Con la riforma, l'inglese verra' insegnato fin dalla prima classe
ma
per una sola ora a settimana che, a quanto sembra,
diventeranno due
ore dalla seconda classe in poi. Il totale del futuro insegnamento di
inglese nella scuola elementare sara' quindi di 297 ore (1+2+2+2+2 per
33 settimane), proprio come gia' succedeva fino ad oggi, senza contare
che circa il 60% delle prime e seconde classi della scuola elementare
di oggi ha anticipato l'insegnamento dell'inglese con due-tre
ore a
settimana.
Insomma, verrebbe da dire: meno annunci
di cambiamento e piu'
attenzione alle conseguenze delle proprie decisioni.
Il tutor spalmato
Lo chiamano il tutor diffuso, ma c'e' gia' chi preferisce chiamarlo il
tutor spalmato.
In tempi in cui gli slogan di solidarieta', per
fatti molto piu'
drammatici e importanti, affermano "siamo tutti
americani" o "siamo
tutti spagnoli", anche nella scuola il "siamo
tutti" sta prendendo
piede nei riguardi del docente tutor.
Siamo tutti tutor e' la parola d'ordine che passa soprattutto
tra i
rappresentanti sindacali della Cisl-scuola che,
in questo modo,
cercano di attenuare l'effetto di un aspetto di riforma, la
funzione
tutoriale, da loro mai condiviso.
La funzione tutoriale, secondo
le recenti norme legislative,
presuppone una quantita' di incarichi (rapporti con le famiglie e con
il territorio, orientamento e assistenza
dell'alunno, cura della
documentazione per il portfolio,
coordinamento dell'e'quipe dei
docenti) che il decreto legislativo 59/2004 affida
interamente alla
responsabilita' del docente tutor.
Una parte del sindacato punta a
fare di questa funzione uno
spezzatino: un po' all'uno e un po' all'altro, un gruppo di alunni
a
me e un gruppo di alunni a te, in una operazione distributiva che mira
all'uguaglianza di funzione.
Si arriverebbe cosi' ad una funzione tutoriale distribuita tra
tutti
gli insegnanti con una spalmatina di tutor su tutti. In questo modo si
salverebbe la pariteticita' di funzioni tra gli insegnanti,
tutti
uguali nella buona e nella cattiva sorte.
I propositi cozzano pero' con il dispositivo del
decreto che, in
quanto norma generale, non consente deroghe nemmeno
nei confronti
dell'autonomia scolastica. Come andra' a finire?
Dalla news di Ttuttoscuola del
22 marzo 2004