2.
Le critiche delle associazioni professionali, dei sindacati scuola e le
richieste dell’Anci
Subito
dopo l’uscita della circolare 38/2004, numerose associazioni professionali
degli insegnanti (Cidi, Fnism, Legambiente scuola e Formazione, Mce,
ProteoFareSapere) hanno criticato, nel metodo e nel merito, le scelte operate
e, in particolare, hanno denunciato che le indicazioni per la modifica dei
testi scolastici sono state impartite alle case editrici in modo sotterraneo e
frettoloso “prima dell’approvazione del decreto attuativo” al quale sono
allegate le nuove indicazioni nazionali per i piani di studio.
Secondo
le associazioni professionali, inoltre, “i contenuti del D.L.vo 59/04 e della
C.M. 29/04 offrono una lettura arretrata della legge 53/03”, le indicazioni
nazionali per i piani di studio personalizzati “non sono il risultato di un
dibattito trasparente all’interno di commissioni pubbliche e pluraliste” e
l’approvazione delle indicazioni nazionali come allegato, seppure in via
transitoria, al decreto legislativo rappresenta un “fatto illegittimo in quanto
contraddice la stessa legge 53 che all’art. 7 indica un iter procedurale
diverso”.
Anche
sulla base di tali osservazioni generali le associazioni professionali citate
sostengono che “i docenti, in base alla libertà di insegnamento (art. 33 della
Costituzione) e in base all’art. 117 del Titolo V della Costituzione e al DPR 275/99
sulla autonomia scolastica, hanno diritto di confermare il libro di testo
adottato e di esigere l’edizione effettivamente scelta”.
Sulla
stessa linea, di pesante critica delle disposizioni impartire (ma anche dei
nuovi piani di studio), i sindacati scuola, Cgil, Cisl e Uil, hanno dato
mandato ai loro uffici legali di impugnare la circolare sull’adozione dei libri
(Circ. 38/2004) predisponendo motivi aggiunti al ricorso principale, già
pendente al Tar Lazio, contro la circolare (Circ. 29/2004) recante indicazioni
e istruzioni relativamente al primo decreto attuativo (Dlgs. 59/2004) della
legge quadro sull’istruzione (L. 53/2003).
I
legali delle organizzazioni sindacali hanno richiesto la rimessione del ricorso
alla Corte Costituzionale proponendo, in via incidentale, la dichiarazione di
incostituzionalità del Dlgs. 59/2004, i cui dettati normativi, secondo i
ricorrenti, disciplinano materie non previste dalla delega e violano
l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
L’Anci
(Associazione nazionale dei Comuni italiani) sì è invece subito attivata per
evitare una lievitazione degli oneri a carico degli enti locali e quindi dei
cittadini contribuenti. In una lettera, inviata al Miur in data 6 aprile 2004,
il direttore generale dell’associazione ha segnalato che nella circolare
38/2004 “non si fa alcun cenno al mantenimento del precedente livello di costo
che, come noto, è a carico dei Comuni” ed ha richiesto che “in analogia a
quanto disposto per la scuola secondaria di primo grado, il Miur precisi che è escluso
ogni incremento nel prezzo complessivo della dotazione libraria per la scuola
primaria, compreso l’eventuale libro l’inglese”.
Tale
richiesta, peraltro, era già stata avanzata da tempo, stante l’osservazione
critica più volte espressa relativa all’assenza di previsione, nella legge
53/2003, di risorse finanziarie finalizzate alle maggiori spese che la riforma
comporterà per i Comuni.