Cosa
significa prospettare un ciclo che contenga bienni unitari di istruzione? Quali
conseguenze comporta sull’intero sistema di formazione il permanere di tutti i
ragazzi della fascia di età dai 14 ai 16 anni in bienni di istruzione?
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A quattordici anni la separazione avviene solo in riferimento alle grandi aree
di sapere (che caratterizzano l’indirizzo) e non sulla base delle aspettative
di studio maturate: questo secondo livello della scelta verrà effettuato dopo i
16 anni alla conclusione dell’obbligo di istruzione e quindi non determina
ancora i criteri della separazione tra gli studenti.
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Molto importanti sono gli aspetti positivi che ne derivano: questa è la
condizione per lo sviluppo dell’orientamento nella specifica fascia di età, per
dare spessore alla formazione di base e per rendere possibile, nel periodo
successivo, i percorsi di formazione professionale. Al di là della retorica è la condizione necessaria per garantire il
diritto allo studio e la qualità della formazione professionale iniziale.
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L’obbligatorietà che comprenda i bienni unitari rinnova radicalmente il
progetto curricolare verticale. L’intero percorso scolastico precedente ne
sarebbe coinvolto: si pensi a quale respiro per i curricoli di storia, di
matematica, e via via di tutte le altre discipline. Sarebbe finalmente
possibile costruire curricoli verticali e progressivi in grado di rispettare i
tempi e i modi di crescita di ciascuno e praticare una individualizzazione
dell’insegnamento/ apprendimento meno fittizia.
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È chiaro però che questi risultati sono possibili solo in presenza di un
miglioramento sostanziale della qualità dell’istruzione.
Tenere
insieme tutti i ragazzi in percorsi differenziati nella tipologia
dell’indirizzo ma equivalenti a livello formativo comporta un incremento degli
investimenti: le differenze di motivazione e di aspettative verso lo studio
presenti in questa fascia di età, non sono facili da governare; solo la qualità
dell’impianto curricolare, degli spazi, dell’uso del tempo che produca maggiore
protagonismo e coinvolgimento dei soggetti è in grado di trasformare le
differenze da problema a ricchezza formativa.
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Viceversa la separazione sulla base delle diverse prospettive di studio
rappresenterebbe una semplificazione certo utile (anzi necessaria) per una
scuola con bassi investimenti e che non si ponga obiettivi di emancipazione e
mobilità sociale.