Nascono i nuovi organi collegiali: più spazio a famiglie e studenti, per la prima volta presenti anche a livello nazionale e regionale

 

(Roma, 27 novembre 2003) Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella seduta di stamani, in via preliminare, uno schema di decreto legislativo che, in attuazione di apposita delega contenuta nella legge 6 luglio 2002, n.137, riordina gli organi collegiali territoriali della scuola.

       Il decreto legislativo prevede:

a.       a livello nazionale, il Consiglio nazionale dell'istruzione e della formazione;

b.       a livello regionale, i Consigli scolastici regionali;

c.       a livello locale, i Consigli scolastici locali.

       Tali organi sostituiscono gli attuali, Consiglio nazionale della pubblica istruzione, consigli scolastici provinciali e consigli scolastici distrettuali.
       Il decreto legislativo ha ridefinito le funzioni e la composizione dei nuovi organi collegiali territoriali tenendo conto, da un lato, del regime di autonomia delle istituzioni scolastiche e, dall'altro, del nuovo quadro ordinamentale di riferimento, costituito dalla riforma del sistema educativo nazionale introdotta dalla legge 28 marzo 2003, n.53. Altro principio ispiratore della riforma è stato quello della semplificazione dei procedimenti di costituzione degli organi collegiali.
       I nuovi organi collegiali riflettono, in aderenza ad un principio direttivo della delega, la rappresentanza delle diverse componenti che partecipano alla vita della scuola e, allo stesso tempo, del sistema delle autonomie scolastiche. Si prevede infatti un sistema di nomine "a catena", che inizia con l'elezione, da parte delle componenti scolastiche elette nei consigli di istituto, di coloro che entrano a far parte dei consigli scolastici locali.
       I presidenti e vice-presidenti di tali consigli, entrano a far parte dei consigli scolastici regionali. I presidenti e i vice-presidenti dei consigli scolastici regionali entrano a far parte a loro volta del Consiglio nazionale dell'istruzione e della formazione. Fanno parte di tale Consiglio anche dieci componenti nominati dal Ministro.
       Il Consiglio nazionale dell'istruzione e della formazione formula proposte ed esprime pareri obbligatori al Ministro sugli indirizzi e standard nazionali del sistema educativo del sistema di istruzione e formazione; sui piani di studio nazionali; sulla definizione e valutazione dei crediti scolastici, sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di formazione professionale, e sui raggruppamenti degli insegnamenti nelle classi di abilitazione.
       I consigli scolastici regionali esprimono pareri e formulano proposte all'ufficio scolastico regionale ed ai diversi soggetti istituzionali che esercitano, a livello regionale, funzioni connesse all'organizzazione del servizio scolastico e formativo.
       I consigli scolastici locali esprimono pareri e formulano proposte all'amministrazione scolastica periferica e alle istituzioni scolastiche autonome, in diverse materie, quali ad esempio la distribuzione dell'offerta formativa, l'educazione permanente, l'alternanza scuola-lavoro, l'orientamento e il raccordo con i percorsi di istruzione e formazione superiore, l'esercizio del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione.
       Sullo schema di decreto legislativo dovrà ora esprimere il parere la Conferenza unificata Stato - Regioni-città ed autonomie locali. Dopo tale parere il provvedimento sarà sottoposto all'approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri.