In dieci punti la
strategia del Miur dopo l'indagine Pisa-Ocse che vede gli studenti italiani agli ultimi posti
nelle competenze di base
- Dal sapere astratto alle competenze
Nella tradizione scolastica italiana è prevalente il fine della
trasmissione di conoscenze ed abilità disciplinari. Gli studenti
"bravi" sono spesso quelli che "sanno" e
"ripetono" quanto si insegna loro.
L'indagine Pisa, in linea con la più recente legislazione scolastica dal Dpr 275/99 alla Legge di Riforma 53/2003, conferma
l'esigenza di trasformare la scuola da "sistema organizzato per
l'insegnamento" ad "ambiente di apprendimento" capace di
portare gli studenti ad utilizzare i saperi scolastici per crescere come
persone che vivono nell'attuale società complessa.
Occorre, pertanto, favorire una riflessione ampia e articolata sulle
modalità di insegnamento delle discipline (Quale
italiano? Quale matematica? Quali Scienze?), per spostare il baricentro
dalla sola trasmissione di conoscenze e abilità astratte (eccessivi
contenuti ed eccessive sequenze di tecniche esecutive) alla loro
applicazione in contesti di problem
solving.
- Puntare sulla formazione dei docenti
I docenti vanno sostenuti rispetto alle nuove modalità di
insegnamento-apprendimento. Occorre una diversa "formazione
iniziale" che, come sarà presto indicato nel decreto attuativo dell'art. 5 della Legge 53/2003, sarà di
tipo universitario e altamente professionalizzante sia sul versante delle
conoscenze che dal punto di vista della pratica
educativa e didattica, appresa e verificata in periodi di tirocinio nelle
scuole. Rispetto a questa futura formazione dei docenti,
molto utili sembrano tutti gli spunti forniti dalle sessioni di questa
conferenza, di cui terremo senz'altro conto.
Occorre, contestualmente, una diversa "formazione in servizio"
che, come è emerso, metta i docenti in grado di
progettare percorsi di formazione e auto-formazione, anche utilizzando le
nuove tecniche di e-learning. Dobbiamo, insieme,
promuovere un formazione che conduca ogni docente
ad essere protagonista della ricerca educativa.
- Rafforzare le conoscenze, abilità e competenze in italiano, matematica, scienze
Per rafforzare le conoscenze e le competenze degli studenti in italiano,
matematica e scienze sono necessarie le seguenti azioni:
- Maggiore rigore nella
verifica delle conoscenze e abilità realmente possedute dagli studenti
durante e alla fine dei periodi didattici, in relazione
ai livelli attesi per età e classe frequentata.
- Assicurare
agli studenti che non raggiungono i livelli attesi attività di recupero
obbligatorie all'interno dei piani di studio.
- Dare
priorità all'interno dei piani di studio personalizzati (utilizzo delle
ore opzionali obbligatorie/facoltative) al recupero e sviluppo delle
competenze in italiano, matematica e scienze. Questo per consentire sia
l'innalzamento dei livelli minimi sia per sviluppare l'eccellenza.
- Incentivazione delle
attività laboratoriali, come indispensabile
modalità di apprendimento in situazione.
- Utilizzo più diffuso
degli strumenti didattici multimediali interattivi, per stimolare la
curiosità e il desiderio di conoscenza degli studenti.
-
- Aumentare le sinergie e le opportunità di educazione informale
Le migliori pratiche ci indicano che una sicura qualificazione della
didattica degli insegnamenti linguistici, matematici e scientifici
proviene dall'attuazione di un rapporto sistematico tra scuola e
università.
Allo stesso modo, non va trascurato che gli studenti vengono
stimolati a validi apprendimenti anche attraverso attività di educazione
informale e non formale di italiano, matematica e scienze. Ci si riferisce
ai pacchetti formativi del sistema delle Biblioteche, dei Musei, delle
Imprese, delle Associazioni ambientali, delle Amministrazioni territoriali
che mirano a generare nei giovani comportamenti "colti",
attraverso modalità diverse da quelle scolastiche, ma certamente coerenti
con le finalità educative.
I piani dell'offerta formativa (Pof), nella
valorizzazione più ampia possibile delle autonomie scolastiche, dovranno
arricchirsi di queste occasioni di apprendimento
ed invitare il maggior numero possibile di studenti ad aderirvi.
- Scambio delle migliori pratiche
Dalle rilevazioni Pisa emergono scuole più "indietro" di
altre insieme a punte di "eccellenza". Negli Istituti
Professionali gli studenti che non posseggono il
livello più elementare delle competenze sono il doppio di quelli che si
riscontrano negli Istituti Tecnici e il triplo di quelli dei Licei.
Occorre ridurre il "gap" tra i risultati delle scuole,
potenziando ed innalzando i livelli di apprendimento per assicurare a
tutti le competenze di base e diffondere l'eccellenza. Vanno a questo
scopo monitorati costantemente (in ingresso ed in uscita) i livelli in italiano, matematica e scienze, nei diversi ordini
di scuola.
Vanno altresì sviluppate le attività di personalizzazione e di orientamento e ri-orientamento
continuo. Per questo gli Uffici scolastici regionali di competenza devono
favorire gli scambi delle migliori pratiche con le aree del Paese che
hanno riportato risultati più soddisfacenti.
Vanno inoltre utilizzate appieno le opportunità di
scambio culturale e gemellaggio offerte dall'Unione Europea per aumentare
le occasioni di crescita e di confronto per le nostre scuole.
- Dispersione scolastica: azioni
di contrasto
Nei rendimenti degli studenti nelle diverse aree geografiche del Paese si
registrano differenze marcate. Nel Nord la percentuale di studenti con
"scarse" competenze in italiano è molto contenuta e in linea con
quella dei Paesi con i risultati migliori. Viceversa, nel Sud la quota di
studenti al di sotto della media è circa il
triplo.
Nelle Regioni del Mezzogiorno la scuola si trova quindi ad operare in una
situazione di svantaggio complessivo, sia economico che
sociale. Le scuole situate nelle zone economicamente più sviluppate del
Paese sono quelle che mediamente offrono anche un
servizio migliore e potenzialmente aumentano il capitale umano delle
giovani generazioni.
Ci proponiamo di invertire la rotta e di promuovere nel Sud iniziative
forti che rendano il sistema educativo un
ambiente sempre più stimolante per gli studenti e sempre più in grado di
porsi come leva per lo sviluppo.
- Rapporto tra educazione e valutazione
L'educazione non è valutazione. Deve però essere vero il contrario: bisogna saper
cogliere dalla valutazione, a tutti i livelli, un'opportunità molto
importante per crescere, per essere più colti, più formati.
Spesso, tuttavia, capita che si teorizzi un
reciproco "divorzio" tra i due momenti. Quasi che la valutazione
della professione docente, dell'efficacia dell'azione didattica, dei
risultati di apprendimento degli studenti, del
valore aggiunto fornito dalla scuola alle competenze degli studenti sia
una cosa diversa dall'educazione di ciascuno. Assumere questo collegamento
aiuta invece a migliorare se stessi, gli altri e il proprio insegnamento.
- Servizio Nazionale di Valutazione
Ci siamo dotati del Servizio nazionale di
valutazione. Esso ha quattro compiti principali: verificare all'inizio di ogni periodo didattico le conoscenze e le abilità
degli studenti; procedere alla valutazione di sistema; predisporre le
prove degli esami di Stato; utilizzare i risultati a sostegno dei processi
di valutazione degli apprendimenti e di autovalutazione
di istituto affidati all'autonomia delle istituzioni di istruzione e di
formazione.
È indubbio che un monitoraggio sistematico dei livelli di
apprendimento nazionali sulle abilità in italiano, matematica e
scienze da parte del Servizio Nazionale contribuirà a migliorare
l'efficacia sia del sistema, sia della didattica dei singoli docenti, che
saranno così incentivati a valutare non solo le conoscenze ma anche le
abilità degli studenti.
Ci aspettiamo, infine, che il Servizio Nazionale di Valutazione, nel
predisporre le prove nazionali, tenga conto delle metodiche e dei
risultati delle indagini internazionali.
- Preparazione al 2006: simulazioni
L'edizione 2006 Pisa-Ocse si concentrerà
in modo particolare sulle scienze. Il 2005 è stato dichiarato dall'Unesco "Anno della fisica". Occorre arrivare
preparati a questi appuntamenti. Il punto di partenza deve essere la
diffusione e riflessione nelle scuole dell'indagine Pisa.
In particolare, trattandosi di indagine sui
quindicenni, si propongono riflessioni approfondite e simulazioni da parte
dei docenti di italiano, matematica e scienze delle scuole secondarie di
1° grado e del primo biennio delle superiori.
- Strutture operative regionali a supporto di una
migliore qualità degli apprendimenti
Per sostenere la scuola italiana in un'azione straordinaria per il
miglioramento degli apprendimenti in italiano,
matematica e scienze, variamo strutture operative nazionali e
regionali a supporto delle scuole autonome (Task force nazionale e
regionali) per incrementare la qualità complessiva del sistema.
I livelli regionali riferiranno sistematicamente al livello nazionale
sulle azioni intraprese con gli altri soggetti coinvolti (Regioni, Enti
locali, scuole autonome, Università, Indire, Invalsi, Irre,
Associazioni disciplinari...), per assicurare il monitoraggio costante dei
livelli di apprendimento in italiano, matematica,
scienze ed incrementare la qualità complessiva del sistema.