suggerimenti
per missione terrestre n° 9
Obiettivo:
Approfondire
i concetti di sfondo sonoro e figura sonora.
Approccio
Integrato
Motivazione
Scoprire
due principi dell’ecologia acustica:
1) che i suoni continui possono disturbare più
di quelli forti
2) che quando
il rumore ambientale è più forte del segnale ( es. della nostra voce)
l'unica soluzione efficace per migliorare il rapporto tra segnale e disturbo
non è di aumentare la potenza del segnale ma è di diminuire la forza del
disturbo.
Nota
importante
A
proposito del concetto 2. Notate che la tesi dei Qwrtp stavolta è sbagliata, nella risposta dovremo
avvertirli che stanno per prendere un granchio!
1.
definire suono e rumore.
Alle
magistrali ci raccontavano che il rumore è brutto e non musicale, mentre il
suono è bello e musicale perché ha onde costanti. E’ un argomento dialettico
che serviva ai musicisti tradizionalisti della prima metà del '900 per
difendersi da quegli innovatori che introducevano sonorità "rumorose"
nelle composizioni.
Dal dopoguerra,
nessuno avrebbe osato insegnarvi che la pittura non è tale se non è figurativa
o che la poesia non è tale se non ha metro e rima... invece sui suoni…
Oggi
per rumore intendiamo ciò che disturba la ricezione di un messaggio.
Per es.
immaginate il mio meccanico mentre cerca di sentire lo scampanellio della
marmitta, ma l'autoradio accesa lo disturba con una sinfonia di Beethoven.
Il rumore
è la sinfonia, e il segnale (o il suono, se preferite) è la
marmitta.
In
altre parole la condizione di suono o rumore non dipende solo dalla morfologia
dell’onda ma dal contesto della comunicazione e dall’interesse
dell’ascoltatore.
Possiamo
benissimo dire che il rumore delle auto ci impedisce di udire gli
uccellini, le cicale e il vento tra le foglie... ma uccellini, cicale e foglie
cosa producono, un suono o un rumore?
Colloquialmente
trattiamo spesso i due termini quasi come sinonimi, altra cosa è quando ci
riferiamo esattamente al rumore come disturbo nella comunicazione.
In tal
caso il rumore (in inglese noise) è uno dei due elementi del rapporto
tra sound e noise che si
esprime con la formula s/n e designa se un apparecchio o un ambiente è a alta o
bassa fedeltà.
2.
Cominciamo a parlare di inquinamento acustico urbano ?.
"Oh,
finalmente" penserà qualcuno.
Infatti spesso si pensa che un lavoro sull'ambiente sonoro debba
riguardare unicamente e specificamente l'inquinamento da rumore.
Sicuramente
l'inquinamento da rumore è il più drammatico e nocivo pericolo per la nostra
comunicazione e per la nostra identità ed è anche molto nocivo per la nostra
salute.
Sicuramente
non si può toccare questo tema senza occuparsi del rumore urbano e in
particolare dei motori a scoppio.
Senza
perdere di vista questa emergenza, tuttavia,
sarebbe un errore incentrare tutta l'attività educativa sui rumori
veicolari, per vari motivi, tra cui:
2.1 Per
i piccoli.
Molto
inquinamento acustico subìto dai bambini è indoor , cioè avviene dentro le mura
di casa: elettrodomestici, televisione...
Quando arrivano a scuola possiamo
solo cercare di rimediare ai danni al linguaggio, alla memoria, alla
concentrazione, al senso dello spazio. Dobbiamo anche rimediare
all'accelerazione innaturale dei ritmi psicofisici e all'egocentrismo che si
prolunga rispetto ai normali stadi evolutivi...
2.2 Per
i ragazzi:
stereo
e walkman hanno potenze acustiche pericolose;
qualche predicozzo pedante o qualche proibizione arrogante possano
migliorare la situazione? solo l'amore
per se stessi e la stima della propria salute
possono funzionare.
2.3 A
scuola la prima causa d' inquinamento acustico siamo noi stessi, ma la colpa è
degli architetti: la nostra voce che
rimbomba e si amplifica in volumetrie progettate più per l'occhio che
per l'orecchio.
Questo
implica due guai; uno è quello dei costi economici, politici e burocratici
necessari a una bonifica degli edifici con pannelli assorbenti. L'altro è la
difficoltà educativa di sviluppare l'autocontrollo della voce quando l'educando
ha ormai ridotto il feed-beck audiofonatorio (ad es. urla anche quando potrebbe
parlare piano)..
2.4
L'educazione ambientale deve portare a cambiamenti di coscienza e di
condotte.
Il
pesce non sa che c'è l'acqua, perchè ci vive dentro, ne scoprirà l'esistenza
solo nell'ultimo minuto di vita, attaccato a un amo. Il bambino di una città rumorosa vive nel disturbo; non concepisce
il silenzio, ne ha paura. E' un pesce
all'incontrario, separato da quell'ambiente silenzioso che gli sarebbe naturale
(silenzioso, cioè ricco di suoni in secondo piano e non cacofonico). Non può trovare se stesso nel silenzio se non
prova l'esperienza del silenzio. Ma come procedere? Dio ci scampi da una
didattica pedante su questi temi, il cui unico effetto sarebbe far sognare ai
bambini moto rombanti con cui fuggire e ruggire.
2.5
Immaginate di essere un "normale" bambino inquinato dall'overdose di
stimoli. La maestra finalmente vi offre
un'occasione di silenzio. In quel silenzio vengono a galla un'infinità di
perturbazioni rimosse, che il rumore quotidiano aveva provvisoriamente anestetizzato.
Le
prime volte che si incontra il silenzio, dentro di noi succede un chiasso
tremendo; la presenza di un adulto
sereno ed affidabile è psicologicamente indispensabile. Nell'educazione al
silenzio, se non si passa da questo aspetto psicologico, non si prosegue oltre
.
3.
Detto questo, parliamo di rumorosità urbana.
E'
diffusa la pratica scolastica di imitare i rumori ambientali con la voce.
E'
un'animazione che i bambini apprezzano inizialmente, ma l' interessamento poi
rapidamente scema se non si fanno ulteriori sviluppi.
Quello
che mi permetto di criticare, non è il gioco imitativo di onomatopea, è che a
volte manca un prima e un dopo. Manca un prima nel senso che occorre ascoltare
una moltitudine di suoni qualitativamente, altrimenti sorte solo la citazione
dello stereotipo: la macchina fa brumm, il gatto fa miao, ecc..
Manca un dopo perché dopo i primi virtuosismi occorre dimenticarsi che quel
rumore indica quella tale sorgente rumorosa e possiamo cominciare a pensarlo in
termini esclusivamente musicali come suono nudo e crudo).
L'ecologia
sonora vorrebbe portare l'attenzione sull' "oggetto sonoro" non sulla sorgente di un suono.
Non ci
interessa troppo dire "questo è il rumore di un camion", dovremmo
dire qualcosa come: "questa è una frequenza grave, prolungata, che fa
vibrare i vetri per simpatia"... perché
è di quel disturbo che stiamo parlando, non del camion.Questa strada è più
corretta, ma è anche più complicata, ci mancano gli aggettivi, i termini
musicologici e acustici... ci manca anche la voglia di complicarci la vita,
giustamente. Ma questo può portare fuori strada se fa confondere la causa di un
suono con l'effetto.
L'imitazione
dei suoni urbani con la voce può essere
un gioco piacevole, che aiuta il bambino ad ascoltare la propria emissione, che
esercita il virtuosismo vocale e fonetico. Ma tutto questo è vero se si passa
rapidamente da un atteggiamento meramente imitativo ad un atteggiamento
musicale. Il suono deve diventare
interessante per se stesso, non come
copiatura della realtà.
Il
paesaggio sonoro si capisce costruendo un nuovo paesaggio sonoro.
In
questo CD ci fermeremo al confine tra ecologia acustica e musica, un confine
morbido che forse neanche esiste.
Per
noi, nell'arbitrario compito di non "uscire dal tema" , significa che
molti aspetti che implicano sviluppi di tipo musicale (espressivo coi
suoni) qui saranno proposti, ma non se
ne coltiveranno (in questo CD) gli sviluppi che evolvono verso un discorso
prettamente musicale.
Questo
non significa che tali sviluppi non siano importanti, auspicabili e spesso
indispensabili per l'educazione armonica del bambino. Significa solo che questo CD non ha la missione di contenere un
curricolo di musica.
4.
Tempo e spazi
La
navigazione deve essere discussa, aprendo ampie parentesi; questo richiede
circa 1 ora, (non coi più piccoli, che probabilmente "bruceranno" la
discussione in pochi minuti), Ci vogliono poi altri 3/4 d'ora per il gioco
delle "città rumorose", che può essere ripetuto più volte.
Nelle
istruzioni si dice di discutere la consegna lasciando i banchi nella posizione
tradizionale; varie classi stanno abituandosi a dedicare dei tempi specifici
alla discussione in circolo. In questo
caso mettete le sedie in cerchio e discutete con le medesime modalità.
L'esercizio
coi tappi auricolari: potete realizzarlo in momenti separati, durante qualsiasi
momento ordinario d'una normale lezione.
Se il
costo dei tappi otologici è eccessivo, usate palline di cera naturale non
colorata e/o fiocchi di cotone. Evitate
lo scambio promiscuo di tappi tra i
bambini perché sono potenziali vettori di otiti.
L'indomani
è bene ripensare a quello che è stato scoperto. Infine si scrivono/realizzano
le testimonianze e si prepara la busta
(per i piccoli) o la e-mail (per i grandi) da spedire a Qwrtp.
5 Cosa
fare prima
Un
giorno o due prima della missione, occorre dire qualcosa come:
"domani
faremo un gioco che riguarda i rumori della città.
E' un
gioco competitivo a squadre e vince la squadra che ha scelto i rumori più
disturbanti.
Per
giocare dovrete imitare i rumori con la voce..."
Nel
fotodiario a questa premessa si accenna appena, perché chi se lo
autosomministra possa essere autonomo.
E' evidente che con questa premessa il lavoro sarà più spedito ed
efficace, altrimenti funzionerà bene dalla ripetizione successiva.
6. Note
tecniche
Per
evitare tempi morti è utile aver stampato in anticipo le copie della relazione
di Nico d'Aria.