da : Carta

http://www.peacefultomorrows.org/


Un gruppo di americani che hanno perso familiari negli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 negli Stati uniti sono oggi a Baghdad, per dichiarare la loro opposizione ad una nuova guerra contro l'Iraq.
I quattro americani, dell'associazione 'Famiglie dell'11 settembre per un futuro di pace' stanno facendo una visita di una settimana in Iraq e hanno tenuto oggi una conferenza stampa nel quartiere di Amariya a Baghdad, davanti alle rovine di un rifugio antiaereo dove circa 400 civili sono morti in un bombardamento americano durante la Guerra del Golfo del 1991.
Gli americani sono in Iraq ''in questo periodo di grande minaccia per esprimere la speranza che terminino guerra e violenza e che altre famiglie non debbano soffrire per perdite simili alle loro'', afferma un comunicato dell'associazione.
Una veglia davanti alle rovine del rifugio è prevista dopo la conferenza stampa.

da
http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg02540.html

23 settembre 2002
Al Signor Presidente George W. Bush
The White House
Washington, DC

Caro Signor Presidente,

Ognuno di noi ha perso almeno un familiare l'11 settembre 2001. Le scriviamo
per esprimere la nostra grave preoccupazione riguardo alla sua dichiarata
intenzione di condurre la nostra nazione in guerra contro l'Irak. Dopo
quello che abbiamo subito, nessuno più di noi potrebbe desiderare la fine
del terrorismo. E' questo il motivo per cui la esortiamo vivamente a
perseguire delle azioni diplomatiche, multilaterali e non violente che
proteggano il popolo americano da qualsiasi pericolo possa provenire dal
regime irakeno.
Il nostro gruppo, le Famiglie dell'Undici Settembre per un Domani Pacifico,
è stato formato per far sì che nessuna famiglia in nessun luogo della terra
vivano il dolore e la perdita che noi abbiamo subito attraverso una violenza
insensata. Noi sappiamo che una guerra in Irak causerebbe la sofferenza di
molte migliaia di famiglie irakene innocenti, persone che, come i nostri
familiari l'11 settembre, si sono trovate nel posto sbagliato al momento
sbagliato. Inoltre una guerra metterebbe in pericolo le nostre truppe,
causando lutti e sofferenze ad altre famiglie americane
Le esprimiamo il nostro disappunto per il fatto che Lei ha usato l'
anniversario della morte dei nostri cari non come un momento per la
riflessione e il dolore, ma come il momento per fare appello alla guerra
verso una nazione che non è in rapporto con i fatti dell'11 settembre.
Temiamo che una guerra contro l'Iraq distoglierà le necessarie risorse dal
compito di indagare e portare davanti alla giustizia i responsabili per l'
attacco dell'11 settembre. Temiamo che questa guerra possa destabilizzare le
regione del Medio Oriente e costare la vita a un numero enorme di civili
innocenti in altre nazioni. Siamo profondamente preoccupati per il fatto che
altri morti possano soltanto alimentare il fuoco del terrorismo e dare la
possibilità alle organizzazioni terroristiche di reclutare con maggiore
facilità chi vorrà danneggiarci.
Temiamo che una nuova Guerra possa diminuire il nostro impegno nel portare
stabilità e democrazia in Afghanistan. Il nostro gruppo, le Famiglie dell'
Undici Settembre per un Domani Pacifico, ha inviato quest'anno due
delegazioni in Afghanistan. Alcuni membri del nostro gruppi hanno incontrato
dozzine di normali famiglie afgane. Gli Stati Uniti non possono permettersi
di abbandonare le proprie responsabilità riguardo alla ricostruzione dell'
Afghanistan. Sappiamo meglio di chiunque altro quali effetti possa avere in
America un Afghanistan instabile.
Infine, siamo profondamente preoccupati per il fatto che Lei sta presentando
la guerra contro l'Iraq come un'azione preventiva e, se necessario,
unilaterale. Questo è un pericoloso precedente in un mondo che sta
diventando sempre interconnesso e interdipendente. Non crediamo che il ruolo
guida a livello mondiale degli Stati Uniti consista nell'agire in un modo
che possa servire da scusa alle altre nazioni nazioni che sceglieranno l'
azione militare come prima piuttosto che come ultima soluzione per regolare
i conflitti.
Nel corso di quest'ultimo anno, ognuno di noi ha provato a rispondere alla
morte dei propri cari non con la rabbia o la collera, ma con il sincero
desiderio di creare un mondo in cui nessuna famiglia provi le nostre stesse
sofferenze. Ci auguriamo che Lei si unisca a noi nell'onorare i nostri cari
perseguendo la strada di un futuro di pace. Vogliamo che l'America sia un
luogo sicuro. E soprattutto, non vogliamo vedere un altro 11 settembre
ripetersi in nessun luogo della terra. Aspettiamo con ansia una Sua
risposta alle nostre preoccupazioni.
Sinceramente,

Famiglie dell'Undici Settembre per un Domani Pacifico


Catherine Allison, New York
Barry Amundson, California
Ryan Amundson, Missouri
Myrna Bethke, New Jersey
Derrill Bodley, California
Sandra Bodley, California
Walt Bodley, California
Kelly Campbell, California
Debi Corcoran, Montana
Uriah Duffy, California
Yes Duffy, California
Beverly Eckhart, Connecticut
Loretta J. Filipov, Massachusetts
Dana Horning, Virginia
Talat Hamdani, New York
J. William Harris, Massachusetts
Logan R. Harris, Massachusetts
Daniel Jones, New York
Colleen Kelly, New York
Matthew Lasar, California New York
Raphael Lasar, New Jersey
Rita Lasar, New York
Valerie Lucznikowska, New York
Nancy Mangum, California
Robert McIlvaine, Pennsylvania
Kristina Olsen, Massachusetts
David Potorti, North Carolina
Jamie Sue Potorti, North Carolina
Andrew Rice, Texas
Terry Kay Rockefeller, Massachusetts
Lauren S. Rosenzweig, Massachusetts
Eva Rupp, Maryland
Melanie Salisbury, Massachusetts
Wright Salisbury, Massachusetts
Kathleen Tinley, Iowa
Beverly Titus, Michigan
John Titus, Michigan
Eli Titus, Michigan
Zach Titus, Montana

Shanoa Titus, Ohio