Da
Washington a Napoli, il tam-tam di Internet chiama il pacifismo in piazza
di t.d.m.
In tutto
il mondo, un week-end contro la guerra: dagli Stati Uniti all'Italia centinaia
di migliaia di persone si sono date appuntamento per ripetere il loro rifiuto
alla guerra americana contro Saddam. Sono previste manifestazioni a San
Francisco e Washington, ma anche a Tucson e a Honolulu negli Stati Uniti, a
Napoli in Italia, a Bruxelles in Belgio, ad Amburgo, Colonia e Heidelberg (di
fronte al Comando Usa in Europa) in Germania e in molte altre città.
Gli
slogan sembrano quelli di trent'anni fa, delle marce contro il conflitto del
Vietnam che unì i campuses di Berkeley e St. Paul alla Sorbonne di
Parigi, passando per la Statale di Milano. Ma i protagonisti sono diversi. Non
solo da un punto di vista per così dire sociologico, ma anche nelle forme di
organizzazione. La Rete è il grande momento unificatore e organizzativo, che
mette insieme gli studenti di oggi e i loro padri, i professori e l'universo
dei anti-globalizzatori.
La
chiamata alle piazze attraverso Internet è partita dagli Usa, dove
l'organizzazione più attiva sul fronte dell'impegno anti-guerra, Not In Our Name raccoglie sul suo
sito il calendario
delle manifestazioni previste per sabato 18 gennaio, comprese le due di San
Francisco e Washington promosse da International
A.S.W.E.R.. Ma anche in Italia, dove le diverse anime dei movimenti
trovano nel web uno snodo comune. Come Rete
Lilliput alla quale fa riferimento il pacifismo italiano, soprattutto
quello di matrice cattolica e non-violenta, alla Rete NoGlobal sul cui
sito c'è la chiamata
alla manifestazione antiguerra in programma a Napoli sempre per il 18 gennaio,
in collegaamento ideale con le marce statunitensi.
L'ampiezza
del movimento contro la guerra è testimoniata anche dall'improvviso interesse
della stampa di mezzo mondo per un movimento che sembrava annichilito dal clima
di “armiamoci e partite” scatenatosi nel mondo dopo gli attentati di New York
dell'11 settembre. Dal quotidiano USAToday che dedica alcuni servizi
all'ondata pacifista che attraversa il mondo in questo sabato di gennaio, al
parigino Libération che nel numero in edicola sabato 18 consacra uno speciale al
movimento antiguerra che sta montando in Francia e negli Stati Uniti. E il Los
Angeles Times spiega come la generazione che combatté la II Guerra
mondiale sia oggi fortemente contraria all'avventura bellica di Bush.
Nonostante
il bellicismo dei loro governanti, il pacifismo degli americani ha già avuto
modo di mostrarsi nei mesi scorsi. Il 26 ottobre scorso furono 100 mila le
persone che si riunirono nella capitale degli Stati Uniti e oltre 50 mila si
ritrovarono a San Francisco, per protestare.
L'opposizione
sta assumendo anche forme diverse dalle tradizionali manifestazioni di strada.
Ad esempio, l'organizzazione MoveOn - che
conta circa 600 mila membri e promuove iniziative politiche utilizzando
essenzialmente Internet - ha speso 400 mila dollari per riproporre un vecchio
spot pacifista utilizzato dal presidente Lyndon Johnson per battere in campagna
elettorale il candidato estremista Barry Goldwater, in piena guerra fredda e
riaggiornato per contestare la guerra statunitense contro Baghdad. Let The
Inspections Work, lasciate lavorare gli ispettori, è il titolo di questa
campagna che mostra una bambina mentre sfoglia una margherita sullo sfondo di
un prato verde che viene sostituito da immagini di guerra mentre avanza
inesorabile un conto alla rovescia (clicca uno dei link per vedere il filmato
in formato RealMedia
o in formato QuickTime)
Fin
qui, il quadro della mobilitazione internazionale. Ma cortei, presidi, mostre e
mercatini solidali ci sono stati anche in Italia: un pulviscolo di iniziative
per la pace si sono svolte sabato 18 gennaio in tantissime città, indette da
associazioni locali, gruppi di disobbedienti, forze politiche. Due i cortei di
rilievo, a Napoli e a Firenze.
A Firenze
Una catena umana della pace, tra i due ponti sull' Arno tra i quali ha la sede
il consolato USA di Firenze, ha concluso il corteo promosso oggi pomeriggio dal
Firenze Social Forum contro l' intervento militare statunitense in Iraq. La
manifestazione, sorvegliata dalle forze dell' ordine, si è svolta senza
incidenti.
La catena è stata formata sui lungarni dai manifestanti - 2.000 per le forze
dell' ordine, 3.000 secondo gli organizzatori - i quali si sono disposti tra il
ponte Vespucci e il ponte alla Vittoria, con una simbolica interruzione (la catena
non ha
completato il giro) nei pressi del consolato americano,presidiato dalle forze
dell' ordine. Alcuni bambini stranieri - due bimbi originari di Lafayette
(Indiana, Usa) e una piccola curda - sono stati accompagnati da adulti ad
appendere una bandiera della pace sul portone del consolato.Il corteo è partito
verso le 15,30 da piazza Santa Maria Novella e si è poi diretto nei pressi del
consolato Usa. Alla testa c' erano gli striscioni di «Firenze città aperta», di
«Not in our name», appartenente ad un gruppo di americani residenti a Firenze
contrari alla politica estera del loro paese, e del comitato Iraq-Usa
costituito a Firenze già nel 1991, per la prima guerra del Golfo. Presenti
anche gli striscioni di Emergency, Laboratorio per la democrazia e centro
sociale Cpa, oltre a bandiere di Rifondazione comunista e Ds.
A Napoli
i disobbedienti campani rispondendo all'appello della rete dei pacifisti
americani sono partiti da piazza del Gesù, nel centro storico cittadino diretti
in piazza Plebiscito. Sventato il rischio di una presenza di neonazisti in
corteo per le strade della nostra città: il corteo annunciato da Forza Nuova in
concomitanza con la manifestazione pacifista anche a Napoli è stato poi
annullato. I manifestanti, tra cui alcune sigle di disoccupati di Napoli e
provincia e un folto numero di extracomunitari, sono partiti da Piazza del Gesù
diretti a Piazza del Plebiscito dove effettueranno un presidio. Alla testa del
corteo, dietro ad uno striscione su cui campeggia una scritta contro la guerra,
anche le «donne in nero» napoletane.
Grande
manifestazione, poi, anche a Bergamo dove hanno sfilato per le vie del
centro circa duemila persone. Il corteo, promosso dalla Tavola della Pace, che
raggruppa partiti politici, movimenti, organizzazioni sindacali e associazioni,
è partito dal piazzale della stazione dei treni sfilando pacificamente con
striscioni e bandiere fino al comune dove si è conclusa la manifestazione.
Tanti i giovani presenti, studenti e rappresentanti dei centri sociali. A
conclusione della manifestazione, caratterizzata da canti e musica, i pacifisti
hanno tracciato sulla piazza del Municipio la grande
scritta: «no war».
Il
Social Forum romano, invece, aveva dato appuntamento a Gaeta per una
manifestazione davanti alla base militare Usa (VI Flotta), e domenica 19
pomeriggio a Roma , in piazza Campo dè Fiori alle ore 16.00. Sabato
mattina una delegazione, composta dalla sen. Loredana De Petris (Verdi) e
dall'on. Silvana Pisa e da alcuni rappresentanti delle associazioni, ha
consegnato al Presidente del Parlamento europeo, Pat Kox, tramite l'ufficio di
rappresentanza a Roma, e al segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, un
appello affinchè venga fatto tutto il possibile per scongiurare l'intervento
armato in Iraq . Nell'appello tra l'altro si fa appello al Parlamento Europeo
che si pronunci «affinchè i governi europei e tutti i paesi aderenti alla NATO
non concedano alla guerra preventiva all'Iraq, le basi militari NATO e lo
spazio aereo. Ciò perchè l'invocata attivazione dell'art. 5 è legittima solo in
caso di guerra di difesa e non è applicabile nel caso di una aggressione armata
come quella organizzata contro l'Iraq». In serata due concerti per la pace nei
centri sociali Forte Prenestino e Villaggio Globale.
A Bari
l'occasione per ritrovarsi è uno spettacolo di Moni Ovadia al Teatroteam
con un banchetto per la raccolta di firme e fondi di Emergency nel foyer.
A Genova
Emergency, Amnesty, Legambiente e Mani Tese organizzano per tutto il giorno
(dalle 10 alle 19) un mercatino della pace in via Montevideo, dove viene
esposta anche una mostra fotografica.
A Milano
in serata una serie di dibattiti, uno dei quali, importante per il mondo
dei cattolici impegnati per la pace, dal titolo "PACE IN TERRA UN SOGNO
IMPOSSIBILE? I CRISTIANI E LE VIE DELLA PACE". A 40 anni dall'enciclica
"Pacem in Terris" l'incontro vede la partecipazione del cardinale
Roger Etchegaray, consigliere di papa Giovanni Paolo II, già presidente di
"Iustitia et pax", una delle figure della Chiesa più autorevoli
impegnate nel dialogo interreligioso e per la pace, inviato del papa in Iraq e
per la risoluzione della crisi della Chiesa della Natività a Betlemme nel
Natale dell'anno scorso. La conferenza è alle ore 10.00 Salone PIO XII via S.
Antonio 5 Milano. Tra i promotori:la Caritas Ambrosiana, il Centro di Pastorale
Giovanile, CSA Ecumenismo e Dialogo, Pastorale dei Migranti, Pastorale
Missionaria, Pastorale Sociale e del Lavoro.
Tutte
queste iniziative sono di «assaggio» rispetto al «piatto forte» della grande
manifestazione per la pace indetta per il 15 febbraio a Roma.