DICHIARAZIONE DI VOTO CONTRARIO DI DARIO MISSAGLIA,

A NOME DELLA DELEGAZIONE “VALORE SCUOLA” DEL CNPI



Dichiarazione di voto di Dario Missaglia, a nome della delegazione “Valore Scuola” del CNPI
nella seduta del 15 luglio, relativa al punto dell’ordine del giorno: “ Progetto
di innovazione relativo agli obiettivi di apprendimento per i primi due anni della scuola elementare”

Voglio subito esprimere il mio apprezzamento, anche a nome di tutta la delegazione, per il lavoro che il Comitato orizzontale scuola elementare ha istruito così come per i toni e le argomentazioni che ho ascoltato da parte di chi mi ha preceduto.
La diversa valutazione finale che noi esprimeremo non inficia tutto ciò, anzi io credo che anche chi oggi voterà in maniera diversa, dando il proprio consenso condizionato al provvedimento, apprezzerà l’utilità e l’importanza della nostra decisione.

Questo decreto cade in un momento cruciale per la L.53 e la sua attuazione.Non richiamo, in quanto note, le diverse valutazioni su quella legge. Ma certo oggi siamo tutti preoccupati del fatto che ancora una volta non si prospetta una politica di investimenti volta a valorizzare la scuola pubblica. Neppure nel Dpef, stando alle prime indiscrezioni, la scuola avrà certezza di quelle risorse necessarie per costituire uno dei terreni di investimento del Paese e ciò è drammaticamente grave perché condanna la scuola all’abbandono, alla marginalità e, come si vede, anche alla improvvisazione.
Vedete, la L.53 prevede strumenti chiari per la sua attuazione: decreti legislativi e regolamenti, altro non è dato. Certamente il Parlamento può tornare su quelle decisioni: Può ritenere più utile, vista la situazione attuale, prendere una pausa di riflessione, sospendere a tempo l’attuazione della legge e concertare con i sindacati e le associazioni della scuola una sperimentazione nazionale in grado di verificare sul campo alcuni nodi della riforma per fare poi, della valutazione di quella esperienza, un nuovo materiale per elaborare nuove proposte.

Ma così non è . Non c’è alcuna decisione del Parlamento e la sperimentazione ai sensi dell’art.11 del DPR 275 , evocata dalla bozza ministeriale, non si può chiamare sperimentazione.
Questo strumento, tecnico e politico, richiede infatti un progetto definito nelle finalità, nei tempi, obiettivi e risorse. Nessuno di questi requisiti è assicurato. Come si fa a scrivere “fino a quando non saranno adottati::”. E se il decreto fosse varato a novembre cosa si dirà alle scuole “abbiamo scherzato ?”. E ancora, non c’è nulla sulla strumentazione di monitoraggio e valutazione che devono accompagnare una seria sperimentazione. In questo quadro, state attenti, voi correte il rischio di avallare due gravi conseguenze:
- se l’autonomia, che condividiamo tutti come valore forte, non viene esercitata in un quadro nazionale di coerenze definite, quella autonomia scade in un fai da te invalutabile ed improduttivo.
- i “piani di studio personalizzati” che oggi costituiscono una scrittura privata ed anonima,
acquisterebbero una immeritata cittadinanza nella scuola. Il Ministro li invii piuttosto alle commissioni parlamentari per il parere e come bozza di regolamento li restituisca al CNPI per il parere.


Ed infine, detto che sulle osservazioni e proposte che riguardano l’art.2, siamo del tutto d’accordo, vengo al punto centrale. Il Consigliere Massenti ( Snals) ha lucidamente espresso il valore di una proposta che, attraverso il consenso subordinato, obbligherà l’amministrazione o ad accogliere o a respingere formalmente la proposta di modifica.Non ci sfugge che chiedere la soppressione della frase “una prima attuazione delle innovazioni coerenti…”, rappresenti un nodo cruciale e condivisibile. Voglio anzi sottolineare che voi state affermando una cosa fondamentale: che quel provvedimento, così come è scritto, è illegittimo e se tale resterà, dovrete insieme a noi denunciarne l’illegittimità. In fondo ci differenziamo in questo. Voi, rilevando le ragioni dell’illegittimità, chiedete di sopprimere ciò che lo rende illegittimo. Noi riteniamo invece che proprio quel passaggio, essendo la ratio del provvedimento, non potrà essere modificato e per questo votiamo contro quella bozza di decreto.
Non nascondo che se fossimo in un altro contesto, alle prese con un Governo che rispetta le regole, che si confronta con i sindacati e le associazioni, un atto di fiducia si potrebbe rischiare. Ma così non è , purtroppo. Non per un nostro pregiudizio ma per i troppi e gravi fatti che sono sotto gli occhi di tutti, riteniamo in piena coscienza di esprimere il nostro no.