Ai Dirigenti Scolastici
delle scuole di ogni ordine e grado
della provincia di Foggia
LORO SEDI


Gli insegnanti precari della provincia di Foggia aderenti al MIIP (Movimento Interregionale Insegnanti Precari)

in relazione

al comunicato stampa datato 28 Agosto 2003 con il quale le associazioni Anp/CIDA ed ANIEF «auspicano, coerentemente con la linea di valorizzazione delle alte professionalità docenti che guida la loro azione, che siano salvaguardati e valorizzati - nell’attuazione della riforma del sistema di formazione iniziale, tirocinio e formazione in servizio dei docenti prevista dall’art. 5 della Legge 53/2003 - la valenza, il significato e i tratti distintivi dei percorsi specialistici e di qualità nella formazione dei docenti, attuati in questi ultimi anni a seguito dell’istituzione delle SSIS», e «dicono no ad interventi legislativi che li penalizzino;

alla nota del 3 settembre 2003 con il quale l’Anp, a voce del suo presidente Giorgio Rembado, invita le forze preposte alle funzioni di governo del sistema dell’Istruzione «a non avallare ipotesi tendenti a privilegiare le situazioni di fatto rispetto a quelle sorrette dal merito e dalle competenze certificate»,

denunziano

l’atteggiamento fazioso ripetutamente assunto dall’Associazione Nazionale Presidi che, fomentando una svilente faida tra docenti,

dequalifica e umilia quanto la scuola pubblica ha operato fino ad ora nella formazione e nell’educazione degli alunni,

favorisce e si rende complice di una casta protetta e inviolabile, la Ssiss, che esercita e vuole continuare ad esercitare un ruolo di dominio e prevaricazione nei confronti di chi non corrisponde ai canoni imposti da lobbies di potere che hanno come unico scopo “l’autoconservazione”,

getta discredito su tutta la classe insegnante formata e selezionata in base alla normativa previgente, sui presidi stessi che, abilitati e selezionati con le medesime modalità, avrebbero mandato avanti per anni una scuola di scarsissima qualità, selezionando a loro volta docenti di ancor più infimo livello: infatti i presidi sono sempre stati presidenti delle commissioni concorsuali, sia nelle procedure ordinarie che riservate.

Rilevano

che nessuno, tanto meno un’associazione di presidi, può arrogarsi il diritto di esaltare una categoria di insegnanti screditandone un’altra: infatti, in tal maniera, l“eccellenza”, che è fine da sempre perseguito dallo Stato nella selezione del suo personale, viene a trasformarsi in privilegio, che è concesso ad alcuni secondo la convenienza e le opportunità del momento, e che può essere revocato non appena cambino le condizioni sulle quali poggia il postulato;

che l’esaltazione dell’eccellenza delle SSIS - mai, peraltro, finora comprovata, ma solo certificata dalle stesse Università, in un regime assoluto di autoreferenzialità prevaricatrice -, nonché l’appoggio promesso e concesso “alle iniziative di coloro che si stanno organizzando per resistere alle tendenze in atto” (cfr documento ANP, 8 maggio 2003) mostra da parte dell’ANP un accanimento contro gli abilitati non ssis che trasforma la scuola, da luogo deputato all’elevazione culturale e alla trasmissione di valori, in un’arena in cui si scontrano interessi e tornaconti personali (cfr. protocollo d’intesa ANP/CIDA/ANIEF, 26 luglio 2003) che vengono perseguiti promovendo e strumentalizzando non solo il contenzioso giudiziario, ma anche la volontà del legislatore;

che tale operazione di dubbio valore appare singolarmente in contrasto con quella che la stessa ANP definisce “la sua richiesta ormai storica in materia di reclutamento dei dirigenti delle scuole: finire regolarmente il concorso riservato con l'assunzione dei triennalisti e bandire subito il concorso ordinario e per tutti i posti previsti dalla legge” (cfr. comunicato ANP, 24 luglio 2003).

Auspicano

che alle soglie di una riforma che nella mente degli ideatori vorrebbe corrispondere ad una svolta epocale, il prossimo futuro sia caratterizzato da un atteggiamento propositivo e super partes di tutte le componenti interessate;

che i medesimi dirigenti scolastici vi partecipino con l’elaborazione di significativi ed esperiti contributi, affinché cada l’assurdo postulato per cui frequenza equivale a conoscenza, e pagare equivale a “eccellere” e affinché la vera eccellenza abbia il proprio fondamento nella forza del pensiero quale presupposto imprescindibile
per la qualità delle soluzioni.