Mi chiamo Balilla
Bolognesi , nato il 2 0ttobre
Soldato del I° Reggimento Genio , alla data dell’8 settembre
A seguito di rastrellamento effettuato a
Esanatoglia ed in altri paesi dell’Alto Maceratese , il 5
maggio 1944 , sono stato deportato in Germania e costretto ai lavori
forzati nel Lager 1 di Kahla ( Turingia
) . Sono rientrato a casa il 26 luglio 1945 .
Dal 1988 al 2003 ho scritto 3 diari riguardanti la mia vita di soldato e di deportato ; sono la storia di avvenimenti che vanno dal 25 luglio 1943 al 26 luglio 1945 . Questi diari , li ho scritti per uso famigliare , perché destinati ai miei due figli e ai miei due nipoti .
Con molto materiale da me fornito all’Istituto è stato
possibile approntare una mostra a Macerata , nell’aprile
del 2002 , intitolata “Kahla - L’altra deportazione – Lavoratori
forzati da Macerata alla Germania di Hitler “,la
mostra poi , nel gennaio del 2003 è stata approntata a Castelnovo
ne’ Monti prov. di Reggio Emilia ed in questi giorni , in occasione della
Giornata della Memoria , a Tolentino Intanto qualcuno ha letto questi diari e ,
cosa per me incredibile, sono risultati interessanti perciò mi sono stati
richiesti e li ho inviati , prima ancora che venissero pubblicati in un libro, al Sig . Patrick Brion del Ministero della
Difesa del Belgio; all'Associazione
“ Reimahg Verein “ di Kahla; all' Istituto
di Storia Contemporanea di Como; al Comune di Castelnovo
ne’ Monti ( Reggio Emilia ); ai
famigliari di ex Deportati della prov . di Pisa; ad una
studentessa Tedesca , Ulrike Kaiser , laureanda all’
Università di Jena , che è venuta appositamente dalla
Germania , fino a casa mia , ad intervistarmi per la sua tesi di laurea .
E naturalmente , all’Istituto
Storico della Resistenza “ Mario Morbiducci “di
Macerata che grazie al continuo impegno del Suo Presidente avv. Bruno Pettinari
, della prof . Adriana Pallotto ,
della compianta prof . Alessandra Fusco ,
prematuramente scomparsa , ed infine il paziente lavoro della curatrice prof .
Annalisa Cegna , hanno reso
possibile la pubblicazione di questo libro , con il contributo finanziario del
Comune di Esanatoglia e , credo , di altri enti .
Il libro è stato presentato presso
E’ stato recensito da diversi giornalisti
, molto positivamente . Sono stato intervistato per
Sono onorato , confuso e
meravigliato da tutto questo interesse per il mio modesto lavoro ; sarà perché
finora si è scritto, si è visto in T.V. per la
maggior parte “ E GIUSTAMENTE “ , dei campi di sterminio, ma nessuno ha mai
parlato di quest’altra deportazione , che pure ha
avuto migliaia di morti ; basti pensare che nei “ Arbeitslager
“ della famigerata impresa “ Reimahg “nella zona di Kahla sono morti circa 6000 deportati su un totale di 15000
provenienti da 9 nazioni europee , e questo in soli 12 mesi , dall’aprile 1944
all’aprile del 1945 .
Erano i nostri compagni di prigionia e di lavoro che non hanno avuto , come noi , il bene del ritorno in Patria ; erano quasi tutti ragazzi nel fiore degli anni . Sono rimasti lassù , sepolti ammucchiati in fosse comuni , senza nessuno che li ricordi , senza un fiore , senza nome : ricordiamoli ora con affetto .
Il libro si intitola Balilla Bolognesi – diari di un deportato – ( 25
luglio 1943 – 26 luglio 1945 ) a cura di Annalisa Cegna
. La casa editrice è : Affinità Elettive – via Petrarca , 50 – Ancona – Il costo è di 13,00 euro .
Ed eccone il contenuto: Il primo diario , scritto nel 1990 , si
intitola “8 settembre – Lo sfascio
“, il racconto inizia il 25 luglio 1943 e termina il 4 maggio 1944 , vigilia
del nostro rastrellamento . Vi sono descritti i fatti che hanno preceduto l’8
settembre , la marcia notturna da Modane
, dove mi trovavo quella sera ,verso i tornanti del Moncenisio fino al valico ,
per sfuggire alla cattura da parte tedesca , il burrascoso viaggio in quei
giorni di caos per ritornare finalmente alla mia casa di Esanatoglia
. Poi il tempo della clandestinità per non rispondere alla chiamata dei Nazifascisti ,gli avvenimenti
tragici dell’inverno 1943 – 1944 ,le azioni dei partigiani presenti nella
nostra zona,l’assalto ai magazzini del grano , la rappresaglia tedesca a Esanatoglia il 1
aprile 1944 , con la fucilazione di due innocenti ostaggi Vito Pistola e Amos Ubaldini
,la distruzione di tre abitazioni con l’esplosivo , l’uccisione in montagna di
un giovanissimo partigiano esanatogliese , Alberico Pacini , e altri partigiani di nazionalità slava .
Perché “ Lo sfascio “ ? Perché con
l’8 settembre , all’ improvviso , lo Stato Italiano è
crollato e la fuga ignominiosa del Re e del suo Stato Maggiore ha praticamente
esposto alla vendetta tedesca Migliaia e migliaia di militari abbandonati a se
stessi , senza ordini , dislocati in Francia , in Grecia , nei Balcani ,in Italia .Ed è iniziata la sanguinosa guerra
civile con tutte le atrocità , le stragi , le
rappresaglie , le vendette anche personali ,
Il secondo diario , scritto nel 2003 si
intitola :”La deportazione – Il buio
“, và dal 5 maggio 1944 data dl rastrellamento ,al 7 aprile 1945 ,ultimo giorno
di permanenza nel Lager .Inizia con un antefatto che spiega il perché i Nazisti
decisero di deportare in Germania tanti civili da
adibire ai lavori forzati , come è avvenuto il rastrellamento , le varie tappe
del viaggio verso
Nel diario descrivo le sofferenze di persone condannate a
lavorare fino allo sfinimento , fino alla morte , una
morte ancora più terribile perché più lenta e dolorosa , come il morire di fame
,di dissenteria , di edemi ,di
tubercolosi ,di freddo , senza nessun conforto ne materiale ne spirituale .
C’è voluta una ferma e grande
volontà di sopravvivere ,di resistere e tenere testa , per quanto possibile ,
ai sorprusi e alle minaccie
dei Nazisti che ci volevano morti .
Ogni deportato ha avuto esperienze simili o diverse a seconda della zona , del tipo di lavoro , del campo di
detenzione : noi dei Lager di Kahla abbiamo svolto
sempre lavori di manovalanza , con piccone e badile ,oppure carico e scarico di
materiale , oppure a fare strade , ferrovie ,e tanti altri lavori , sempre
all’aperto , salvo il lavoro in galleria .In turni di 12 ore
, di giorno o di notte , con
qualsiasi sorta di temperatura e condizioni di tempo . Noi di Esanatoglia , di Matelica , Tolentino e della prov. di Macerata siamo stati
catturati nel mese di maggio , avevamo addosso indumenti estivi si pensi che
inverno abbiamo passato . La cittadina di Kahla si
trova in Turingia ,è bagnata
dal fiume Saale ,ha un centro storico di costru- zione
medioevale,recintato da mura , è distante
A circa
Quando i bombardamenti alleati cominciarono a colpire
sistematicamente le fabbriche di armi e di aerei , i
Nazisti cercarono la soluzione di creare fabbriche sotterranee ; la collina del
Walpers- berg , con i suoi
cunicoli , fù scelta per produrre il nuovo aereo a
reazione ME – 262 ,primo al mondo di questo tipo , una delle armi segrete del
Nazismo . Il grande , immenso cantiere iniziò nei
primi giorni dell’aprile 1944 , a metà aprile arrivarono i primi deportati .
L’intero complesso si chiamò “ REIMAHG “ , dal nome del suo maggiore proprietario e cioè REIch – Marschall – Hermann – Goering .
Il terzo
diario , scritto nel 1988 si intitola :”
Fuga dal Lager –
Qui racconto l’avventurosa fuga verso il fronte , assieme a mio fratello ed altri 5 compagni di baracca ,la
liberazione da parte di militari Americani ,il periodo spensierato trascorso a Weimar nella lunga attesa del rimpatrio , poi il viaggio
lunghissimo durato dal 29 giugno al 26 luglio 1945, l’emozione nostra e dei
nostri genitori e famigliari nel riabbracciarci . Da quel 5 maggio non sapevano
più niente della sorte di noi due figli .
E qui termina il mio libro che è una cronaca , abbastanza dettagliata e documentata , di quello che ho
vissuto personalmente in quei terribili due anni , dal 1943 al 1945 .
Ho acconsentito alla pubblicazione del libro perché si tenta
di negare i fatti e le ingiustizie avvenute , ed è una
cosa assurda ma che può verificarsi se non si prende coscienza e conoscenza dei
fatti .Bisogna ricordare che ci sono stati assassini spietati che con un orrendo
piano di sterminio hanno seviziato , ucciso milioni e milioni di esseri umani
,hanno violato i confini ed occupato con la forza altre nazioni per
sottomettere la popolazione e distruggerla e dall’altra parte c’è chi ha dovuto
subire tutto questo .
Dopo tanti anni di silenzio ,io e
molti altri reduci abbiamo capito che era nostro dovere il testimoniare ;
probabilmente il trascorrere del tempo ha influito per l’avvicinarsi di noi
testimoni alla fase finale della nostra vita , ed ha risvegliato il bisogno di
lasciare in eredità la nostra storia perché è un ricordo che può e che deve
insegnare qualche cosa alle nuove generazioni ; ad esempio la fratellanza .
Noi ex deportati , con la nostra
esperienza , invitiamo dal profondo del nostro cuore , alla riflessione alla
umanità di ogni nostra azione ,al rispetto e alla tutela della dignità
dell’uomo . E’ un’impegno
per la salvezza dell’umanità .
Odiate la guerra , con la guerra
tutto è perduto ; solo con la tolleranza , con il riconoscerci tutti uguali e
fratelli e con
Balilla Bolognesi
30 gennaio 2005