DAI
PROGRAMMI DEL 1979 AD OGGI: UN CONFRONTO
In
questa pagina intendiamo mettere a confronto i programmi in vigore fino
all’anno scorso nella scuola media - fatta salva la ridefinizione
della scansione temporale introdotta dal decreto Berlinguer
sul ‘900 – noti come “Programmi
del ‘79” con quelli che scaturiscono dalle Indicazioni
Nazionali.
Non è, la presente, né
un’operazione nostalgia, né un’offerta di modello al
legislatore, che del resto agisce come se prima di lui non solo
l’insegnamento della storia, ma tutta la scuola non fosse mai esistita.
Riteniamo
che marcare le differenze abbia, invece, una forte valenza prospettica.
Che serva, cioè, a ricordare ciò
che sicuramente va adeguato - i venticinque anni trascorsi non sono pochi
– ma anche ciò che va, soprattutto, difeso.
Era una scuola per la formazione
dell’uomo e del cittadino, quella che i programmi del 79 delineavano.
Ancorata all’età ed alla psicologia degli alunni e chiaramente
situata nella sua natura di scuola obbligatoria.
Ma, soprattutto, era la scuola della
programmazione e della collegialità. Dello scambio e della
collaborazione.
Molto si è detto, criticando la riforma morattiana, dell’ossessione per la personalizzazione
dell’insegnamento. Che, in definitiva, lascia quasi del tutto solo
l’alunno (pardon, il fanciullo) con il proprio percorso di apprendimento.
Poco
si è detto, invece, della solitudine
dell’insegnante. Messo di fronte ad un elenco di contenuti che
sembrano ricavati dal copia/incolla raffarzonato
dall’indice di un libro di testo e non dei migliori. E con
l’indicazione di una qualche abilità da costruire che nessuna
piroetta linguistica del professor Bertagna o dei
suoi collaboratori riesce a valorizzare dal punto di vista didattico e
pedagogico.
A
dimostrazione di ciò, ci è sembrato giusto recuperare qualche
voce a difesa delle Indicazioni. Riportiamo, di seguito, due passaggi
dell’intervento che la professoressa Sandrone (1) ha tenuto in occasione del
seminario Riforma della scuola e insegnamento della storia svoltosi
a Brescia lo scorso anno. Ben poco vi si dice in merito
all’insegnamento della storia, come del resto accade – e non solo
per la storia – nello stesso documento programmatico, ma è
possibile ricavarne alcune indicazioni (queste sì utili) che confermano
le critiche rivolte al questa riforma.
Afferma infatti la
relatrice:
“La scelta di
assegnare alla III media lo studio di ‘800 e ‘900 (da Napoleone
all’”integrazione europea”) si motiva da un lato con la
volontà di porre rimedio all’ attuale compressione in due soli anni
della storia precedente il ‘900, imposta dal “decreto Berlinguer”; dall’altra con l’esigenza
che gli studenti, nell’ultimo anno
di effettivo obbligo scolastico, si concentrino sulla parabola storica
della moderna istituzione stato dalla forma centralistica
a quella “poliarchica” prevista dal nuovo
Titolo V della Costituzione italiana.”
E
aggiunge:
“Le proposte educative che
informano
Ma torniamo al confronto tra i programmi del 79
e le Indicazioni Nazionali. In particolare per quanto riguarda la storia.
Senza aggiungere nulla alle analisi già effettuate, alle quali
rimandiamo (2), ci limitiamo ad
offrire i due testi in parallelo, sicuri che la differenza non sfuggirà.
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1.- Finalità e obiettivi - L'insegnamento
della storia deve anzitutto proporsi di far comprendere che l'esperienza del
ricordare è un momento essenziale non solo dell'agire quotidiano del
singolo individuo, ma anche della vita della comunità umana (locale,
regionale, nazionale, europea, mondiale) cui l'individuo stesso appartiene.
Solo diventando in qualche modo partecipe di questa memoria collettiva si
diventa uomini, e cittadini. a pieno titolo, L'acquisita consapevolezza del
fatto che l'anno della propria nascita non è anche l'anno di nascita
della comunità di cui si viene a far parte, arricchisce l'individuo di
una dimensione nuova; radicandolo nel passato, la mette in condizione di
valutare con maggiore penetrazione il presente e di assumere elementi per
progettare il futuro. Dal momento che risulta essere il prodotto di una lenta
stratificazione, il mondo circostante cessa di apparire come un dato esterno
ostile ed immutabile, per proporsi come un campo aperto a nuove esperienze
che contribuiranno a farlo evolvere ulteriormente. Ciò
corrisponde alla particolare esigenza del preadolescente di conoscere la
vicenda umana non solo al fine di comprendere il passato, ma anche, e
soprattutto, di dare un orientamento alla propria esistenza con riferimento
alla realtà che lo circonda. Su questo bisogno si fonda la
possibilità di costruire e coltivare il "senso della storia"
come naturale premessa al formarsi di una vera e propria "coscienza
storica" che maturerà nell'adolescenza. In concreto,
l'obiettivo che l'insegnante di scuola media deve proporsi è quello di
condurre gli alunni sia a percepire la dimensione temporale del fenomeno
storico, sia a rendersi conto di come il lavoro storiografico obbedisca a
regole che garantiscono la genuinità dell'operazione e il controllo
dei risultati, sia a considerare, come avvio di giudizio critico, le
soluzioni che gli uomini e le società hanno dato nel tempo ai loro
problemi. Ne deriva
pertanto l'opportunità di far acquisire strumenti di verifica adeguati
alla effettiva capacità degli alunni ai vari livelli di età e
alle oggettive possibilità offerte dalla situazione locale. 2.- Contenuti - Per quanto concerne
la scelta dei contenuti meglio adatti a realizzare l'obiettivo educativo su
esposto, considerato il carattere peculiare della scuola dell'obbligo, che
deve fornire a tutti gli strumenti indispensabili alla comprensione della
realtà, si suggerisce di privilegiare nella progettazione dell'azione
didattica, gli aspetti connessi con la formazione e lo sviluppo (in
particolare, ma non esclusivamente, nel mondo classico, e nella Europa
medioevale, moderna e contemporanea ) delle forme di organizzazione della
vita associata, nei loro risvolti politici ed economico-produttivi,
nonché delle istituzioni giuridico amministrative e religiose, con
continui riferimenti al variare dei modi di vita, al succedersi delle
espressioni linguistiche ed artistico-letterarie e
alle tappe del progresso tecnico e scientifico, in modo da "datare"
concretamente i diversi momenti e le diverse età che scandiscono
l'evoluzione delle forme di vita associata. Per
conseguire tale risultato che è essenziale ai fini della acquisizione
del senso della "dimensione temporale" debbono essere utilizzati i
riferimenti cronologici collegati a fatti o prodotti che connotano le diverse
epoche storiche. Invenzioni e scoperte, arti e scienze. progresso tecnologico
e grandi movimenti di pensiero coerentemente inseriti nella successione dei
momenti di sviluppo della civiltà, costituiscono un tessuto di
elementi capaci di far cogliere all'alunno il fluire del tempo nell'arco del
divenire della storia. Si rileva, tra l'altro la necessità di fornire
l'informazione basilare sull'origine e sulla storia delle singole minoranze
linguistiche presenti in Italia e ciò in particolare modo nelle zone
abitate da dette minoranze. All'interno
di questa rete di riferimenti cronologici e rivolgendo sempre una preminente
attenzione alla contemporanea evoluzione delle diverse forme di vita
associata, si collocheranno la ricostruzione e lo studio dei fatti storici
propriamente detti e l'analisi degli elementi che su di essi variamente
incidono, tenendo sempre presente la necessità di impegnare l'alunno
in attività che stimolino le sue capacità e il suo spirito di
iniziativa. Ciò
che risulta tanto più importante se ci si pone nella prospettiva
dell'educazione permanente e se si tiene conto del carattere orientante di
ogni disciplina nella scuola obbligatoria non solo ai fini della prosecuzione
degli studi, qualora ciò avvenga, ma anche per un responsabile
inserimento in ogni tipo di attività lavorativa; è essenziale
perciò che il preadolescente acquisisca sufficiente consapevolezza dei
metodi, delle operazioni e del linguaggio che sono propri del lavoro
storiografico. 3.- Suggerimenti metodologici - Tale lavoro
consiste in tutta una serie di operazioni (quali il reperimento e la
consultazione di fonti, la formulazione di ipotesi, la selezione di dati,
l'analisi di documenti anche non scritti, l'individuazione di raccordi con
altri fatti contemporanei o successivi) che possono essere riprodotte a fini
didattici a un livello di sperimentazione molto elementare. Tutto ciò,
lungi dall'escludere l'intervento assiduo dell'insegnante, lo qualifica nella
funzione dell'insegnare ad apprendere, e gli consente svariate forme di
insegnamento individualizzato. Al fine però di evitare che le singole
esercitazioni assumano carattere frammentario ed episodico, costituendosi
ciascuna come esperienza a se stante, sarà cura del docente inserire
in una linea organica di svolgimento, senza "salti" arbitrari,
raccordandoli con ampie sintesi, gli argomenti che vengono fatti oggetto di
un più specifico approfondimento. Tali
approfondimenti offriranno altresì la migliore occasione per stabilire
collegamenti organici con tutte le altre discipline, di volta in volta
chiamate, da sole o per gruppi, ad integrarsi con la ricerca storica, a
seconda del tipo di problema affrontato. A titolo di esempio, si ricordano le
connessioni con la storia della lingua, con le letture antologiche, con la
geografia, con l'educazione artistica, musicale, scientifica e tecnica. La storia
è infatti una disciplina complessa, peculiare fra le scienze
dell'uomo, in quanto dà evidenza al tipico potere umano di produrre
cultura, nella più articolata accezione del termine. Conviene pertanto
che, escludendo ogni forma di enciclopedismo, l'insegnante punti a dare il
gusto della ricerca, che potrà proseguire anche fuori della scuola,
parallelamente alle esperienza di vita, purché si sia acquisito, anche
attraverso la consuetudine con la lettura libera, l'interesse per tale tipo
di indagine e purché il preadolescente abbia maturato in sé la
consapevolezza che tutti gli uomini, tutti i popoli, l'umanità intera
sono protagonisti della storia. Per quanto
attiene poi alle verifiche periodiche e finali del processo di apprendimento,
esse dovranno sempre essere costruite sulla base del lavoro effettivamente
svolto, nella triplice prospettiva di: - accertare
l'acquisizione e l'organizzazione dei concetti e delle conoscenze; - accertare
il possesso dei metodi di ricerca; - accertare
il livello di sviluppo di capacità e abilità generali e
specifiche. Sembrano
pertanto da valorizzare anche le verifiche pratiche e scritte, (utilizzando a
tale scopo le visite a musei e monumenti, il reperimento di fondi, la scelta
e l'elaborazione di dati da documenti, l'uso di bibliografie ecc.) che
consentono omogeneità, oggettività e frequenza di controlli e
un loro pratico impiego didattico. Lo sviluppo
delle capacità di esposizione orale sarà curato nel corso delle
discussioni e nei momenti di dialogo che il piano di lavoro dovrà
comunque prevedere. 4.- Suddivisione per anno - L'indicazione della
suddivisione annuale della materia si limita volutamente alla individuazione
dei termini cronologici in modo da lasciare al consiglio di classe la
programmazione curriculare, possibile solo in
quella sede, in rapporto all'effettivo e verificato livello di partenza degli
alunni. In altri
termini l'indicazione dei contenuti non significa necessariamente trattazione
dettagliatamente svolta per argomenti, ma, nel caso lo esiga la
funzionalità del processo di insegnamento, e per particolari periodi
storici, lo svolgimento potrà avvenire su linee di sviluppo
fondamentali caratterizzanti l'epoca, fra loro raccordate da opportune
sintesi. Si
raccomanda, in particolare, che anche in connessione con il programma di
educazione civica l'insegnante si preoccupi di svolgere il programma del III
anno in modo che esso dia ampio spazio alla trattazione dei problemi della
vita contemporanea. Classe I: dalla preistoria al IX secolo: Classe II: dal X secolo al 1815; Classe III: dal 1815
ai giorni nostri con riferimenti essenziali all'Europa, al mondo, alla
decolonizzazione. Si avrà particolare riguardo all'Italia nell'ultimo
cinquantennio, nel quadro della storia mondiale. |
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Primo biennio secondaria di I grado |
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CONOSCENZE In relazione al
contesto fisico, sociale, economico, tecnologico, culturale e religioso,
[scegliere] fatti, personaggi, eventi ed istituzioni caratterizzanti:
l’Europa medioevale fino al Mille; la nascita dell’Islam
e la sua espansione; la civiltà
europea dopo il Mille e l’unificazione culturale e religiosa
dell’Europa: le radici di una identità comune pur nella
diversità dei diversi sistemi politici; l’apertura
dell’Europa ad un sistema mondiale di relazioni: la scoperta
dell’”altro” e le sue conseguenze; la crisi della sintesi
culturale, politica e sociale del Medioevo; Umanesimo e
Rinascimento; la crisi
dell’unità religiosa e la destabilizzazione del rapporto
sociale; il Seicento e il
Settecento: nuovi saperi e nuovi problemi; la nascita dell’idea di
progresso e le sue conseguenze; l’Illuminismo,
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ABILITA’ Utilizzare termini specifici de linguaggio
disciplinare. Costruire
“quadri di civiltà” in base ad indicatori dati del tipo
fisico-geografico, sociale, economico, tecnologico, culturale e religioso. Comprendere aspetti
essenziali della metodologia della ricerca storica e delle categorie di
interpretazione storica. Distinguere e
selezionare vari tipi di fonte storica, ricavare informazioni da una o
più fonti. Utilizzare in modo
pertinente gli aspetti essenziali della periodizzazione
e organizzatori temporali tipo ciclo, congiuntura, accelerazione, stasi
…. Utilizzare in funzione
di ricostruzione storiografica testi letterari, epici, biografici, …. Scoprire specifiche
radici storiche medioevali e moderne nella realtà locale e regionale. Approfondire le
dimensioni e le risonanze locali di fenomeni ed eventi di interesse e portata
nazionale e Sovranazionale. Identificare in una
narrazione storica problemi cui rispondere adoperando gli strumenti della |
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Terzo anno secondaria di I grado |
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CONOSCENZE Napoleone e
l’Europa post-napoleonica; il collegamento tra
cittadinanza, libertà, nazione: la costruzione dei principali stati
liberali dell’Ottocento; lo stato nazionale
italiano e il rapporto con le realtà regionali; il significato di
simboli quali la bandiera tricolore, gli stemmi regionali, l’inno
nazionali; l’Europa ed il
mondo degli ultimi decenni dell’Ottocento; le istituzioni
liberali e i problemi, in questo contesto, dell’Italia unita; le ideologie come
tentativi di dar senso al rapporto uomo, società, Storia; la competizione tra
Stati e le sue conseguenze; l’età
delle masse e la fine della centralità europea; crisi e modificazione
delle democrazie i totalitarismi; la nascita della
Repubblica italiana; la
“società del benessere” e la crisi degli ani ’70; il crollo del
comunismo nei paesi dell’est europeo; l’integrazione
europea. |
ABILITA’ Mettere a confronto
fonti documentarie e storiografiche relative allo stesso fatto, problema,
personaggio, e interrogarle, riscontrandone le diversità e le
somiglianze. Approfondire il
concetto di fonte storica e individuare la specificità
dell’interpretazione storica. Utilizzare in modo
paradigmatico alcune fonti documentarie per verificarne la deformazione,
volontaria o involontaria, soprattutto per quanto riguarda i
mass-media. Riconoscere la
peculiarità della finzione filmica e letteraria in rapporto alla
ricostruzione storica. Usare il passato per
rendere comprensibile il presente e comprendere che domande poste dal
presente al futuro trovano la loro radice nella conoscenza del passato. Di un quotidiano o di
un telegiornale comprendere le notizie principali, utilizzando i nessi
storici fondamentali necessari per inquadrarle o sapendo dove andare a
reperirli. |
NOTE
(1) In http://www.bibliolab.it/labstoria_teoria/spinelli.htm
(2) Antonio Brusa programma di storia Moratti-Bertagna:
due emendamenti urgenti e alcune ricerche da
Promuovere in http://www.novecento.org/brusa_bo.htm
Antonio
Brusa: Riformare
per dispetto. La storia nei nuovi programmi in www.scuolaoggi.org
Tutto
il lavoro di analisi e critica svolto dal gruppo Clio
92 (www.clio92.it)
ed in particolare dal professor Ivo Mattozzi
Le
premesse ai nuovi programmi Moratti – Intervento di L. Ceraulo al convegno
“Scuola Media, la terra di mezzo”
In
www.cgilscuola.it/rubriche/convegni/paestum27aprile04/ceraulo.pdf
I documenti citati sono
rinvenibili qui:
Le Indicazioni in http://www.istruzione.it/normativa/2003/allegati/indicazioni_media_05_03.pdf.
I
Programmi del ’79 in http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dm9279.html