COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI

Resoconto stenografico

SEDE LEGISLATIVA


Seduta di giovedì 23 settembre 2004


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DONATO BRUNO

La seduta comincia alle 14,35.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Missioni e sostituzioni

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del regolamento, i deputati Anedda, Bianco, Bondi, Bressa, Cicchitto, D'Alia, Dussin, Fistarol, Franceschini, Maccanico, Marone, Migliori, Mongiello, Pagini, Paoletti Tangheroni, Pisicchio e Taormina sono sostituiti, rispettivamente, dai deputati Giorgetti Alberto, Colasio, Milanato, Loddo, Perlini, Grillo, Bricolo, Reduzzi, Bianchi Giovanni, Banti, Giulietti, Saglia, Maninetti, Stradella, Lupi, Cima e Garagnani.

Seguito della discussione delle proposte di legge Giovanni Bianchi: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno festivo (2285); Sereni: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno dedicato alla pace e al dialogo (2405); Giulietti ed altri: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno festivo (2595); Grillo ed altri: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno festivo e giornata europea per la pace (2753).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione abbinata delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Giovanni Bianchi: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno festivo (2285); Sereni: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno dedicato alla pace


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e al dialogo (2405); Giulietti ed altri: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno festivo (2595); Grillo ed altri: Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno festivo e giornata europea per la pace (2753).
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali ed è stato approvato come testo base il testo unificato predisposto nel corso dell'esame in sede referente.
Comunico che nella seduta odierna sostituirò il relatore D'Alia, impossibilitato ad intervenire. Passiamo all'esame dell'articolo unico del testo unificato e degli emendamenti ad esso presentati (vedi allegato).
Invito l'onorevole Palma a ritirare il suo emendamento 1.1 sul quale esprimerei altrimenti parere contrario. Esprimo altresì parere contrario sull'emendamento Carrara ed altri 1.2. Raccomando invece l'approvazione dell'emendamento del Tit. 1 del relatore, che si rende necessario al fine di adeguare il titolo del testo unificato a quanto previsto dall'articolo 1 della legge 4 marzo del 1958, n. 132, che già dispone che il 4 ottobre sia considerato solennità civile in onore dei patroni speciali d'Italia San Francesco d'Assisi e santa Caterina da Siena.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Palma 1.1 e Carrara ed altri 1.2 e parere favorevole sull'emendamento Tit. 1 del relatore.

FRANCESCO NITTO PALMA. Ritiro l'emendamento 1.1.

NUCCIO CARRARA. Signor presidente, vorrei illustrare il mio emendamento 1.2, che, nonostante il suo invito, non ho


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intenzione di ritirare. Lei sa che noi propendiamo per l'uso di espressioni semplici, di facile comprensione e rifuggiamo dal desiderio di alzare delle barriere. Siamo per il riconoscimento del 4 ottobre come festività di San Francesco, quale giornata della pace, ma faccio notare che, quando, al termine « dialogo» si vogliono dare dei significati particolari, finiamo per circoscrivere il significato del termine.
Se l'espressione restasse «giornata della pace, della fraternità e del dialogo», avremmo tutti consapevolezza dei contenuti di quei concetti. Se invece ci riferiamo al dialogo come « dialogo tra culture e religioni diverse», non commettiamo un peccato, ma restringiamo comunque l'ambito delle infinite possibilità che stanno dietro al termine «dialogo».
Viviamo in un particolare momento storico, ma non siamo obbligati a fare delle leggi utilizzando slogan validi solo per il presente. Pur sapendo che in questo particolare momento ci sono oggettive difficoltà di dialogo tra culture e religioni diverse, è come se volessimo dare una risposta immediata a ciò che sta accadendo, dimenticando che le leggi devono avere un valore atemporale. Paradossalmente, qualora dovessimo raggiungere ogni forma di dialogo possibile tra culture e religioni diverse, verrebbe per caso meno la necessità di avere un dialogo tra ideologie politiche diverse?

MARCO BOATO. Le ideologie politiche fanno parte del concetto di cultura.

NUCCIO CARRARA. Restringendo l'ambito del termine «dialogo» non facciamo un buon lavoro.

FEDERICO BRICOLO. Siamo favorevoli al riconoscimento del 4 ottobre come festa in onore di San Francesco, ma ritengo che la formulazione migliore sia quella originale, contenuta


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nella proposta di legge dell'onorevole Bianchi, che definiva il 4 ottobre quale giorno festivo equiparato alle festività religiose. Tutto il resto è di matrice ideologica: sappiamo quanto il concetto di pace sia stato strumentalizzato, diventando una bandiera presente nei cortei dei pacifisti e dei centri sociali, gli stessi centri sociali che devastano le nostre città, come è accaduto a Genova. Lo stesso discorso vale per il concetto di fraternità.

MARCO BOATO. Visto che dobbiamo approvare una legge che si ispira ai concetti della pace e del dialogo, anche tra appartenenti a culture diverse, cercherò di ispirare questo mio intervento il più possibile al dialogo, anche se le parole che ho ascoltato poco fa non mi sollecitano in tale direzione.
Mi associo alla proposta fatta dal presidente, e che il collega Palma ha già accolto, di ritirare gli emendamenti 1.1 e 1.2. Debbo comunque sottolineare che rispetto la diversa interpretazione che il collega Carraro ha voluto dare nel suo emendamento 1.2, ma preferisco la formulazione contenuta nel testo unificato.
Poiché il collega Bricolo ha dato un'interpretazione totalmente diversa rispetto a quella del collega Carrara e secondo me inaccettabile, a maggior ragione penso sia opportuno mantenere la convergenza unitaria sul testo base adottato dalla Commissione unanimemente nel corso della seduta di ieri, modificando soltanto il titolo, così come proposto con l'emendamento del relatore. Qualora il collega Carrara non ritirasse il suo emendamento, mi augurerei che venisse respinto.

MICHELE SAPONARA. Invito i colleghi a ritirare l'emendamento Carrara ed altri 1.2 ed annuncio il voto favorevole del mio gruppo sull'emendamento Tit. 1.


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NUCCIO CARRARA. Insisto per la votazione del mio emendamento 1.2. Rispondendo al collega Boato, osservo che se creassimo diversi ambiti di dialogo, per paradosso, laddove si condividesse la stessa cultura e la stessa religione, ma non la stessa nazionalità, si dovrebbe essere esentati dal dialogo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione l'emendamento Carrara ed altri 1.2.
(È respinto).
Pongo in votazione l'emendamento del relatore Tit.1.
(È approvato).
Avverto che non sono stati presentati ordini del giorno. Avverto altresì, trattandosi di articolo unico, ai sensi dell'articolo 87, comma 5, del regolamento, si procederà direttamente alla votazione finale, che avverrà per appello nominale.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.

GRAZIELLA MASCIA. Abbiamo condiviso da subito il contenuto delle proposte di legge presentata. A nostro avviso quella di San Francesco non è soltanto una figura molto suggestiva del passato, ma anche un simbolo che guarda al futuro, per diverse ragioni.
La sua esaltazione della povertà, che oggi sembra una radicale denuncia della civiltà dei consumi, giunta al parossismo, la straordinaria vitalità che gli consentiva, nel proclamare la fraternità nei confronti anche di specie diverse dall'uomo, un approccio molto simile ai moderni ecologisti e il suo messaggio di pace privo di retorica sono elementi che mi spingono a vedere nella sua figura un simbolo di speranza.
Il dialogo tra diversi, che è tanto più necessario oggi nella fase politica e nello scenario internazionale che viviamo, è fondamentale. Egli aveva la capacità di riconoscere l'umanità


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del proprio nemico e di simboleggiare il valore della pace; ciò diventa fondamentale in un momento storico in cui la guerra preventiva infinita sembra essere il nostro pane quotidiano.
Il messaggio che ci arriva dalla scelta di San Francesco travalica i confini del cattolicesimo ed è un messaggio di natura universale. Per questa ragione pensiamo che questa iniziativa non sia affatto retorica ma assuma una forza e una valenza particolare.

GIUSEPPE GIULIETTI. Condivido molte delle cose già dette dalla collega Mascia. Vorrei soltanto ringraziare i molti colleghi e il rappresentante del Governo che hanno seguito questa vicenda per la sensibilità dimostrata.
Vorrei ringraziare anche il relatore D'Alia per la capacità che ha avuto di sintetizzare in un testo unitario proposte molto diverse tra loro. Egli sembra aver recepito una serie di messaggi provenienti da alte cariche istituzionali, tra cui il Presidente della Repubblica Ciampi, il Presidente della Camera Casini, il ministro Pisanu ed altri esponenti del Governo.
La giornata che vogliamo introdurre non tende ad annullare le identità. È una giornata che dice: «Non si usino le identità e i simboli per staccare teste, ma si usino simboli ed identità per favorire e per allargare il dialogo e la conoscenza di ciò che di diverso abbiamo avuto ».
La proposta di introdurre una nuova festività è risultata non praticabile e il Governo è stato chiaro rispetto alle ragioni temporali ed economiche che ne impedivano l'accoglimento. L'opposizione e i colleghi della maggioranza hanno preso atto di queste difficoltà e hanno lavorato per trasformare questa festa in una giornata nazionale. Mi auguro inoltre che questa novità possa essere portata dalla nostra delegazione di europarlamentari al Parlamento europeo, perché il confronto tra le diversità è un'idea moderna, che va condivisa.


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Il filone della preghiera del pontefice ad Assisi, che unisce tutte le confessioni religiose, è vicino al filone laico che anima il movimento della pace e del volontariato.
Sicuramente riproporrò l'idea della festa nazionale, ma allo stato attuale possiamo accontentarci di questo testo. Mi sembra un testo equilibrato, serio, sensato e non di parte.

MARCO BOATO. Condivido molte delle considerazioni che sono già state fatte e non voglio ripeterle. Faccio questa dichiarazione di voto anche a nome della collega Cima che si è dovuto allontanare per un incontro con la delegazione eritrea.
Vorrei ringraziare il collega D'Alia, il presidente che ha assunto la veste di relatore, il rappresentante del Governo e la maggior parte dei gruppi che hanno permesso di realizzare un'ampia convergenza su questo testo.
Ho soltanto un punto di divergenza rispetto a quanto detto dal collega Giulietti. Non riproporrò l'idea della festività nazionale per un semplice motivo: penso che questa proposta, che impegna le istituzioni e le scuole a dedicare una o più ore al tema della pace sia molto più efficace del giorno festivo, in cui in genere si sta a casa.

FEDERICO BRICOLO. Siamo assolutamente favorevoli al riconoscimento del 4 ottobre quale giorno festivo in onore di San Francesco. Siamo tuttavia indignati per come questa iniziativa, di per sé lodevole, sia stata strumentalizzata dal centrosinistra e subìta da parte del centrodestra.
Se si vuole una festa per i centri sociali, è possibile farla ma si deve scegliere un altro santo. San Francesco con questa visione della sua figura non c'entra assolutamente nulla. Mi permetto, signor presidente, di citare alcuni passaggi di un libro scritto da Vittorio Messori, uomo di fede e scienza, nel


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2001, in cui egli parla di San Francesco. Cito testualmente: «Francesco d'Assisi ci è troppo prezioso per lasciarlo ai faciloni, ai disinformati quando non ai falsari. Di recente, uno che conosce bene il santo vero, quello della storia e non del mito che oggi circola, ha reagito con la passione che gli è propria. Ha detto dunque Franco Cardini, il medievalista, lo storico delle crociate - e Francesco d'Assisi è il prodotto più rappresentativo ed ortodosso della chiesa delle crociate; come fate, cara Mascia, a considerarlo il paladino dei pacifisti - ...»che quel grandissimo non è affatto il personaggio che generalmente ci viene presentato adesso. Non era il precursore dei teologi della liberazione. tantomeno fu l'araldo di un cristianesimo dolciastro, melenso, ecologico-pacifista: il tipo che ride sempre, lo scemo del villaggio che parla con gli uccellini e fa amicizia con i lupi. Gli voglio troppo bene, a Francesco, per vederlo ridotto così dai suoi sedicenti seguaci. No, Francesco era ben altro. Il problema è importante: ancora oggi, la straordinaria figura del figlio di Pietro Bernardone esercita un fascino unico sugli uomini di ogni razza, di ogni fede, di ogni incredulità. Ma spesso il loro Francesco non è mai esistito. A lui credono di rifarsi adepti e proseliti di molte ideologie e utopie contemporanee, sospette e magari dannose sotto le nobili apparenze. È nel suo nome che si parla di uno spirito d'Assisi che ha spesso l'aria di uno spirito di pseudoecumenismo da «8 settembre», da «tutti a casa»«».
Vorrei continuare a leggere: «Dopo la conversione, tutta la sua vita è segnata dall'ansia non di dialogare accademicamente con i musulmani, ma di convertirli a Gesù Cristo. Più volte tenta di giungere in Oriente con lo scopo esplicito di conseguire il martirio: non andava, dunque, per diffondere idee ireniche, ma per predicarvi il vangelo in modo così esplicito da meritare la morte dagli infedeli. Del resto, i primi martiri


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dell'epoca francescana sono San Daniele e i suoi compagni, trucidati in Marocco poco dopo la morte del santo perché, malgrado gli avvertimenti delle autorità islamiche, non vollero saperne di dialogo... Quanto a Francesco stesso, dopo due tentativi infruttuosi, riesce finalmente a giungere in Oriente nel 1219, a seguito della quinta crociata. Il serafico crociato? Avrà certamente preso le distanze da quei sanguinari predoni, quei sedicenti cristiani, così lontani dal futuro spirito di Assisi... Peccato che ci sia per loro un altro scandalo quasi intollerabile. Quando, dopo essere scampato per miracolo alla morte e avere subìto dai musulmani percosse sanguinose, il santo riesce finalmente ad arrivare davanti al sultano Malik al-Kamil, era con lui un confratello, Illuminato, il quale ci ha lasciato questo testuale ricordo: » Il sultano gli sottopose anche un'altra questione: «Il vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vuol togliervi la tonaca. Perché allora voi cristiani volete le nostre terre?». Rispose il beato Francesco: « Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Altrove infatti è detto: »Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da te. E con questo Gesù ha voluto insegnarci che, se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro come la pupilla dell'occhio, dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tentasse di allontanarci dalla fede e dall'amore del nostro Dio. Proprio per questo, i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla religione di lui quanti uomini potete. Se invece voi voleste conoscere, confessare e adorare il Creatore e Redentore del mondo, vi amerebbero come se stessi«».


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Per questo dico che il santo a cui fate riferimento in questa proposta è sbagliato. Dovete cambiare santo se volete fare una legge a favore dei centri sociali e dei pacifisti. Questo è un modo indecente di vedere la figura di San Francesco.
Messori conclude dicendo: ...«Questo frutto migliore del Medioevo cristiano, questo figlio meraviglioso della demoralizzata chiesa delle crociate esige di essere preso sul serio...»Qui mi rivolgo anche all'onorevole Bianchi che aveva inizialmente proposto il testo, cito: «La sua grandezza è irrisa, quando si tenta ritirarlo dalla parte delle nostre cause di oggi, magari anche degne, ma che non furono le sue».
Messori dice a questa Commissione che in questo modo offendiamo San Francesco e offendiamo la sua vita e le sue opere, portando avanti questa iniziativa con il voto favorevole che voi volete dare.
San Francesco non è certo un santo pacifista né tantomeno una figura rappresentativa per i centri sociali o per i pacifisti. Pertanto voteremo contro il testo unificato e al Senato faremo di tutto per riportare il testo alla formulazione originaria, sulla quale molto volentieri esprimeremmo un voto favorevole, perché riteniamo che una festività in onore di san Francesco sia doverosa in questo paese.

MICHELE SAPONARA. Signor presidente, mi dispiace contraddire il collega Bricolo, ma come rappresentante di Forza Italia voterò a favore di questo testo, invitando ovviamente tutti i colleghi a fare altrettanto. Che noi dobbiamo convivere con culture diverse è ormai un dato di fatto incontestabile; quindi è giusto e doveroso che si dialoghi e che non si faccia del male. Di recente ho avuto la fortuna di partecipare ad un pellegrinaggio in Terra santa con altri colleghi e mi sono rafforzato nell'idea della necessità del dialogo.


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GIOVANNI BIANCHI. Vorrei dire al collega Bricolo che conosco Messori e ho una qualche amicizia con lui. Credo che quel discorso abbia in sé la sua autocritica. Quando egli afferma che non esiste soltanto il Francesco che incontra il lupo di Gubbio e lo ammansisce, egli intende opporsi ad un certo modo di rappresentare San Francesco, che però non si lascia catturare da nessuno e quindi neppure da Messori o credo che lui stesso sarebbe d'accordo con la mia valutazione. Se c'è una personalità che spiazza è esattamente quella di San Francesco. Ci giudica ma non si lascia giudicare.
Avevo proposto di istituire la festa di San Francesco. Il Governo ha risposto con argomentazioni che non meritano propaganda. A partire dal 1986, fino a tre anni fa, il Papa ha pregato ed ha dialogato con i rappresentanti delle altre religioni. Ad Assisi c'erano tutti i rappresentanti religiosi e san Francesco ne sarebbe stato contento.
Abbiamo di fronte uno scenario tragico che oscilla tra terrorismo e fondamentalismo religioso. Abbiamo il dovere di battere il terrorismo, ma abbiamo anche il dovere di capire che il fondamentalismo, che genera il terrorismo, può essere battuto dalle religioni nelle quali nasce. Per questo è importante il dialogo religioso.

MASSIMO GRILLO. Sottoscrivo quanto già dichiarato dall'onorevole Giulietti e dall'onorevole Bianchi. Credo che dalla Commissione oggi venga una testimonianza di dialogo e confronto delle diverse identità. Auspichiamo tutti che questo confronto possa essere trasferito nel mondo esterno.
In fondo, rispetto alle dolorose situazioni di scontro culturale che viviamo in questo momento, abbiamo bisogno non soltanto delle risorse politiche ed economiche, ma soprattutto delle risorse culturali, ricche di significato simbolico e di valori. Attraverso questa prima tappa arriveremo in momenti


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successivi ad un'evoluzione tesa a favorire il dialogo interculturale e religioso.

NICOLÒ CRISTALDI. Vorrei soltanto dire che il testo che stiamo per votare, lo avrebbe votato anche Franco Cardini. Lo voterebbe anche Khaled Fouad Allam, che nell'area mediterranea è l'esponente musulmano più accreditato.
Conosco queste due persone e tutte e due sarebbero secondo me d'accordo nell'individuare una giornata nella quale ciascun individuo possa fermarsi a riflettere sulla pace, che è un concetto universale che appartiene a tutti i popoli e a tutte le culture. Lo stesso discorso vale per il concetto di fraternità. Nelle culture e nelle religioni diverse è un concetto che, al di là delle giuste considerazioni fatte dall'onorevole Carrara, non è contestabile.
Se poi possa essere addirittura considerato limitativo è altra cosa, ma per intanto vuol dire rispettare la cultura diversa dalla nostra. Per quel che riguarda le crociate, e lo dico con grande rispetto anche per chi la pensa diversamente, anche faccio presente che lo stesso Pontefice si è fermato a riflettere sul significato di certe operazioni. Giovanni Paolo II ha riconosciuto pubblicamente che in materia di crociate c'è stato un errore del potere ecclesiastico del tempo, come nel caso di Girolamo Savonarola, oppure di Galileo Galilei.

PRESIDENTE. Sono così concluse le dichiarazioni di voto. Il testo unificato sarà subito votato per appello nominale.

Votazione nominale.

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale sul provvedimento di cui si è testé concluso l'esame.


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(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Proposte di legge: Giovanni Bianchi; Sereni; Giulietti e Grillo, in un testo unificato e con il seguente titolo:
«Riconoscimento del 4 ottobre quale solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in onore dei Patroni speciali d'Italia, San Francesco d'Assisi e Santa Caterina da Siena» (2285-2405-2595-2753):
Presenti e votanti 36
Maggioranza 19
Hanno votato sì 34
Hanno votato no 2

(La Commissione approva).

Hanno votato sì: Amici, Banti, Bianchi Giovanni, Bielli, Boato, Bruno, Carrara, Colasio, Coluccini, Conte, Cristaldi, Di Giandomenico, Garagnani, Giorgetti Alberto, Giulietti, Grillo, Leoni, Loddo, Lupi, Maninetti, Mascia, Milanato, Montecchi, Palma, Perlini, Reduzzi, Sabattini, Saglia, Saponara, Schmidt, Sterpa, Stradella, Zanettin e Zeller.

Hanno votato no: Bricolo e Fontanini.

La seduta termina alle 15,20.

 

 

Riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giornata delta pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse.

Art. 1.

1. All'articolo 1 della legge 4 marzo 1958, n. 132, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1 dopo le parole «solennità civile» sono inserite le seguenti «e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse,»;
b) dopo il primo comma è aggiunto il seguente:

«1-bis. In occasione della solennità civile del 4 ottobre sono organizzate cerimonie, iniziative, incontri, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, dedicate ai valori universali indicati al primo comma di cui i Santi Patroni speciali d'Italia sono espressione».

2. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.