Gabriele Attilio Turci - 25-08-2013
Con questo grido, i più vecchi di noi, ricorderanno come si sollecitavano pendolari, studenti, assonnati ed esausti fruitori dei treni che in lungo e in largo collegavano, assolutamente con maggiore frequenza, le periferie delle province alle città metropolitane.
Non assomigliava ad un ordine, ma ad un bonario stimolo a fare presto, a mettersi in carica e in moto per il lavoro del giorno, quasi una seconda sveglia mattutina. E la sera poi, l'esortazione diventava la premessa per la cena che attendeva e il ricapitolo della giornata.
Oggi, perlomeno per chi vive del lavoro della scuola e nella scuola, "Carrozza" richiama, oltre che al ministro, la situazione stessa dell'organizzazione scolastica. Quasi un "nomina sunt omina", la comparsa della dottoressa Carrozza come ministro non ha eccitato, a suo tempo, gli animi di nessuno, probabilmente essendosi perduta da tempo, ogni speranza di rinnovamento e di visione centrale della scuola e della formazione culturale, da parte della classe politica italiana.
Ma appunto "nomen omen": la scuola che brancola e arranca da decenni, percorsa da riforme che si accavallano e si contraddicono, ha messo "a cassetta" un vetturino con qualche lustrino, ha aggiunto qualche informatica balestra ancora cigolante che però fa tanto "trendy".
Non assomigliava ad un ordine, ma ad un bonario stimolo a fare presto, a mettersi in carica e in moto per il lavoro del giorno, quasi una seconda sveglia mattutina. E la sera poi, l'esortazione diventava la premessa per la cena che attendeva e il ricapitolo della giornata.
Oggi, perlomeno per chi vive del lavoro della scuola e nella scuola, "Carrozza" richiama, oltre che al ministro, la situazione stessa dell'organizzazione scolastica. Quasi un "nomina sunt omina", la comparsa della dottoressa Carrozza come ministro non ha eccitato, a suo tempo, gli animi di nessuno, probabilmente essendosi perduta da tempo, ogni speranza di rinnovamento e di visione centrale della scuola e della formazione culturale, da parte della classe politica italiana.
Ma appunto "nomen omen": la scuola che brancola e arranca da decenni, percorsa da riforme che si accavallano e si contraddicono, ha messo "a cassetta" un vetturino con qualche lustrino, ha aggiunto qualche informatica balestra ancora cigolante che però fa tanto "trendy".