Da http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=5375

 


Rivolgendosi a Mimun come "caro Direttore", Daniela Tagliafico scrive "dopo oltre un anno e mezzo di percorso in comune, ti chiedo di essere esonerata dall'incarico di vice direttore del Tg1 perché ritengo che non ci siano più le condizioni che mi consentono di svolgere adeguatamente le mie mansioni".

Ricorda di essere cresciuta insieme a Mimun nella redazione interni del tg ("ho imparato molto da te. Ho apprezzato il gusto per le immagini, lo stile dei tuoi servizi che rompeva la noiosa liturgia delle cronache politiche, il tuo essere pungente sempre con correttezza e competenza").

Ma dopo la carezza arriva il pugno: "Oggi, pur esprimendo il massimo rispetto per il tuo ruolo di Direttore, devo sottolineare il mio disagio nel vedere la pagina politica del Tg1 trasformata in un 'panino' blindato in cui apparentemente si dà voce a tutti, ma quella dell'opposizione è sistematicamente collocata in testa o in mezzo per poter chiudere con la maggioranza o con il governo".

Poi la Tagliafico fa esempi concreti citando alcuni episodi. "Ti espressi il mio disappunto, al tempo del caso Berlusconi-Schultz, per il mancato utilizzo dei sonori. Non riesco a sfuggire all'impressione che quando sono "scomodi" si preferisca eliminarli in nome di un riassunto scritto che magari non esclude nessuno, ma uccide la completezza e le regole televisive". Quindi si passa ad un caso più recente: "Reitero il mio disappunto oggi per come è stata trattata e impaginata (sia nell'edizione delle 20 di ieri che in quelle successive) la polemica sull'euro che ha visto protagonisti Berlusconi, Ciampi e Prodi. La sequenza cronologica dei servizi, che impastava euro, scuola, verifica di governo e poi ancora euro, ha reso - a mio avviso - incomprensibile la materia del contendere che l'Ansa ha titolato: "Euro: da Ciampi e Berlusconi giudizi divergenti" e il Corriere della Sera: "Berlusconi attacca l'euro, Ciampi lo difende".

La Tagliafico continua serrata: "Inoltre non riesco più a capire le regole: a volte si stabilisce che se ci sono reazioni a un certo avvenimento bisogna, per par condicio, dare una voce della maggioranza e una dell'opposizione e, in caso di una sola, aspettarne altre e riferirne per completezza nelle edizioni successive. Altre volte (come ieri sera) si riferisce la sola posizione del leghista Calderoli contro il Presidente della Repubblica... Ricordo, peraltro, che poco tempo fa, in occasione della polemica Calderoli-governo si decise di non citarlo perché "non sufficientemente rappresentativo". Come vedi c'è una certa oscillazione".

Le critiche del vice direttore non sono finite: "Attraverso i nostri servizi (su consumi e tempo libero degli italiani, ndr), spalmiamo una patina di gaudenza che non credo corrisponda al paese reale. Non ho mai manifestato pubblicamente queste mie opinioni, attraverso interviste, durante le assemblee di redazione perché ritengo che se si è dirigenti di un giornale ci si fa carico (pur discutendo) delle linee editoriali e soprattutto pubblicamente si rispettano le scelte del Direttore".

"Ho cercato di praticare la strada del confronto con te. Tu mi proponevi l'ultimatum: se non condividi la linea del giornale, ti dimetti. Io rivendicavo la terza via: non condivido, ma se ne discute in un corretto scambio di valutazioni professionali".

Si arriva alle valutazioni finali: "Adesso sono troppe le ragioni di non condivisione e troppo pochi gli spazi di discussione
. Per quanto riguarda il nostro rapporto fiduciario, devo constatare che vengo esclusa dalle scelte editoriali e di organizzazione interna al giornale, che apprendo le novità dai comunicati in bachehca e che non vengo invitata alle riunioni alle quali vedo partecipare gli altri viece direttori.

Sono condizioni che non si confanno a quello che io credo debba essere il ruolo di un vicedirettore del più importante telegiornale italiano".

Un leale saluto.
Daniela Tagliafico