C’erano
una volta i testi di storia ……..
Si afferma che
la scuola italiana è stata dominata per settant'anni
dall'impianto della riforma Gentile ed in quest'ambito
idealista la storia è stata il cardine degli apprendimenti culturali
alti. Ma la realtà della scuola repubblicana in
Italia non è stata questa.
Innanzitutto la fine del fascismo e la nascita della repubblica democratica, sulla base di una vittoria militare e politica sul fascismo
e sul conseguente compromesso politico e sociale cambiava profondamente quella
impostazione storica, anche se talvolta con sostanziali continuità.
Ma è nel corso degli anni Cinquanta, Sessanta e
Settanta che l'insegnamento della storia in Italia è profondamente
cambiato, insieme alla scuola. L'esperienza di questa modifica è nella storia personale di chiunque tra gli italiani abbia
circa cinquant'anni o poco più.
Basta il ricordo di un libro, onesto e ben fatto, come era
lo Spini degli anni Cinquanta e primi Sessanta, per riportarci ad un
insegnamento storico quasi esclusivamente basato sulla rassegna della politica
e delle guerre. Alla metà degli anni Sessanta un altro famoso libro di
storia, il Villari, ci rimanda ad una
evoluzione della ricerca storica e storiografica importante, non per
l'orientamento politico dell'autore, ma perché il successo di quel testo
spinse l'editoria e la didattica verso un'altra dimensione dell'insegnamento
storico, con un sostanziale arricchimento dei percorsi cognitivi dei giovani.
Alla fine degli anni Settanta questa ricerca storica si è trasferita in
tutta una serie di manuali molto importanti, sia di storia che di letteratura.
Tra questi meritano d'essere citati, come grande esempi
di didattica storica per la scuola, sia Il materiale e l'immaginario di Cesarani e De Federicis (Loescher), sia Storia e storiografia di Desideri e Themelly (D'Anna), sia L'operazione storica di Guarracino e De Bernardi (Bruno
Mondatori). Il primo ed il terzo sono di orientamento
politico e storiografico nettamente progressista ed influenzato dal marxismo,
il secondo invece è cattolico e democratico conservatore, ma tutti sono
perfettamente in sintonia con una idea della storia come percorso articolato da
ricostruire in tutta la sua complessità. È importante sottolineare che la base culturale e politica di una simile
impostazione è stata la vittoria democratica sul nazifascismo, che ha
perciò attraversato l'intero l'arco della cultura democratica italiana.
Tutto questo significa che nella nostra scuola degli ultimi trenta, quaranta
anni lo spazio della storia si è risistemato radicalmente rispetto
all'impianto gentiliano, orientandosi nella linea di
un apprendimento storico come studio sociale e storico-antropologico, il cui
senso è quello di ricostruire le linee lunghe dell'evoluzione umana e le
sue caratteristiche di permanenza, oltre che le sue capacità di mutamento.
Si tratta, com'è noto, dell'impianto degli Annales
francesi insieme alla storia economica inglese ed americana,
impianto che il dibattito sulla histoire
événementielle degli anni Ottanta e
Novanta non ha sostanzialmente mutato, né sul piano scientifico
né in quello didattico (4).
Quindi la scuola italiana ha profondamente modificato l'impianto gentiliano. Questa azione è stata realizzata
innanzitutto da alcuni importanti interventi politici degli anni Sessanta e
Settanta, ma poi è stata soprattutto la scuola a lavorare su se stessa,
con un dibattito costruito tra gli insegnanti, le loro associazioni, le case editrici
scolastiche, gli intellettuali e l'università, in una ricerca didattica
e culturale che ha prodotto qualche superficialità ed errore, ma
soprattutto benefici e, questo, senza alcun intervento dal sistema politico
degli anni Ottanta, anzi godendo della sua totale
indifferenza.
Apprendere
storia infatti non è solo o principalmente
apprendere date e nomi, ma soprattutto capire ed interiorizzare il modo in cui
l'evoluzione storica dell'essere umano è la condizione di base per poter
capire quello che è l'essere umano oggi. Ovvero
la comprensione storica è strettamente intrecciata alla comprensione
contemporanea ed i problemi della contemporaneità sono quelli che danno
vita all'analisi dei fatti storici. Questa è la lezione teorica che
viene dalla ricerca storica degli ultimi trenta, quarant'anni,
insieme all'altra, che l'evoluzione umana è fatta soprattutto di
continuità e non solo di vere o presunte rotture e rivoluzioni.
Da Raffaele Ibba Insensibili alla Storia
Scuola e sensiblità politica