COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI
Resoconto
stenografico
SEDE LEGISLATIVA
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DONATO BRUNO
La seduta comincia alle 14,35.
(
PRESIDENTE. Comunico
che, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del regolamento, i deputati Anedda, Bianco, Bondi, Bressa, Cicchitto, D'Alia, Dussin, Fistarol,
Franceschini, Maccanico,
Marone, Migliori, Mongiello, Pagini,
Paoletti Tangheroni, Pisicchio e Taormina sono
sostituiti, rispettivamente, dai deputati Giorgetti Alberto, Colasio, Milanato, Loddo, Perlini, Grillo, Bricolo, Reduzzi, Bianchi
Giovanni, Banti, Giulietti,
Saglia, Maninetti, Stradella, Lupi, Cima e Garagnani.
Seguito della discussione delle
proposte di legge Giovanni Bianchi: Riconoscimento del 4 ottobre, San
Francesco, quale giorno festivo (2285); Sereni: Riconoscimento del 4 ottobre,
San Francesco, quale giorno dedicato alla pace e al dialogo (2405); Giulietti ed altri: Riconoscimento del 4 ottobre, San
Francesco, quale giorno festivo (2595); Grillo ed altri: Riconoscimento del 4
ottobre, San Francesco, quale giorno festivo e giornata europea per la pace
(2753).
PRESIDENTE. L'ordine
del giorno reca il seguito della discussione abbinata delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Giovanni Bianchi: Riconoscimento
del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno festivo (2285); Sereni:
Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno dedicato alla pace
e al dialogo (2405); Giulietti ed
altri: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno festivo
(2595); Grillo ed altri: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale
giorno festivo e giornata europea per la pace (2753).
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la
discussione sulle linee generali ed è stato approvato come testo base il testo
unificato predisposto nel corso dell'esame in sede referente.
Comunico che nella seduta odierna sostituirò il relatore D'Alia,
impossibilitato ad intervenire. Passiamo all'esame dell'articolo unico del
testo unificato e degli emendamenti ad esso presentati (vedi allegato).
Invito l'onorevole Palma a ritirare il suo emendamento 1.1
sul quale esprimerei altrimenti parere contrario. Esprimo altresì parere
contrario sull'emendamento Carrara ed altri 1.2. Raccomando
invece l'approvazione dell'emendamento del Tit. 1 del
relatore, che si rende necessario al fine di adeguare il titolo del testo
unificato a quanto previsto dall'articolo 1 della legge 4 marzo del 1958, n.
132, che già dispone che il 4 ottobre sia considerato solennità civile in onore
dei patroni speciali d'Italia San Francesco d'Assisi e santa Caterina da Siena.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti
presentati.
COSIMO
VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Palma 1.1 e
Carrara ed altri 1.2 e parere favorevole sull'emendamento Tit.
1 del relatore.
FRANCESCO
NITTO PALMA. Ritiro l'emendamento 1.1.
NUCCIO CARRARA.
Signor presidente, vorrei illustrare il mio emendamento 1.2,
che, nonostante il suo invito, non ho
intenzione di ritirare. Lei sa che noi propendiamo per l'uso di espressioni semplici, di facile comprensione e rifuggiamo
dal desiderio di alzare delle barriere. Siamo per il riconoscimento del 4
ottobre come festività di San Francesco, quale giornata della pace, ma faccio
notare che, quando, al termine « dialogo» si vogliono dare dei significati
particolari, finiamo per circoscrivere il significato
del termine.
Se l'espressione restasse «giornata della pace, della fraternità e del
dialogo», avremmo tutti consapevolezza dei contenuti
di quei concetti. Se invece ci riferiamo al dialogo come « dialogo tra culture
e religioni diverse», non commettiamo un peccato, ma restringiamo comunque l'ambito delle infinite possibilità che stanno
dietro al termine «dialogo».
Viviamo in un particolare momento storico, ma non siamo obbligati a fare delle
leggi utilizzando slogan validi solo per il presente. Pur
sapendo che in questo particolare momento ci sono oggettive difficoltà di
dialogo tra culture e religioni diverse, è come se volessimo dare una risposta
immediata a ciò che sta accadendo, dimenticando che le leggi devono avere un
valore atemporale. Paradossalmente, qualora
dovessimo raggiungere ogni forma di dialogo possibile tra culture e religioni
diverse, verrebbe per caso meno la necessità di avere
un dialogo tra ideologie politiche diverse?
MARCO BOATO. Le
ideologie politiche fanno parte del concetto di cultura.
NUCCIO CARRARA.
Restringendo l'ambito del termine «dialogo» non facciamo un buon lavoro.
FEDERICO
BRICOLO. Siamo favorevoli al riconoscimento del 4 ottobre come festa in onore
di San Francesco, ma ritengo che la formulazione migliore sia quella originale, contenuta
nella proposta di legge dell'onorevole Bianchi, che definiva il
4 ottobre quale giorno festivo equiparato alle festività religiose. Tutto il
resto è di matrice ideologica: sappiamo quanto il concetto di pace sia stato strumentalizzato, diventando una bandiera presente nei
cortei dei pacifisti e dei centri sociali, gli stessi centri sociali che
devastano le nostre città, come è accaduto a Genova. Lo stesso discorso vale
per il concetto di fraternità.
MARCO BOATO. Visto
che dobbiamo approvare una legge che si ispira ai
concetti della pace e del dialogo, anche tra appartenenti a culture diverse,
cercherò di ispirare questo mio intervento il più possibile al dialogo, anche
se le parole che ho ascoltato poco fa non mi sollecitano in tale direzione.
Mi associo alla proposta fatta dal presidente, e che il collega Palma ha già
accolto, di ritirare gli emendamenti 1.1 e 1.2. Debbo
comunque sottolineare che rispetto la diversa interpretazione che il collega Carraro ha voluto dare nel suo emendamento 1.2, ma
preferisco la formulazione contenuta nel testo unificato.
Poiché il collega Bricolo ha
dato un'interpretazione totalmente diversa rispetto a quella del collega
Carrara e secondo me inaccettabile, a maggior ragione penso sia opportuno
mantenere la convergenza unitaria sul testo base adottato dalla Commissione
unanimemente nel corso della seduta di ieri, modificando soltanto il titolo,
così come proposto con l'emendamento del relatore. Qualora il collega Carrara
non ritirasse il suo emendamento, mi augurerei che venisse
respinto.
MICHELE
SAPONARA. Invito i colleghi a ritirare l'emendamento Carrara ed altri 1.2 ed
annuncio il voto favorevole del mio gruppo sull'emendamento Tit.
1.
NUCCIO CARRARA.
Insisto per la votazione del mio emendamento 1.2. Rispondendo al collega Boato,
osservo che se creassimo diversi ambiti di dialogo, per paradosso, laddove si
condividesse la stessa cultura e la stessa religione, ma non la stessa
nazionalità, si dovrebbe essere esentati dal dialogo.
PRESIDENTE. Passiamo
ai voti.
Pongo in votazione l'emendamento Carrara ed altri 1.2.
(È respinto).
Pongo in votazione l'emendamento del relatore Tit.1.
(È approvato).
Avverto che non sono stati presentati ordini del giorno. Avverto altresì,
trattandosi di articolo unico, ai sensi dell'articolo
87, comma 5, del regolamento, si procederà direttamente alla votazione finale,
che avverrà per appello nominale.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
GRAZIELLA
MASCIA. Abbiamo condiviso da subito il contenuto delle proposte di legge
presentata. A nostro avviso quella di San Francesco non è soltanto una figura
molto suggestiva del passato, ma anche un simbolo che
guarda al futuro, per diverse ragioni.
La sua esaltazione della povertà, che oggi sembra una
radicale denuncia della civiltà dei consumi, giunta al parossismo, la
straordinaria vitalità che gli consentiva, nel proclamare la fraternità nei
confronti anche di specie diverse dall'uomo, un approccio molto simile ai
moderni ecologisti e il suo messaggio di pace privo di retorica sono elementi
che mi spingono a vedere nella sua figura un simbolo di speranza.
Il dialogo tra diversi, che è tanto più necessario oggi nella fase politica e
nello scenario internazionale che viviamo, è fondamentale. Egli aveva la
capacità di riconoscere l'umanità
del proprio nemico e di simboleggiare il valore della pace;
ciò diventa fondamentale in un momento storico in cui la guerra preventiva
infinita sembra essere il nostro pane quotidiano.
Il messaggio che ci arriva dalla scelta di San Francesco travalica
i confini del cattolicesimo ed è un messaggio di natura universale. Per questa
ragione pensiamo che questa iniziativa non sia affatto
retorica ma assuma una forza e una valenza particolare.
GIUSEPPE
GIULIETTI. Condivido molte delle cose già dette dalla collega Mascia. Vorrei soltanto ringraziare i molti colleghi e il
rappresentante del Governo che hanno seguito questa
vicenda per la sensibilità dimostrata.
Vorrei ringraziare anche il relatore D'Alia per la
capacità che ha avuto di sintetizzare in un testo unitario proposte molto
diverse tra loro. Egli sembra aver recepito una serie
di messaggi provenienti da alte cariche istituzionali, tra cui il Presidente
della Repubblica Ciampi, il Presidente della Camera
Casini, il ministro Pisanu ed altri esponenti del
Governo.
La giornata che vogliamo introdurre non tende ad annullare le
identità. È una giornata che dice: «Non si usino le identità e i simboli
per staccare teste, ma si usino simboli ed identità per favorire e per allargare
il dialogo e la conoscenza di ciò che di diverso abbiamo
avuto ».
La proposta di introdurre una nuova festività è risultata
non praticabile e il Governo è stato chiaro rispetto alle ragioni temporali ed
economiche che ne impedivano l'accoglimento. L'opposizione e i colleghi della
maggioranza hanno preso atto di queste difficoltà e hanno lavorato per
trasformare questa festa in una giornata nazionale. Mi auguro inoltre che
questa novità possa essere portata dalla nostra delegazione di
europarlamentari al Parlamento europeo, perché
il confronto tra le diversità è un'idea moderna, che va condivisa.
Il filone della preghiera del pontefice ad Assisi, che unisce tutte le
confessioni religiose, è vicino al filone laico che anima il movimento della
pace e del volontariato.
Sicuramente riproporrò l'idea della festa nazionale,
ma allo stato attuale possiamo accontentarci di questo testo. Mi sembra un
testo equilibrato, serio, sensato e non di parte.
MARCO BOATO.
Condivido molte delle considerazioni che sono già state fatte e non voglio
ripeterle. Faccio questa dichiarazione di voto anche a
nome della collega Cima che si è dovuto allontanare per un incontro con la
delegazione eritrea.
Vorrei ringraziare il collega D'Alia, il presidente
che ha assunto la veste di relatore, il rappresentante del Governo e la maggior
parte dei gruppi che hanno permesso di realizzare un'ampia
convergenza su questo testo.
Ho soltanto un punto di divergenza rispetto a quanto detto dal collega Giulietti. Non riproporrò l'idea
della festività nazionale per un semplice motivo: penso che questa proposta,
che impegna le istituzioni e le scuole a dedicare una o più ore al tema della
pace sia molto più efficace del giorno festivo, in cui in genere si sta a casa.
FEDERICO BRICOLO.
Siamo assolutamente favorevoli al riconoscimento del 4 ottobre quale giorno
festivo in onore di San Francesco. Siamo tuttavia indignati per come questa iniziativa, di per sé lodevole, sia stata
strumentalizzata dal centrosinistra e subìta da parte
del centrodestra.
Se si vuole una festa per i centri sociali, è possibile farla
ma si deve scegliere un altro santo. San Francesco con questa visione
della sua figura non c'entra assolutamente nulla. Mi permetto, signor presidente, di citare alcuni passaggi di un libro
scritto da Vittorio Messori, uomo di fede e scienza,
nel
Vorrei continuare a leggere: «Dopo la conversione, tutta la sua vita è segnata
dall'ansia non di dialogare accademicamente con i musulmani, ma di convertirli
a Gesù Cristo. Più volte tenta di giungere in Oriente
con lo scopo esplicito di conseguire il martirio: non andava, dunque, per
diffondere idee ireniche, ma per predicarvi il vangelo in modo così esplicito
da meritare la morte dagli infedeli. Del resto, i primi martiri
dell'epoca francescana sono San Daniele e i suoi compagni,
trucidati in Marocco poco dopo la morte del santo perché, malgrado gli
avvertimenti delle autorità islamiche, non vollero saperne di dialogo... Quanto
a Francesco stesso, dopo due tentativi infruttuosi, riesce finalmente a
giungere in Oriente nel
Per questo dico che il santo a cui fate riferimento in
questa proposta è sbagliato. Dovete cambiare santo se
volete fare una legge a favore dei centri sociali e dei pacifisti. Questo è un
modo indecente di vedere la figura di San Francesco.
Messori conclude dicendo:
...«Questo frutto migliore del Medioevo cristiano, questo figlio meraviglioso
della demoralizzata chiesa delle crociate esige di essere preso sul
serio...»Qui mi rivolgo anche all'onorevole Bianchi che aveva inizialmente
proposto il testo, cito: «La sua grandezza è irrisa, quando si tenta ritirarlo
dalla parte delle nostre cause di oggi, magari anche
degne, ma che non furono le sue».
Messori dice a questa Commissione che in questo modo offendiamo San Francesco e offendiamo la sua
vita e le sue opere, portando avanti questa iniziativa con il voto favorevole
che voi volete dare.
San Francesco non è certo un santo pacifista né tantomeno
una figura rappresentativa per i centri sociali o per i pacifisti. Pertanto voteremo contro il testo unificato e al Senato
faremo di tutto per riportare il testo alla formulazione originaria, sulla
quale molto volentieri esprimeremmo un voto favorevole, perché riteniamo che
una festività in onore di san Francesco sia doverosa in questo paese.
MICHELE
SAPONARA. Signor presidente, mi dispiace contraddire il collega Bricolo, ma come rappresentante di Forza Italia voterò a favore di questo testo, invitando ovviamente tutti
i colleghi a fare altrettanto. Che noi dobbiamo convivere con culture diverse è ormai un dato di fatto incontestabile; quindi è
giusto e doveroso che si dialoghi e che non si faccia del male. Di recente ho
avuto la fortuna di partecipare ad un pellegrinaggio in Terra santa con altri
colleghi e mi sono rafforzato nell'idea della necessità del dialogo.
GIOVANNI BIANCHI.
Vorrei dire al collega Bricolo che conosco Messori e ho una qualche amicizia con lui. Credo che quel
discorso abbia in sé la sua autocritica. Quando egli afferma che non esiste
soltanto il Francesco che incontra il lupo di Gubbio e
lo ammansisce, egli intende opporsi ad un certo modo di rappresentare San
Francesco, che però non si lascia catturare da nessuno e quindi neppure da Messori o credo che lui stesso sarebbe d'accordo con la mia
valutazione. Se c'è una personalità che spiazza è
esattamente quella di San Francesco. Ci giudica ma non
si lascia giudicare.
Avevo proposto di istituire la festa di San Francesco. Il Governo ha risposto
con argomentazioni che non meritano propaganda. A partire dal
1986, fino a tre anni fa, il Papa ha pregato ed ha dialogato con i
rappresentanti delle altre religioni. Ad Assisi c'erano tutti
i rappresentanti religiosi e san Francesco ne sarebbe stato contento.
Abbiamo di fronte uno scenario tragico che oscilla tra terrorismo e fondamentalismo religioso. Abbiamo il dovere di battere il
terrorismo, ma abbiamo anche il dovere di capire che il fondamentalismo,
che genera il terrorismo, può essere battuto dalle religioni nelle quali nasce.
Per questo è importante il dialogo religioso.
MASSIMO GRILLO.
Sottoscrivo quanto già dichiarato dall'onorevole Giulietti
e dall'onorevole Bianchi. Credo che dalla Commissione
oggi venga una testimonianza di dialogo e confronto delle diverse identità.
Auspichiamo tutti che questo confronto possa essere
trasferito nel mondo esterno.
In fondo, rispetto alle dolorose situazioni di scontro culturale che viviamo in
questo momento, abbiamo bisogno non soltanto delle
risorse politiche ed economiche, ma soprattutto delle risorse culturali, ricche
di significato simbolico e di valori. Attraverso questa prima tappa arriveremo in momenti
successivi ad un'evoluzione tesa a favorire il dialogo
interculturale e religioso.
NICOLÒ
CRISTALDI. Vorrei soltanto dire che il testo che
stiamo per votare, lo avrebbe votato anche Franco Cardini. Lo voterebbe anche Khaled Fouad Allam,
che nell'area mediterranea è l'esponente musulmano più accreditato.
Conosco queste due persone e tutte e due sarebbero secondo
me d'accordo nell'individuare una giornata nella quale ciascun individuo possa
fermarsi a riflettere sulla pace, che è un concetto universale che appartiene a
tutti i popoli e a tutte le culture. Lo stesso discorso vale per il concetto di
fraternità. Nelle culture e nelle religioni diverse è un concetto che, al di là delle giuste considerazioni fatte dall'onorevole
Carrara, non è contestabile.
Se poi possa essere addirittura considerato limitativo
è altra cosa, ma per intanto vuol dire rispettare la cultura diversa dalla
nostra. Per quel che riguarda le crociate, e lo dico con grande
rispetto anche per chi la pensa diversamente, anche faccio presente che lo
stesso Pontefice si è fermato a riflettere sul significato di certe operazioni.
Giovanni Paolo II ha riconosciuto pubblicamente che in materia di crociate c'è
stato un errore del potere ecclesiastico del tempo, come nel caso di Girolamo
Savonarola, oppure di Galileo Galilei.
PRESIDENTE. Sono così
concluse le dichiarazioni di voto. Il testo unificato sarà subito votato per
appello nominale.
PRESIDENTE. Indico
la votazione nominale sul provvedimento di cui si è testé
concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Proposte di legge: Giovanni Bianchi; Sereni; Giulietti
e Grillo, in un testo unificato e con il seguente titolo:
«Riconoscimento del 4 ottobre quale solennità civile e giornata della pace, della
fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in
onore dei Patroni speciali d'Italia, San Francesco d'Assisi e Santa Caterina da
Siena» (2285-2405-2595-2753):
Presenti e votanti 36
Maggioranza 19
Hanno votato sì 34
Hanno votato no 2
(
Hanno votato sì: Amici, Banti, Bianchi
Giovanni, Bielli, Boato, Bruno, Carrara, Colasio, Coluccini, Conte, Cristaldi, Di Giandomenico, Garagnani,
Giorgetti Alberto, Giulietti,
Grillo, Leoni, Loddo, Lupi, Maninetti,
Mascia, Milanato, Montecchi, Palma, Perlini, Reduzzi, Sabattini, Saglia, Saponara, Schmidt, Sterpa, Stradella, Zanettin e Zeller.
Hanno votato no: Bricolo e Fontanini.
La seduta termina alle 15,20.
Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giornata
delta pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e
religioni diverse.
Art. 1.
1. All'articolo 1 della legge 4 marzo 1958, n.
132, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1 dopo le parole «solennità civile» sono inserite le
seguenti «e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra
appartenenti a culture e religioni diverse,»;
b) dopo il primo comma è aggiunto il seguente:
«1-bis. In occasione della solennità
civile del 4 ottobre sono organizzate cerimonie, iniziative, incontri, in
particolare nelle scuole di ogni ordine e grado,
dedicate ai valori universali indicati al primo comma di cui i Santi Patroni
speciali d'Italia sono espressione».
2. Dall'attuazione della presente legge non
devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza
pubblica.