http://www.camera.it/chiosco.asp?source=&position=Organi%20Parlamentari\L'Assemblea\Resoconti%20dell'Assemblea&content=/_dati/leg14/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed466/s000r.htm
(Indicazioni impartite ai militari italiani per evitare il
loro coinvolgimento nelle pratiche di tortura e impegno del Governo per una
svolta nella politica sull'Iraq - n. 3-03374).
PIERO FASSINO. Signor Presidente, sarò molto
sintetico. La gravità delle torture e dei fatti accaduti in questi giorni è evidente a tutti ed è evidente a tutti che la vicenda
irachena non è più quella di prima e un dovere di trasparenza e di chiara
assunzione di responsabilità compete a ciascuno di noi.
Pongo al ministro tre questioni. La prima. L'Italia, presente in Iraq con il
terzo contingente militare come quantità ed impegno, era a conoscenza della
pratica delle torture e dei maltrattamenti nelle carceri irachene e nelle
carceri gestite dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna? Pongo questa domanda
perché, da notizie apparse sulla stampa e da alcune dichiarazioni, emerge che
c'erano tutti i presupposti per sapere. Vorremmo sapere se ciò risponda al vero.
In secondo luogo, cosa si è fatto per rappresentare alle
autorità statunitensi ed inglesi (posto che a noi pare che vi fossero i
presupposti per sapere), la gravità...
ANTONIO MARTINO, Ministro
della difesa. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante. In
premessa alle molteplici domande di questa e delle seguenti interrogazioni che afferiscono alle vicende delle torture praticate nei
confronti di catturati iracheni, ribadisco che il
Governo è rimasto sorpreso e sdegnato nell'apprendere notizie di cui era
completamente all'oscuro e per fatti inimmaginabili ed imprevedibili che
fermamente condanna (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di
Alleanza nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di
centro e del deputato Sgarbi)!
Desidero subito sottolineare che nessun rapporto della
Croce Rossa internazionale è stato mai trasmesso al Governo, conformemente alla
regola che i risultati delle visite ispettive della Croce Rossa formano oggetto
di rapporti e valutazione riservati ed esclusivi fra il comitato e le autorità
dei paesi sotto la cui giurisdizione ricadono i siti oggetto dell'ispezione. Né tantomeno altre organizzazioni
internazionali ci hanno mai fornito informazioni su simili episodi. Quanto ad
un documento di Amnesty International del luglio dello scorso anno reperibile su
Internet, la materia fu oggetto di contatti diretti tra la stessa
organizzazione e le autorità americane; su di essa riferì in Parlamento il 3
luglio 2003 il sottosegretario Boniver. Sottolineo anche e comunque che gli episodi risulterebbero
avvenuti in siti dislocati in località al di fuori dell'area di responsabilità
del contingente italiano e pertanto non da questo accessibili.
Quanto al comportamento dei nostri militari, esso rispetta i principi e le
norme del diritto internazionale umanitario unitamente alle regole di ingaggio contemplate dalle direttive della difesa
aderenti alla legislazione nazionale ed internazionale.
Sull'ipotesi di disporre controlli a sorpresa nelle carceri irachene da parte
di militari italiani, sottolineo che l'accertamento
delle condizioni e del trattamento dei soggetti nelle carceri attraverso visite
ispettive è un compito proprio del comitato internazionale della Croce Rossa.
Sulla questione del ruolo delle organizzazioni internazionali e dell'ONU in
particolare, il Governo è costantemente impegnato in tutti i fori
internazionali, in seno all'Unione europea, negli incontri con
l'amministrazione americana e con il Governo del Regno Unito, nonché, da ultimo, con la Federazione russa, con la Francia
e con la Spagna affinché le Nazioni Unite svolgano in Iraq un ruolo attivo ed
incisivo a favore della ricostruzione politica.
Chiediamo che vi sia il trasferimento effettivo di poteri ad un governo
iracheno credibile e legittimato da una specifica risoluzione del Consiglio di
sicurezza. Questa linea ha ricevuto una conferma nei fatti e registriamo
favorevolmente il crescente coinvolgimento dell'inviato speciale del Segretario
generale, Brahimi, nella formazione degli assetti
iracheni che assumeranno responsabilità e poteri il 1o luglio
prossimo. Brahimi è stato in Italia meno di un mese
fa e ha ricevuto ampio sostegno ed incoraggiamento a creare le condizioni per
rispettare il percorso elettorale e costituzionale in Iraq.
Il ministro degli affari esteri si è fatto interprete di questa linea in
occasione dei recenti colloqui con il segretario di Stato americano Powell e con Kofi Annan (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia
e di Alleanza nazionale ).
Iniziative per accertare la
veridicità le denunce sulle torture praticate nei centri di detenzione in Iraq
- n. 3-03375)
PRESIDENTE. L'onorevole Franceschini
ha facoltà di
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente,
negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dopo l'ondata di terrore provocata dalle
immagini delle torture, i responsabili dei Governi sono stati convocati nei
loro Parlamenti e, sotto giuramento, davanti agli occhi della loro opinione
pubblica, hanno detto da quando erano venuti a conoscenza
delle torture. Non hanno vomitato insolenze e attaccato la stampa, come hanno
fatto molti vostri colleghi fino a pochi minuti fa. Ecco perché noi abbiamo
chiesto al Presidente del Consiglio di venire in Parlamento, ma, come al solito, egli aveva cose più importanti da fare e ha
scelto un'altra volta di fuggire dal confronto democratico con chi non la pensa
come lui (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo,
Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti
democratici italiani e Misto-Verdi-L'Ulivo) e ha
mandato lei. Si ricordi che in quest'aula le parole
sono pietre e vengono conservate per sempre. Noi la
ascolteremo e la stiamo ascoltando come se stesse
parlando con la mano destra alzata, dopo aver giurato di dire tutta la verità;
non perché glielo chiede l'opposizione, ma perché avete il dovere di dire a
tutti gli italiani se sapevate e avete taciuto (Applausi dei deputati dei
gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della
Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti
italiani, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-L'Ulivo).
ANTONIO MARTINO, Ministro della difesa.
Signor Presidente, il presidente del Comitato internazionale
della Croce rossa Kellenberger, il 10 maggio scorso,
ha rammentato che il rispetto della procedura da parte della Croce rossa
internazionale, di cui ho appena parlato, è stato sempre scrupoloso e che il
suo carattere riservato permette di evitare strumentalizzazioni politiche del
suo ruolo imparziale e le garantisce il libero accesso ai luoghi di detenzione.
Ciò trova conferma anche nelle parole del portavoce del comitato, Antonella Notari, che ha spiegato come il rapporto della Croce rossa
fu consegnato al capo dell'autorità provvisoria, al comandante statunitense
della coalizione, ma non agli italiani. Quanto alla
consegna dei fermati agli alleati, che costituisce per noi un obbligo, è
avvenuta nell'affidamento - che da nulla ci era
smentito - che il trattamento ad essi riservato sarebbe stato conforme ai
principi del diritto umanitario internazionale, essendo gli stessi alleati
firmatari della Convenzione di Ginevra.
Sottolineo anche che l'azione della nostra intelligence
è indirizzata sugli obiettivi di natura operativa e che, in un quadro di
reciproca cooperazione, trasparenza e legalità, non può essere invece mirata
sugli alleati o sulle organizzazioni internazionali umanitarie.
Ciò che risulta accaduto non era quindi né pensabile,
né prevedibile, né immaginabile. Si tratta di fatti illeciti, che
costituiscono, proprio perché tali, episodi del tutto eccezionali, e che comunque mai ci sono stati resi noti, né degli americani, né
dagli inglesi, né dagli altri paesi della coalizione.
L'evidenza che oggi hanno assunto gli episodi di
tortura ed abuso dei detenuti, che giudico abbietti e degni della massima
riprovazione, è oggetto, per quanto ci può interessare, di accertamenti in
tutte le direzioni. Mi riferisco anche alle dichiarazioni di ieri della vedova
di un nostro sottufficiale dell'Arma dei carabinieri, caduto a Nassiriya, riguardanti un locale luogo di detenzione,
gestito dagli iracheni, che viene ovviamente
considerato con grande scrupolo ed è oggetto di ogni approfondimento.
Deve peraltro essere sottolineato, fin d'ora, che di tali evenienze mai si era avuta alcuna notizia, come è stato già ieri precisato da
un comunicato dell'Arma dei carabinieri; del resto, sono note le ulteriori
dichiarazioni di smentita rese oggi ad un'emittente radiofonica dalla stessa
signora, alla quale va la nostra umana solidarietà (Prolungati applausi dei
deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega Nord
Federazione Padana).
Sempre con riguardo ai luoghi di detenzione iracheni, aggiungo che nel tempo sono
state acquisite generiche notizie, relative a gruppi
politico-religiosi locali, che possono avere svolto attività illegali o
in contrasto con i dettami religiosi nei confronti delle persone da essi
fermate; si tratta di attività estranee a possibili controlli delle stesse
forze di polizia irachene.
È verosimile che taluni di siffatti episodi abbiano costituito oggetto di cause
giudiziarie presso organi di giustizia iracheni. Ulteriori generiche
indicazioni sono pervenute in ordine a condizioni
igieniche e di sovraffollamento di luoghi di detenzione nella disponibilità
delle autorità irachene...
Elementi a sostegno dell'asserita
mancata informazione del Governo italiano in ordine alle
torture nelle carceri irachene - n. 3-03376).
PRESIDENTE. L'onorevole Deiana,
alla quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione, ha facoltà di
ELETTRA DEIANA. Signor ministro, come al solito, lei non risponde alle domande. Gliene abbiamo
rivolte tantissime durante questo anno, sull'argomento
della guerra. Noi le chiediamo conto dell'obbrobrio di guerra in cui lei e il
suo Governo avete trascinato il nostro paese.
Delle due l'una, signor ministro: o il suo Governo è
un'accolita di servi sciocchi, sudditi degli Stati Uniti D'America, che hanno
detto sì alla guerra, senza alcuna consapevolezza oppure, come noi crediamo e i
fatti stanno dimostrando, siete complici consapevoli e consenzienti non solo
della guerra e degli atti di rappresaglia di guerra che gli anglo-americani
stanno sviluppando, ma dell'orrore belluino che della guerra è parte
costitutiva, come anche voi dovreste sapere (Commenti del deputato La Russa).
ANTONIO MARTINO, Ministro della difesa.
Come ho già spiegato, il Governo non ha ricevuto
alcuna notizia in merito, né dalla Croce rossa internazionale, né da altre
fonti. Ciò esclude, ovviamente, la possibilità di fornire prove di un fatto non
noto (come, invece, richiesto dall'onorevole interrogante). Se qualcuno avesse,
in qualche modo, informato o comunque portato a
conoscenza il Governo degli episodi verificatisi, il Governo stesso avrebbe
immediatamente intrapreso le iniziative opportune nei confronti degli alleati.
Nel contempo, come stiamo facendo, avremmo chiesto il pronto e severo
perseguimento dei responsabili.
Nella premessa, l'onorevole interrogante fa riferimento al fermo che fu operato
cinque giorni dopo la strage del 12 novembre 2003 nei confronti di alcuni cittadini iracheni. Tale vicenda è stata più volte
richiamata dai media ed è oggetto di alcune
interrogazioni parlamentari alle quali il Governo avrebbe risposto non appena
fossero state inserite nell'ordine di lavori parlamentari.
Ciò detto, desidero mettere in evidenza che l'attività
svolta dal contingente italiano dopo la strage di Nassiriya
è stata, in gran parte, finalizzata al controllo ed alla individuazione di
elementi ostili. I comandi militari hanno riferito che i carabinieri, in data
19 e 20 novembre 2003, hanno fermato prima tre e successivamente
altri due soggetti ostili di cittadinanza irachena, che sono stati consegnati,
lo stesso giorno, al personale della coalizione di stanza a Tallil,
a venti chilometri da Nassiriya, dove sono stati
oggetto di accertamenti e di interrogatorio alla presenza di personale
italiano, a seguito del quale, dopo circa 24 ore, sono stati rilasciati. Nel
corso del temporaneo fermo nella base di Tallil, dette persone sono state tenute in una tenda ed alle stesse,
come i nostri militari hanno riferito, non sono stati inflitti maltrattamenti
di sorta ed è stato loro garantito il vitto e l'espletamento delle primarie
necessità. Inoltre, le rispettive famiglie erano state informate del fermo.
Quanto alle regole di ingaggio, desidero comunicare
che esse assicurano le condizioni per l'assolvimento dei compiti ed il
conseguimento degli obiettivi, garantendo le misure più efficaci per la tutela
e la sicurezza del personale. Più in particolare, desidero sottolineare
che esse precisano che l'uso della forza deve essere esercitata in relazione
alle circostanze, in misura proporzionale e che i soggetti ostili eventualmente
catturati, ai quali deve sempre essere garantito il trattamento previsto
dall'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra, siano consegnati al comando
della coalizione che esercita il controllo operativo delle forze.
Infine, rammento che anche le regole di ingaggio, che
sono consegne militari, non possono essere divulgate nel dettaglio, per non
vanificarne l'efficacia, il che sarebbe fatale, perché, contro ogni intenzione,
ne potrebbero venire indirettamente a conoscenza le stesse forze ostili.
ANTONIO MARTINO, Ministro
della difesa. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante. In
premessa alle molteplici domande di questa e delle seguenti interrogazioni che afferiscono alle vicende delle torture praticate nei
confronti di catturati iracheni, ribadisco che il
Governo è rimasto sorpreso e sdegnato nell'apprendere notizie di cui era
completamente all'oscuro e per fatti inimmaginabili ed imprevedibili che
fermamente condanna (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di
Alleanza nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di
centro e del deputato Sgarbi)!
Desidero subito sottolineare che nessun rapporto della
Croce Rossa internazionale è stato mai trasmesso al Governo, conformemente alla
regola che i risultati delle visite ispettive della Croce Rossa formano oggetto
di rapporti e valutazione riservati ed esclusivi fra il comitato e le autorità
dei paesi sotto la cui giurisdizione ricadono i siti oggetto dell'ispezione. Né tantomeno altre organizzazioni
internazionali ci hanno mai fornito informazioni su simili episodi. Quanto ad
un documento di Amnesty International del luglio dello scorso anno reperibile su
Internet, la materia fu oggetto di contatti diretti tra la stessa
organizzazione e le autorità americane; su di essa riferì in Parlamento il 3
luglio 2003 il sottosegretario Boniver. Sottolineo anche e comunque che gli episodi risulterebbero
avvenuti in siti dislocati in località al di fuori dell'area di responsabilità
del contingente italiano e pertanto non da questo accessibili.
Quanto al comportamento dei nostri militari, esso rispetta i principi e le
norme del diritto internazionale umanitario unitamente alle regole di ingaggio contemplate dalle direttive della difesa
aderenti alla legislazione nazionale ed internazionale.
Sull'ipotesi di disporre controlli a sorpresa nelle carceri irachene da parte
di militari italiani, sottolineo che l'accertamento
delle condizioni e del trattamento dei soggetti nelle carceri attraverso visite
ispettive è un compito proprio del comitato internazionale della Croce Rossa.
Sulla questione del ruolo delle organizzazioni internazionali e dell'ONU in
particolare, il Governo è costantemente impegnato in tutti i fori
internazionali, in seno all'Unione europea, negli incontri con
l'amministrazione americana e con il Governo del Regno Unito, nonché, da ultimo, con la Federazione russa, con la Francia
e con la Spagna affinché le Nazioni Unite svolgano in Iraq un ruolo attivo ed
incisivo a favore della ricostruzione politica.
Chiediamo che vi sia il trasferimento effettivo di poteri ad un governo
iracheno credibile e legittimato da una specifica risoluzione del Consiglio di
sicurezza. Questa linea ha ricevuto una conferma nei fatti e registriamo
favorevolmente il crescente coinvolgimento dell'inviato speciale del Segretario
generale, Brahimi, nella formazione degli assetti
iracheni che assumeranno responsabilità e poteri il 1o luglio
prossimo. Brahimi è stato in Italia meno di un mese
fa e ha ricevuto ampio sostegno ed incoraggiamento a creare le condizioni per
rispettare il percorso elettorale e costituzionale in Iraq.
Il ministro degli affari esteri si è fatto interprete di questa linea in occasione
dei recenti colloqui con il segretario di Stato americano Powell
e con Kofi Annan (Applausi
dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza
nazionale ).