Nacque
a Sondrio il 15 gennaio 1860 da modesta famiglia di agricoltori. Si fece notare
fin dai primi anni di scuola per la tenacia e la viva intelligenza. Si laureò
all’Università di Pavia in filosofia nel 1885. Insegnò nei licei di Fano e di
Sondrio. Nel 1889 si recò a Lipsia per perfezionarsi nello studio sotto la
guida di illustri maestri, tra cui il Wundt. Tornato in patria, insegnò a
Lucera e poi a Pavia, ove tenne la cattedra di storia della filosofia. Nel
1901, su proposta del Labriola, gli fu affidata la cattedra di pedagogia a
Roma, ove insegnò sino al 1935. All’attività pedagogica unì quella sociale e
politica. Fu deputato del Partito Radicale e, dal 1910 al 1914, ministro della
pubblica istruzione, rendendosi altamente benemerito, soprattutto per la lotta
analfabetismo, per la statalizzazione della scuola primaria (salvo in alcuni
grandi comuni), e per la costituzione della "Unione magistrale
nazionale". Si interessò attivamente anche dei problemi agricoli e
forestali della provincia di Sondrio. Nel 1919 fu commissario generale civile
nel Trentino Alto Adige, ove governò con grande tatto. Nel 1907 fondò la
"Rivista pedagogica". Pubblicò numerose opere: sul filosofo Kant e i
suoi influssi, su Herbart (il libro "La pedagogia di G. F. Herbart"
ebbe quattro edizioni) e su numerosi argomenti filosofici, pedagogici e
sociali. Morì a Roma il 15 febbraio 1939.