EC - anno scolastico 2010-2011
Laura Ceccon - 22-03-2011
Ho già avuto modo di commentare un precedente articolo del Prof. Israel con una lettera pubblicata anche da un principale quotidiano nazionale (Repubblica 18/5/2010) e firmata da più di 400 genitori e insegnanti. Riprendo volentieri nuovamente in mano la penna, a seguito dell'articolo "Discalculia: ennesima invenzione per specialisti disoccupati" uscito su Tempi del 16/3 sempre a firma di G. Israel che persevera nel portare avanti la sommaria e allarmista campagna "negazionista", di chiara matrice anti-psichiatrica, contro DSA e ADHD. Non si offenda Israel, per carità, riguardo all'uso del termine "negazionista", utilizzato da anni (e non certo in suo onore) nei confronti di chi nega l'esistenza di questi disturbi ricalcando, per lo più consapevolmente, le estremistiche posizioni una ben nota setta importata dagli USA. Questo sì è terrorismo psicologico ed è anche una grave mancanza di rispetto nei confronti dei tanti bambini e ragazzi che nelle scuole devono lottare tutti i giorni, seppur intelligenti e capaci, con lettere e numeri ma soprattutto con l'incomprensione, l'incompetenza e la carente flessibilità didattica della scuola italiana, forgiata su un anacronistico modello di studente standard.
Ma il cammino intrapreso dalla società civile va invece verso il riconoscimento e il rispetto delle differenze, come stabilito dalla legge nazionale 170 sui DSA, tanto osteggiata dai "negazionisti" e da Israel, ma invece fortemente voluta da genitori, insegnanti e tecnici, uniti dalla volontà di tutelare il diritto allo studio, la dignità e il futuro di tanti studenti con grandi potenzialità.
Laura Ceccon - 10-02-2011
Credo di poter parlare a nome dei tanti genitori di bambini e ragazzi dislessici/dsa, ma anche dei molti insegnanti già sensibili al tema, nel ribadire ancora una volta che il problema non sono i nostri figli dislessici e non è la dislessia. Il problema è piuttosto l'incapacità di capire cosa essa sia e come si debba serenamente affrontare, senza pregiudizi, all'interno di un sistema didattico finalmente flessibile alle differenze.
I nostri figli non sono malati, stupidi, pigri, svogliati. Sono invece ragazzi intelligenti, capaci e creativi che hanno semplicemente modalità di apprendimento diverse da quelle rigidamente standardizzate e che hanno pertanto bisogno di metodologie didattiche flessibili nonché di strumenti consoni alle loro peculiarità.
Bianca Capece - 17-12-2010
L'introdurre di fatto forme di competizione all'interno del corpo docente costituirebbe di per sé un paradosso, diseducativo nel contesto scolastico. Il Collegio reputa infatti che l' esempio formativo che debba essere vissuto da alunni e famiglie sia, come già sopra esposto, quello di una comunità educante il più possibile armonica e cooperante, in cui le diversità costituiscono ulteriore ricchezza, e non fonte di competizione. Ogni giorno ci battiamo nelle nostre classi perché gli stessi alunni apprendano a cooperare, non a competere tra loro, a riconoscere le rispettive diversità personali come ricchezza, e non come causa di frantumazione sociale. Tutto questo assume ancora maggior valore in questi anni, in cui il fenomeno del bullismo sembrerebbe tendere a svilupparsi in modo crescente.
Daniele Checchi, Tullio Jappelli - 27-11-2010
La riforma dell'università, contestata da studenti, ricercatori e opposizioni, sembra ormai l'ultima bandiera di un governo in difficoltà. Ma richiede decine di decreti attuativi e tempi lunghi per la sua applicazione. E dunque, se approvata, finirà per aggiungere un'ulteriore dose di incertezza nel mondo universitario. Intanto, sui finanziamenti per l'anno in corso e per il futuro regna la confusione, i concorsi sono bloccati e la valutazione della ricerca è ferma al 2001-2003.
Comitato Precari Scuola Napoli - 24-11-2010
Occasione di dibattito e presa di posizione netta. Una delle prime sul tema spinoso e ambiguo della sedicente "valutazione" dei docenti. Secca, sintetica, nessuna inutile premessa. Un gesto concreto di opposizione e resistenza. Non un anacronistico rifiuto pregiudiziale, ma l'affermazione di principi costituzionali e la difesa di diritti, contro la cieca arroganza d'un governo responsabile d'una crisi - morale prima che politica - di dimensioni mai registrate nella storia del nostro Paese. Viene dai colleghi precari, esposti da tempo alle conseguenze devastanti di una concenzione della formazione in equilibrio instabile tra "economia domestica" e aziendalismo. Un richiamo alla necessità di opporsi con forza allo stravolgimento della natura e della funzione della funzione docente, che merita attenzione e indica una via di lotta.