Pubblica
presa di posizione sugli avvisi di garanzia agli studenti dell'Arnaldo.
Abbiamo appreso (dai diretti
interessati) che una decina di allievi dell'istituto
ha ricevuto, nei giorni scorsi, un avviso di garanzia per un procedimento
avviato nei loro confronti dalla magistratura per i reati di occupazione
abusiva di pubblico edificio e per interruzione di pubblico servizio delitti
commessi "in concorso tra loro e con altre persone di maggiore età"
"in Brescia dal 24 al 29.10.05" "con l'aggravante... per aver
commesso il fatto in concorso di più di cinque persone".
Riteniamo che sia esclusivo
compito degli organi di polizia indagare e raccogliere elementi probatori
perché i magistrati possano, se vi è notizia di reato, decidere se e in quali
forme procedere contro chiunque infranga la legge e
leda i diritti dei cittadini; tuttavia non è risultato che, nel periodo di cui
sopra, da parte degli studenti appartenenti al nostro istituto siano stati
posti in essere comportamenti sanzionabili.
Nel caso specifico, quella
che viene definita "occupazione studentesca dell'Arnaldo" ha certamente modificato
le convenzionali modalità organizzative e didattiche delle giornate in cui si è
svolta, ma non ha prodotto né danneggiamenti di cose, né atti di violenza su
persone e nemmeno un significativo detrimento della programmazione didattica e
educativa annuale dell'istituto stesso.
Le
iniziative assunte, nell'occasione, dagli studenti dell'Arnaldo
(come da studenti di altre scuole in questi anni e in questo periodo) sono
state forme di protesta e di protagonismo giovanile, anche discutibili per le
loro modalità di avvio e in alcune forme di conduzione concreta, volte a
sensibilizzare tutte le componenti scolastiche e la cittadinanza su problemi e
questioni che attengono alla scuola superiore, con particolare riguardo alle
innovazioni introdotte dai decreti Moratti.
Il
disagio che ne è derivato non è stato né gratuito né
privo di attenzioni per gli specifici, diversi punti di vista degli altri
soggetti scolastici: lo dimostra il fatto che, nel corso della loro protesta,
gli studenti non hanno interrotto la comunicazione con i responsabili
istituzionali del liceo, a partire dal Dirigente scolastico, né con i docenti
disponibili ad ascoltare le loro richieste. In qualche caso è stato sollecitato
anche l'intervento delle RSU d'istituto e delle sezioni sindacali, per le
problematiche connesse alle loro funzioni. Quando poi sono venute meno le
motivazioni della loro iniziativa, gli studenti l'hanno responsabilmente
interrotta, rientrando in aula e proponendo, successivamente,
al Collegio Docenti, un ampio ventaglio di approfondimenti disciplinari e pluridisciplinari su tematiche da loro scelte, ma coerenti
con la programmazione didattica nelle sue articolazioni d'istituto (Collegio
Docenti, Consigli di classe, singoli docenti).
Tant'è che:
a) II Collegio
Docenti dell'Arnaldo non solo non si è opposto all'iniziativa
studentesca, assegnando alla Commissione paritetica studenti/docenti, istituita
due anni fa (dopo analoga protesta studentesca) delega per organizzare momenti
di didattica alternativa nel mese di gennaio/febbraio, come richiesto dagli
allievi stessi, che così intendevano dimostrare la concreta possibilità di
svolgere l'attività di formazione ed educazione dell'istituto con modalità
altre rispetto a quelle convenzionali;
b) Il Consiglio
d'istituto dell'Arnaldo, nel momento in cui è
stato investito della questione, ha esplicitamente ribadito la centralità
dell'azione e della funzione educativa della scuola, non ritenendo (in
particolare nel caso specifico) che lo strumento dell'incriminazione
giudiziaria sia lo strumento educativo più indicato per trasmettere i valori
della cittadinanza responsabile e dell'educazione al rispetto della legalità in
allievi peraltro significativamente motivati ed unanimemente giudicati (anche sul
piano cittadino ed istituzionale) sensibili alle problematiche del presente e
significativamente disposti a lavorare in iniziative di crescita della
coscienza civile e di educazione civica, di solidarietà e di ricerca, studio,
approfondimento (v. partecipazione di moltissimi allievi dell'Amaldo a Certamina, mostre,
spettacoli teatrali e musicali, con assegnazione di premi e riconoscimenti da
parte di associazioni e centri di ricerca, v. la loro presenza attiva in
iniziative organizzate da Comune, Provincia, enti pubblici operanti sul
territorio);
c) Non sono stati ravvisati
nei comportamenti assunti dagli allievi nei giorni indicati, infrazioni allo
"Statuto delle studentesse e degli studenti" redatto dal
Ministero dell'Istruzione, né al Regolamento interno d'istituto, documenti
ispirati a reprimere le azioni esplicitamente violente e antidemocratiche e volti
invece a recuperare comunque gli allievi al
significato e al valore istituzionale delle azioni e delle scelte collettive,
responsabilizzandoli, eventualmente, rispetto a comportamenti contati alle
regole comunitarie e comminando in tal caso sanzioni adeguate e congrue sul
piano formativo.
Per tutti i suddetti motivi riteniamo che ricorrere ad un metodo repressivo e allo
strumento del Tribunale dei minorenni per dirimere questioni inerenti l'agire
politico-scolastico sia sbagliato. Respingiamo qualsiasi intervento si risolva in un puro attacco personale, volto alla esclusiva
delegittimazione o alla demonizzazione dell'altro e che cada al di fuori delle
regole del civile rispetto e del reciproco confronto fra ruoli e responsabilità
diverse, ma concorrenti sul piano della crescita culturale e della formazione
civile.
Per
questo non riteniamo giusto che la nostra scuola sia stata posta di fronte ad
un provvedimento che rischia di produrre ulteriori
fratture e contrapposizioni artificiose che non aiutano né il dialogo già da
tempo avviato fra l'istituzione e gli allievi, né la soluzione dei problemi
impellenti dell'Arnaldo.
Come educatori nostro compito e dovere è
educare; tra le nostre funzioni vi è anche di impedire l'affermarsi della
logica del sopruso e della sopraffazione, ma ciò in nome non di diritti o
principi individuati astrattamente e in modo generico, soprattutto se si è in
presenza di azioni che trovano consenso e appoggio nella collettività
scolastica e che si muovono nell'ambito del civile confronto e nel rispetto
delle regole basilari della democrazia.
Noi
vogliamo educare al confronto: pur su terreni e livelli diversi, allievi,
docenti, cittadini e istituzioni devono poter sempre esprimere il loro sforzo
per costruire una scuola partecipata, fornire un'offerta formativa adeguata
alle esigenze dei giovani, realizzare un sapere insegnato sempre più vicino
alle esigenze della collettività, favorendo una giusta condivisione di questo impegno da parte delle famiglie.
La scuola che vogliamo è una scuola
che rischia e scommette:
- che
rischia perché non vive la sua missione educativa fuori del mondo e fuori delle
contraddizioni reali e sa che esse non sono necessariamente negative sul piano
formativo, ma possono diventare positive occasioni di
conoscenza del mondo reale;
- che scommette sulla voglia di cambiamento e sull'entusiasmo
dei giovani, i quali sono portatori di una o più visioni del mondo che è nostro
compito mettere a confronto e fare insieme crescere e condividere.
Le sezioni Sindacali CGIL - CISL del
Liceo Arnaldo
lista " CULTURA E DEMOCRAZIA " del Consiglio
d'Istituto del Liceo Arnaldo
Brescia, 13/01/06