In nome del Diritto, della Giustizia,
dell’Umanità
Nessuna adesione alla guerra
Con la
decisione presa da USA , Inghilterra e Spagna di lanciare un formale Ultimatum
di guerra al di fuori dell’ONU, e poi con la dichiarazione di
guerra contenuta nel discorso di Bush alla nazione e con i primi
bombardamenti e le prime vittime, si è aperta la strada della
Guerra unilaterale e preventiva al di fuori del diritto internazionale, delle
norme, della natura stessa delle Nazioni Unite.
Nel 1945
l’ONU è nata cancellando del tutto ultimatum e dichiarazioni di guerra
perché riconosce per il singolo Stato solo la legittima difesa da una
aggressione in atto e riserva al Consiglio di sicurezza l’uso della forza a
livello internazionale.
In modo
analogo l’art. 11 della Costituzione italiana ripudia la guerra,
impedisce qualsiasi partecipazione o sostegno a questi presupposti
incontrollabili di logica aggressiva ed impegna le istituzioni a risolvere
pacificamente le controversie internazionali.
In questo momento di gravità immensa
per la storia dell’umanità
in cui sono questione i valori fondanti di
riferimento della pace mondiale,
le Carte Costituzionali, le Istituzioni
Nazionali ed Internazionali di Garanzia,
in questo momento in cui la guerra è
già iniziata portando lacerazione e morte tra i civili e nel tessuto sociale ed istituzionale,
ognuno deve assumere in pieno le proprie
responsabilità.
Il NO
alla Guerra diviene ora No a questa
Guerra che, nel suo svolgimento mostra sempre più chiaramente il suo
crudele e cinico volto.
Il reale
obiettivo non è più la lotta al terrorismo che ora le stesse fonti governative
americane osano dichiarare in sicuro aumento nell’immediato futuro, e neppure
l’eliminazione delle armi di distruzione di massa che si cercava in ambito Onu.
Si
annuncia invece una modificazione su
base militare di tutto lo scenario
mondiale a partire dalla lunga lista di stati canaglia, lista variabile
volta a volta in relazione ai propri disegni militari, all’intera area
mediorientale, alla geografia di un governo imperiale su scala planetaria.
Pur
esprimendo decisa e incondizionata condanna del regime politico del dittatore
Saddam Hussein e della oppressione da questo esercitata sul popolo iracheno, non
si può in nessun modo diretto o indiretto avallare una scelta di guerra che
sin d’ora presenta caratteri nefasti per la pacifica convivenza dell’umanità,
lacera gli stati, le convenzioni, il diritto, la coscienza dei cittadini e si
appresta a seminare sempre più morte e sciagure.
La
guerra alimenta se stessa; è nella pace la vera sicurezza.
La
sicurezza contro azioni di terrorismo si ottiene con le investigazioni e con il
congelamento bancario o la confisca delle basi finanziarie della rete globale
del terrorismo, come richiesto dalla risoluzione 1390 delle Nazioni Unite
(votata nel gennaio 2002). E richiede, più in generale, il rispetto e il
riconoscimento dei diritti, la solidarietà, lo sviluppo, il sostegno solidale,
una più equa distribuzione delle risorse del pianeta, lo sviluppo della
cooperazione internazionale, il rafforzamento e non certo l’affossamento del
diritto internazionale.
Pertanto
non sussistono le condizioni perché l'Italia abbia - a norma dell'articolo 43
della Carta delle Nazioni Unite e in forza del Trattato del Nord-Atlantico o di
qualsiasi altro accordo, anche bilaterale, stipulato in applicazione o
nell'ambito di esso - , alcun dovere di mettere a disposizione le proprie:
«forze armate nonché l'assistenza e le infrastrutture, compresi i diritti di
passaggio», alle unità terrestri, navali, aeree e logistiche delle forze armate
delle potenze che hanno intrapreso la suddetta azione militare unilaterale.
Qualsiasi
forma di adesione a queste scelte di guerra lede la coscienza civile espressa a
livello mondiale per la pace e con essa lede il diritto, la forza di
riferimento dell’Onu, la costruzione dell’Europa, le possibilità di un altro
mondo possibile
Ancor
dopo la limitazione richiesta dal Quirinale al Parlamento italiano di
“qualificazione della posizione italiana
come non belligerante” e le ambiguità volute ed approvate dalla
maggioranza che, al posto di una precisa mozione, ha approvato “il discorso del
Presidente del Consiglio”, il Presidente Bush torna a dichiarare che
l’Italia è con lui in guerra!
“Oltre 35 paesi stanno dando un sostegno
cruciale, dall'utilizzo delle basi navali ed aeree alla collaborazione con i
loro servizi informazione e logistici, al dispiegamento di reparti di
combattimento. Ciascun paese in questa coalizione ha scelto di sostenere
l'onere e di condividere l'onore del servizio della nostra difesa comune.”
E, nello
stesso discorso alla Nazione, preannuncia una guerra lunga e terribile : “Adesso
che questa guerra è arrivata, l'unico modo per limitarne la durata è usare
la forza con decisione. E io vi assicuro, questa non sarà una campagna
di mezze misure, non accetteremo altra conclusione che non sia la
vittoria.”
Non
c’è più spazio alcuno per tornaconti personali, ambiguità , furbizie e
nascondimenti di fronte alla guerra. La storia, l’onore, le vite umane chiamano
tutti alle precise responsabilità e doveri del momento.
Chiediamo
pertanto
Al
Sindaco di Bari
Al
Consiglio Comunale
A tutti i cittadini
di non
nascondersi rispetto alle responsabilità storiche che la grave situazione
impone
di
manifestare in modo chiaro e deciso la propria scelta a salvaguardia della pace
e del diritto
di
negare ogni forma di adesione o ambiguità e dunque legittimazione delle scelte
di guerra
di non
dare supporto alcuno o logistico, o strumentale, o propagandistico , o di
copertura anche verbale a scelte ed azioni di guerra che sono da condannare in
ogni modo
di
realizzare in modo concreto scelte che isolino e blocchino le azioni militari
in corso
di
favorire punti incontro che portino ad un rafforzamento della coscienza civile
e solidale dei cittadini
di
costruire con le associazioni pacifiste un PUNTO PACE ben visibile nella città
di Bari, luogo di raccolta di informazioni, documenti, iniziative che rendano
manifesta la dichiarazione di BARI - CITTA’ PROMOTRICE DI PACE
IL COORDINAMENTO CONTRO LA GUERRA DI BARI