(aggiornato dopo l’emanazione del decreto
ministeriale del 12 maggio)
Dare un altro forte segnale di resistenza e di protesta contro la
Legge Moratti, dopo la conferma dei Pof e degli assetti attuali e il rifiuto
del tutor. Anche chi si trova in Collegi in cui non si è riusciti finora ad
opporsi, ha ora la possibilità individuale di dare un forte segnale di
resistenza.
Tramite una massiccia pratica di
adozioni alternative, sia di strumenti diversi dal libro di testo che di testi preriforma, in risposta alle
“Indicazioni nazionali” provvisorie, culturalmente inadeguate che tentano di
imporci illegittimamente come programmi, con pratiche coercitive (“questi sono
i libri, dovete adattarvi”). Un forte aumento percentuale della voce “adozione
alternativa” nei tabulati delle scuole, in quelli ministeriali ed in quelli
dell’AIE (Associazione Italiana Editori”) sarà un segnale forte, chiaro ed
efficace che le riforme e soprattutto le controriforme non si fanno senza il
consenso degli insegnanti e non si possono imporre con forzature illegittime.
L’ ADOZIONE ALTERNATIVA E’ SEMPLICISSIMA, RAPIDA E BASTANO POCHE
RIGHE PER MOTIVARLA VALIDAMENTE.
L’adozione alternativa è praticata da
almeno vent’anni, come esempio di “buona scuola”.
Quella “classica” era ed è grosso modo
concepita così: invece che avere un libro di lettura uguale per tutti,
preferiamo avere una biblioteca scolastica; invece di avere un sussidiario
uguale per tutti, preferiamo avere monografie tematiche (magari con l’aggiunta
di cd o altri sussidi) con le quali operare un lavoro di ricerca (a seconda
delle scuole si indica o meno già a maggio l’elenco dei testi, che comunque può
ampiamente essere revisionato a settembre, sulla base della produzione
editoriale aggiornata all’inizio dell’anno scolastico). L’importante è che il
totale dell’acquistato corrisponda al valore cedolare attribuito anno per anno
dal Ministero.
Su questa base sono poi state
concretamente costruite numerose varianti (es. una percentuale tot per
narrativa, una percentuale tot per altri sussidi o magari per l’acquisto di
alcune copie di quaderni operativi, ecc.) e chi più ne ha più ne metta (se provate
con un motore di ricerca, ne troverete un’ampia casistica).
Attenzione: quasi sempre gli esempi di
adozione alternativa che si trovano “in archivio” sono sorretti da poderosi
“progetti”: questo perché fino al 1999 l’adozione alternativa era sì possibile (ai
sensi dell’art. 7 del Dl 297/94, “Testo unico”), ma solo sotto forma di “sperimentazione” e dunque solo dopo aver
seguito una complessa procedura preventiva e autorizzativa ed anche, a
posteriori, “rendicontiva” (articoli
276-277-278 dello stesso Dl 297/94).
Il Dpr 275 dell’8 marzo 1999 (cioè il
“Regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche”, che dà attuazione a
quanto già di principio stabilito dal Dl 297/94, cioè l’autonomia didattica ed
organizzativa degli istituti scolastici) da un lato conferma la possibilità
dell’adozione alternativa (art. 4 comma 5), dall’altro la libera di quelle
complesse procedure (abrogandole seccamente con l’art.17); come del resto è
ovvio, poiché con l’autonomia le scuole devono sostanzialmente rispondere solo a
sé stesse ed alle famiglie (cioè assumere scelte e pratiche coerenti con il Pof
che si danno). Vorremmo sottolineare che questo passaggio è fondamentale e da
tenere a mente: molti insegnanti che fanno le adozioni alternative, o per
eccesso di serietà (dare buone motivazioni progettuali), o per pigrizia
(semplice aggiornamento di vecchi progetti), o perché sollecitati dai loro
dirigenti, hanno continuato anche dopo il 1999 a fare poderosi progetti e
seguire laboriose procedure che non sono più necessarie per legge. Non solo:
persino in molte mozioni o vademecum “nostri” si fa ancora riferimento alla
possibilità di adozione alternativa (giusto) “secondo le procedure indicate
dagli art. 277 e 278 del DL 297/94” (sbagliato, prima perchè non è vero, poi
anche perchè è controproducente: è fortemente disincentivante per gli
insegnanti e dà in mano ai Dirigenti una carta intimidatoria che invece non
possono giocare).
Riassumendo: l’adozione alternativa da
parte del “team”, se non contrasta con il Pof, è possibile e va motivata
semplicemente ed il Collegio docenti è sovrano nell’approvarla o meno (cioè la
cosa, per legge, finisce lì).
Molti insegnanti, non volendo adottare i nuovi testi riformati,
hanno cominciato a “pressare” gli agenti editoriali per avere i vecchi testi.
Dopo varie risposte negative (è impossibile, sono al macero, non li
ristamperemmo mai, vi arriverebbero troppo tardi, ecc.), finalmente alcune case
editrici (Nicola Milano) o singoli agenti (in alcune province della Giunti, a
Bologna anche l’agente di marchi collegati a Mondadori) hanno dato la
disponibilità materiale a garantire la fornitura dei vecchi testi al valore
della cedola di quest’anno, rendendo di fatto possibile l’adozione
“istituzionale” dei testi disponibili. Due giorni dopo (il 12 maggio) il
Ministero ha emanato un decreto, che sta arrivando sul tavolo dei Dirigenti,
con cui si stabiliscono “testi di ordinanza” (titolo unico, numero di pagine,
modalità di fascicolazione, ecc.): cioè si dicono adesso cose che avrebbero
dovuto essere ufficializzate da mesi (come avveniva gli scorsi anni) per
permettere agli editori di redarre in maniera tecnicamente omogenea i libri di
testo (non a caso molti dei testi presentati ai docenti, soprattutto per la
terza, non rientrano, ad esempio per numero di pagine o raggruppamento delle
discipline, nei parametri obbligatori stabiliti dal Ministero per cui sarebbero
da considerarsi “fuorinorma”!).
E’ palesemente un tentativo di bloccarci, ponendo paletti a cosa
può essere istituzionalmente adottato oppure no.
Bene, prendiamo atto di questa nuova irregolarità (far finta di
regolare tardivamente ciò che non può più essere regolato, perché in assenza di
indicazioni vincolanti le case editrici hanno fatto come gli pareva) e
procediamo, noi sì in maniera legale: adottiamo
i vecchi testi non riformati che le case editrici ci rendono o renderanno
materialmente disponibili al prezzo cedolare per il prossimo anno scolastico (anche
quello solo ora ufficialmente conosciuto)
all’interno della legittima ed incontestabile scelta di adozione alternativa.
COME SI FA L’ADOZIONE
ALTERNATIVA DI LIBRI PRERIFORMA
1. si individua un libro
di lettura (adozioni classe prima e seconda) o un libro di lettura ed un
sussidiario (classe terza) preriforma (richiedendoli in visione alle Case
editrici se c’è tempo e disponibilità, o più rapidamente e sicuramente ai
colleghi che li hanno usati gli scorsi anni);
2.
si chiede al
rappresentante della Casa editrice (o a più Case editrici, nel caso di più
testi individuati come coerenti con le proprie programmazioni didattiche)
formale garanzia scritta (tramite fax o e-mail, vedi allegato) di disponibilità
materiale ed economica (quel libro o quel libro+quel sussidiario al valore
della cedola per l’a.s. 2004/2005). Nel caso di Nicola Milano (speriamo ne
seguano presto altri), se c’è fretta, può essere sufficiente fotocopiare la sua
dichiarazione (vedi allegato).
3.
se si ottiene l’ o.k. scritto, si presentano all’interclasse le
motivazioni didattiche per cui si procede all’adozione alternativa (sono
sufficienti poche righe, si veda allegato) chiedendo e verbalizzando l’opinione
favorevole dei genitori.
4.
Si portano le proposte dei team e dell’interclasse al Collegio
che delibera, rendendo ufficiali e legittime, le adozioni.
5.
Si compilano i moduli tradizionali (vedi esempi in allegato)
aggiungendo la dichiarazione di disponibilità dell’editore o del suo
rappresentante.
Nel caso di Collegi che abbiamo già
preso posizione contro la Riforma, alla delibera con cui di prammatica si
confermano le scelte dei team e degli interclasse può essere proposto un
“cappello” tendente a rendere più esplicita l’opposizione alle “Indicazioni
nazionali” (si veda l’allegato o mozioni simili presenti in rete).
Nel caso di Collegi in cui il Dirigente
svolge un ruolo attivo di censura o intimidazione è il caso di prepararsi bene,
studiarsi gli allegati e portarseli dietro.
DIAMOCI DA FARE:
-
Diffondiamo queste informazioni e pubblicizziamo questa pratica di
resistenza ed opposizione.
- Tempestiamo le diverse case editrici, tramite i loro agenti, di
richieste specifiche e vediamo chi risponde anche alle legittime richieste
degli insegnanti (come eticamente e professionalmente dovrebbe fare) e chi solo
a un Ministro furbescamente pasticcione.
- Facciamoci sapere quali case editrici
danno la disponibilità e per quali libri (in allegato, per ora, trovate
l’offerta della Nicola Milano e i
vecchi titoli della Giunti).
ALLEGATI
1. Perché
rifiutiamo le “Indicazioni nazionali” come programmi.
2. Normativa
di riferimento per le adozioni e le adozioni alternative.
3. Fac-simile
della richiesta agli agenti di libri non riformati.
4. Elenco
libri non riformati per ora disponibili.
5. Esempi su
come compilare i moduli delle adozioni alternative.
6.
Esempio di
delibera del Collegio per rafforzare la scelta alternativa.