Punto per punto. Il disegno di legge Moratti

Il Manifesto, 8 ottobre 2004


L'autonomia degli atenei E' tra i pochi, scarni, risultati di principio ottenuti dalla protesta della primavera scorsa. L'università - definita «sede della formazione e della trasmissione critica del sapere» - si conferma luogo deputato a coniugare ricerca e didattica di cui il ministero si impegna a garantire completa libertà anche tramite un «piano programmatico di investimenti» da concordare con la Crui e il parlamento.

Nuovi criteri per la valutazione

E' il prezzo pagato all'autonomia, la sua contropartita. I finanziamenti pubblici e privati destinati all'università - sinora erogati essenzialmente in base al numero degli iscritti - verranno invece stabiliti secondo criteri di «qualità, competenza, merito, «attrattività, utilità sociale» e, soprattutto, «competitività» verificati in un «apposito sistema nazionale» che «tenga conto» delle valutazioni fatte dalle singole università.

Il concorso nazionale

Verrà bandito annualmente, dal ministero dell'università e della ricerca, solo su base nazionale. La durata dell'idoneità scientifica non sarà superiore ai cinque anni e dal listone nazionale le università potranno «pescare» gli idonei secondo propri regolamenti. La procedura avrebbe come obiettivo quello di sconfiggere il baronato accademico.

La precarizzazione

In base al nuovo ddl, le università potranno stipulare contratti di lavoro a tempo determinato rinnovabili per non più di tre anni continuativi e che, nelle università statali, potrebbero costituire sino al 50% del numero complessivo dei contratti. Gli stipendi dei «precari» sono a carico degli atenei medesimi. Accordi a tempo determinato anche per chi - possessore di laurea specialistica o studioso in possesso di qualificazione scientifica adeguata - venga chiamato a svolgere attività di ricerca e di didattica integrativa.

Professori part-time

Abolita la distinzione tra professori a tempo pieno e tempo parziale. L'attività minima, pagata con stipendio fisso è di 350 ore di lavoro annue, di cui 120 di didattica in aula.

Al via le cattedre private

Le università avranno la possibilità di realizzare specifici programmi di ricerca sulla base di convenzioni con imprese, fondazioni, soggetti pubblici o privati. E' possibile l'istituzione per tre anni di posti di docente di prima fascia il cui onere finanziario sarà a carico dei committenti.

Aboliti i ricercatori di ruolo

E' questo il vero nodo della protesta. La loro posizione viene trasformata in «ruolo ad esaurimento». A quelli oggi in servizio sarebbe attribuito il titolo - poco più che formale - di professore aggiunto. Resta immutato il loro stato giuridico ed economico.