- anno scolastico 2010-2011
Giuseppe Aragno - 31-08-2011
Dallo Speciale Racconti



- Questa tua mania di attaccarti alle parole come fossero vita, sangue, muscoli e nervi della realtà non è semplicemente puerile. E' patologica come un'ossessione e mi mette a disagio...
Dietro il tono pacato di Lucia, s'intuiva una rabbia rancorosa. Sono anni, anni che stai lì a imputarti sui tuoi sogni, i tuoi principi, le tue impossibili storie, ma la vita vera non è quella dei tuoi militanti martiri e santi, pareva dire coi suoi occhi grandi, neri ed espressivi che si facevano impenetrabili. O forse no, forse c'era compatimento nel ripetuto ma impercettibile no della testa tutta ricci abilmente tinti di nero corvino che incorniciavano la fronte in guerra perenne con le rughe. Una sorta di compassione che a stento affiorava sul velluto innaturale del viso, dietro il trucco lieve ma incredibilmente efficace che, Dio solo sa come, cancellava pallori e rossori, esaltando il disegno delle labbra misteriosamente innocenti e sensuali.
Emanuela Cerutti - 30-08-2011
La notizia è fresca e nota: gli anni di laurea non serviranno più per "anticipare" la pensione, e chi ha già versato i contributi può solo sperare di non vederseli riassorbiti, rimandati o spalmati sul pane quotidiano in mancanza di altro companatico.
Non so se questa proposta sarà confermata e nemmeno voglio addentrarmi nel dibattito sulla sua convenienza per cui qualcuno ci perde più di qualcun altro e la legge di Murphy trionfa.
Vorrei invece cogliere un nesso tra questa idea e altre emerse negli ultimi anni, per capire, sostanzialmente, quale è il modello di cittadino desiderato e perseguito da parte dei suoi cosidetti e apparenti rappresentanti.
Giocondo Talamonti - 29-08-2011
L'Italia ha la percentuale di disoccupazione giovanile più alta d'Europa. Il 29.6% dei ragazzi in cerca di prima occupazione è sistematicamente respinto dal mercato del lavoro...
Il problema non è scoppiato all'improvviso, ma si è alimentato nel tempo nell'indifferenza di tutti. Non si è sentita l'urgenza di programmare la formazione, di analizzare gli indirizzi, di consolidare le competenze, di aggiornare le conoscenze, di interpretare gli sviluppi dei mercati esteri e nazionali ... aumenta la disoccupazione giovanile e nello stesso tempo le industrie locali cercano, per essere competitivi sui mercati, diplomati degli Istituti Tecnici e Professionali, cioè risorse qualificate e specializzate rispondenti alle esigenze dell'industria e dell'artigianato.
Nonostante questo il numero di iscritti ai Licei aumenta del 3%...
Il processo, che si potrebbe sintetizzare nel termine di "orientamento" non è semplice, ma i Paesi che hanno adottato una qualche forma di prevenzione godono, in questi periodi di difficoltà, di enormi vantaggi...
Andrea Tornago - 25-08-2011
Dallo Speciale brace brace brace



Tre storie da leggere e ascoltare.
All'Ospedale Civile di Brescia Marash e Deliada, due bambini albanesi malati di tumore, sono lasciati senza cure perché senza copertura sanitaria.
A Pessina Cremonese si apre, con un vasto consenso della popolazione, uno dei templi Sikh più grandi d'Europa.
A Borgo San Giacomo si chiude, con un vasto consenso della popolazione, un tempio Sikh "problematico".
Chi fa la differenza?
Franco Buccino - 24-08-2011
Ho incontrato in ascensore un mio vecchio conoscente, è un quarantenne precario della scuola da oltre dieci anni, che mi ha detto: "Nella mia graduatoria di 900 persone, al posto 300 stavo, al posto 300 sto. Per il terzo anno di seguito non avrò la nomina del provveditore. E avevano detto che passavamo di ruolo". Dopo la pubblicazione della tabella di ripartizione dei posti per provincia, il clamore mediatico sulle 67.000 immissioni in ruolo si è attutito e l'enfasi per il grande risultato è cessata. I grandi numeri a livello locale sono divenuti piccoli, anzi piccolissimi. In ogni caso non c'è confronto tra i 1500 docenti e i 1700 Ata che saranno stabilizzati nella provincia di Napoli e gli oltre diecimila posti tagliati solo nell'ultimo triennio. E l'aumento del personale in esubero, una conseguenza dell'applicazione della cosiddetta riforma Gelmini, non fa illudere in merito ai posti promessi per i futuro.
Mentre la nave dei precari affonda, colpita mortalmente dalla politica del governo, è in atto uno scontro senza tregua...
Vincenzo Pascuzzi - 23-08-2011
Il latore della presente. "Il latore della presente è persona mia, da me medesimo ben conosciuta, fidata, ammodo, dabbene, istruita, rispettosa, religiosa, frequenta regolarmente messe e altre funzioni, ....". Mi è venuto da pensare proprio così, ad una immaginaria lettera di raccomandazione leggendo l'articolo della prof.ssa Daniela Notarbartolo sull'Invalsi. Però con un'inversione. Qui non è lo sponsor che parla bene e garantisce il raccomandato. Viceversa è il latore che vuole garantire il raccomandante, nel caso, l'Invalsi!

Perché la Notarbartolo e non il Sig. Invalsi?. Non risulta indicato perché, a difesa dell'Invalsi, debba intervenire la prof.ssa Notarbartolo e non già l'Invalsi stesso con il suo Presidente o altro qualificato rappresentante...
Giuseppe Aragno - 23-08-2011
Parlando di lavoro in anni non sospetti, Pietro Ichino l'ha scritto con onestà che va riconosciuta: "la sicurezza è un bene della vita". Subito dopo, però, chiamato all'ordine dal feticcio che adora - dio ci scampi dall'integralismo degli economisti! - e sentendo sulla coscienza l'intollerabile peso dell'eresia, come ogni credente peccatore, cosparso il capo di cenere, s'è presentato a Canossa, precisando: "Ma costa, come costano tutte le polizze assicurative. I giovani italiani devono valutare questo costo; e rifiutarsi di pagarlo se è troppo alto".

Francesco Masala - 18-08-2011
leggo i punti della sua contromanovra, diverse cose sono condivisibili, ne mancano altre, che umilmente provo a indicare.
Mi sembra necessario comunque che ogni intervento deve essere organico e durevole nel tempo, non una tantum.
Resta fuori l'imposizione fiscale sui beni da reddito appartenenti alla Chiesa Cattolica.
Resta fuori la riduzione delle spese militari.
Resta fuori l'imposta sull'eredità, progressiva, per le ricchezze oltre il milione di euro.
Resta fuori il blocco delle grandi opere, ponte sullo stretto e alta velocità per prime.
Giuseppe Aragno - 12-08-2011
Ormai c'è un berlusconismo per ogni capitalismo. David Cameron è il politico della malapolitica. Puzza di corrotti e di corruttori, di sterline marce e fortune losche, di ricatti e di fango raccolti in dossier, di un mondo a misura dei ricchi, tenuto in piedi dall'esecuzione capitale dello Stato sociale. Come provi a grattare, dietro la foto della stampa patinata che sostiene il regime "liberale", ci sono squali come Murdoch, oscuri rapporti di potere, profitti illeciti, mutui subprime, banchieri usurai e parassiti della Finanza. Dietrp c'è il delirio fondamentalista di un capitale che sgancia l'impresa da ogni etica e socializza le perdite a colpi di manganello, proiettili di piombo e gomma, cannoni d'acqua e secoli di galera. Si dice Cameron, si scrive neoliberismo e si legge ingiustizia sociale. Si dice Londra, ma si scrive Val di Susa e si legge Madrid con la Porta do Sol e gli "indignati", si legge Parigi della "racaille, la recente "feccia" delle banlieue, Atene degli "anarchici", Santiago degli studenti in piazza contro la "legalità borghese" che uccide a tradimento scuola e università pubbliche, mirando a quell'intelligenza critica che è il primo segno della libertà per cui si fece uccidere Salvador Allende e, per mano di mercenari, morì Ernesto Che Guevara.
Rudy Bandiera - 12-08-2011
L'Inghilterra brucia, David Cameron dice che sono "solo criminali" ma io non sono d'accordo. Sono disperati.

Ieri ho sentito una sociologa su Radio 24 dire una cosa che mi ha fatto molto riflettere, ovvero che sono i giovani che hanno preso coscienza che non saranno mai middle class, che non saranno mai classe media. Sono giovani ai quali è stato rubato il futuro.

Da 100 anni a questa parte questa è la prima generazione che non ha futuro: sono giovani di tutte le razze e di tutti i colori che non hanno istruzione, non hanno lavoro, che inseguono modelli irraggiungibili e che si sono resi conto, forse inconsciamente, che non possono arrivare da nessuna parte e che sono stati presi in giro.
Andrea Tornago - 11-08-2011
Dallo Speciale brace brace brace



«Sono passati dieci anni ma è ancora come il primo giorno». Con queste poche, lapidarie parole l'agricoltore bresciano Pietro Antonioli ha riassunto i dieci anni che sono passati da quel 13 agosto 2001, quando due giornalisti di Repubblica pubblicarono in prima pagina un'inchiesta scioccante sulla città di Brescia (A Brescia c'è una Seveso bis, G. Maria Bellu, C. Bonini): tutto il Paese scopriva che il disastro ambientale che sconvolse Seveso nel 1976 non era il più grave e pericoloso incidente che l'industria chimica aveva causato alla popolazione. Antonioli, come altri agricoltori locali, a causa dell'inquinamento che la Caffaro aveva provocato ai suoi campi e alle bestie, aveva perso tutto.
La Monsanto sapeva della tossicità dei PCB dal 1937. La Caffaro, documenti alla mano, dal 1970. Le autorità a Brescia sicuramente dal 1976. Ma la produzione è continuata fino al 1984. E la popolazione l'ha saputo solo nel 2001.
Michele Mileto - 10-08-2011
Dopo la circolare che svelava il "fumoso" mondo dei Co.Co.Co dove le OO.SS. comparto scuola (dubbio mai svelato), unitamente agli organi competenti, decidevano di graduare (ovvero di sistemare meglio) questi lavoratori che per tanti anni hanno dovuto affrontare disagi enormi, con trasferte al limite della sopportazione umana (metaforicamente parlando) insomma si decideva di allocarli in scuole meglio riparate, non al freddo e alle ntemperie di una graduatoria ballerina come i colleghi Ass.Amm. a cui ogni anno viene chiesto di aggiornare le propria posizione AI SENSI DELL'ART. 554 DEL D.L.VO 16.4.1994, N. 297 T.U., dove si devono dichiarare i servizi prestati nel profilo da Ass. Amm. ogni anno, lo stesso D.L.vo dove viene precluso l'inserimento al personale con qualifica di Co.Co.Co.
Vincenzo Pascuzzi - 06-08-2011
Il Miur è nudo (o è rimasto in mutande). Questo rapporto Ocse-Pisa, che ha cominciato ad apparire su siti esteri il 13 luglio (3) ma sui siti e giornali italiani solo un paio di settimane dopo, ha spiazzato completamente quella che è la politica (e la filosofia) del Miur da tre anni a questa parte. Infatti è dal 2008 che Gelmini propugna merito, severità, rigore, responsabilità; tutte espressioni per richiedere o minacciare maggiori bocciature come stimolo, unico e solitario, al miglioramento delle performance degli studenti. Gelmini cioè ha imboccato proprio la direzione opposta a quella indicata dall'Ocse-Pisa e ora si trova spiazzata, in fuori gioco.
Michele Mileto - 03-08-2011
""Il ministero procede all'assunzione di 63 mila Docenti e ATA, in Calabria si licenzia".
Potrebbe essere il titolo di uno scoop, ma invece è la dura realtà a cui si va incontro.
Certamente non si tratta di morti ammazzati ed allora la notizia non finirà sui giornali nazionali ma, almeno spero, su quelli regionali trattandosi di una questione legata al lavoro, anche se questo oramai non fa più notizia.

Giuseppe Aragno - 02-08-2011
Dallo Speciale Racconti



La generosa mano di vernice rosso ocra, passata e ripassata sul velo di cementite e sugli esperti rattoppi di cazzuola all'intonaco steso con cura sui massi di conglomerato ha fatto miracoli. Qua e là s'intuiscono ancora vegetali fossili nell'argilla scavata dal vento e dalla pioggia, ma il lavoro è riuscito. In cassa non c'è un centesimo da spendere, ma i giovani volontari del "campo estivo" gli hanno fatto l'abito nuovo e il muro antico e prezioso è ringiovanito. Come tanto tempo fa, svoltando sulla destra dal Vicolo di Mercurio, sotto un'elegante edicola che subito attira lo sguardo, si conserva, dio solo sa come, l'eterna malinconia che l'ignoto poeta incise con la punta amara d'uno stilo dolente, che il tempo e le sue leggi beffarde si sono incaricati di sconfessare. Chi passa e si ferma all'ombra, cercando ristoro dal sole, non può fare a meno di leggere:

"Nihil durare potest tempore perpetuo....
Rosanna - 22-07-2011
Salve, sono un'insegnante di scuola primaria con circa 30 anni di servizio, ho conquistato il mio ruolo con il concorso magistrale dell'82, avevo 19 anni, il mio sogno era quello di diventare direttore didattico e per questo mi sono iscritta in "Vigilanza scolastica" (il magistero) dove ho completato i miei studi per poi partecipare all'ultimo concorso per direttore didattico (quando si tenevano a Roma) ma non e' andata come volevo; ho aspettato il successivo concorso ma, nel frattempo erano cambiate le regole per l'accesso quindi, il mio bel diploma in Vigilanza scolastica non valeva piu' nulla e malgrado avessi partecipato al precedente concorso, sono stata esclusa per carenza di titolo di studio. Purtroppo, non ho fatto ricorso al Tar in quell'occasione ma io non mi arrendo quindi presentero' domanda di partecipazione al nuovo concorso e questa volta si andra' al Tar!!! Vi chiedo di aiutarmi in questa assurda ed incostituzionale vicenda dandomi il vostro supporto per quanto riguarda le leggi di riferimento alle quali appigliarmi per far valere i miei sacrosanti diritti.
Maurizio Tiriticco - 18-07-2011
Franco De Anna è sempre un acuto lettore dello stato della scuola oggi e, perché no?, anche della scuola di domani! E anche lui è portato a leggere i concreti tagli di Giulio e le vacue giustificazioni di Mariastella non tanto e non solo come una "cattiva volontà" dell'attuale maggioranza, ma come un primo segnale di una svolta che si sta verificando - della quale peraltro non possediamo a tutt'oggi tutti gli elementi per un'analisi compiuta - e che condurrà ad un ridimensionamento di quella istruzione per tutti (gli auspici dei tanti Delors della fine del secolo scorso) che una vagheggiata società della conoscenza aveva reso non solo auspicabile, ma addirittura necessaria e possibile.
Francesco Masala - 12-07-2011
All'inizio di marzo del 2009 avevo scritto proprio qui quello che trovate poche righe sotto.
Temo che le cose siano solo peggiorate.
Purtroppo si pensa questi giorni a fare manovre che permettano incassi con cartolarizzazioni e vendite di pezzi di Stato, cose che io vedo come un attentato ai beni comuni.
Da un sacco di tempo ci raccontano che il debito pubblico italiano è altissimo, ma c'è una grandissima ricchezza privata a garanzia. Il punto è: si deve abbattere il debito pubblico toccando le ricchezze private? Subito dopo il nodo è: imposta patrimoniale regressiva, o progressiva da uno stock di ricchezza in su?
Questi giorni c'è lo psicodramma dei soldi che Mediaset deve a De Benedetti, soldi rubati molti anni fa attraverso la corruzione di un giudice. Qualche giornale che piange per questo risarcimento, piange per chi non paga le rate del mutuo e gli portano via la casa, piange per chi perde il lavoro, per i giovani senza futuro? - Dopo tanti anni di redistribuzione dai poveri ai ricchi, qualcuno vorrà invertire la tendenza? - Esiste una sinistra ancora in questo paese, anche solo una socialdemocrazia per la quale la parola redistribuzione non è una parolaccia?
Liana Gerbi - 07-07-2011
Molti hanno l'aria di esserne ben convinti: leader e manager si diventa ...dopo aver frequentato l'apposito Corso, obbligatoriamente -e gratuitamente- previsto dal Ministero. Si diventa, cioè si acquisiscono d'emblée, e fino alla fine della propria carriera, abilità e capacità, attitudini alla comunicazione efficace, al sostegno e alla valorizzazione delle risorse umane, ecc...
Se anche voi nutrite qualche dubbio in proposito e noi ne abbiamo (e di fondati) molti, abbiate la cortesia di seguirci in questo breve itinerario che ci conduce lontano dalla nostra terra, proprio per meglio osservare e comprendere la nostra realtà culturale, ambientale, emotiva.
Maurizio Tiriticco - 05-07-2011
Ho ricordato più volte in altri scritti quanto sia stato importante il contributo dei descolarizzatori che negli anni Settanta, con una visione certamente tutta utopica e ottimistica, dichiaravano che il ruolo della scuola fosse ormai in dirittura di arrivo, stante il fatto che la società democratica, civilmente cresciuta e ampiamente acculturata, potesse da sola far fronte ai problemi dell'istruzione senza più attivare luoghi da essa separati.
In effetti, la scuola è una istituzione recente per le nostre società. Per migliaia di anni i nuovi nati apprendevano dal e nel sociale che cosa fosse necessario per sopravvivere: alimentarsi, difendersi, riprodursi. Ciò che il gruppo - maschi e femmine, padri e madri, una volta incerti, poi, con le prime organizzazioni famigliari, sempre più certi - faceva, i nuovi nati facevano. E il progresso indotto dalle invenzioni era lento, quanto lente erano le stesse invenzioni.
Gianfranco Pignatelli - 01-07-2011
La certezza del dritto è essere più uguale degli altri. Agire con destrezza, trovare escamotage, lucrare vantaggi dalle smagliature normative. È il modus operandi italico. È, per l'appunto, l'etica del dritto. Uno stile di vita dilagante ed imperante al quale educare i giovani fino a piegare alla bisogna le istituzioni scolastiche, specie se private. Così accade che un notissimo liceo parificato sia associato a uno statale. A scorgere l'elenco dei candidati già si potrebbe malignare: 34 del parificato contro i 9 dello statale. Ma il mercato, si sa, è il mercato. Al suo imperio non ci si può sottrarre.
Giuseppe Aragno - 30-06-2011
Naturalmente, chiosano i benpensanti, s'è trattato d'un caso, forse d'una distrazione, e i più "saggi" e "moderati" - quelli che di solito si strappano i capelli per le vittime del terrorismo, per i "nostri ragazzi" uccisi in "missione di pace" mentre, armati fino ai denti, danno una mano a truppe d'occupazione, quelli che, di moderazione in moderazione, ormai chiudono gli occhi su tutto, sui lager che chiamiamo CIE, sui richiedenti asilo rispediti al mittente, sui cimiteri nei fondali meridionali, su Aldovrandi, su Cucchi e chi più ne ha più ne metta. I più "saggi" e "moderati" invitano a non strumentalizzare. E va bene, non strumentalizziamo. Notizia secca:

"Ieri pomeriggio, 29 giugno, un mezzo blindato antisommossa dei Carabinieri diretto a Chiomonte ha investito e ucciso una pensionata a Venaria. Si chiamava , Anna Reccia e aveva 65 anni".
Giuseppe Aragno - 29-06-2011
Dopo l'accordo sindacale di ieri, Vico trova una clamorosa conferma e la civiltà fa luogo nuovamente alla barbarie. Sacconi non vale Bottai, ma la lezione l'ha appresa bene: l'interesse nazionale coincide con quello dell'impresa e nel mondo del lavoro c'è una scala di valori. Meglio di lui, lo disse Mussolini: in azienda c'è solo la gerarchia tecnica. Oggi come ieri, in vista delle manovre "lacrime e sangue" di Tremonti, i colpevoli del disastro annunciato prodotto da un mercato che specula su stesso e mette la vita e i diritti della povera gente al servizio del Pil, si trova modo di vietare lo sciopero, si affida agli imprenditori il compito di certificare le deleghe e si riduce il Contratto nazionale a una pantomima messa in scena per oscurare il peso decisivo di una contrattazione aziendale che potrà legittimamente stravolgerne il contenuto a seconda degli interessi delle aziende. Si apre così l'era nuova del "sindacato aziendale".
Peggio del peggiore corporativismo. Certo, manchiamo ancora di una "Carta del Lavoro" e beffardamente sopravvive a se stesso lo Statuto dei lavoratori, ma Susanna Camusso dà voce ad un sindacalismo di classe mummificato: contenta di una rinnovata collocazione "privilegiata", non capisce, o finge di ignorare, che si è voltata pagina alla storia.
Maria Antonia Stefanino - 27-06-2011
Che tristezza per chi ha avuto la sventura di leggerla, l' intervista parodia del Corriere del Mezzogiorno diretto da Marco de Marco. Lettieri si erge a salvatore della patria e propone la sua ricetta per superare l'emergenza con le seguenti mosse: A) chiedere in esclusiva il funzionamento per la città di Napoli di una linea dell'inceneritore di Acerra, suggerendo cosi la improrogabile necessità di attivare nuovi appalti per altri inceneritori. Peccato che quello di Acerra sopportato dai Napoletani, ieri avesse solo una linea in funzione
B) chiedere un intervento straordinario (legge speciale) con cui inviare i rifiuti in altre nazioni (Spagna e Olanda), quelle in cui, facendo la differenziata, gli inceneritori sono inutilizzati o sottoutilizzati (a volte essere in ritardo permette di correggere gli errori).
Maurizio Tiriticco - 27-06-2011
Tutti concordano: se il prossimo anno scolastico non si vuole andare a un'altra débacle, con prove sbagliate, insegnanti inviperiti, un Invalsi e un Miur impallinati, occorre cominciare subito a cambiare le cose.
In primo luogo occorre essere convinti di due circostanze:
a) della necessità di una valutazione esterna degli apprendimenti, che si coniughi con la valutazione interna esercitata dagli insegnanti e che si rende quanto mai necessaria almeno per due ragioni: conoscere ciò che i nostri studenti sanno e sanno fare al termine di dati percorsi di studio, anche perché ce lo chiedono il mondo del lavoro e l'Europa; ricondurre ad unità di sistema obiettivi terminali di apprendimento per sostenere le scuole le cui offerte educative, stante il regime di autonomia, sono estremamente diversificate;
b) della necessità di riorganizzare tutto l'assetto istituzionale che riguarda i rapporti tra Miur e Invalsi e, soprattutto, di mettere in grado l'Invalsi di adempiere ai propri compiti con successo: il che si riassume in tre parole: indipendenza, adeguate risorse finanziarie; elevata professionalità degli addetti.
Fuoriregistro - 23-06-2011
In quest'ultimo periodo riceviamo, a commento di articoli ormai piuttosto datati, commenti ed interventi sul tema delle bocciature.
Li abbiamo pubblicati all'interno del thread corrispondente, ma temiamo che la loro dispersione disperda lo stesso problema, sul quale, in settimana, anche Mari Cavalli ci ha fatto riflettere.

Così, forse con qualche ritardo, li riproponiamo qui alle vostre riflessioni e alle vostre reazioni.

Giuseppe Aragno - 22-06-2011
Va in scena l'Occidente, "faro" di civiltà e "bussola" del pianeta. La dottrina è chiara, mentre un brivido "umanitario" corre la schiena inconsapevole e prona del popolo sovrano. Emozioni antiche nelle piazze per un attimo minacciose e subito imbrigliate nella "ribellione elettorale" che tutto cambierà per non cambiare nulla. Va in scena l'Occidente e, insieme alla guerra per la pace, alta si leva ormai, e non a caso simmetrica, la bandiera della "rivoluzione pacifica". Si completa così un inganno sottile e già evidente nella "contraddizioni in termini" che forza il lessico dei saltimbanchi del potere: assieme alla guerra, ora diventa pacifica la rivoluzione e non c'è altro da dire.
Come vuole l'antica tradizione dei teatranti, la commedia è finita, se v'è piaciuta applaudite.
Vincenzo Pascuzzi - 22-06-2011
E' vero ora si chiamano Esami di Stato e poi non si tratterebbe di abolirli del tutto. Ma di semplificarli moltissimo sì! Ridurli drasticamente, anche come onere economico, temporale ed emotivo, a circa 1/6 dell'attuale, al 15%. Uno scrutinio un po' più completo, approfondito e impegnativo forse con un paio di prove scritte decise a livello di istituto e da esaurire in 2, 3 giorni, con vantaggio e sollievo per tutti.

Vediamo perché. Esponiamo alcune motivazioni, pronti a confrontarci con chi la pensa diversamente. E sicuramente sono tanti.
Gianfranco Pignatelli - 20-06-2011
"È la pulce d'acqua che l'ombra ti rubò", così cantava, nel 1977, Angelo Branduardi. In quegli stessi anni, un'altra pulce, nana ed ignota ai più, saltellava di calle in calle, in laguna, nella sua Venezia. Era alla ricerca di una maschera, di un impresario e di un copione. Nella città di Goldoni, da grande, sognava di essere guitto, di recitare a soggetto. Non crebbe e non fu mai grande, ma guitto sì. Si ritagliò la parte del castigatore di mascalzoni e fannulloni, assenteisti e pagnottisti. Di suo la pulce d'acqua, però, saltava dal cronico assenteismo parlamentare al randagismo politico, dall'abusivismo immobiliare al parassitismo istituzionale. Un niente, si direbbe. Una tipica maschera del carrozzone politico italiano, un saltimbanco per tutte le compagnia di ventura, dal psi al pdl.
Cosimo Scarinzi - 16-06-2011
Apprendiamo in queste ore, della volontà del Ministero di inserire nuovi titoli valutabili nel prossimo Decreto Ministeriale, che stabilirà i criteri per l'aggiornamento delle Graduatorie d'Isitituto per l'assunzione dei docenti per le supplenze.

In teoria, nulla di male. Nei fatti una seria difficoltà per quanto riguarda il controllo del valore effettivo dei titoli, il rischio di incentivare l'industria, sin troppo estesa, dei titolifici, il fatto comunque che l'informazione viene data a babbo morto.

Vincenzo Pascuzzi - 16-06-2011
Di sicuro senza volerlo e anche senza nemmeno immaginarlo, Mariastella Gelmini ha dato un contributo importante al raggiungimento del quorum.

L'affermazione non viene da una soffiata o da uno scoop ma si può ricavare osservando e collegando fra loro alcuni fatti noti e ragionando su di essi. A volte la verità, pur appena nascosta e latente, è proprio sotto i nostri occhi basta solo saper guardare, leggere e interpretare.

Due le situazioni da considerare: 1) la popolazione (elettori e non) coinvolta a vario titolo nel sistema scuola e 2) i messaggi indirizzati, dal Miur (cioè Gelmini) in tempi diversi, a questa popolazione.
Franco Buccino - 13-06-2011
Ventimila ragazzi delle superiori erano a rischio bocciatura a causa delle assenze. Anche a Napoli un bel po'. Con l'inettitudine di sempre, il Ministero ha rimandato alle scuole autonome la decisione di applicare o no le proprie direttive. A marzo aveva scritto che con cinquanta assenze, un quarto dei canonici duecento giorni minimi di lezione, si era bocciati. Ora sono le scuole a stabilirlo. Per esempio, decidendo esse se le occupazioni sono giorni di assenza o di presenza. Sembrerebbe che l'orientamento dei consigli dei docenti sia di bocciare con misura per le assenze, e di lanciare un messaggio del tipo: quest'anno vi perdoniamo, ma l'anno prossimo pensateci bene. Sostiene il Ministro Gelmini che come al solito non abbiamo capito niente. "Vogliamo solo invogliare i giovani alla partecipazione" ripete. Questo sarebbe il senso del provvedimento.
Fuoriregistro - 13-06-2011
Era una scommessa, si poteva perderla, ma bisognava provarci. Non siamo usciti quando avremmo dovuto. L'ultima di quest'anno di scuola e di vita scolastica, mai facile e spesso preoccupante, poteva e doveva attendere un po'. Questione di ore, ci siamo detti, poi, chissà, il saluto sarà ben diverso.
Era una scommessa, si poteva perderla, ma bisognava provarci. Non siamo usciti quando avremmo dovuto: niente news domenica. L'ultimo appuntamento di quest'anno di scuola e di vita scolastica, mai facile e spesso preoccupante, poteva e doveva attendere un po'. Questione di ore, ci siamo detti, poi, chissà, il saluto sarà ben diverso.
Ora sì, ora si può dirlo senza temere d'essere di parte e senza farne una questione di politica spicciola che non ci riguarda: c'è un abisso tra la temuta indifferenza "balneare" che qualcuno s'augurava e la partecipazione di massa, che era nell'aria, ma ha assunto proporzioni inattese, a quesiti essenziali per la vita del Paese e il futuro dei nostri figli e delle generazioni che verranno. Sì, bisognava ritardare l'uscita dell'ultima news e sperare di far festa. E festa è, festa per tutti, anche per la pattuglia minoritaria che s'è schierata legittimamente per il no. E' sempre festa, quando un Paese trova dentro di sé l'orgoglio della partecipazione, prende in mano il suo destino e sceglie con forza una via.
Giuseppe Aragno - 10-06-2011
Ai politici non va giù, ma la storia, a scuola, la insegniamo com'è: gli italiani non sono "un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori". La grottesca definizione, che si legge ancora sul Palazzo della Civiltà del lavoro, a Roma Eur, la inventò Mussolini nel 1935, mentre "civilizzava" gli etiopi, sepolti sotto nuvole d'iprite, in nome di Roma antica e di un colonialismo straccione di retroguardia.
L'Italia non ha una gran storia e all'estero lo sanno. Il biglietto da visita fu la "piemontesizzazione" del Regno, ottenuta dopo massacri, processi sommari, deportazioni e domicilio coatto. Si disse che la "giovane unità" poteva andare in pezzi, ma si trattò di scontro d'interessi, i dissidenti furono macellati e il mondo civile ne fu nauseato.
Gianfranco Pignatelli - 07-06-2011
... chiamata scuola...

Due politici hanno condizionato la seconda repubblica.
Il primo, subordinando l'attività legislativa ai propri interessi.
Il secondo - una sorta di cinghiale verde, specialista in porcate normative - inaugurando un modus operandi riconoscibile, ormai, in tutti i provvedimenti governativi.
Un esempio? Il Decreto Legge 13 maggio 2011, n. 70, all'esame delle Commissioni Parlamentari.
Un minestrone normativo, che contempla tutto - dall'edilizia alla nautica da diporto, dalla sanità all'istruzione - ma non risolve nulla.
Scritto, vagliato e approvato, naturalmente, con somma urgenza.
Così si riflette poco e si truffa tutti. Tanto.
Laura Alberico - 06-06-2011
Il presente della scuola è affidato purtroppo solo alla volontà e alle energie di chi crede ancora che fare cultura significa ridare il significato all'esperienza, alla collaborazione, alla condivisione, le pietre miliari di viaggio di scoperta che incontra spesso ostacoli e impedimenti.

Il divenire pertanto è un desiderio che alimenta il presente, un modo per guardare al futuro avendo ancora la capacità di discernere e valutare criticamente ciò che di buono ancora resta e che può diventare la risorsa sostenibile e credibile di un vero rinnovamento.
Francesco Di Lorenzo - 04-06-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



In sintesi:

- l'Italia non è esplicitamente un paese per vecchi, ma è sicuramente un paese di vecchi;

- vicenda sempre più complicata sulle prove Invalsi. Al dibattito che si era aperto, anche su 'Fuoriregistro', sulla utilità o meno delle prove, si aggiunge un altro tassello;

- chiedere soldi ai genitori per il funzionamento delle scuole pubbliche è illegittimo.

- "rumors" dell'ultima ora indicano Mariastella Gelmini come probabile ministro della giustizia. Al suo posto verrebbe a guidare il ministero dell'Istruzione, sempre secondo i 'rumors', Maurizio Lupi...
Lorenzo Picunio - 03-06-2011
Abbiamo una primogenitura, noi insegnanti e genitori della scuola pubblica, specialmente primaria, nella crisi del sistema di potere. Quando sembrava che tutto andasse bene, quando .. quello che tutti ci ricordiamo, noi dicevamo che si stava strozzando il maggior valore di tutti noi italiani, l'istruzione pubblica per tutti i cittadini.

Bene, oggi la politica ha modo di sdebitarsi con noi. Ai vari Pisapia, De Magistris, ecc. , ai nuovi sindaci, anche quelli che non appartengono al centrosinistra ma amano le scuole dei loro comuni, chiediamo due cose...
Giuseppe Aragno - 03-06-2011
Stefano Esposito e Mario Pittoni sono stati "nominati" rispettivamente deputato e senatore nell'aprile del 2008. Il primo l'ha imposto agli italiani il segretario del Partito Democratico, il secondo ce l'ha regalato il padre padrone della Lega Padana. Negli anni vituperati della "prima repubblica" non sarebbero mai entrati alle Camere, in quelli nostri, che politologi, pennivendoli e velinari definiscono della "transizione", godono di laute prebende, vasti privilegi e conseguenti onori. Accomunati dalla fede liberista, Esposito è pagato per far l'opposizione al governo, Pittoni, per sostenerlo, ma la fatica che fanno per dimostrare le contrapposte appartenenze ricorda Sisifo e il suo impossibile macigno.
Lucia Marcaccio - 02-06-2011
Non ho valori da inculcare se non quelli della Costituzione italiana, ai quali sono tenuta come dipendente statale e nei quali mi riconosco come cittadina italiana.

Chiedo al Presidente del Consiglio: "Lei ha valori alternativi da suggerirmi? Ed eventualmente, mi legittima ad insegnare agli studenti il valore della mercificazione del proprio corpo? Dell'insulto a chi lavora? Della bugia? Dello scambio di favori? Del trasformismo? Della fuga dalle proprie responsabilità?"

E al Ministro dell'istruzione (piuttosto dov'è in questo attacco alla scuola statale-pubblica?): "Sono valori da inculcare l'ipocrisia e l'opportunismo (es: proclamare di voler ripristinare il merito e cercare scorciatoie nel privato)? E la liquidazione spicciola di ogni giusta ribellione, segno di autonomia di giudizio e di coraggio civico, di responsabilità e di speranza, con frasi fatte e insulti? Devo inculcare agli studenti l'obbedienza inconsapevole o l'esercizio del pensiero (il "Sapere aude" che il curriculo disciplinare, peraltro, mi impone)?"
Sottogruppo Officina - 31-05-2011
Una vera e propria furia demolitrice ha investito il modello di scuola più innovativo degli ultimi 30-40 della scuola italiana. Con i tagli pesantissimi agli organici delle scuole sono state abolite le compresenze, sono aumentati gli alunni per classe fino a 27-28, non vengono nominati i supplenti per le assenze brevi, gli alunni vengono "sparpagliati" nelle classi, i disabili non trovano più il sostegno necessario allo sviluppo delle proprie potenzialità . Per mantenere ad ogni costo il monte-orario settimanale a 40 ore per gli alunni, i dirigenti scolastici sono costretti a far operare nelle ex classi a tempo-pieno da 4 a 7 insegnanti senza alcun coordinamento programmatico: un vero e proprio spezzatino pedagogico di tipo sostanzialmente assistenziale, che nega in radice gli elementi qualitativi introdotti nel modello di scuola che a Milano ha conquistato la fiducia di oltre il 90% della popolazione scolastica. Può rendersi necessario un intervento riparatore del Comune di Milano per ripristinare, con risorse umane e materiali, i cardini qualitativi della scuola a tempo pieno. Sembrerebbe inoltre utile per il Comune accedere ad un concetto largo di diritto allo studio, allo scopo di realizzare un progetto educativo ricco e articolato affinché l'offerta formativa della scuola non si limiti alle sole attività curricolari e assuma un più ampio ruolo di promozione culturale e sociale.
Monica Capezzuto - 30-05-2011
Oggi la città c'è. E vuole cambiare. Lo ha detto. Lo ha gridato. La maggioranza silenziosa che vive, lavora e si fa i fatti suoi, ha scelto finalmente di far sentire la propria voce. E ognuno di noi deve fare la propria parte, perché solo collaborando tutti insieme si può cercare di migliorare le cose. D'altronde, abbiamo scelto di restare qui, lancia in resta a difendere le nostre radici, il fortino da tanti abbandonato, ascoltando il "fuitevenne" di ecclesiastica memoria.
Chi non è scappato, ha aspettato il momento della rinascita.
Il momento è arrivato.
Giuseppe Aragno - 28-05-2011
Bocce ferme. Dopo risse, aggressioni e concerti, tacciono finalmente i candidati, ma il rantolo della politica vive nel delirio di Berlusconi: "Mister Obama, ho una nuova maggioranza". Dietro le luci psichedeliche, due liberismi a confronto; a Milano un ex comunista si volge ai "moderati" e una sinistra tutta belle maniere e società civile promette di sterilizzare il conflitto e ripristinare le regole del gioco. A Napoli, la voglia di riscatto si affida a un magistrato messo fuori dalla magistratura, una sorta di "perseguitato politico" che fa da argine allo strapotere della criminalità organizzata, ma non va oltre le cicliche e storicamente sterili "campagne morali" d'una borghesia sorpresa dalla sua stessa miseria morale. A completare il quadro, le bandiere rosse, che non hanno scelta, dopo la storica Caporetto della sinistra alternativa, si schierano a mezz'asta sul terreno del liberismo progressista.
Vincenzo Pascuzzi - 26-05-2011
In considerazione di indagini effettuate e delle scarse risorse economiche e di personale disponibili, l'Invalsi avrebbe eventualmente dovuto operare testando specifiche e selezionate problematiche e questioni complementari a quelle già indagate, sempre con modalità a campione, possibilmente rimanendo all'esterno della attività didattica e della valutazione/votazione, senza condizionare questa e senza angosciare, intimorire o insospettire alunni e docenti. Al contrario Invalsi, indirizzato dal Miur, ha attuato indagini a tappeto (2.200.000 alunni testati) in sovrapposizione e all'interno della didattica (potenzialmente distorcendola e impoverendola) ed ha anche espresso valutazioni che hanno integrato la valutazione tradizionale dei docenti. Insomma un intreccio pasticciato.
Fuoriregistro - 25-05-2011
La notizia, postata su Aetna scuola, merita rilievo. Proviene dalla Direzione Didattica "Alfredo D'Andrade", del Circolo di Pavone Canavese, e riguarda una scelta particolare Si tratta infatti, pare, dell'unica adesione, in provincia di Torino, al Progetto "Valorizza", istituito lo scorso novembre dal Miur per "premiare" la professionalità docente. Un Progetto di scarso successo, come in molti hanno raccontato. Ma forse nessuno aveva ancora avuto l'idea dei colleghi piemontesi. Una buona idea?
Francesco Maria Toscano - 24-05-2011
Sono passati 19 anni esatti dall'eccidio di Capaci nel quale persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.

L'Italia non è più quella di allora, tutto è cambiato. Gli impresari dell'epoca oggi fanno i politici e la politica tutta è ridotta a triste cabaret. La morte di Falcone turbò le coscienze dei giusti e quel sangue servì, specie in Sicilia, per dare il via alla riscossa sociale e civile di un popolo, quello siciliano, che trovò su quei corpi straziati la forza di ribellarsi al giogo mafioso e alle sue regole perverse.

Ma la domanda è un'altra. Al netto della retorica, delle parate e delle frasi fatte, chi ha per davvero raccolto gli insegnamenti testimoniati in vita dal giudice Falcone? Pochi, o forse nessuno.
Marco Magni - 24-05-2011
Il giudizio sull'impatto dei test Invalsi non può fondarsi semplicemente sul giudizio di valore attribuito allo "strumento" test. Stabilire se esso sia un buono o cattivo strumento per determinare il livello di rendimento, se produca migliori informazioni oppure riduca la didattica ad una serie di quiz non è sufficiente per comprendere il ruolo svolto dai test nel modificare la realtà della scuola. Il senso dei test va compreso a partire dalla loro collocazione nei contesti determinati, politici, sociali, economici, della loro utilizzazione. Da questo punto di vista, l'ambito della loro comprensione è senza dubbio il processo di intensificazione dello sviluppo di un "mercato scolastico", animato dalla concorrenza tra gli istituti (per accaparrarsi gli alunni migliori) e delle famiglie (per conquistare le posizioni che promettono un meggior rendimento degli investimenti scolastici).
Mauro Artibani - 23-05-2011
A noi, orfani della domanda, non resta che acquistare fino allo stremo; fino a confondere la fisiologia dello stare nel mercato per produrre ricchezza, con la patologia del consumare che ci alberga come Fine.
Fino a generare patenti diseconomie: sprechi, monnezze, debito in eccesso, allucinate solitudini.
Non è un bel vedere, dobbiamo cambiare registro.
Lorenzo Picunio - 21-05-2011
Non possiamo esimerci dal lottare, ancora, per la scuola pubblica, e in particolare contro i tagli, per garantire un servizio che è di tutti.

Sugli organici delle scuole di ogni ordine e grado si misura infatti quanto conti, per l'attuale governo italiano, il desiderio di cultura, di democrazia, di solidarietà, di futuro, di quei valori, cioè, che la scuola pubblica rappresenta.
Erich Battistin, Antonio Schizzerotto - 20-05-2011
La raccolta sistematica di basi informative sulle competenze scolastiche non si configura come una forma di soffocamento della ricchezza culturale della scuola con ignobili quiz. Né come un tentativo di limitare la libertà di insegnamento. Al contrario, è uno strumento necessario per mettere a punto politiche scolastiche in grado di utilizzare nel modo migliore il denaro pubblico e garantire una maggiore efficacia dei processi di apprendimento, una più equa distribuzione delle risorse educative e una riduzione delle disuguaglianze sociali.
Giuseppe Aragno - 19-05-2011
Quando lo capiranno sarà tardi. E' un territorio vasto e incontrollato. Naufragano tra gli scogli di Lampedusa, il Canal di Sicilia e le aule delle scuole e delle università di tutto il Paese. Li batte la cultura e non lo sanno. E' la storia già scritta che decide, i fatti già avvenuti e i crimini consumati, contro i quali non c'è forza che tenga. Berlusconi, Bossi, La Russa, Gasparri, Tremonti, D'Alema, Veltroni, Casini. Non si tratta solo della paccottiglia plastificata del berlusconismo. E' un suicidio di massa. Muore di leggi razziali l'abbozzo di genocidio tentato da Maroni, si spegne per rigetto il segregazionismo di Fini, Turco e Napolitano. Cede di schianto la pretesa che una banda di mercanti formi un Parlamento, che la libera coscienza dei popoli si sottometta agli interessi di un potere che pretende di decidere persino sulla vita e sulla morte.
Centro Studi Erickson - 19-05-2011
Intervista a Tullio De Mauro

La scuola ha affrontato in questi decenni problemi difficili di vario tipo, bisogna starci dentro per capire quello che si sta facendo e quello che si può fare. Riassetto dei contenuti degli insegnamenti, problemi di revisione profonda dei modi in cui si può alimentare nelle ragazze, nei ragazzi, nei bambini l'interesse per il sapere, per lo studio. Parlo di questi grandi problemi, ma chi vive la vita della scuola, e in questo includerei anche l'Università, conosce anche gli altri problemi che vanno dai modi deficitari del reclutamento, della formazione, fino all'edilizia scolastica.
Maurizio Tirittico - 18-05-2011
Premessa "politica" - Suggerii a suo tempo di soprassedere alla prova Invalsi per le classi seconde del secondo ciclo, nonostante la norma lo prevedesse (si veda la Direttiva 74 del 2008), in quanto impegnate a giugno nella certificazione di fine obbligo. Sarebbe stato più opportuno che l'Invalsi si fosse attivato fin dall'anno scolastico 2007/08, anno di avvio del nuovo obbligo, eventualmente insieme all'Ansas, a sostenere le scuole a fronte di un impegno assolutamente nuovo per il nostro sistema di istruzione. Non è stato così! Anche per l'assoluto silenzio del Miur, indifferente a fronte di un'operazione che, invece, avrebbe dovuto "rivoluzionare" i nostri bienni! Transeat! Così le scuole sono state investite a maggio di un adempimento, come se nulla di nuovo fosse stato loro imposto per il mese di giugno!
Giovanni Pontillo - 17-05-2011
È stata una delle più cruente battaglie del XXI secolo. Si è combattuta a pochi chilometri da Milano, nel territorio in cui è stato localizzato il quartier generale del leader maximo, presso la cittadina di Waterloo-ArcoreK.
Il combattimento durò complessivamente circa 36 ore, nelle quali morirono oltre 65.000 Soldati PRECARI a cui vanno sommati tutte le migliaia "falciati" nei tre anni precedenti la battaglia finale.
Belusconius il Napoleone voleva attaccare le scioperate forze PRECARIE alle 8.10 del mattino, detta l'ora della Campanella...
Enrico Maranzana - 16-05-2011
Il dibattito e le resistenze che si sono frapposte all'accertamento delle competenze, curato dell'Invalsi, hanno consentito di rilevare la distanza dei punti di vista dei soggetti in campo, divario originato della confusione che regna nell'amministrazione della scuola.
In questo scritto si prospettano alcuni interventi volti a superare la parcellizzazione del gestione e, di conseguenza, a portare a unità il servizio scolastico.
Marta Gatti - 14-05-2011
Nel caos delle prove Invalsi (test con cui si valuta la preparazione dei nostri studenti) forse la notizia è sfuggita. Eppure la circolare ministeriale una volta tanto è scritta a chiare lettere.

Al punto "Alunni con disabilità intellettiva" dice esplicitamente che questi non possono né devono partecipare ai test di valutazione nazionale. (Il loro handicap abbasserebbe la media, soprattutto delle classi campione).
Se però i genitori in questi giorni li vogliono proprio portare a scuola, e i prof e i maestri non vogliono che si sentano esclusi, ebbene, quei bambini e ragazzi potranno sì fare il test, purchè in un "locale differente da quello utilizzato dagli altri allievi", al fine di non disturbare la prova dei "normodotati". Non solo. Lo stesso trattamento è riservato ai bimbi ipovedenti, e a quelli con i disturbi dell'apprendimento: per loro, che utilizzano strumenti speciali, la prova è prevista, ma, appunto, in locali diversi da quelli dei loro compagni di classe...
Giuseppe Aragno - 12-05-2011
La logica, se di logica si può parlare senza coprirsi di ridicolo, è quella dello Stato autoritario o, se preferite, di una repubblica delle banane. Gli estremi spesso si toccano e Fabio Garagnani, con la sua criminale proposta, conferma la regola: "Professori politicizzati sospesi per 3 mesi". Ognuno la prenda come vuole. Chi spera in un miracolo che non verrà, chi si trincera dietro il "delirio" di una minoranza di estremisti che forza le regole del gioco, per affidarsi ai lamenti generosi e impotenti del Capo dello Stato, si accomodi. Meglio sarebbe però dirsi le cose per quello che sono e regolarsi di conseguenza. E' ora di piantarla. Siamo stanchi di subire e non abbiamo paura.
Laura Alberico - 11-05-2011
Oggi ho apprezzato il piacere del silenzio: pochi alunni in classe per paura (?!) del giorno che le improbabili previsioni hanno decretato catastrofico. Il giorno x, variabile indipendente, ha fatto strage di presenze e questo fenomeno, per contrasto, ha creato un clima sereno e ovattato, cosa che nelle classi ormai è diventato un desiderio spesso impossibile da realizzare.
Enrico Maranzana - 10-05-2011
Premiare il merito, riconoscere le eccellenze, elevare il livello qualitativo delle prestazioni sono
problematiche che implicano lo studio del rapporto obiettivi .. risultati conseguiti.
Nessuno dovrebbe sottrarsi a tale accertamento: il ritornello: "il merito dei politici è giudicato dalle urne"
non ha fondamento razionale in quanto efficacia e consenso sono aspetti che muovono in dimensioni
differenti.
Lorenzo Picunio - 09-05-2011
Chi va a scuola, chi ha dei figli che vanno a scuola, si accorge di come si faccia di tutto per soffocare la scuola pubblica. Nessuna bugia può nascondere le classi di 27 alunni, il taglio dei laboratori, le supplenti non chiamate, le scuole strozzate dai costi di funzionamento non finanziati.
Occorre ribellarsi come cittadini, darsi da fare perchè nell'istruzione è il nostro futuro, il futuro di tutti.
Gianfranco Pignatelli - 09-05-2011
Dopo il pestaggio morale e professionale dei docenti e l'invito a iscrivere gli alunni alle scuole private, viaggia un'altra falsità: la prossima manovra di aggiustamento dei conti pubblici prevista per giugno, naturalmente ad urne chiuse, sarà lacrime e sangue. Magari perché la finanza creativa aveva i conti truccati? O perché la scilipolitik, col suo stuolo di inutili sottosegretari, scarica sulla fiscalità pubblica i costi del pizzo politico al quale è sottoposta la maggioranza che non c'è? Macché, tutta colpa degli insegnanti da immettere in ruolo.
Per la verità gli insegnanti sono i più malpagati nel nostro pubblico impiego e sono terzultimi tra i loro colleghi europei. Ma nell'etere delle verità nascoste questa non passa.
Giuseppe Aragno - 05-05-2011
"Studenti e centri sociali: ecco il patto del terrore". Così titolava la stampa nel dicembre scorso, ma chi se ne ricorda più? La "Rete 29 aprile", i sovversivi travestiti da ricercatori, annidati nelle università massacrate dalla pregiata ditta Gelmini & Co, sono spariti dalle pagine dei giornali. Un nuovo "terrorismo" ruba la ribalta a Giavazzi e Abravanel e l'allarmante democrazia italiana dà il meglio di sé nei cimiteri d'acqua mediterranei, nelle guerre umanitarie tra alleati svergognati e nei pruriti alla Tinto Brass sui disordini sessuali dei nostri arzilli nonni. Non è uno spettacolo politico edificante per i nostri giovani, tutti più o meno disoccupati nella repubblica fondata sul lavoro, ma saremmo negli standard della nostra "libera stampa" e della neoliberista "democrazia dei nominati", se in tanto buio, non fosse così chiaro che l'apparenza inganna.
Mimmo Fusco - 29-04-2011
Si discute di tutto e non si sa mai di che si parla davvero. Anche questo è un malcostume introdotto nella comunicazione pubblica negli ultimi anni. Partiamo, perciò, anzitutto dai numeri, sui quali c'è poco da fare sofismi politici. Il 13 aprile scorso il Consiglio dei Ministri nel Documento di Economia e Finanza 2011 ha così valutato l'impatto finanziario delle misure adottate sulle spese per la scuola (in milioni di euro) ...
Giuseppe Aragno - 25-04-2011
Ne avrò già scritto, ma non sarà male tornarci, in occasione di un 25 aprile che nasce malato di suggestioni autoritarie, mentre tornano in mente Matteotti, Amedola, Rosselli, Gramsci e Gobetti e mai come oggi senti le amare ragioni di Arfè, che intuì la minaccia incombente e, non a torto, ammonì: "fortunato quel paese che quando ha avuto bisogno di eroi li ha trovati, ha scritto Brecht. Io aggiungo: sciagurato il paese che non sa rimanerne degno".
"Scuola e Resistenza", numero unico del "Comitato di Liberazione Nazionale della Scuola", uscì quando la sorte del fascismo era ora ormai segnata e l'impegno morale era soprattutto quello d'una vittoria che non fosse vendetta. Nella copia che ho qui davanti, tra le mie mille carte, la data non si legge, ma è certo: il giornale fu stampato alla macchia fra giugno e luglio del 1945.
Francesco Mele - 24-04-2011
La tanto attesa Circolare sull'INVALSI è finalmente arrivata, o meglio non è una Circolare, è una nota e non è diretta a noi comuni mortali ma SOLO ai direttori regionali e, cosa buffa, al presidente dell'INVALSI che non c'è più perché Cipollone si è dimesso da quel po'.

Altra cosa carina, la nota arriva l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di pasqua ... ma come abbiamo fatto a non pensarci prima? E' nel miglior stile del MIUR e dei suoi funzionari più fedeli.

Altra cosa interessante, il funzionario fedele scelto per redigere la nota. Come avevo previsto con qualcuno di voi, Biondi l'ha fatta troppo grossa con le dichiarazioni rilasciate alla giornalista della Stampa, e infatti è stato tagliato fuori e a parlare è stata chiamata la Palumbo, sulla cui fedeltà non ci sono ombre.
Francesco Di Lorenzo - 23-04-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Ormai è chiaro a tutti, il nostro ministro dell'Istruzione si anima, si infervora, si danna l'anima, solo quando deve difendere il presunto l'onore del presidente del consiglio. Per tutto il resto, che si tratti di insegnanti o di studenti, il suo è un discorso menzognero ma pacato, risibile ma sereno, stupido nelle sua inutilità ma calmo. Un gradino in più di anima lo mette, sempre la Gelmini, quando deve difendere le scuole private ed offendere chi tenta di fare, o vorrebbe fare, un discorso sincero su di esse: ma si sa, la scuola privata è la sua malattia, la sua debolezza.
Giuseppe Aragno - 23-04-2011
Due parole. Quante ne detta la coscienza e ne merita un provocatore sicuro dell'impunità. Solo due. Le devo a me stesso, alla mia vita di studi, lavoro e militanza. C'è un confine oltre il quale al diritto violato tocca il dovere della replica. E quel che costa, costa.
Sarete certamente d'accordo: un uomo ti è pari, se da pari ti affronta. Se invece ti colpisce quando non lo puoi colpire, è un volgare brigante da strada, un teppista e un cialtrone. Con le sue dichiarazioni pubbliche sui professori di sinistra, Silvio Berlusconi calpesta la mia dignità, facendosi forte del ruolo pubblico che ricopre e del potere che gliene deriva. Come posso difendermi? Quali strumenti ho per ottenere che mi chieda scusa? Per tutelare il mio onore e la mia dignità, posso solo dichiarare pubblicamente il mio sdegno...
Gianfranco Pignatelli - 22-04-2011
Mini test per confermare l'italianità, ovvero l'appartenenza al popolo delle libertà, quello domiciliato nella casa delle libertà. La prova si articola in due terne di quesiti.
Francesco Masala - 22-04-2011
Abbiamo sentito nei giorni scorsi le grandi (e giuste) grida di dolore e scandalo a causa delle votazioni vergogna in Parlamento, che hanno fatto e stanno facendo affondare l'Italia senza pietà nello schifo e nella vergogna (lo so, sono parole poco incisive, ma ci capiamo), per non parlare degli ultimi giochetti coi referendum. Il passo successivo e necessario è il seguente: visto che conosciamo i nomi degli individui che sono stati e sono complici di questo (qui o qui i votanti alla Camera, al Senato sarà facile trovarli), i partiti che si dicono d'opposizione facciano una cosa semplice, che la capiscano anche i bambini, magari regione per regione, oltre che a livello nazionale.
Elena Duccillo - 20-04-2011
Ci risiamo: arrivato in sordina e ora diffuso capillarmente a due settimane dalla pubblicazione si affaccia il provvedimento indirizzato alle scuole, emanato non dal Miur, ma da un ente di diritto pubblico, l'Invalsi, sulle modalità per lo svolgimento delle prove di apprendimento per gli alunni con bisogni educativi speciali. La nota, che nota resta e non ha per me forza di legge è dimentico di buonsenso e dà tassative disposizioni...
Enrico Maranzana - 20-04-2011
È essenziale
• promuovere la professionalità del corpo docente: se riconoscesse, enunciasse e difendesse i caratteri di un insegnamento conforme al volere del legislatore, il rapporto di dipendenza acritica dalla dirigenza sarebbe sostituito da quello dialogico e collaborativo;
• difendere il fondamento scientifico dei decreti delegati del 74 che hanno ristrutturato l'organizzazione delle scuola in conformità ai dettami dottrinali;
• interagire con i parlamentari affinché non attribuiscono alle più svariate e più fantasiose cause il fallimento della riforma degli organismi collegiali del 74 ma, avendo le scienze dell'organizzazione come riferimento «certo», rimuovano le cause della loro inefficacia.
Francesco Masala - 19-04-2011
Alcune o molte, non so, delle biblioteche dei luoghi dove viviamo non sono intitolate a nessuno. Un paio d'anni fa qualcuna era stata intitolata a Peppino Impastato. Perché non pensare a intitolarne qualcuna a Vittorio Arrigoni? Certo, non ha fatto ...
Monica Capezzuto - 19-04-2011
Italia: paese fossile, bistra-festeggiato. Paese, non Stato. Il termine paese ricorda tempi semplici di persone semplici, in cui la routine era dettata dalle sagre paesane e dai ritmi della natura fino a quando i mass-media non vi hanno fatto capolino, scardinando lentamente ed inesorabilmente quella routine. Oggi, nell'era ipertecnologica e globalizzata, sembra oltremodo anacronistico sentir parlare ancora di ideologie in una società che tende ad omogeneizzare e condizionare consumi, vite ed aspettative. Ma nel nostro archeozoico paese, invece che tesi a rinnovare, per i suoi "Alti" il must è quello di restaurare.
Vincenzo Pascuzzi - 18-04-2011
Esordisce perdonando, o assolvendo, B. per le sue ultime dichiarazioni sulla scuola e sugli insegnanti. Perché? Ma perché lo stesso B. è .... recidivo, in quanto: "un'affermazione del tutto identica era infatti presente in un suo discorso di qualche settimana fa"!
Stiamo parlando dello storico e opinionista Giovanni Belardelli e del suo articolo sugli insegnanti pubblicato dal Corriere della Sera di domenica 17 aprile...
Maurizio Tiriticco - 18-04-2011
L'attacco berlusconian/carlucciano non è affatto cosa da sottovalutare: fa pendant con le scelte finanziarie e ideologiche del duo Tremonti/Gelmini, impegnati da un lato a tagliare il più possibile per la sola scuola statale, dall'altro a "riordinare" - si fa per dire - un secondo ciclo di istruzione ritinteggiando i tre canali di sempre e rafforzando quel canale di gentiliana memoria di cui il nostro Paese sembra non potersi mai liberare. Il disegno di fondo dell'attuale gruppo dirigente è ormai più che scoperto: screditare e aggredire da ogni parte e con ogni mezzo la scuola statale e accreditare e rafforzare quella privata. Ed è un disegno che va maturando e rafforzandosi. Il fatto che, dopo la prima bordata sugli insegnanti che inculcano, pur dopo una parziale rettifica, ne sia seguita l'altroieri una seconda ancora più violenta, la dice lunga: l'affondo procede ed è contestuale con gli attacchi che si fanno sempre più violenti contro la magistratura.
Gianfranco Pignatelli - 16-04-2011
Non sono a sua disposizione, egregio presidente del consiglio.
Non sono un prezzolato che partecipa ai suoi bunga bunga di notte, o ai suoi vota vota di giorno.
Non sono in vendita.
Ho una dignità che il suo denaro non può comprare.
Ho una libertà di pensiero troppo grande per essere ospitata nella sua casa delle libertà e non sono pecora per il suo popolo di presunte libertà.
Insegno ciò che so e ciò che vale.
Se lei non c'è, pazienza. Vorrà dire che merita di essere ignorato o non vale.
La cattedra non è una ribalta per sketch politici di parte, non è uno spazio pubblicitario alla sua mercé.
Francesco Di Lorenzo - 16-04-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Un gruppo di docenti precari sarà protagonista di un reality show su Canale 5. I prof dovranno, durante il programma, insegnare a dei presunti vip, le nozioni base di cultura.
Tali presunti vip sono scelti tra quelli che hanno dimostrato, in altri reality, limiti di conoscenze linguistiche, scarsa cultura ed altre amenità di questo genere.
Secondo gli ideatori del programma l'idea sarebbe molto attraente. Dimostrerebbe al grande pubblico che chi ha successo ha molte lacune sul versante delle conoscenze ed è, spesse volte, in difficoltà. Mentre metterebbe i precari in buona luce, perché darebbe loro la possibilità di dimostrare che - in realtà - sono dei bravi insegnanti.
Intanto i Cobas preparano i giorni dell'indignazione...
Enrico Maranzana - 16-04-2011
In un forum di discussione sull'insegnamento della matematica è apparsa la seguente richiesta d'aiuto: "Qualcuno di voi insegna in un liceo scientifico e si sta occupando della certificazione delle competenze che da quest'anno è obbligatoria al termine della classe II nella scuola secondaria di secondo grado ? Quale strategie state adottando per la compilazione del modello proposto dal ministero?"
Si tratta di un sintomo della situazione d'abbandono e d'isolamento in cui gli insegnanti sono chiamati a operare, situazione che richiede azioni mirate e coordinate al governo della scuola da parte:
- della dirigenza, per orientare il SISTEMA educativo, di formazione e istruzione al conseguimento dei traguardi istituzionali;
- degli insegnanti, chiamati a realizzare la collaborazione insita nella natura e nella finalità della funzione formativa e di quella educativa.
Giuseppe Aragno - 15-04-2011
Un Paese ipnotizzato dal circo mediatico e dall'infinita querelle sulle vicende giudiziarie di Berlusconi, non presta molta attenzione alle mille, preziose notizie che la controinformazione riesce a far filtrare con intelligenza e coraggio attraverso le maglie del conformismo. Giorni fa, Iside Gjergji ci ha raccontato d'una scelta inquietante e rivelatrice del Presidente del Consiglio, che il 7 aprile "per consentire un efficace contrasto all'eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari nel territorio nazionale", ha dichiarato per decreto lo "stato di emergenza umanitaria nel territorio del Nord Africa.
Tragica, nella sua essenza comica - non si capisce quale Paese sia il Nord Africa e l'Italia non può dichiarare lo stato di emergenza in un altro Stato - l'anomalia giuridica ha le mille ombre sulle quali acutamente si ferma la studiosa, ma è anche un fatto da archiviare a futura memoria.
Libero Tassella - 14-04-2011
Nell'articolo di Ichino sul Corriere del 31 marzo si nota che la preoccupazione è quella di sanare una vergogna pubblica con la regolarizzazione dei contratti dei precari. Cioè in pratica rendendoli tutti a tempo determinato, altro che indeterminato come pubblicizzato.
In realtà anche oggi nessuno è inamovibile, i licenziamenti ci sono anche nella scuola, certo solo per gravi motivi. Ma in questo caso la parte da cui si cerca di sanare il problema è quello a vantaggio dell'imprenditore, a cui dare tutele e vantaggi perché non si trovi sul groppone ingombranti dipendenti. Ha senso nella scuola un principio del genere?
Cosimo De Nitto - 13-04-2011
La colpa dei tagli, chiaramente inventati dall'opposizione in malafede e ideologicamente prevenuta, non è del governo, ma dei dirigenti scolastici che chiedono soldi alle famiglie, non perché servono alla scuola per sopravvivere, ma per "attaccare il governo". Seguendo questa logica si dirà che la colpa della disoccupazione e della precarietà è dei giovani che scendono in strada a protestare, i quali avrebbero da lavorare, ma preferiscono rimanere disoccupati e precari per "attaccare il governo". Se il governo diminuisce i fondi per gli enti locali e questi aumentano il costo dei servizi la colpa è degli enti locali che chiedono più soldi ai cittadini per "attaccare il governo". Insomma la colpa non è di chi provoca il danno ma di chi si lamenta perché lo fa per "attaccare" chi questo danno ha provocato.
Emanuela Cerutti - 12-04-2011
Una tre giorni di studio in territorio milanese dal titolo "Ricomporre Babele: educare al cosmpolitismo". Organizzatrice la Fondazione Intercultura che si occupa da anni di interscambi tra scuole e famiglie e apre la porta del suo sito con una citazione da Robert Hanvey, antropologo: "Chi è chiuso nella gabbia di una sola cultura, la propria, è in guerra col mondo e non lo sa".
Massimo Razzi sfoglia per Repubblica i ricchi materiali del convegno e si sofferma su un dato di realtà marca Ipsos: lo specchio - sondaggio ci rimanda un'immagine italiana frammentata davanti al diverso. Chi ne ha paura, chi si rassegna alla sua presenza, chi è curioso, chi incerto sul da farsi, chi gli sorride.
Menelao, come da copione, pone domande...
Fuoriregistro - 11-04-2011
... ovvero ... non è mai troppo tardi ...

In questi giorni appare sempre più spesso sui canali Mediaset una striscia pubblicitaria con la quale il casting comunica di essere alla ricerca di docenti precari. Di che si tratta?
Sarebbe intenzione delle reti Mediaset la messa in onda di un reality show nel quale vengano coinvolti anche i docenti precari.
Ci sono già indiscrezioni sui conduttori: Nicola Savino e Barbara d'Urso, quest'ultima, addirittura, nei panni della preside.
In cosa consisterebbe questo programma?
Vincenzo Pascuzzi - 09-04-2011
"A fronte di questo insensato lassismo, che ha riempito le scuole italiane di professori asini": così scrive Sergio Luciano su ItaliaOggi del 7 aprile 2011.

La scuola ha problemi, l'Italia ha problemi, c'è - ancora - la crisi, il nostro premier pensa ai suoi guai con la giustizia e trascura tutto il resto e, in particolare, i problemi economici e occupazionali: questa è la situazione. Ma che un giornalista salti fuori ad affermare che i prof precari non sono selezionati e perciò "asini" (scrive proprio cosi, il tapino!), no, non lo accettiamo! Non è vero, non è serio, deforma la realtà, attribuisce - al solito! - le colpe alle vittime invece che ai veri responsabili: governo e ministri dell'istruzione e dell'economia!
Assemblea contro la guerra - 07-04-2011
L'Italia che a parole ripudia la guerra si è lanciata in una nuova aggressione militare a senso unico, come le precedenti, questa volta contro la Libia che rappresenta la "nostra" quarta sponda. La quinta in vent'anni, la terza nel giro di un decennio in cui si è persa ogni remora nei confronti dell'intervento bellico.

Ma a differenza delle altre occasioni pochi sembrano indignarsi, pochi alzano la voce per gridare che questa, come già altre guerre, ha dei motivi ben precisi: le immense ricchezze del sottosuolo libico, il gas, il petrolio, gli affari delle grandi aziende e della grande finanza. Motivi che stanno causando già centinaia di morti fra i libici, e che ne causeranno ancora di più, appena l'uranio impoverito, sganciato in quantità, comincerà a fare effetto.
Giuseppe Aragno - 07-04-2011
Un branco di australopitechi si sarebbe ribellato. Una tribù di trogloditi l'avrebbe cacciato via d'istinto e una comunità d'ominidi l'avrebbe punito, il ringhio vile: "fora d'i ball" sarebbe costato caro per sempre, ovunque e comunque, dal miocene all'età della pietra, dalla preistoria alla storia. L'istinto della bestia o l'onore del guerriero si sarebbero rivoltati e le femmine ne avrebbero fatto un punto d'onore: nessun genere di rapporto. Nulla, dalle necessità del sesso, alla carità d'una spidocchiata. Persino le pulci sarebbero saltate vie, nauseate dal sangue velenoso, e l'intero pianeta si sarebbe trovato unito in un universale e memorabile diluvio. Nulla sarebbe rimasto com'era.
L'evoluzione della specie, invece, qui da noi, oggi, s'è prima fermata, incerta e sospesa, poi ha scelto d'invertire il suo corso.
Lorenzo Picunio - 04-04-2011
Merita di essere sostenuta una legge di civiltà, la 517 del 1977, che inserisce i bambini e ragazzi disabili nella scuola pubblica, creando un'esperienza che ha arricchito migliaia di alunni disabili e milioni di alunni in genere, che hanno avuto l'esperienza formativa di crescere insieme a loro.
Lo diciamo al Ministro dell'Istruzione che asserisce, alla televisione pubblica, che qualcuno è troppo "largo" nell'assegnare certificazioni.
Giuseppe Aragno - 04-04-2011
Dallo Speciale Racconti



- E' tardi, sì. Che vuoi che ti dica? S'è fat-to tar-di! - sillabò urlando Marco, per dar spessore sonoro all'ira che montava. Si fermò un attimo, rabbrividì sfilandosi la giacca bagnata, poi riprese, come un pupazzo a molla che s'è incantato:
- E' tardi, sì, hai ragione, però non ti ci mettere anche tu, per favore. Piove, il traffico è impazzito e, come tutti i santi giorni, l'immancabile corteo di nullafacenti protesta, perché, si sa, così nasce un mondo migliore. E l'occasione non gli manca mai.
Sollevò gli occhi al cielo, sospirò profondamente per non farsi travolgere dalla rabbia e ricominciò, aiutandosi col corpo, le mani e le pieghe espressive del volto, come un mimo:
- Sciarpa arcobaleno, orecchini, tatuaggi, capelli di tutti i colori, slogan, bandiere e via. Oggi è il turno della guerra. Quattro gatti, il traffico in tilt e la polizia, vedessi la polizia! - urlò sdegnato - Li scorta, la polizia, li accompagna e sta a guardare!
Vincenzo Pascuzzi - 31-03-2011
Iscrivere i figli al liceo è diventata una moda, uno status symbol? Proprio così e a ragione. Famiglie, studenti e docenti hanno instaurato un circolo virtuoso: i migliori vanno alle scuole migliori e queste risultano migliori proprio perché attraggono i migliori, sia prof e che studenti! Il fatto che "i livelli dell'istruzione liceale sono vertiginosamente crollati" non modifica il giudizio in termini relativi. Per quanto svalutati, i licei risultano ancora più validi e attrattivi rispetto a tecnici e professionali. La fama o la nomea si auto realizzano, continuano il circolo virtuoso. Virtuoso? Sì, relativamente e per chi ne fa parte. Complessivamente (per tutta la scuola e per la nazione) il circolo risulta invece vizioso, negativo e svantaggioso.
Francesco Mele - 31-03-2011
Con un atto di prevaricazione il Ds impedisce ancora una volta, a un anno di distanza, la votazione di una mozione del collegio dei docenti del Meucci di Carpi.
Dopo un mese di discussioni, documentazione, circolazione di informazioni e riflessioni, che hanno coinvolto l'intera scuola, viene impedita da un atto di imperio, da una prepotenza gerarchica, l'espressione del libero pensiero di docenti in merito alla carne viva della loro professione, una palese violazione, ancora una volta, della libertà di insegnamento che trova nella dimensione collegiale una delle sue articolazioni irrinunciabili e costituzionalmente garantite.
Ma c'è qualcuno che potrà difendere il nostro diritto all'espressione, la nostra libertà di insegnamento?
Giuseppe Aragno - 30-03-2011
Mi piacerebbe parlare di scuola, senza dover dire nell'ordine "ragazze e ragazzi", così come continuo a far uso di netturbino o spazzino, handicappato e cieco, e non mi convincono i ragionamenti da cui nascono l'operatore ecologico, il diversamente abile e il non vedente. Non ne faccio questioni di forma. E' il contrario. Si tratta di sostanza: c'è una maniera di parlare e scrivere che appiattisce il pensiero sull'idea corrente, scade nel conformismo e nuoce all'intelligenza critica.

Mi piacerebbe parlare di scuola, senza cancellare un'idea tutta sindacale, da lavoratore, e poter dire, senza scandalizzare, che son pagato poco e faccio sinceramente troppo. Poterlo dire e non sentirmi replicare che nessuno m'impedisce di cambiar mestiere.
Francesco Di Lorenzo - 30-03-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Il tribunale del lavoro di Genova, la settimana scorsa, ha condannato il ministero dell'Istruzione a risarcire 15 precari. Poco più di 30 mila euro a testa, questa è la somma decisa come risarcimento dal giudice, per i docenti pagati come precari e utilizzati come personale stabile. La contraddizione è troppo evidente. Ogni anno molti lavorano perché sono tra i primi in graduatoria, ma non percepiscono lo stipendio in estate e hanno meno diritti degli altri.
Ora, tra le motivazioni della sentenza, la novità è che il tribunale ha fatto sua una direttiva comunitaria che obbliga gli Stati a limitare l'uso dei contratti a termine.
Lorenzo Picunio - 29-03-2011
Non è passato un secolo - erano gli anni Trenta - da quando dei proprietari terrieri della zona di Chirignago invitavano i contadini a non mandare i loro figli a scuola per evitare che si facessero strane idee sul loro futuro.
La Costituzione Repubblicana ha dato alla scuola pubblica quel ruolo di ascensore sociale che è il suo senso più profondo.
Oggi la scuola pubblica è sotto attacco. Viene accusata di essere ideologica, quando al suo interno convivono insegnanti di ogni posizione politica.
Enrico Maranzana - 29-03-2011
"Quando mi è stato chiesto per la prima volta di presentare il festival di Sanremo ho pensato a due cose, immediatamente. La prima è stata la mia professoressa di filosofia, perché io a scuola ero un asino, non studiavo mai e lei ogni volta che mi interrogava mi prendeva in giro. Io volevo fare l'attore da ragazzino e mi diceva: «Venga Bizzarri alla lavagna che vuol far l'attore». Ecco volevo dire alla mia professoressa di filosofia che sto presentando il festival di Sanremo", messaggio concluso da un eloquente gesto del braccio.
Francesco Mele - 28-03-2011
In un momento in cui il dibattito INVALSI SI - INVALSI NO sembra riduttivo, provo ad andare oltre al semplice NO ad uno strumento non tanto inutile quanto piuttosto direi DANNOSO per la Scuola Statale, come le verifiche INVALSI. Sul DANNO derivante dall'uso di queste modalità di verifica altri hanno scritto e io stesso in passato, e a quei testi rimando. Qui mi interessa dissertare invece su quale strumento a me pare utile per intervenire in modo virtuoso sul rilancio della Scuola Statale, sulla sua qualità, sul bene dei portatori del diritto costituzionale all'istruzione, che sono poi le nostre bambine e i nostri bambini, le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Quello che dirò ha come riferimento il mio orizzonte, che è la scuola secondaria superiore in cui insegno e che meglio conosco, ma con le dovute correzioni può essere esteso a tutto il panorama scolastico, dai 3 ai 18 anni.
Vincenzo Pascuzzi - 28-03-2011
Sono stato messo bonariamente in mora dall'ottimo preside catanese Giuseppe Moncada (da poco in pensione). La questione è relativa ad alcune domande rivolte, lo scorso dicembre, dallo stesso preside a me e ai docenti del Liceo classico "Adolfo Pansini" di Napoli e del Convitto Nazionale anch'esso di Napoli.
Maurizio Tirittico - 25-03-2011
Gianfranco Zavalloni fa molto bene a ricordarci che sarebbe necessario attivare, soprattutto nei bambini più piccoli, processi educativi, formativi e istruttivi (dpr 275, art. 1, c. 2) all'insegna della l e n t e z z a a a !!! In altre parole, a fronte di una società sempre più impaziente, malferma, incerta e liquida, certi valori... o più semplicemente certi atteggiamenti e comportamenti da considerare "normali", rischiano di finire a gambe all'aria! Non so fino a qual punto sia noto il malessere di tante maestre di scuola dell'infanzia e primaria - purtroppo i maschi disertano questi gradi di scuola e non sanno quello che perdono! - di fronte all'improduttiva e costante irrequietezza emotiva e comportamentale di tanti bambini che sono loro affidati. Irrequietezza che fa pendant con quella di tanti genitori che vorrebbero "tutto e subito" dai loro bambini e non sanno neanche che cosa sia! Il fatto è che essere genitori oggi è un mestiere - perché sempre di un mestiere si tratta - sempre più difficile!
Vincenzo Pascuzzi - 24-03-2011
Valutare gli insegnanti, sostiene qualcuno, serve per migliorare gli insegnamenti. Ciò è di sicuro consequenziale e, a prima vista, sembra anche logico, utile e risolutivo. Ma solo a prima vista. Intanto non è né esaustivo né prioritario. Vediamo perché.

Quando c'è un qualsiasi problema, prima questo deve essere identificato, analizzato e studiato e poi se ne cerca la soluzione. Ugualmente quando c'è una malattia, viene prima la diagnosi, poi la terapia.

Ora è convinzione comune che la scuola italiana non funzioni in modo adeguato e soddisfacente...
Lucio Garofalo - 23-03-2011
La storia dimostra che le guerre non costituiscono la giusta soluzione per questo tipo di problemi, non sono uno strumento utile per salvaguardare i diritti umani, nella misura in cui le guerre non risolvono i problemi ma rischiano di aggravarli e moltiplicarli. Infatti, il principale pericolo che si corre è di incendiare l'intero fronte dei Paesi arabi, incentivando e fomentando le spinte oltranziste ed islamico-integraliste che, almeno finora, erano parse inesistenti o comunque marginali nelle rivolte sociali del Maghreb, causando una pericolosa escalation militare in Medio Oriente, che è una polveriera ad alto rischio di esplosione.
Giuseppe Aragno - 23-03-2011
Se il punto vero fossero i diritti, tre morti al giorno in un anno, uccisi sul lavoro, e il dolore senza rimedio delle famiglie distrutte sarebbero il biglietto da visita più serio e più eloquente dell'ultima crociata all'italiana. Un oltraggio al pudore che le parole e la figura dell'onnipresente Larussa incarnano a meraviglia nei "salotti buoni", dove i diritti spariscono e compaiono gli interessi. Al confronto Gheddafi non esce poi male e, non a caso, tra i due regimi vigeva, e in parte sopravvive, un trattato d'amicizia.
Laura Ceccon - 22-03-2011
Ho già avuto modo di commentare un precedente articolo del Prof. Israel con una lettera pubblicata anche da un principale quotidiano nazionale (Repubblica 18/5/2010) e firmata da più di 400 genitori e insegnanti. Riprendo volentieri nuovamente in mano la penna, a seguito dell'articolo "Discalculia: ennesima invenzione per specialisti disoccupati" uscito su Tempi del 16/3 sempre a firma di G. Israel che persevera nel portare avanti la sommaria e allarmista campagna "negazionista", di chiara matrice anti-psichiatrica, contro DSA e ADHD. Non si offenda Israel, per carità, riguardo all'uso del termine "negazionista", utilizzato da anni (e non certo in suo onore) nei confronti di chi nega l'esistenza di questi disturbi ricalcando, per lo più consapevolmente, le estremistiche posizioni una ben nota setta importata dagli USA. Questo sì è terrorismo psicologico ed è anche una grave mancanza di rispetto nei confronti dei tanti bambini e ragazzi che nelle scuole devono lottare tutti i giorni, seppur intelligenti e capaci, con lettere e numeri ma soprattutto con l'incomprensione, l'incompetenza e la carente flessibilità didattica della scuola italiana, forgiata su un anacronistico modello di studente standard.
Ma il cammino intrapreso dalla società civile va invece verso il riconoscimento e il rispetto delle differenze, come stabilito dalla legge nazionale 170 sui DSA, tanto osteggiata dai "negazionisti" e da Israel, ma invece fortemente voluta da genitori, insegnanti e tecnici, uniti dalla volontà di tutelare il diritto allo studio, la dignità e il futuro di tanti studenti con grandi potenzialità.
Carlo Ruta - 22-03-2011
In Libia è partita una guerra, che i governi dell'Occidente e gran parte dei mezzi d'informazione presentano ancora una volta come umanitaria. Di cosa si tratta realmente? Per comprendere quanto sia credibile tale motivo, è utile partire da un paio di dati storici recenti. Israele alcuni anni fa ha pianificato e attuato in Palestina una operazione che ha denominato con coerenza «piombo fuso». L'esito è stato di qualche migliaio di morti, quasi tutti civili. Ma nessuno ha minacciato una guerra «umanitaria». Nessuno si è guardato bene dal metterla in opera, come nessuno si era esposto a tanto già nella precedente operazione «Pace in Galilea», dagli esiti analoghi. Altro caso istruttivo è quello dello sterminio delle popolazioni cecene pianificato e attuato da circa venti anni dai governi della Russia, prima con Eltsin poi con Putin. Si tratta per certi versi di una guerra infinita, che ha provocato centinaia di migliaia di morti, in massima parte civili. Fino ad oggi nessuno Stato ha invocato però l'avvio di guerre «umanitarie». Nella Libia di Gheddafi tale tipo di azione, in difesa dei diritti delle popolazioni, è stata invece voluta risolutamente dalle nazioni forti dell'Occidente, su input degli Stati Uniti e con la convalida del consiglio di sicurezza dell'ONU. A quali costi, in termini di vite umane?
Vincenzo Pascuzzi - 21-03-2011
La ministra Gelmini ha una fissazione per il merito. Anzi, la sua deve essere proprio un'ossessione, quasi la sua unica o principale ragione di vita ministeriale e politica! Gelmini sta tenacemente perseguendo ed intende arrivare ad una situazione in cui studenti, professori e scuole siano finalmente tutti classificati, abbiano cioè una posizione definita e precisa in una scala graduata, ciascuno un suo numeretto. Ciò ad ogni costo e purchessia. La necessità e l'utilità delle classifiche, la validità e la condivisione dei criteri per la loro compilazione sono aspetti secondari e, in fondo, inessenziali. Le classifiche, una volta compilate, si auto-giustificheranno e si auto-valideranno.
Francesco Masala - 18-03-2011
Come tutti gli anni, essendo in esubero, mi tocca fare domanda di trasferimento e poi domanda di utilizzazione.
Quest'anno la domanda di trasferimento non si fa a mano, ma in formato elettronico.
Mi sono detto: finalmente, era ora!
Facendola, ...
Giuseppe Aragno - 17-03-2011
Colore di pelle, religione, lingua, cultura diverse da chi a scuola l'ospita e prova a riconoscergli, con passione e accoglienza, la dignità che Maroni e l'Italia leghista ogni giorno gli negano, al ragazzo indiano non sono sfuggiti né il misterioso fermento di questi giorni imbandierati, né la diversità incomprensibile delle bandiere sventolate: verde leghista, giglio borbonico in campo bianco e il tricolore della "libertà".
Viene dalla terra di Ghandi, ha occhi attenti e riflessi veloci, il ragazzo immigrato, e deve aver pensato a chissà quale problema risolto, a quale antica servitù spezzata, sicché me l'ha chiesto, con commovente innocenza e involontaria ironia:
- Unità significa indipendenza?.
Così, a bruciapelo, non è una domanda facile e rispondo d'istinto:
- No, l'indipendenza non è l'unità.
Gianfranco Pignatelli - 16-03-2011
La scuola è la trincea intorno all'unità nazionale. È il solo ed ultimo baluardo del comune senso d'appartenenza.
Non a caso è assediata da chi vuole disgregare il Paese. Da chi all'idea di comunità e al valore della solidarietà contrappone quelli della astiosità settoriale e della avidità personale.
In tal senso il disegno strategico dell'attuale governo è chiaro e mirato. Attaccare la scuola pubblica, quella di tutti e per tutti, uguale dovunque e, per questo, collante nazionale.
Denigrarla, delegittimarla e ghettizzarla, come istituzione.
Tagliare le risorse umane, strumentali, funzionali ed economiche. Linciare i docenti, limitarne la liberta d'insegnamento, precarizzarli, inibire la mobilità territoriale di ciascuno.
Franco Buccino - 15-03-2011
La verità è che per la scuola non è un bel momento. Il presidente del consiglio ha preso di mira la scuola pubblica. Dopo tagli indiscriminati e pseudo riforme di copertura, da lui l'accusa infamante di traviare i giovani e la proposta indecente del "bonus" alle famiglie per iscrivere i figli alle scuole private. Per fortuna nel nostro paese sulle questioni della scuola cadono i governi. Ma la battaglia politica sulla scuola pubblica che è stata ripresa con rinnovato ardore non deve, paradossalmente, distrarre e far dimenticare che i precari ormai non reggerebbero una nuova ondata di tagli. Urge per loro una soluzione ad horas: tocca a questo parlamento, a questo governo, a questa opposizione affrontare il problema. Perché il gioco delle tre carte può avere risvolti drammatici.
Claudio Berretta - 15-03-2011
Non si tratta quindi di dare "il potere ai meritevoli", ma il merito deve sicuramente essere concepito come elemento fondante di una società efficiente. Ciò che occorre chiarire però sono gli obiettivi di questa società e di questa efficienza. Se siamo d'accordo nel dire che l'obiettivo è il bene comune (e non i privilegi di pochi) non c'è alcun dubbio che un primario di un ospedale debba essere tale per le sue capacità ed il suo impegno negli studi e nel prodigarsi per il bene dei pazienti, non perché è figlio di un primario. Questo dovrebbe valere sempre e comunque.
Si sostiene che nella scuola si debba premiare il merito. Ogni tentativo fatto, si dice, ha però incontrato l'opposizione degli insegnanti. Dal che se ne deduce che gli insegnanti non vogliano essere valutati e vogliano conservare privilegi corporativi. Qualcuno ha mai provato a chiedere a quella parte di insegnanti disponibili ad esserlo, come ritengono giusto farlo?
Francesco Mele - 14-03-2011
... il mistero di un parere che viene dal passato

In assenza di ogni fondata motivazione giuridica utile per costringere le scuole a prestare bieca manovalanza per lo svolgimento delle prove INVALSI, da più parti viene citato un intervento dell'Avv. dello Stato Laura Paolucci che sosterrebbe, secondo chi la cita, che i collegi dei docenti non possono deliberare nel merito. Nella maggior parte dei casi si citano solo passaggi (forum dell'ANP che è un'associazione professionale dei dirigenti scolastici, quindi decisamente di parte), ovviamente scelti ad arte, in un altro caso però è la stessa amministrazione che utilizza l'intervento dell'avv. Paolucci; si tratta dell'USP di Torino che in una circolare ai DS della provincia riporta "il parere espresso dall'Avvocato dello Stato Laura Paolucci e pubblicato sulla "Letterina Asasi" (Associazione delle Scuole autonome della Sicilia). Tale circolare ha fatto il giro d'Italia e anche il mio DS l'ha sventolata davanti agli occhi dei resistenti, come fosse il verbo.
Peccato però che si tratti di un testo diverso dall'originale...
Claudia Fanti - 14-03-2011
Allora, dunque vediamo, quali cose straordinarie, epocali ci sono. I voti, il numero esorbitante di alunni per classe, la scomparsa del denaro per l'aggiornamento, il proliferare di progetti che consentono di dimostrare che si esiste, una sorta di maniacale e compulsivo dai dai acchiappa l'evento quando dà lustro, magari sulla stampa locale che è sempre meglio di niente, ambienti decrepiti all'inverosimile, mancanza totale di tecnici per i pc sempre più usati e malandati, mancanza totale di spazi adeguati alle norme vigenti e alla didattica attuale, mancanza di sapone, di carta, di gessi, di cablaggio delle aule, sempre più straordinario il niente...Che "merito" ci sarà per chi lavora con il niente? Sarà straordinario.
Giuseppe Aragno - 12-03-2011
A Scampia, terra di camorra, il gatto non esiste, c'è la "iatta", femminile che comincia per i, e il topo si chiama "zoccola" maschile che comincia con zeta. I maestri, meglio se non "unici, "creeranno" gatti e topi in un percorso che non si misura coi parametri della "Milano bene". Se l'Ispettore o l'Invalsi di turno si presentano a metà del percorso, coi loro test sul gatto e sul topo e, come accade talvolta, con le domande "à la page" sui colori dei pois della cravatta di papà, il risultato è uno e già noto e la domanda antica: chi custodirà i custodi?.
Maurizio Tiriticco - 11-03-2011
La cosa che più mi addolora di tutta questa vicenda è la grande approssimazione culturale e docimologica che leggo nelle veline che di scuola in scuola i nostri docenti si stanno passando! Mi chiedo: dove sono quegli insegnanti che una volta si battevano perché la scuola migliorasse i suoi strumenti? Che esigevano un'amministrazione più sollecita? Che studiavano per conto loro come e perché migliorare le loro attività! Che senso ha oggi rifiutarsi di fronte ad un adempimento il cui fine è solo quello di verificare insieme che cosa stiamo facendo nelle aule, dov'è che facciamo bene, dov'è che sbagliamo...
Vincenzo Pascuzzi - 11-03-2011
Imperterrita, e apparentemente convinta, la ministra procede con la terza annualità di riduzione delle risorse e di licenziamenti di personale docente e ata, precisando che "La scuola è in grado di reggere". C'è chi la contraddice ("ha le traveggole") e riassume l'entità dei tagli dall'a.s. 2009-2010 all'a.s. 2011-2012 e oltre. Chiunque comprende, e potrà constatare, che in queste condizioni la scuola non può che continuare a peggiorare.

Come se nulla fosse e per nulla turbato e sfiorato sia da questa grave situazione che dal clamoroso fallimento del tentativo, della stessa Gelmini, di sperimentare l'introduzione del merito in alcune città e province, Roger Abravanel ripropone la sua ricetta di meritocrazia applicata alla scuola.
Lorenzo Bussi - 10-03-2011
La Repubblica del 10 febbraio, ha riportato gli effetti del boicottaggio delle gite scolastiche e dei viaggi di istruzione. Il calo dei fatturati, nel 2011, è valutabile attorno al 35%: centotrenta milioni, un disastro in appendice alla crisi strutturale. Agenzie di viaggio di Milano e Rimini si sono offerte di pagare la diaria ai "prof". Ezio Moretti, amministratore di Caravantours, racconta: «Oggi contiamo duecento gruppi di studenti in meno e a fine maggio saranno ottocento. Una perdita di 5 milioni di euro, un quinto del nostro fatturato. Abbiamo provato a far capire ai sindacati che così si mette a rischio un settore, niente. Abbiamo chiesto un intervento al ministro Brambilla, neppure ci ha risposto. Lavoro da trent' anni con professori e studenti, così male non è mai andata».
E invece la risposta della Brambilla non si è fatta attendere. Il ministro del turismo e quello dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, hanno presentato, venerdi 25 febbraio, l'iniziativa "Dai Mille ... a un milione ... studenti alla scoperta dell'Unità d'Italia".
Giuseppe Aragno - 09-03-2011
Si può essere in totale disaccordo, ma un uomo ha tutto il diritto di porre al centro dell'universo sociale una cultura che esprima un interesse particolare e fare l'elogio della scuola privata, che di tale cultura può e vuol essere al servizio. Certo, la funzione della scuola non è quella della famiglia e ne vien fuori un circolo vizioso che soffoca l'idea di pluralismo, esalta l'individualismo, impedisce la conoscenza e il riconoscimento della diversità delle culture. Il diritto, tuttavia, esiste e non può essere negato. Se quest'uomo, però, presiede il Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana ed è responsabile, quindi, delle sue politiche formative, la conseguenza di una simile presa di posizione dovrebbero essere le immediate dimissioni.

maestra Chris - 09-03-2011
Io sono insegnante di scuola elementare e concordo con i genitori che lamentano troppi compiti: io ne dò pochi pochi.
Volevo però riferire una mia esperienza: in una prima elementare di qualche anno fa i genitori si LAMENTARONO vivamente perchè davo TROPPO POCHI compiti.
Ci sono anche queste realtà: ad alcuni pare che la scuola sia di serie B se vengono dati pochi compiti.
Giovanni Cocchi - 09-03-2011
In risposta ai dubbi di un Presidente di Istituto se scendere in piazza

Gentile signora, in un suo garbato messaggio lei dice:

"dobbiamo rispettare anche il silenzio dei genitori moderati o dei genitori che vedono il senso della riforma...in questo modo si invita velatamente a chi non è d'accordo a scendere in piazza ad allontanarsi dal Coordinamento".
Elisabetta - 08-03-2011
Mi sapete dire per favore come sta andando il blocco in Italia ed in Veneto in particolare?
Grazie!
Gianfranco Amodeo - 08-03-2011
Indirizzo queste parole al popolo ed ai dirigenti di sinistra. Ma anche al popolo "di destra". Non ai suoi dirigenti.
Le parole d'ordine del nostro attuale, e spero ancora per poco, governo sono in questo caso legate ad un attacco alla scuola pubblica, covo sostanzialmente di insegnanti comunisti, che rovinano i giovani inculcando ideali contrari a quelli insegnati dalle loro cattolicissime famiglie. Cattivi maestri contro buoni padri.
Tale concetto fa il paio con l'altro tormentone "i magistrati sono una casta di intoccabili" oltretutto anche loro comunisti.
Ovviamente anche i docenti di ruolo della scuola pubblica sono visti come una casta. E lo sono. Casta di paria.
Roberto Albertini - 08-03-2011
La diffusione del sapere, l'aumento delle competenze, la formazione di massa diventano SUPERFLUE.
In quale altro modo potremmo spiegare la crisi formativa che attraversa le società sviluppate? Perché giovani sempre più qualificati possono, debbono, cambiare mestiere continuamente se non con il fatto che quei mestieri si possono apprendere con un breve ADDESTRAMENTO? Eppure si produce, anzi si sarebbe in grado di produrre molto di più pur con una diffusa dequalificazione di massa del lavoro. Se i giovani non trovano lavoro non è come amano dire i nostri ottimisti-riformisti perché non sono qualificati. E' vero il contrario, non ci sono lavori qualificati a sufficienza per i nostri giovani. Anzi non ci sono lavori comunque qualificati a sufficienza per tutti i nostri giovani.
Francesco Mele - 08-03-2011
La Scuola Statale è il polmone di un paese, prende l'ossigeno che è nella cultura dell'umanità e con esso attiva le energie per il progresso e lo sviluppo del bene comune.
Un paese che non respira è come un sasso in balia degli elementi ... peggiori.

La Scuola Statale è anche Pubblica nel senso originario del termine, che vuol dire che è di tutti e che è per tutti, cioè appartiene a tutti i cittadini di un paese e per tutti i cittadini del paese deve rappresentare la risposta al diritto ad apprendere di cui ogni cittadino è portatore.

Tale diritto, però, va ben oltre la cittadinanza: oggi più che mai tale diritto travalica ogni ufficiale appartenenza alla civis e assume il significato molto più alto di un diritto che è di ogni essere umano. Nella società multietnica il termine Pubblica assume un connotato di universalità, che tutti comprende: da tutti prende le sue ragioni di essere e a tutti deve offrire, per assumere senso.
Lidia Prosperi - 07-03-2011
Lettera aperta all'onorevole Gelmini

Presumendo l'emanazione di qualche circolare sul prossimo esame di stato, riflettiamo sul precedente!

Onorevole Ministro,

sono una docente a tempo indeterminato di una Scuola Secondaria di 1° grado, incaricata nel giugno dello scorso anno come Presidente di commissione agli Esami di Stato conclusivi del primo ciclo di Istruzione.
Voglio condividere con Lei alcune riflessioni, derivanti dalla mia esperienza personale e da tante affermazioni ascoltate da colleghi dell'Istituto Comprensivo in cui lavoro e di quello in cui ho presieduto gli esami.
Vorrei parlarLe di tanti aspetti della nostra Scuola, dal suo livello generale ai programmi (ad esempio di Storia), dal monte ore alla formazione delle cattedre, ma sono convinta che affrontare tanti temi significa spesso non svilupparne adeguatamente alcuno, per cui mi limito a quello che in questo momento mi preme maggiormente, ovvero la VALUTAZIONE.
Enrico Maranzana - 07-03-2011
.. ma-le-scuo-le-no ..

Il ministro Gelmini ha firmato il decreto che definisce la disciplina, i requisiti e le modalità di formazione iniziale dei docenti. Esso contiene una prima, generale indicazione delle responsabilità degli insegnanti.
Questo scritto raffina i caratteri della professionalità docente e, per ciascuno, fornisce alcune indicazioni su come dovrebbero essere le attività delle scuole per essere credibili esempi di vita dell'istituzione scuola.
Francesco Masala - 05-03-2011
Finalmente ci siamo arrivati, era naturale, dalla scuola azienda arriviamo alla misurazione delle ore di lezione, un piccola virata fordista. Che uno studi, abbia conoscenze e competenze, ma si assenti, diventa un problema. Se è a scuola, ma passa ore senza far niente perché non ci sono supplenti, quello non è un problema. Conta aver timbrato il cartellino, poi chi se ne frega.
Inoltre nel delirio "federalista" il ministero dice che si possono superare i 50 giorni di assenza, ma ogni scuola può regolamentare le sue deroghe.
33 Presidenti d'Istituto di Bologna - 04-03-2011
Siamo Presidenti dei Consigli d'Istituto e di Circolo delle Scuole di Bologna e provincia, il nostro ruolo istituzionale non ci consentirebbe di esporci politicamente.
Tuttavia, stante il clima e le parole utilizzate dal Capo del Governo italiano, sabato 26 febbraio scorso, nell'ambito del convegno dei Cristiano-Riformisti e che qui si riportano integralmente:
"... potere educare i figli liberamente e liberamente vuol dire di non essere costretti a mandare i figli a scuola, in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell'ambito della loro famiglia..."
riteniamo doverose alcune considerazioni che esulano dalle idee e dalle scelte politiche di ciascuno.
Chiediamo a voi genitori, insegnanti, educatori e chiunque abbia a che fare quotidianamente con la scuola pubblica, se questa scuola inculca ai vostri figli valori contrari a quelli che cercate di trasmettere...
Lorenzo Cherubini - 04-03-2011
Quando nostra figlia è arrivata all'età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo permetterci di scegliere e abbiamo scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. E' nostra figlia ed è la persona a cui teniamo di più al mondo ma è anche una bimba italiana e l'Italia ha una Scuola Pubblica.
Marco Magni - 03-03-2011

Anche gli animi più nobili, quando universalizzano, scambiandolo per un dono di natura, il loro privilegio di intellettuali, cadono nell'errore di leggere i problemi dell'educazione secondo le categorie della morale. E' quel che Pierre Bourdieu chiama l'illusione scolastica: il mondo letto dal punto di vista della professoressa di lettere, con gli esseri umani che si dividono in "dotati" e "somari". Il giudizio scolastico, eretto a categoria dello spirito, diviene il criterio delle diagnosi e delle soluzioni di una condizione di crisi. La crisi della scuola, che ritengo personalmente un fatto impossibile da negare. Ma il dato di fatto della crisi è una cosa, la sua diagnosi intelligente tutt'altro.
Giordano Mancastroppa - 02-03-2011
Sono un genitore di un'alunna di quinta elementare e di una di seconda superiore. Dall'11 al 13 maggio le loro classi saranno "obbligate" a sottoporsi alle prove INVALSI.

Mi pare di aver capito che l'unico modo, come genitore e cittadino, per manifestare l'indisponibilità alla realizzazione di queste prove, sia quello di far "assentare" le mie figlie da scuola. Se non mi verranno fornite altre alternative, dovremo farlo.

Provo ad argomentare le motivazioni che stanno alla base di questa forma di protesta, affinchè possano essere motivo di riflessione per altri genitori, docenti e dirigenti...
Giuseppe Aragno - 02-03-2011
Che il potere tema la conoscenza narrano, impareggiabili, i Greci antichi nel mito di Pallade Atena, vergine dea della sapienza, nata contro il volere di Zeus, padrone dei cieli, dei numi e del mondo.
Spodestato il padre Cronos e incantato da Metis, titana della conoscenza, Zeus volle farla sua. E' andata sempre così: il potere desidera possedere la conoscenza. Messa incinta Metis, però, Zeus sentì nascergli dentro la paura; se dall'ammaliante titana fosse venuto al mondo il frutto d'un connubio col potere, quel figlio l'avrebbe di certo spodestato. Lo spettro del timore trovò conforto nella superstizione, che anche sull'Olimpo fu puntello al dominio, e un oracolo confermò: "il figlio che avrai da Metis sarà la fine del tuo regno..."
Come animale ferito, disposto a tutto per salvare se stesso, Zeus divorò la titana e si sentì al sicuro dal rischio.
Enrico Maranzana - 02-03-2011
La libertà d'insegnamento, mantra del docente, trae la sua origine dall'interpretazione dell'art. 33 della nostra costituzione: "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento".
Si tratta di un principio posto a fondamento della vita e dell'attività delle scuole a cui il comune sentire attribuisce contenuti la cui sovrapponibilità con la concezione anarchica della politica che scaturisce dall'idea di un ordine fondato sull'autonomia e sulla libertà degli individui è impressionante...
Roberto Colombo - 01-03-2011
Sì, Lei ha ragione, Presidente Berlusconi: noi insegnanti della scuola pubblica italiana (non tutti, per carità: le generalizzazioni sono tutte stupide e volgari) qualcosa effettivamente cerchiamo di "inculcare" ai nostri alunni. Non però l'"indottrinamento ideologico" che Lei forse - impegnato in ben altre faccende - non si è accorto che è tramontato da molto tempo (ammesso che fosse anche un tempo così diffusamente praticato). Noi cerchiamo semmai di "inculcare" i seguenti (antichi, e forse inattuali) "valori"...
Severo Laleo - 01-03-2011
Ha appena finito la sua arringa il capo popolo della libertà.
Ha difeso, davanti a una platea di cristiani, la famiglia italiana dalle malefatte della scuola pubblica.
E ha gridato convinto: "Educare i figli liberamente vuol dire di non esser costretti a mandarli a scuola in una scuola di stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli." La banalità falsa dell'affermazione è lapalissiana.
Poveri figli.
Vincenzo Pascuzzi - 01-03-2011
Per rimediare "all'aberrante e desolante situazione della scuola italiana", Domenico Bonvegna ha una sua tesi singolare e originale. Questa: "per risolvere gran parte dei problemi della scuola, occorre che questa venga frequentata da studenti che hanno voglia di studiare, al contrario per chi non ne ha, (almeno il 50% di quelli che frequentano soprattutto le scuole superiori), sarebbe un bene per loro e per gli altri che abbandonino la scuola."
Alcune osservazioni sono opportune, se non doverose. Elenchiamo le principali...
Gianfranco Pignatelli - 28-02-2011
Gratificato ed onorato.
Le ingiurie che i guitti della vita politica ed istituzionale rivolgono alla scuola pubblica sono, per un docente orgoglioso e valoroso, un premio, una lusinga. Se m'avessero individuato come uno di loro mi sarei sentito diffamato.
Questa feccia non a caso dileggia la scuola pubblica ed esalta quella privata nella quale si è formata. E, infatti, i riscontri non mancano. Come? Nel dispregio per il bene comune e nella insofferenza per la legge uguale per tutti che ne fanno esseri socialmente disturbati e politicamente depravati.
Però è opportuno che chi ha giurato sulla Costituzione sappia un paio di cose.
Salvatore Nocera - 28-02-2011
Sono un cattolico praticante, sono stato presidente nazionale del Movimento apostolico ciechi e stimo molte scuole cattoliche per la loro serietà ed impegno culturale, oltre che per l'accoglienza di qualità che rivolgonoda tempo all'inclusione degli alunni con disabilitàed ora anche a quelli stranieri.
Però non posso accettare l'abominevole disprezzo con cui il Presidente del Consiglio ha, in questi giorni, ingiuriato la scuola pubblica italiana e quanti operano con professionalità ed impegno in essa.
Severo Laleo - 26-02-2011
Anche se la ministra socialdemocratica dell'Istruzione dell'Austria, Schmied, è intenzionata ad abolire la "bocciatura", anche perché "non aiuta alla competitività, utilizzando, quindi, un argomento "sensibile" per una vasta platea politica, a me piace, al contrario, immaginare una scuola, a partire da un domani prossimo futuro, al centro, per quantità e qualità di risorse da investire, della programmazione di un nuovo governo, una scuola dell'obbligo, per tutte/i, fino a 18 anni e senza "bocciature", una scuola pronta a intervenire per dare a ogni persona studente quanto è giusto per il "suo massimo sviluppo", a prescindere dalla quantità/qualità dei risultati in termini di competenze settoriali.
Per quale obiettivo? Perché le persone nate "libere e eguali in dignità e diritti" possano, anche durante la propria vita, acquisire tutta la strumentazione necessaria per continuare a vivere "libere e eguali in dignità e diritti".
Lorenzo Picunio - 25-02-2011
Con tante emergenze che riempiono i giornali, questa appare "soltanto" una cosa quotidiana. Eppure modifica la vita quotidiana delle famiglie, cambia il futuro dei figli, toglie "spazio sociale" alla cultura.
Che poi la cultura si riprenda il suo spazio, con fatti di massa, come la lotta degli universitari, o con luci che emergono nell'ombra del mondo mediatico, come la lectio magistralis di Benigni sull'Unità d'Italia, è qualcosa che fa piacere.
Ma intanto le famiglie fanno i conti con i tagli alla scuola pubblica.
Vincenzo Pascuzzi - 24-02-2011
Il ministro dell'istruzione austriaco Claudia Schmied (partito socialdemocratico) ha annunciato l'abolizione delle bocciature scolastiche nel suo Paese a partire dal 2012. Così l'Austria intende unirsi ai pochi paesi europei che già adesso non adottano il sistema della bocciatura: Islanda, Norvegia, Gran Bretagna (forse ce n'è anche qualche altro).

In attesa di dettagli e approfondimenti sul caso austriaco, può essere utile discutere - come già si sta facendo - l'ipotesi dell'abolizione delle bocciature anche in Italia. Intanto, a coloro che potrebbero equivocare, ridacchiare, nutrire illusioni, accampare pretesti o strumentalizzare, va chiarito che l'abolizione delle bocciature non significa affatto promozione sicura e senza studio oppure diploma certo e automatico per tutti cioè una sorta di "successo formativo" certificato, sicuro, gratuito e senza sforzi. Tutt'altro.
Maurizio Tiriticco - 22-02-2011
Sta suscitando scalpore e interesse il fatto che l'Austria abbia deciso per legge di abrogare le bocciature. In attesa di conoscere meglio i dettagli del provvedimento, non possiamo fare a meno di avanzare alcune considerazioni che riguardano il nostro Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione ...
... è possibile non bocciare in una scuola di base il cui ordinamento è quello che tutti conosciamo?...
Non è affatto detto che le classi di età anagrafiche corrispondano puntualmente con la progressiva maturazione di un soggetto. In effetti bocciare significa far ripetere un anno ...
Di qui la proposta. Le classi d'età dovrebbero e potrebbero essere sostituite da gruppi di interesse e di motivazione...
Giuseppe Aragno - 22-02-2011
Dallo Speciale Racconti



Quasi sera. Ombre sempre più lunghe. Dante imbronciato nel suo mantello di marmo fluente, tracce di volantini calpestati e l'eco dell'ultimo intervento che ancora batteva sul tasto morale:
- Donne di nuovo in campo, ripeteva, donne per dire no a questo scempio e ricordare: si lavora, si suda, si vive e tutto si conquista. Dignità!
Perché far chiudere ad Angela, col suo cappotto rosa e il basco di sghimbescio, nessuno saprà mai, ma un ingegno acuto, di quelli che vanno dritto al sodo, aveva commentato con amarezza tagliente:
- Questa qui nella sua vita non ha mai lavorato. Io me la ricordo sempre "amica" di chi contava molto. E che scalata! Le manca il Parlamento, ma verrà.
Laura Alberico - 21-02-2011
Una canzone non cambia la vita ma allarga gli orizzonti, riesce a far volare più in alto il pensiero critico laddove questo non riesce più a trovare una ragione per crescere ed evolversi. Il professore, che esercita tuttora il suo mestiere, ha usato per la prima volta il mezzo televisivo per esprimere il suo personale senso della vita, parole e non solo per raggiungere il cuore e l'anima della gente. Nella ricorrenza dell'unità d'Italia mi sembra questo un primo passo verso un nuovo " risorgimento" in cui il messaggio televisivo ha fatto un salto di qualità che può offrire a tutti l'opportunità per riflettere e mettersi in discussione.
Lucio Garofalo - 21-02-2011
Il principale problema della scuola italiana è costituito dal corpo docente, dalla svalutazione della professionalità degli insegnanti, dallo stato di insoddisfazione, demotivazione e avvilimento che li attanaglia. Occorre rivalutare in modo concreto la professionalità didattica. Il potere d'acquisto degli stipendi è crollato vertiginosamente, come è in caduta verticale il sistema scolastico che vede nei docenti il perno centrale da ricostruire con iniziative tese a stimolare ed accrescere la loro professionalità.
Pertanto occorre rivalutare la posizione economica degli insegnanti italiani, che risultano i più sottopagati d'Europa.
Giocondo Talamonti - 19-02-2011
Viviamo un contesto sociale, oltre che sportivo, in cui arrivare secondo o ultimo non fa molta differenza. Gli sponsor, i fan, i giornali e le tv ti spalancano le braccia solo se arrivi primo o se sei in grado di lottare, sbagliando al massimo per il 50%, per il podio più alto. Sono pochissimi, fra gli sportivi, quanti sanno chi è arrivato secondo al Giro d'Italia del 2010, oppure al Tour de France, o alla Vuelta di Spagna. E' materia da statistiche, utile ai commentatori TV per passare un po' di tempo in attesa dei corridori. Non c'è sponsor disposto a cacciare un euro per una squadra che, in un modo o nell'altro, non sia in grado di garantire un minuto di pubblicità televisiva al marchio che la sostiene finanziariamente. Ad assicurare la visibilità della maglia concorrono direttori sportivi, massaggiatori, allenatori ma, soprattutto medici. Farmacologi professionisti, maghi della provetta, studiosi di chimica, ladri di sogni e di passioni in grado di far scomparire le prove di lenti omicidi e alimentare illusioni nei giovani atleti.
Vincenzo Andraous - 19-02-2011
Il tema trattato con i ragazzi di una scuola lombarda spaziava dall'uso e abuso di sostanze stupefacenti, al bullismo dalle classi alla strada, la violenza come strumento identitario, di consenso, di riconoscimento sociale.
Quando si hanno di fronte tanti giovani in punta di piedi o con gli anfibi, occorre giocare pulito, raccontare il proprio vissuto fino in fondo, condividendo le emozioni di un cuore in tumulto, ma senza manipolare la loro testa e il cuore per tentare a tutti costi la meta.
Francesco Paolo Catanzaro - 18-02-2011
Nell'ambito delle strategie educativo - didattiche, che possano portare gli alunni ad un apprendimento efficace, tante parole, tanti modelli si sono spesi e sperimentati. Uno degli errori, che purtroppo ancora oggi è possibile riscontrare in docenti di formazione passata, è quello di considerare il discente una lavagna, non sicuramente interattiva (LIM), su cui scrivere i contenuti delle varie discipline.
Nell'ambito delle strategie educativo - didattiche, che possano portare gli alunni ad un apprendimento efficace, tante parole, tanti modelli si sono spesi e sperimentati. Uno degli errori, che purtroppo ancora oggi è possibile riscontrare in docenti di formazione passata, è quello di considerare il discente una lavagna, non sicuramente interattiva (LIM), su cui scrivere i contenuti delle varie discipline.
Francesco Di Lorenzo - 17-02-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Se la tendenza fosse confermata, poiché i dati delle iscrizioni alle secondarie superiori sono solo quelli della Lombardia, continuerebbe ad essere il liceo la prima scuola scelta dai nostri adolescenti. È una tendenza in atto già da qualche anno, che lo sbandierato e atteso rilancio dell'istruzione tecnica e professionale avrebbe dovuto frenare. Ma così non è. Anzi, gli istituti professionali perdono terreno, come qualche cattivo consigliere aveva profetizzato. Qualcosa non è andato bene: la riforma degli istituti tecnici e professionali per ora è un mezzo fallimento. Naturalmente non è una situazione definitiva, i dati relativi alle iscrizioni nelle altre regioni italiane non sono ancora pronti. La questione è da tenere sotto controllo.
Vittoria Menga - 16-02-2011
C'è fame di educazione. Se i giovani sono inadeguati, non possiamo buttarli via. Non serve il rimpallo delle responsabilità tra scuola e famiglia. Serve un'alleanza forte tra scuola, famiglia e tutti gli adulti educatori. Quando c'è una guerra, ognuno deve dare il meglio di sé per contribuire a salvare il maggior numero di vittime potenziali. Il problema è che molti adulti non hanno capito che c'è una guerra in corso, e se qualcuno dà l'allarme non sempre viene ascoltato.
Emanuele Rainone - 16-02-2011
Il DM 249 sulla Formazione iniziale docenti è un documento davvero molto strano: ad una prima lettura sembra non dire nulla di particolare ma più lo si legge, più sorgono domande inquietanti sul passato e sul futuro della scuola, in particolare della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Una prima osservazione sembra imporsi fin da subito con una certa cogenza: i docenti che hanno frequentato le Ssis per abilitarsi sono stati letteralmente truffati: di quel percorso di formazione di 2 anni compreso tirocinio si poteva fare a meno. Su questo l'evidenza testuale del DM 249 è incontrovertibile: l'art. 15 sulle norme transitorie infatti dice espressamente che sono ammessi al solo tirocinio attivo coloro che avevano i requisiti per l'accesso alle Scuole di Specializzazione o i possessori di una laurea magistrale.
Maurizio Tirittico - 15-02-2011
E' stata tutta un'altra cosa la grande festa del 13 febbraio, organizzata dalle donne ma aperta a tutti coloro che hanno inteso avanzare una potente domanda di cambiamento! E' nato il partito rosazzurro perché anche noi maschietti eravamo tanti tanti! Perché il partito rosa, il femminismo è diventato qualcosa di più... di molto di più rispetto al suo nascere di tanti anni fa! E' diventato un nuovo umanesimo! Perché abbiamo tutti capito che non c'è il riscatto della donna se non c'è il riscatto dell'uomo. La liberazione della donna non era e non è dalla dominanza del maschio, ma dalla dominanza di un sistema socioeconomico e culturale che nel corso di millenni ha sentenziato quella separazione dei sessi che tanto male ha arrecato non solo alle donne, ma anche agli stessi maschietti, resi schiavi della loro arroganza e della loro pretesa superiorità.
Virginia Mariani - 15-02-2011
Appoggio pienamente la manifestazione del 13.
Anche perchè non ce la faccio più a vivere in un Paese che butta tutto in caciara...
Cosa c'entrano i puritani nella nostra indignazione, in un Paese a prevalenza cattolica poi! Questa è mistificazione, ...
Paola Arduini - 14-02-2011
Quando pensate ai rom, bisogna che pensiate a un popolo di bambini.
I bambini che vengono a scuola e ti raccontano dei loro 6, 7, 9 fratelli e quando disegnano la loro famiglia, hanno sempre bisogno di un foglio più grande degli altri. Invece se chiedi di disegnare la loro casa bastano due o tre linee e poi, quando gli chiedi: ma dov'è la cucina, dove fa la cena mamma tua? Loro dicono: fuori, con le zie, sul fornello.
Il fuoco fuori, pericolo costante per i bambini, e loro raccontano di scottature o di sgridate perché hanno rovesciato la pentola mentre correvano in bici. Ma peggio ancora il fuoco dentro, il braciere per scaldare la stanza dove dormono. Ogni tanto qualcuno arriva con una brutta ustione su una mano, le vesciche. E poi dicono: Fa male, mamma mi ha sgridato perché non sono stato attento al fornello. E allora lo mandi dalla bidella che gli sistema una fasciatura, perché pomate per le ustioni a scuola non le abbiamo. E noi maestre tremiamo. Perché gli incendi nelle baracche ci sono già stati.
Giuseppe Aragno - 12-02-2011
Che furba la Gelmini!
Il delirio di Pontida è al parossismo e Alberto da Giussano, scudo, elmo, celata, spadone e lancia in resta, ha minacciato: "nessuna festa per l'Unità d'Italia, sennò mandiamo a casa le mezze calzette del Parlamento di Roma ladrona!.
Se questo ritorno al Medio Evo non celasse un pericoloso progetto separatista e il germe d'una tragedia, ci sarebbe da ridere. L'avvocato Gelmini lo sa e ha paura. Il destino di Berlusconi non dipende dalla procura di Milano. Decide Bossi, filosofo del celodurismo, e l'avvocato tenta di mediare: il prossimo 17 marzo, piuttosto che festeggiare a casa, è «meglio stare in classe e parlare dei 150 anni dell'Unità d'I-talia». A ben vedere, l'idea non è malvagia. Articolando meglio l'argomento, la proposta è molto interessante.
Laura Ceccon - 10-02-2011
Credo di poter parlare a nome dei tanti genitori di bambini e ragazzi dislessici/dsa, ma anche dei molti insegnanti già sensibili al tema, nel ribadire ancora una volta che il problema non sono i nostri figli dislessici e non è la dislessia. Il problema è piuttosto l'incapacità di capire cosa essa sia e come si debba serenamente affrontare, senza pregiudizi, all'interno di un sistema didattico finalmente flessibile alle differenze.
I nostri figli non sono malati, stupidi, pigri, svogliati. Sono invece ragazzi intelligenti, capaci e creativi che hanno semplicemente modalità di apprendimento diverse da quelle rigidamente standardizzate e che hanno pertanto bisogno di metodologie didattiche flessibili nonché di strumenti consoni alle loro peculiarità.
Vincenzo Pascuzzi - 09-02-2011
La questione del merito (mai peraltro definito), e della sua sperimentazione, è però squisitamente politica ed economica e non ci si può sottrarre a questi due aspetti.
L'aspetto economico consta di due parti prevalenti. La prima è che per scelta spacciata come necessità, governo, Mef e Miur stanno tagliando selvaggiamente risorse e personale alla scuola. Nella Ue la percentuale media del pil destinata all'istruzione è pari al 5,2%, in Italia (ante Gelmini) era al 4,6%, con i tagli arriverà forse al 3,9%. Nel 1990, in Italia, la stessa percentuale era al 5,5% e le cose andavano ancora un po' meglio. È questo un particolare che i valorosi mentori dei danni del '68 tranquillamente trascurano.
Giuseppe Aragno - 08-02-2011
Bruciano i bambini rom. Non è fumo di camino, ma razzismo, e le parole del lutto diventano miseria e complicità morale. Gli storici domani documenteranno ciò che oggi fingiamo d'ignorare. Nei libri il capitolo s'aprirà col titolo prevedibile: L'Italia di nuovo razzista. Altro esito politico non poteva avere la serie di menzogne che i moderati chiamano revisionismo storico e non è una polemica tra studiosi, ma un crimine compiuto in nome del profitto.
Docenti I.C. via dell'Archeologia - 08-02-2011
I docenti dell'Istituto Comprensivo di via dell'Archeologia, in considerazione degli esiti dell'attuazione del piano nomadi del comune di Roma - che implica in particolare lo spostamento di famiglie di alunni frequentanti l'Istituto dal campo di via di Salone al CARA di Castelnuovo di Porto - si interrogano, nello specifico scolastico, sull'opportunità di una azione che vanifica i risultati positivi conseguiti negli anni e gli sforzi delle parti coinvolte nell'obiettivo di un progressivo miglioramento dell'integrazione.

Doriana Goracci - 08-02-2011
"Ora potrei morire anch'io, non ho più parole". A parlare è il padre di tre dei bimbi morti nell'incendio. "Aiutateci. Dateci assistenza". Hanno chiesto al sindaco di Roma Gianni Alemanno i genitori delle quattro giovani vittime. I genitori hanno riferito al sindaco che intendono celebrare i funerali in Romania. C'erano in tutto cinque baracche all'interno dell'insediamento abusivo a Roma. In passato l'insediamento era stato più volte sgomberato, ma i nomadi erano tornati con i loro accampamenti. Solo una baracca è stata distrutta dalle fiamme. All'interno di quest'ultima c'era un nucleo familiare composto da sette persone tra cui i quattro bambini morti."
Emanuele Rainone - 07-02-2011
Il Decreto Ministeriale 249 del 10 Settembre 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio 2011 che entrerà in vigore il 15 febbraio 2011, per quanto riguarda la formazione iniziale dei docenti delle scuola secondaria di I e II grado è un classico gioco di prestigio: rispetto alle Ssis, ovvero al precedente percorso abilitante, spariscono ben due anni di formazione. Ma di questo ennesimo colpo di mano alla Scuola Pubblica nessuno sembra effettivamente accorgersi: forse neanche gli addetti ai lavori.
Per smascherare l'arcano marchingegno che si cela nel cappello ministeriale basterebbe un piccolo calcolo: asettico, burocratico. Spesso le logiche ministerial-burocratiche si rivelano un buon viatico per orientarsi nei labirinti della imperscrutabile sapienza governativa: lasciano sempre una traccia.
Lucio Garofalo - 07-02-2011
Fracchia è l'espressione patetica e grottesca dell'Italia di oggi, una società che diventa sempre più assurda e mostruosa, crudele e disumana oltre ogni limite accettabile.
Nella fattispecie, la "belva umana" è un sindaco leghista che ha minacciato di far licenziare le maestre della Scuola dell'Infanzia di Fossalta di Piave, un piccolo comune in provincia di Venezia. Le insegnanti sono "colpevoli" di un gesto di elementare solidarietà umana nei confronti di una bimba africana di quattro anni, i cui genitori, a causa delle ristrettezze economiche, non potevano permettersi di pagare il servizio della refezione scolastica.
Insegnanti dei CTP di Milano e Provincia - 05-02-2011
I test di lingua italiana per i cittadini stranieri

Gli insegnanti dei CTP di Milano e Provincia, riuniti in assemblea sindacale il giorno 4 febbraio 2011 per discutere in merito al Decreto Ministeriale del 4/6/10 che fissa le modalità di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana per il rilascio dei permessi di soggiorno a tempo indeterminato ai cittadini stranieri,

considerano il DM 4/6/10 lesivo dei diritti fondamentali delle persone.
Vincenzo Pascuzzi - 05-02-2011
la scuola ha bisogno di un'anima. Ma perché quando c'è un problema o una difficoltà da affrontare o da risolvere nella scuola vengono chiamati in causa e tirati in ballo SUBITO i docenti e SOLO loro? Non c'è un ministro che dovrebbe operare? Non c'è un governo che dovrebbe provvedere? Non ci sono anche i presidi? Non dovrebbero loro - ministro, governo e presidi - indicare la direzione giusta e trasmettere per primi passione ed entusiasmo? Se no, che ci stanno a fare?
Lorenzo Picunio - 05-02-2011
Il 17 febbraio il Tar del Lazio si pronuncerà - in via definitiva - sul ricorso presentato dal "Comitato Scuola e Costituzione" di Firenze contro i tagli del servizio scolastico imposti dai provvedimenti del ministro Gelmini. Al ricorso si sono associate numerose amministrazioni comunali e regionali di tutta Italia. E' il caso di ricordare che i tagli imposti dal governo hanno rappresentato una riduzione significativa dell'offerta formativa in tutti gli ordini e gradi della scuola italiana: e questo proprio mentre altri paesi, come la Germania, hanno evitato di estendere alla scuola i tagli previsti per il settore pubblico. la scuola è un investimento sul futuro, tanto più in questi tempi di crisi economica. L'Unione Europea prevede di arrivare entro il 2020 all' 80% di diplomati.
Francesco Paolo Catanzaro - 04-02-2011
La scuola che si apre al secondo decennio del 2000
porta a riflettere ai nuovi percorsi d'indagine relativi allo studio del processo d' insegnamento/apprendimento e si conforta grazie ai nuovi stimoli che arrivano dalle scoperte in ambito neurobiologico, neuropsichiatrico grazie all'ausilio delle nuove tecniche di osservazione e diagnostiche che scandagliano il cervello umano in ogni fase del suo sviluppo ed in ogni attività di interazione .
Lucio Garofalo - 04-02-2011
La storia dell'umanità non segue un percorso uniforme e lineare, cioè un andamento progressivo caratterizzato da corsi e ricorsi, come asseriva il filosofo napoletano Giambattista Vico. Al contrario, lo sviluppo storico si svolge attraverso una dialettica tra tendenze e forze contrastanti, che innescano cicli violenti e balzi rivoluzionari che non sempre procedono verso un miglioramento e un progresso del genere umano. Gli esempi non mancano, ma per rendersene conto basterebbe riflettere sul funzionamento del potere e sui meccanismi di riproduzione dei rapporti di forza, a cominciare dai rapporti di comando e subordinazione tra le classi sociali, che sono il vero motore della storia.
Enrico Maranzana - 02-02-2011
A partire dalla fine del corrente anno scolastico le scuole secondarie di secondo grado certificheranno le competenze raggiunte dai loro allievi.

Questo scritto scandaglia il significato di "competenza" e ne esplicita la correlazione con la progettazione scolastica.
Francesco Mele - 01-02-2011
Tra luglio e dicembre del 2010, in due tranches distinte e successive, le scuole del paese hanno cominciato a ricevere una parte dei residui attivi accumulati negli ultimi 5 anni. Importi consistenti, anche se ancora poco rispetto a quanto avanzato dalle singole scuole.
Di fronte a questa inattesa liquidità io propongo che in quel 56,5% di scuole che richiedono soldi ai genitori per "sopravvivere" si dica: "cari genitori, fino ad oggi vi abbiamo chiesto un contributo volontario di tot euro per queste e queste altre spese, ma quest'anno dallo Stato abbiamo ricevuto crediti pregressi per un ammontare di tot euro che finora abbiamo contabilizzato come entrate, anche se virtuali. Questo ci consente per quest'anno di fare a meno del vostro contributo volontario sostituendolo con i fondi dei residui attivi che ci sono stati accreditati. Tutt'al più potremmo mantenere la voce di bilancio dei vostri contributi volontari e considerarla virtuale a meno di richiedervela successivamente se dovesse rivelarsi necessario".
Oliver - 01-02-2011
E' finito il tempo delle certezze, la classe insegnante deve prenderne coscienza.
Nella mia scuola, un istituto comprensivo, non sento mai nessuno porsi un qualsiasi problema rispetto i tagli nei confronti dei precari e quelli di tipo economico. Continua ancora l'andazzo dei bei tempi, molti vivono imbambolati e silenti, privi di informazioni utili aspettando l'arrivo del rinnovo contrattuale.
Ora non è più così, questo governo ha tagliato con una determinazione tale da poter essere paragonato a quegli imprenditori che evidenziando problemi falsi rispetto i costi del lavoro decidono di delocalizzare la propria azienda.
A scuola si sono delocalizzati migliaia di persone - invitandole a fare altro - e 8 miliardi di euro: vogliamo riflettere su questo dramma che è stato organizzato da questi governanti?
Vincenzo Pascuzzi - 31-01-2011
Chiunque, in vicinanza delle scuole e negli orari di ingresso o di uscita, può vederli. Sono i ragazzi delle elementari e delle medie carichi di bagagli: cartelle, zaini, borsoni, mini-trolley, cestini. Portano a scuola libri, quaderni, squadre e righe di plastica (che spuntano fuori), indumenti per educazione fisica, a volte anche colazioni esaustive. Può anche capitare che un ragazzino intorno ai 10 anni porti contemporaneamente tre colli: zaino sulle spalle, cartella o borsone con una mano e mini-trolley con l'altra. Sia insomma "caricato a ciuccio". L'andirivieni dei piccoli facchini è dovuto al fatto che la maggior parte delle scuole sono sprovviste di armadietti per gli alunni che pure sarebbero utilissimi se non necessari per custodire libri ed altro evitando trasferimenti casa-scuola-casa.
Giuseppe Aragno - 31-01-2011
Il prossimo anno scolastico in Molise mancheranno all'appello 600 studenti. Lo riconosce con disinteressato distacco Miur e lo conferma la Cgil, che rincara la dose: il calo è ben più grave, più di 2000 sono gli alunni "persi" negli ultimi anni. La faccenda non interessa nessuno: Viale Trastevere dorme, Gelmini, presa dalla crociata per la "terra santa", s'è messa in adorazione del signore e il celebre giravite di Fioroni lavora per smontare il partito di Bersani, che attraversa come può lo scandalo delle primarie.
Il centro della vita politica ormai non è il Parlamento. Si vive di telefonate. Masi a Santoro per mettere in mora la libertà d'informazione, dio padre onnipotente a Gad Lerner per censurare i "postriboli" televisivi - da quale pulpito viene la predica! -, Emilio Fede per far la cresta sulla spesa e procurare prestiti d'onore a Lele Mora, la falsa nipote del dittatore Mubarak per gli inviti a cena a Villa Certosa, il Presidente del Consiglio alla Questura di Milano per risolvere il caso d'una sua amica minorenne accusata di furto e un eletto stuolo di fanciulle per il rituale passaggio dai riti di Dioniso all'impegno politico.
Francesco Di Lorenzo - 29-01-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Anche gli studenti degli Stati Uniti non raggiungono risultati brillati nelle discipline scientifiche. La notizia non è di per sé importante e comunque non serve a fare degli inutili raffronti.
Un'indicazione di rilievo ci viene, invece, per quanto riguarda il dopo, il cosa fare, il come affrontare un problema di questo genere.
Ebbene, gli esponenti governativi degli Stati Uniti, a quanto pare, sono preoccupatissimi. È intervenuto anche il presidente Obama. Ha detto che metterà mano ai programmi del 2002 elaborati dal governo Bush che, guarda caso, prevedevano meno ore da dedicare alle scienze. Poiché l'alto livello di competitività anche nell'istruzione è una delle priorità del governo americano attuale, è certo che si interverrà per cambiare la vecchia legge del 2002. Peccato che da noi, invece, la tendenza sia quella di tagliare le ore per risparmiare. E, quindi, ci tocca solo un po' di invidia.
Marisa Fazio - 28-01-2011
Da qualche mese in molte scuole pubbliche italiane viene distribuita, una volta a settimana, frutta fresca per incoraggiarne il consumo fin dalla più tenera età, progetto patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole e dal Ministero della Salute con l'obiettivo di educare ad una sana alimentazione, al rispetto dell'ambiente e della biodiversità...
In una gelida mattina di gennaio nelle scuole aderenti al progetto, dal Nord al Sud d'Italia, vengono distribuite le susine angeleno, che maturano da giugno a ottobre, e i maggiori produttori sono: Piemonte e Emilia, confezionate a Forlìmpopoli, in provincia di Forlì - Cesena...
Giocondo Talamonti - 27-01-2011
L'Ipsia S. Pertini è la scuola che fa della cultura strumento imprescindibile per l'affermazione della dignità dell'uomo, non solo nella sua genericità ma anche nella specificità e unicità della dinamica evolutiva che interessa il vissuto di ognuno. Come modello di riferimento per ogni generazione, la scuola non manca mai di riunire i suoi studenti per celebrare il "Giorno della Memoria" e riflettere sullo Shoah, uno spartiacque tra barbarie e civiltà, guerra e pace, assolutismo e democrazia.
Se ci fosse consapevolezza della Shoah l' "altro", il "diverso", non sarebbe definito tale, ma persona con la quale coesistere pacificamente su una terra e un universo che è di tutti e di ciascuno.
Francesco Mele - 27-01-2011
Dal rapporto del CENSIS salta agli occhi un dato eclatante: il contributo volontario non è inevitabile, ci sono scuole e non poche (il 43,5% delle intervistate) che non lo richiedono e anche le cifre richieste oscillano davvero molto partendo da pochi miseri euro, cosa che fa aumentare il numero delle scuole che di fatto non chiedono nulla ...

E allora, come la mettiamo con l'ineluttabilità del contributo volontario?
Come la mettiamo col ricatto che i genitori si sentono fare ogni anno sulla qualità della scuola dei propri figli che sarebbe annullata senza il loro contributo?
Giuseppe Aragno - 25-01-2011
Venerdì' prossimo, 28 gennaio, sciopero generale della scuola e dell'università con la Fiom. E sarà bene dirlo: è sciopero politico. Non sarà la Procura di Milano a chiudere la partita col neoliberismo all'italiana e, assente in Parlamento un'opposizione pronta a una battaglia di democrazia, la piazza fa supplenza.
Semaforo rosso per ogni soluzione autoritaria d'una crisi economica e sociale, che chiude nell'unico modo possibile la seducente "età dell'oro" promessa dal capitale dopo la caduta del muro di Berlino.
C'è un filo diretto tra il massacro di Marchionne alla Fiat e la decimazione del Ministro Gelmini. Si vede chiaro e bisogna far fronte, reagire e scompaginarlo: è un pericoloso progetto politico.
Tommaso Caldarelli - 25-01-2011
Il ministero, su pressione dei sindacati, ripristina gli aumenti salariali per il periodo di servizio. Ma li posticipa, e di molto.
Per capire - anzi, per provarci, visto che la materia è complicata e dispersiva - cosa sta succedendo nella scuola pubblica, in materia di trattamento economico dei docenti, bisogna appoggiarsi a quanto ricostruito da Repubblica, che denuncia quella che, sugli scatti di anzianità agli insegnanti italiani, appare come una vera e propria truffa.
Fuoriregistro - 25-01-2011
Quando questo governo se ne andrà - e dovrà accadere - di Maria Stella Gelmini rimarranno indelebili, nel ricordo di chi l'ha vista all'opera, l'immagine più concreta e completa della crisi morale, prima ancora che economica, di questi anni bui. Una donna che ha governato la scuola senza poter spiegare in virtù di quali titoli sia giunta al governo, che per quasi tre anni ha continuato a confondere tempo pieno e tempo scuola e non ha mai distinto tra propaganda e progetto politico.
Da qualche giorno, poi, mentre difende il "suo" premier da quello che, a suo modo di vedere, è il "fango" rovesciatogli addosso da comunisti e congiurati annidati nella Procura di Milano, il "ministro ha completamente dimenticato quanto pure aveva solennemente promesso ieri e fa di tutto per meritare una menzione particolare nell'albo dei venditori di tappeti che occupano il banco di questo sciagurato governo.
Lorenzo Bussi - 24-01-2011
Io non nego che scuola e università avessero bisogno di essere riformate, ma razionalizzando le risorse ed appianando le differenze tra nord e sud, non sforbiciando alla cieca! Che strano modo di avviare delle riforme (leggasi tagli) partendo da slogan che eccitano l'emotività popolare.

Adesso scopriamo che le incompetenze dei nostri quindicenni non erano poi così gravi, che la scuola tutto sommato, quella pre-riforma, ha retto alla prova. Potremo dire lo stesso quando verranno presentati i dati della prossima indagine Ocse-Pisa?
Francesco Masala - 24-01-2011
Cosa si fa per non aderire a uno sciopero indetto da Cub e Cobas, sciopero che la Cgil non ha avuto il coraggio di indire, nonostante i colpi terribili che subisce tutto il mondo del lavoro .

Ma per un lavoratore scuola della Cgil è più dignitoso andare in piazza con la sua bandiera col trucchetto del permesso sindacale (quando tutti gli altri lavoratori presenti stanno rinunciando a un giorno di paga), non aderire allo sciopero, come ha deciso il suo sindacato, o scioperare coi Cub e i Cobas e rischiare la scomunica dal suo sindacato?
Enrico Maranzana - 22-01-2011
Il progetto sperimentale per premiare i docenti meritevoli ha originato un dibattito che ha messo in piena luce la confusa situazione in cui vive il nostro sistema educativo, di istruzione e formazione: il problema non ha trovato definizione perché è stato affrontato in astratto, decostestualizzandolo: le argomentazioni sono figlie di un sentire individuale, indeterminato e non oggettivo. È stato trascurato il fatto che le prestazioni di un lavoratore sono da vincolare a parametri puntualmente enunciati, descritti in mansionari o in matrici di responsabilità.
Per i ministeriali il management è prassi sconosciuta: la gestione delle risorse umane avviene come se complessità e visione sistemica fossero concetti marginali, come se il tempo si fosse fermato all'inizio del '900.
Matteo Tuveri - 21-01-2011
Mentre leggo tutti questi titoli, investito da raffiche di opinioni, più o meno giuste, più o meno sbagliate, mi accorgo anche che dalle prime pagine sono scomparsi i problemi reali, non leggo più dei tanti disoccupati, dei migliaia di precari in attesa di un futuro e nemmeno di una notizia alquanto minacciosa, quella di un paese che vede sfumare, forse, il diritto-dovere lavorativo alle otto ore e al contratto sindacale in favore di un "contratto aziendale", mentre la Sinistra non fa molto e la destra ancora meno. Tutto questo mi suona come un complotto, ma non un complotto di palazzo contro un'altra fazione di palazzo (in cui personaggi cattivi ma dalla sostanziosa cultura si sarebbero mossi bene, penso al cardinale Mazarino o alla intelligente Caterina de Medici), bensì un complotto del "Palazzo" verso chi dentro il palazzo non è mai entrato, verso la gente che si alza alle sei, che guarda il calendario, che aspetta un futuro migliore...
Re Felix - 21-01-2011
I nostri padri ci hanno consegnato un mondo peggiore di quello che avevano ricevuto: oggi noi paghiamo il loro egoismo ma non siamo in grado di opporci a coloro che ci governano alla vecchia maniera e che continuano a comportarsi come coloro che ci hanno rovinato il Paese, mangiando quel che c'è da mangiare piuttosto che amministrare la cosa pubblica (è questo il significato di Res Publica, no?) nel nome del popolo (democrazia non significa forse potere al popolo?). Anzi costoro si comportano addirittura peggio dei loro predecessori. E noi cosa facciamo? Restiamo solo a guardare... tanto prima o poi «adda passà 'a nuttata»!
Francesco Masala - 20-01-2011
Certo non potevano prevedere tutto, i padri della Costituzione, che magari ci sarebbero stati ministri fascisti e non solo. Quando ascolto il dolore vero del ministro La Russa per la morte dei militari italiani in missione di pace (solo per loro, non per altri) e intuisco la sua invidia per i genitori che hanno offerto i loro figli alla Patria, ecco, in momenti così penso che nella Costituzione manchi un comma importante all'articolo 11.
Vincenzo Pascuzzi - 20-01-2011
Parliamo del rapporto numerico medio alunni/docenti calcolato su scala nazionale.

È stato il cavallo (a dondolo?) di battaglia dell'attuale ministro e della sua parte politica (eletti ed elettori) nelle battaglie per le riforme, le razionalizzazioni, i tagli conseguenti (140.000 licenziati fra i quali qualcuno si è pure suicidato).

È stato uno slogan suggestivo, efficace, incombente, penetrante, pervasivo, verosimile ma falso.
Enrico Maranzana - 19-01-2011
Le tre "i" che hanno caratterizzato tutti i programmi elettorali dell'attuale maggioranza di governo prefiguravano la modernizzazione della scuola attraverso la valorizzazione dell'informatica, della cultura d'impresa e dell'inglese.
In questo scritto la promessa elettorale sarà accostata alle indicazioni nazionali relative agli obiettivi specifici dell'apprendimento che il ministero ha consegnato alle scuole nel maggio 2010 per vagliare la loro rispondenza agli impegni assunti.
Cosimo De Nitto - 19-01-2011
Vorrei svegliarmi da un cattivo sogno che ormai è divenuto un incubo.
Vorrei svegliarmi in un paese normale in cui le cose, le persone, le istituzioni, i comportamenti sociali possano essere chiamati col loro nome.
In un paese in cui quando si parla di scuola si intende soprattutto dell'apprendere e dell'insegnare, dell'educazione e della formazione, di pedagogia e di didattica, di conoscenze e competenze, di decondizionamento e integrazione, di contenuti, saperi e istruzione.
E invece da anni, da troppi anni, la parola scuola è ormai divenuta sinonimo di economia, tagli all'occupazione e alle spese necessarie di funzionamento, spreco. Da anni siamo perseguitati dall'incubo che si manifesta sotto forma di teorema: la cultura è un peso economico,,,
Carmilla - 18-01-2011
Riassunto delle puntate precedenti, che, per nostra scelta, non sono andate in onda su Carmilla. Volevamo entrare nella vicenda in medias res, ed è proprio dove ci troviamo ora, dopo 48 ore convulse, orribili, spassose. Due giorni di iniziative, proposte, discussioni e primi risultati.
Partiamo dalla sintesi fatta da Giap l'altroieri:

«[...] L'assessore alla cultura della provincia di Venezia, l'ex-missino-oggi-berlusconiano Speranzon [ foto a sinistra, N.d.R.], ha accolto il suggerimento di un suo collega di partito [si veda questa lettera] e intimerà alle biblioteche del veneziano di:
1) rimuovere dagli scaffali i libri di tutti gli autori che nel 2004 firmarono un appello dove si chiedeva la scarcerazione di Cesare Battisti [promosso da noi di Carmilla e tuttora presente su questo sito, N.d.R.];
2) rinunciare a organizzare iniziative con tali scrittori (vanno dichiarati "persone sgradite", dice).
Il bibliotecario che non accetterà il diktat "se ne assumerà la responsabilità".
Si allude forse al congelamento di fondi, al mancato patrocinio delle iniziative, al mobbing, a campagne stampa ostili?
La proposta ha avuto il plauso del COISP, un sindacato di polizia. Così il bibliotecario ci pensa due volte, prima di mettersi contro l'ente locale e le forze dell'ordine.
Una cricca di "sinceri democratici" si sta già muovendo per estendere la cosa a tutto il Veneto, ed è probabile che l'iniziativa venga emulata oltre i confini regionali [...]»


Una "trovata", certo. Ma una trovata molto grave...
Maurizio Tiriticco - 18-01-2011
Nel prossimo mese di giugno i consigli delle classi seconde del secondo ciclo di istruzione dovranno procedere alla certificazione delle competenze culturali acquisite dai loro studenti al termine del percorso obbligatorio decennale. Com'è noto, già da alcuni anni si procede alla certificazione delle competenze alla conclusione della scuola primaria e della scuola media, ma tra le operazioni relative alla conclusione dell'obbligo e quelle già in atto nel primo ciclo corre una differenza non da poco. In queste ultime viene lasciato alle scuole il compito di scegliere sia quali competenze certificare che le relative modalità operative; invece, nel secondo ciclo le operazioni dovranno tener conto sia delle competenze definite e descritte dal Ministero dell'Istruzione con il dm 139/07, che del modello di certificazione che il medesimo Ministero ha predisposto con il dm 9/10.
Mario Agostinelli - 17-01-2011
Ho già espresso una valutazione complessiva sul ricatto a cui sono stati esposti i dipendenti Fiat, lasciati in grande solitudine, ma sostenuti con altrettanto coraggio dalla FIOM che ha rigettato l'accordo. Queste donne e questi uomini in carne ed ossa hanno capito la posta in gioco ed hanno sorpreso la grande stampa e la classe dirigente nazionale - tranne poche eccezioni - con un numero imprevisto di NO. Io ne sono contento, perché la vita delle persone non è merce di scambio col diritto al lavoro e sono grato a questa prova di autonomia della gente che fatica, che non si fa strappare la dignità dai padroni della fabbrica, del governo, dei media schierati sempre dalla stessa parte. Un duro richiamo per l'arroganza di Marchionne, esibita anche nei numeri scandalosi del suo "stipendio". Quando tracciava il segno sulla scheda l'operaia del montaggio avrà avuto bene in mente questa vergogna.
Giuseppe Aragno - 17-01-2011
Anche oggi, la "libera" stampa cuce, scuce e rattoppa il quadro d'un Paese che non c'è. Ci hanno detto mille volte che la riforma Gelmini è passata, ma hanno "dimenticato" che ci sono centinaia di statuti da approvare e, al primo tentativo, ecco il CNR occupato. Se per ogni statuto si fanno barricate, la notizia vera non è che la legge è passata, tanto più che nelle scuole di Napoli e Torino la meritocrazia pezzente e la strisciante gerarchizzazione del personale docente sono fallite. Chi si ricorda di Roma il 14 dicembre, lo capisce bene: la notizia vera è che la prova di forza continua.

Se un governo la forza ce l'ha, e pensa di usarla, può andargli anche bene. Ma la forza governa un Paese?

Lorenzo Picunio - 15-01-2011
Le scuole italiane sono nell'insieme in cattive condizioni edilizie: gli edifici sono vecchi e mostrano tutti i segni della loro età. Spesso, nelle grandi città, si tratta di edifici storici, dai restauri costosi. È difficile applicare a questi edifici le norme di sicurezza. Anche strutture più moderne sono state costruite con appalti al risparmio, spesso usando amianto. La tragedia di due anni fa a Torino, ma anche la scuola crollata nel terremoto di San Giuliano di Puglia, sono esempi evidenti di una cattiva costruzione e gestione del patrimonio pubblico.
Lucio Garofalo - 14-01-2011
Sarebbe giunta l'ora di sfatare alcuni luoghi comuni della politica nazionale. Ad esempio, una di queste persuasioni comuni, assolutamente banali e mistificanti, è l'idea secondo cui Silvio Berlusconi sarebbe un "populista". Non c'è nulla di più falso e becero.

Sempre a proposito di luoghi comuni, vale la pena di soffermarsi sugli stereotipi che già cominciavano a circolare per etichettare e stigmatizzare il nuovo movimento giovanile.
Giocondo Talamonti - 14-01-2011
La sensazione dominante di chi mostra un minimo di attenzione al panorama attuale della nostra società, è che i legami e i rapporti che la costituiscono si stanno gradualmente dissolvendo.
Lo possiamo vedere nella spasmodica lotta per il consenso che si determina in quasi tutte le occasioni di confronto fra qualsivoglia soggetti, siano essi politici o commentatori sportivi, concorrenti di reality show o portatori di opinioni diverse.
Ettore Masina - 13-01-2011
"Sono informato e dunque sono" : è la storia a suggerirci questa constatazione. Ancor più evidente è la versione negativa. E cioè: "Non sono informato e dunque non sono, non esisto". Penso ai milioni e milioni di persone che nel secolo scorso andarono a morire nel nome di ideali che in realtà erano traditi da chi li mandava al massacro: essi, i poveri soldati o i costruttori di opere faraoniche senza senso, o i lavoratori convinti che i padroni avessero sempre ragione e che dunque bisognava accettare salari di fame o che per andare in paradiso bisognava rassegnarsi alla miseria, tutti costoro furono vittime di mancanza di informazioni sulla realtà. La loro icona più celebre e più dolorosa è quella dei tre o quattro soldati giapponesi, che continuarono a vivere per trent'anni nelle giungle di qualche isola dell'Estremo Oriente, in una spaventosa solitudine e regrediti allo stato di uomini dell'età della pietra, perché mancavano di due informazioni essenziali; che il loro imperatore non era un dio invincibile e che la guerra era terminata.
Francesco Mele - 13-01-2011
Ho preparato un vademecum per la scelta dell'IRC o delle possibili alternative, aggiornato a quanto previsto dall'ultima circolare sulle iscrizioni e dall'ultimo Bilancio dello Stato, oltre che facendo tesoro di quanto contenuto nelle comunicazioni dei vari USR che si sono pronunciati ultimamente su questo tema.
Claudia Fanti - 12-01-2011
Nello schermo: c'è una donna che scuote il capo, fa risolini, parla agli orecchi del compagno politico alleato, lo fa dopo aver enunciato una serie di frasi che nulla hanno a che fare con la logica.

Dall'altra parte c'è un anziano signore, dignitoso e severo, serio e compunto con una storia alle spalle diversa e complessa da quella della giovane signora senza storia che irride e fa mossettine irriguardose.

Ecco l'Italia spaccata in due che si fronteggia: un Ministro della Repubblica, la Gelmini, dalla parte dei vincitori e il Costituzionalista, Rodotà, con la Costituzione dentro l'anima, in bella mostra tra le mani dalla parte dei perdenti.
Michele Corsi - 11-01-2011
Occorre essere degli ideologi del Complotto o accaniti dietrologi per affermare che quello contro Mirafiori e quello contro scuola ed università sono corni della stessa offensiva? Che la sola cosa ragionevole da fare è mettere insieme le forze, unendo le rispettive rivendicazioni, per fronteggiare la stessa offensiva? Nella fase in cui gli Stati sono appesantiti dai debiti e il mercato è sotto la pressione crescente della concorrenza mondiale, governanti e padroni (mi viene da chiamarli così: non decidono forse loro e solo loro se domani in quella fabbrica si lavora o no?) pensano ad alleggerire la mongolfiera buttando quella che considerano zavorra: via la scuola, via l'università, via i diritti. Nel mercato globale tocca essere leggeri, per sopravvivere. Il problema è chi rimarrà, di quel passo, sulla mongolfiera.
Giuseppe Aragno - 11-01-2011
In prima persona, con uno spirito apertamente "democratico". E se Pierino rivoluzionario, quello che più rivoluzionario proprio non si può, dirà che i "sacri testi" sono chiari e fatalmente la crisi stana l'anima mia borghese, sorriderò di Pierino, e della sua rivoluzionaria rivoluzione, perché il versetto di un'antica bibbia recita testualmente: "l'idea che sia possibile costruire il socialismo [...] senza l'aiuto degli esperti borghesi, è una puerilità [...] Nessun prezzo sarà troppo alto per istruirci, purché soltanto impariamo in modo intelligente". E' Lenin che lo sostiene, ma ho in sospetto le verità per fede e non ne ricavo una bibbia nuova - la teoria, del resto, non si sposò con la prassi dei Soviet - ed è stata spesso la borghesia a imparare dal socialismo, ma l'idea mi conforta: non mi manca la compagnia. E ci tengo molto: istruiamoci, riconosciamo il bisogno d'imparare dalla cultura dei padroni per criticarla, ma anche per penetrare i meccanismi della sua attuale e sorprendente capacità di egemonia.
Gianfranco Pignatelli - 10-01-2011

Facce ringhiose. Calamai ricolmi di bile. Parole rabbiose scivolate da bocche viscide di bava e rancore. Appartengono al branco editoriale delle iene di famiglia. Nate in cattività. Aggrediscono, isolano, azzannano, sbranano. Si accaniscono finché ...
Giocondo Talamonti - 10-01-2011
Per il centrosinistra è ormai imprescindibile ricollocare il lavoro con tutte le sue implicazioni (sicurezza sul lavoro, tutela del posto di lavoro, diritto al lavoro, la tutela della maternità, i riposi etc.) in una configurazione più ampia che tenga conto delle sfide che l'assetto logistico mondiale ci sta prospettando, la nuova economia, la globalizzazione, la precarizzazione, il fenomeno dell'immigrazione, temi che non possono più essere affrontati in maniera frammentaria, ma inquadrati in un sistema che sta cercando di riequilibrarsi (competitività, risorse, investimenti, personale formato e qualificato ecc.).
Vincenzo Andraous - 08-01-2011
C'è un collante misterioso che tiene insieme tragedie che in apparenza sembrano differenti.
Un cittadino detenuto si toglie la vita dentro un carcere sempre meno umano e vivibile.
Un ragazzo va in coma etilico alle nove del mattino, un altro in over dose nel pomeriggio.
Adolescenti in gruppo picchiano e rompono nasi e denti, devastano cose e proprietà, mettono sotto coetanei e coetanee con l'arma della violenza, della prepotenza, del sopruso, infagottati da un'omertà appresa qua e là.
Dimensioni che non possono essere relegate nei luoghi dell'invisibilità, neppure debbono suscitare e allargare indifferenze colpevoli, mentre moralità, etica e onestà intellettuale voltano le spalle alla coerenza e alla generosità per vestire i panni degli interessi di bottega, del consenso facile di partenza, antitesi, di quell'altro di arrivo, che invece comporta fatica, impegno e amore di Giustizia.
Lucio Garofalo - 05-01-2011
Non è lontano il tempo in cui i giovani erano accusati di essere frivoli e disimpegnati politicamente. Ora che iniziano a mobilitarsi e a battersi per i propri diritti e per ottenere un futuro dignitoso, sono temuti e stigmatizzati addirittura quali "terroristi" e "potenziali assassini". Come si fa a giustificare una simile discordanza di valutazioni?
E' evidente il disorientamento e l'incapacità di cogliere la reale natura di un fenomeno che in molti temevano, una sollevazione generazionale che finora ha raggiunto il suo culmine nelle agitazioni e nei tumulti di massa del 14 dicembre, lo spauracchio di una rivolta sociale contro la dannazione del precariato che incombe sull'avvenire dei giovani. E come si può biasimare chi tenta di rigettare la condanna ad un simile destino?
Giuseppe Aragno - 03-01-2011
Dallo Speciale Racconti



Michele Giraudo non sapeva molto di nulla e conosceva poco di quasi tutto ma, dopo anni di catena di montaggio, nessuno gli dava torto quando sosteneva che ormai l'unico modello di successo prodotto dalla Fiat, era la confusione.
-Ma quella non fa concorrenza! commentava.
Da tempo i discorsi di padroni e politici gli parevano tutti uguali e non li capiva. e, in quanto ai sindacalisti, se qualcuno glieli nominava allargava le braccia sconsolato: -Chi li capisce è bravo! Ripeteva. E peli sulla lingua non ne aveva. Per lui, dietro i toni polemici, i gesti teatrali e le reazioni sempre più scomposte, c'erano disaccordi che non capiva.
-Qui del lavoro non interessa niente più a nessuno.
Enrico Maranzana - 03-01-2011
Marzo 2003 - la legge dello Stato definisce la finalità del sistema scolastico.

Giugno 2008 - la legge dello Stato assegna al MIUR il compito di razionalizzare il servizio per assicurarne l'efficacia e l'efficienza.

Marzo 2010 - un D.P.R. riordina l'istruzione secondaria di secondo grado.

Maggio 2010 - un decreto interministeriale elenca gli obiettivi specifici dell'apprendimento.


Alla scansione temporale dei provvedimenti corrisponde il livello gerarchico delle norme: i decreti interministeriali sono sottordinati ai DPR che, a loro volta, sono sottordinati alla legge.
Si tratta di un procedimento che, iniziando dalla specificazione del risultato, prosegue per successivi raffinamenti fino a identificare e a indicare la strategia risolutiva.
Serenella Presutti - 28-12-2010
Il D.S. è il leader dell'Istituzione scolastica, riconosciuto dalla normativa e dalla sua applicazione nella gestione diretta nella Scuola; in quanto tale è il soggetto solitario nel contesto in cui opera, per il ruolo che gli viene assegnato. Le caratteristiche riconosciutegli sono quelle considerate "naturali" dei decisori, vale a dire POTERE E SOLITUDINE, con tutte le diverse declinazioni del caso ( il capo è solo; la solitudine di chi poi decide, ecc...).
Il Capo di un Istituto scolastico, alla luce dei fatti, nella situazione odierna dovrebbe invece reinterpretare questo "copione", se non addirittura sovvertirlo, per una serie di motivazioni, potremmo dire, sia opportune che necessarie.
Proverò ad identificarle, soprattutto per quelle competenze che di più appartengono ad un contesto di comunicazione psicosociale.
Giuseppe Aragno - 27-12-2010
Se in Italia scuola e università sono un disastro, gli studi dell'avvocato Gelmini sono il frutto di quel disastro, sicché, a rigor di logica, una cultura disastrosa riforma un presunto disastro e invano Cassandra ci allerta: Troia perirà.
Il 14 dicembre scorso i fatti di Roma ci hanno posto davanti a uno specchio. Sarebbe bastato tener presente il monito di Lucrezio - "il lato ch'è destro del corpo sta nello specchio a sinistra" - e avremmo guardato la realtà in maniera più problematica. Di che morte moriamo? Ci acceca lo splendore del sole o è una notte profonda a toglierci la vista?
E' difficile dirlo. Qual è la realtà e quale l'immagine sua deformata?
Giancarlo Talamini - 27-12-2010
Con queste righe sento il dovere di ringraziare tutti gli studenti universitari e delle superiori che, fin dallo scorso anno, con le loro iniziative, fanno sentire il loro disappunto verso la riforma Gelmini. Purtroppo i docenti , soprattutto quelli precari, dopo la grande manifestazione del 30 ottobre 2008 si sono affievoliti tra rassegnazione, individualismo, ricerca dei famosi "spezzoni" annuali fino ad abbassarsi a proporsi nelle paritarie.
Non so se i manifestanti di martedì' a Roma siano i nuovi partigiani ma, senza prendere alcuna distanza da quanto accaduto (a quella ci ha pensato il solito ipocrita conformismo borghese), ritengo che la causa di ciò non sta nell'ottusità del Governo ma in quella di chi l'ha eletto ben sapendo di eleggere un esecutivo che non nutre alcun rispetto verso lo stato sociale.
Vincenzo Pascuzzi - 27-12-2010
Da "Il Forum per i postali" di MondoPoste (mondoposte.it) si può apprendere che la retribuzione mensile di un portalettere è circa 1.500-1.600 euro netti. Forse e se il progetto sperimentale Gelmini di premiazione del merito andrà in porto e poi a regime, i prof "particolarmente meritevoli" arriveranno a percepire quasi quanto un portalettere. Allegriaaa! Allegriaaa!!
Libero Tassella - 24-12-2010
Confermato, il governo congela le graduatorie ad esaurimento.
Congelate le graduatorie, che noi al loro comparire, chiamammo, "delle gabbie e delle tre code della vergogna"; con un ennesimo colpo di mano, preannunciato da un sindacato della scuola, il Governo, con il decreto mille proroghe, ha inteso prorogare le graduatorie ad esaurimento per i precari della scuola per il prossimo anno scolastico 2011/12.
E' emblematico che tutti i sindacati , a fronte di questa perentoria volontà governativa, quasi un diktat, (non c'è stato neppure un confronto preventivo tra governo e sindacati rappresentativi, un accenno di dissenso da parte di questi ultimi?), siano ora rimasti in assoluto silenzio, con la sola eccezione, con ragioni diverse, dei sindacati Cobas e Anief.
Francesco Masala - 23-12-2010
Mutatis mutandis, ma non è lo stesso nella scuola, solo con la Cgil che esclude dalla rappresentanza e dalle assemblee sui luoghi di lavoro le sigle che non firmano?

Certo che mi dispiace per la Fiom, e molto, ma esiste qualcuno che fa autocritica sulle regole che vanno bene per i nemici, ma le stesse regole sono vergognose se danneggiano gli amici?
Emanuele Rainone - 22-12-2010
Mettiamola così: dopo le geometrie non-euclidee, dopo i numeri immaginari e l'aritmetica transfinita, esiste anche una matematica molto più umile ma speciale: l'aritmetica della valutazione scolastica. È un sistema assai originale, con un dominio numerico limitato, di diritto dall'1 al 10, di fatto, a seconda del docente e della situazione, la gamma dei numeri utilizzabili si può anche restringere, per esempio dal 3 al 9. Esistono poi delle alterazioni, molto più simili a dei cromatismi musicali che ad una vera e propria traduzione in termini decimali: 6 e mezzo, dal 6 al 7, 6 +, 6 - .
Lucio Garofalo - 20-12-2010
E' stata messa in moto una sorta di mostruosa fabbrica della violenza e dell'odio, che genera comodi capri espiatori per suscitare e giustificare il bisogno di interventi repressivi da compiere all'interno e all'esterno delle società affaristiche e guerrafondaie. In questo meccanismo perverso e criminale trovano una loro ragion d'essere i vari Bin Laden ed affini, i violenti e i terroristi che rappresentano uno spauracchio utile ad una logica di riproduzione perenne della violenza istituzionalizzata che serve a perpetuare i rapporti di forza, di comando e subordinazione, sia all'interno, cioè sul piano nazionale, che all'esterno delle società imperialistiche ormai in fase di decomposizione avanzata.
Vincenzo Pascuzzi - 20-12-2010
Il 18 novembre, appena un mese fa, era stato proclamato "giorno storico" perché dopo "decenni di dibattiti", si suppone sterili e inconcludenti, partiva (senza dibattito) un "progetto concreto" consistente però in una vaga e imprecisata "sperimentazione", da fare in tempi stretti, con modalità affrettate e non note, con estensione limitatissima tanto da meritare più il termine "prova a perdere" che "sperimentazione". E ciò con esplicito riferimento a non si sa quali "migliori esperienze europee ed internazionali". Insomma, più che un progetto concreto una cosa farlocca, a fini propagandistici e fumogeni per nascondere e camuffare quello che Miur ha fatto o non ha fatto.
Cosimo De Nitto - 18-12-2010
Alla mia età avrei l'obbligo di essere saggio, dispensare pillole di buon senso, trincerarmi dietro il principio dell' antiviolenza, ma non ce la faccio, nemmeno io.
Prevale in me la nausea che mi provoca il perbenismo, il benpensantismo, l'ipocrisia, la farisaicità che dai salotti televisivi e dai giornali ammorba l'aria e diffonde un fetore insopportabile. E monta anche in me la rabbia verso questi sepolcri imbiancati che predicano il rispetto delle regole democratiche mentre fanno strame della democrazia, dello spirito e della lettera della Costituzione, contro la quale invocano la cosiddetta Costituzione materiale, cioè la propria a proprio uso, consumo, interesse.
Libero Tassella - 17-12-2010
- dopo il taglio di 11.000 docenti e 15.000 lavoratori nel personale ATA
- dopo i nuovi criteri per la costituzione di classi sovraffollate dove si insegna male ed è più difficile imparare
- dopo la riconduzione delle cattedre a 18 ore, che compromette la continuità didattica e impedisce la sostituzione dei docenti assenti
- dopo il taglio drammatico al bilancio delle scuole che ha impedito il normale svolgimento dell'attività didattica e il diritto allo studio, spingendo anche le istituzioni scolastiche nella fascia dell'obbligo a chiedere alle famiglie il cosiddetto "contributo volontario"
- dopo il riordino della scuola superiore che di fatto riduce il tempo scuola "sforbiciando" qua e là ore di insegnamento e lasciando intatti programmi e metodologie obsoleti

il progetto sperimentale si propone obiettivi inaccettabili per i motivi di seguito specificati...
Cosimo Scarinzi - 17-12-2010
A fronte dell'evidente débacle della "sperimentazione della valutazione dei docenti" a Torino - sono ormai più di cinquanta i collegi docenti che hanno rifiutato con maggioranze schiaccianti il tentativo del Ministero di indurci a sottoporci ad una singolare "valutazione" - l'Ufficio Scolastico Regionale tenta di spiazzare gli insegnanti allargando dalla città di Torino - per la quale era prevista - alla provincia la possibilità di accedere alla "sperimentazione" e spostando i termini per la candidatura a questa stessa sperimentazione.
Nel frattempo il nuovo Direttore Scolastico Provinciale presenta il suo biglietto da visita alle scuole inviando la bizzarra circolare "Emergenze occupazione istituti scolastici"...
Antonella Vaccaro - 17-12-2010
Il Collegio Docenti dell'I. C Adelaide Ristori di Napoli respinge il progetto sperimentale annunciato con un comunicato stampa il 18 novembre dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Tale progetto mira ad individuare metodi e criteri per premiare gli insegnanti delle scuole di due città, Torino e Napoli che avranno aderito volontariamente alla sperimentazione e che si distinguono per le capacità e la professionalità dimostrate.
La costituzione di un "nucleo valutativo" composto dal Dirigente scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore che valuti i curricula, i documenti di autovalutazione (peraltro non ancora approntati!), che istruisca indagini per rilevare l'apprezzamento da parte delle famiglie e degli alunni per una "valutazione non professionale del docente" sono criteri e metodi in varia misura discutibili e sconcertanti.
Bianca Capece - 17-12-2010
L'introdurre di fatto forme di competizione all'interno del corpo docente costituirebbe di per sé un paradosso, diseducativo nel contesto scolastico. Il Collegio reputa infatti che l' esempio formativo che debba essere vissuto da alunni e famiglie sia, come già sopra esposto, quello di una comunità educante il più possibile armonica e cooperante, in cui le diversità costituiscono ulteriore ricchezza, e non fonte di competizione. Ogni giorno ci battiamo nelle nostre classi perché gli stessi alunni apprendano a cooperare, non a competere tra loro, a riconoscere le rispettive diversità personali come ricchezza, e non come causa di frantumazione sociale. Tutto questo assume ancora maggior valore in questi anni, in cui il fenomeno del bullismo sembrerebbe tendere a svilupparsi in modo crescente.
Giuseppe Aragno - 16-12-2010
Morto di freddo, stanco, i nervi a fior di pelle e la consapevolezza che, comunque vada, è sempre più difficile, per uno come me, stare tra i ragazzi senza correre il rischio di sembrare l'eterno "cattivo maestro". In questo stato prendo la penna e scrivo. Faccio finta che ci sia chi me lo chieda, ma lo so: ho bisogno di domandare a me stesso che penso davvero, al di là di quello che dico nelle assemblee. Non mi sottraggo, come mi consiglia l'istinto. Non mi sottraggo e, tuttavia, per precauzione scrivo a me stesso e non provo a parlare. Senza fermarmi, come si fa quando in mano c'è la penna, mi riuscirebbe molto più difficile dire fino in fondo la mia incerta e problematica opinione.
Lascio da parte i pacifisti convinti e militanti. Ne ho un profondo rispetto. La dico come può vederla uno come me, che non ama il conflitto, ma lo ritiene parte integrante della vicenda umana e fatalmente ragiona senza scartare a priori le categorie della guerra "che è nelle cose".
Francesco Di Lorenzo - 16-12-2010
Dallo Speciale Notizie dal fronte



C'è un'iniziativa dal titolo bellissimo: "Scuola pubblica bene comune". Partita da alcune scuole di Milano, si sta rapidamente diffondendo in tutta la penisola attraverso una serie di associazioni.
Lo scopo dichiarato è il bisogno di vigilare e di ricordare a chi di dovere che l'articolo 33 della Costituzione recita: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". Essi chiedono il semplice reintegro dei fondi sottratti alla scuola pubblica, e la restituzione di quelli concessi alle scuole private.
Tanto più che è già passato alla Camera e al Senato la previsione di spesa che sancisce l'aumento dei tagli alla scuola per il 2011.
E chi lo fa notare viene subito bollato come sobillatore, mandato da altri, disfattista.
Maurizio Tiriticco - 15-12-2010
Nella scuola media, com'è noto, sono stati reintrodotti i voti, per le valutazioni periodiche e finali, e la certificazione delle competenze al termine dell'esame di Stato. "L'esito dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo è espresso con valutazione complessiva in decimi e illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall'alunno; conseguono il diploma gli studenti che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi (legge 169/08, art. 3, c. 4)". "A coloro che conseguono un punteggio di dieci decimi può essere assegnata la lode da parte della Commissione esaminatrice con decisione assunta all'unanimità" (dpr 122/09, art. 3, c. 8)".
Il tutto sembrerebbe scontato se... E il "se" è più che d'obbligo! Il fatto è che un conto è parlare di competenze, altro conto è invece indicare di quali competenze si tratta.
Enrico Maranzana - 15-12-2010
E' stato detto che all'origine delle difficoltà incontrate nel venir a capo di problemi matematici c'è una modellazione scorretta, proprio come quella che traspare dagli organigrammi disegnati dalle scuole: la bidimensionalità non è in grado di riprodurre la realtà scolastica.
La lettura dell'art 6 della legge 15/2009 giustifica tale addebito - Principi e criteri in materia di dirigenza pubblica: "Per conseguire la miglior organizzazione del lavoro e di assicurare il progressivo miglioramento della qualità delle prestazioni .. al fine di rafforzare il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza .. in modo da garantire la piena e coerente attuazione dell'indirizzo politico degli organi di governo in ambito amministrativo".
Emanuele Rainone - 15-12-2010
Quando si parla di scuola sembra che basti parlare di meritocrazia per mettere tutti d'accordo e far dondolare tante teste vuote in senso di approvazione, ma spesso si ha la sensazione che non si sappia di cosa si stia parlando e che quando qualcuno sventola questa parola da un qualsiasi pulpito è come se stesse indicando qualcosa e tutti, al posto di guardare in un certa direzione, si concentrino affascinati e compiaciuti sul dito che indica. Come tutte le parole usate ed abusate nel linguaggio politico, 'meritocrazia' viene lanciata come un oggetto sonoro nel dibattito pubblico per ottenere consensi, a volte urlata con grande clamore, come se dietro di essa si celasse un significato dorato, stabile, fisso, qualcosa che solo per il fatto di essere nominato abbia la fantomatica capacità di risolvere tutti i problemi. Ma questo non è il ruolo delle antiche e delle sempre contemporanee divinità che basta nominare per poter risolvere, mediante un rito o un esorcismo, un problema?
Lucio Garofalo - 14-12-2010
Il concetto di populismo, confuso abitualmente con la demagogia autoritaria e paternalista, gode di una pessima reputazione presso gli ambienti della sinistra radical chic e politically correct, affetta da un viscerale antipopulismo e snobismo intellettuale. Un vizio atavico e incorreggibile che la induce a nutrire un profondo disprezzo nei confronti delle masse popolari, in particolare verso il "popolo profondo", visto con alterigia e spocchia aristocratica.

Tuttavia, il discorso è più ampio, nella misura in cui la categoria del populismo è invisa alle moderne democrazie liberali, le quali ravvisano nel populismo una strategia per riscuotere facili consensi tra le classi ritenute poco colte ed evolute, facendo leva su cliché che garantiscono un immediato riscontro emotivo.
Giuseppe Aragno - 14-12-2010
L'abbiamo insegnato per anni ed è vero: una dolorosa tragedia ha spesso un volto ambiguo, che suscita col pianto un'amara risata. Tragica e patetica, ma soprattutto plastica è la rappresentazione indecente che l'accolita di sedicenti rappresentanti del "popolo sovrano" - illustri sconosciuti che il popolo che non mai votato - offre di sé in questo 14 dicembre di passione. Domani sarà storia, oggi è fatto di cronaca, documento. Da un lato Montecitorio, il Palazzo, cieco e arrogante, protetto da blindati e armati, che decide del proprio futuro contro la gente e i suoi problemi reali. Dall'altro la piazza, Parlamento legittimo del dissenso, e un'intera generazione che prende la parola e dice basta.
Liana Gerbi - 14-12-2010
Tornare una volta di più sulla definizione di counseling è un modo per contribuire a una sempre maggiore chiarezza rispetto alla nostra professione. Quando una disciplina diventa chiara diventa più facilmente trasmissibile. Diventa più forte. Questa chiarezza si impone, come bisogno, per aiutarci a cogliere e a definire lo spazio del counseling nell'ambito delle scienze umane. In particolare, è importante definire il confine fra counseling e psicologia, fra counseling e psicoterapia. Mi sembra che esista confusione in merito e che occorra dibattere questo argomento per evitare fraintendimenti.

Il counseling non è psicologia e non è psicoterapia, come psicologia e psicoterapia non sono counseling. Si tratta di discipline diverse con ambiti di competenza diversi. E' importante che esista un confine che indichi chi è il counselor, chi è lo psicologo, chi è lo psicoterapeuta e quali sono gli ambiti di competenza di queste professioni.
Andrea Tornago - 13-12-2010
«Il mio rispetto per le Camere mi impone di aprire queste brevi considerazioni nell'interesse superiore della democrazia». Chissà chi li scrive i discorsi a Silvio Berlusconi. Il tono solenne, la voce compassata da professore che sa più di quel che dice, il presidente del Consiglio ha suonato la sua pifferata ai senatori vestendo i panni di un Giolitti o di un Depretis, grande uomo di stato che conosce il bene del Paese e lo difende nonostante la tempesta politica scatenata da intrigatori irresponsabili.
Il resto del discorso, nonostante il registro aulico, è di basso profilo concettuale e politico.
Vincenzo Pascuzzi - 13-12-2010
In pochi giorni la ministra Gelmini per ben due volte è inciampata e caduta malamente su questioni relative al "merito" da lei stessa sbandierato e proclamato ad alta voce.

La prima occasione è stata il duplice progetto di valorizzazione di docenti e scuole lanciato un mese fa. I docenti cominciano a respingerlo compatti e numerosi a Torino, a Pisa e a Napoli. Non si sa di Siracusa.

L'altra occasione è stata il suo goffo e maldestro tentativo di appropriarsi dei "successi" testimoniati dai risultati Ocse-Pisa 2009 dichiarandoli conseguenze delle sue riforme risparmiose e tagliose. Come se queste oltre a essere "epocali" fossero ad effetto "rapido" come .... l'aspirina effervescente 500 mg!
Giuseppe Aragno - 11-12-2010
A tre giorni da un evento centrale per la vita politica di un Paese che vanta d'essere "democrazia parlamentare" - il voto di fiducia al Governo - un fantasma si aggira per il Paese: il collasso della vita democratica. Perché il fantasma prendesse corpo, il Presidente d'uno sconsigliato Consiglio dei Ministri, ha addirittura chiuso le Camere, nell'inspiegabile silenzio delle opposizioni. Non era mai accaduto nella storia della Repubblica, ma questo non è l'unico "primato" d'una stagione politica oscura e pericolosa. La Camera, infatti, per suo conto, tutto è, tranne che un'assemblea di deputati eletti dal popolo.
Francesco Masala - 10-12-2010
Autonomia e RSU d'istituto hanno prodotto molte delle cose brutte della scuola di oggi. Ogni istituto è un regno a parte. Le stesse prestazioni vengono pagate, o no, in modo diverso dappertutto. Il mitico fondo d'istituto e l'autonomia, che avrebbero portato efficienza nella scuola, hanno finito di rovinare la scuola. Gli investimenti e gli stipendi di livello europeo sono una colossale bugia. Il magico fondo d'istituto è stato creato con soldi rubati agli stipendi, e distribuito secondo regole opinabili.
Le RSU sono morte, la sorte di ogni lavoratore dipende dal caso,se il DS segue le leggi, se i rappresentanti RSU non fanno un tesoretto per sé e i loro amici.
Vincenzo Andraous - 10-12-2010
Migranti, conoscenza, solidarietà, per starci dentro bisogna camminare con la giustizia nostra compagna di viaggio, unico collante che ci fa schierare dalla parte di chi non vede riconosciuti i propri diritti fondamentali, avendo più cura di occuparci di chi è calpestato ed è costretto a malapena a sopravvivere.
In questa guerra dei più poveri, dei più ultimi, abbandonando i vessilli da veterani di una battaglia che non è mai stata nostra, c'è un campo minato di sofferenze e dolore, dove il futuro non è più domani, ma adesso, perché in ballo ci sono gli affetti, gli ideali, i valori, le radici profonde di ogni possibile cambiamento.
Gianfranco Pignatelli - 09-12-2010
Nessuno più di lui. In 65 anni di storia repubblicana, Berlusconi ha governato l'Italia più di chiunque. 16 anni: più della somma dei 10 governi Andreotti, Cossiga e De Mita. Eppure si spaccia per "il nuovo", per l'estraneo al teatrino della politica. Così tenta di smarcarsi da qualsivoglia responsabilità.
Nel frattempo si realizza un vero miracolo laico. A compierlo Nichi Vendola, governatore della vicina Puglia. Un altro uomo della provvidenza o della delinquenza? Macché, solo un amministratore saggio e solidale. In un Paese che percola rancore verde Lega, ringhia livore e raglia egoismo ed odio questo è miracoloso per davvero.
Maria Palumbo - 09-12-2010
I docenti del liceo classico "A. Pansini" di Napoli, autoconvocatisi, riflettono sui motivi del loro disagio di cittadini e di insegnanti.
Nella nostra città pare si siano dati convegno gli eventi più sconvolgenti degli ultimi tempi, con riflessi negativi sulla civiltà antica e moderna: Pompei crolla sulle macerie della scuola pubblica. Mai come ora il disprezzo nei confronti della cultura sta rendendo ignorante e povero il nostro paese, erodendo gli spazi intellettuali e materiali dell'azione educativa.
Noi docenti non possiamo restare in silenzio.
Mentre nelle aule delle scuole prepariamo i ragazzi al loro futuro e nei monumenti conserviamo il loro passato, i cumuli di spazzatura assediano le strade dei cittadini e paralizzano le coscienze dei nostri studenti.
Cristiana Fiamingo - 08-12-2010
"Voi non dovete pensare"

Due file di carabinieri ai lati e un manipolo di poliziotti davanti, tutti in assetto da OP [NdA - ordine pubblico], scortano il corteo degli Studenti degli atenei milanesi a raggiungere i miei colleghi, sul tetto della Facoltà di fisica della Statale di Milano. "Son brutti brutti brutti. Son neri neri neri. Non sono scarafaggi ma son carabinieri". Mi sorprendo a camminare al ritmo di quest'orrendo slogan, dietro allo striscione, tra gli Studenti, ma sebbene mi senta offesa per quei lavoratori e tenti di scrutarne l'espressione, mi concedo il diritto di essere confusa per quanto sono arrabbiata, mentre alcuni ragazzi si scambiano il sacchetto di ghiaccio per tamponare gli ematomi sulla testa e la ragazza sbattuta contro il palo della luce si regge la schiena, sofferente. Difficilmente mi abbandoneranno le immagini di quegli scontri gratuiti.
Carlo Ruta - 08-12-2010
Dallo Speciale Il tempo e la storia



La prospettiva unitaria non era solo nelle aspettative del ceto dirigente sabaudo e dell'industria del nord, penalizzata quest'ultima dalle barriere doganali che, lungo la penisola, deprimevano la circolazione delle merci. Veniva reclamata dal mondo intellettuale, che si riconosceva in una lingua comune e in un secolare patrimonio di tradizioni, scientifiche, letterarie e non solo. Correlata a istanze di tipo federalistico, veniva presa in considerazione da sicilianisti come Domenico Scinà, Pietro Lanza di Scordia, Isidoro La Lumia, Michele Amari. Fu tenuta in debito conto da Ruggero Settimo e dagli altri capi rivoluzionari del '48 palermitano, prima della inevitabile sconfitta. Su tale prospettiva, rivendicata pure dai locali padroni del vapore, dai Florio agli inglesi Woodhouse e Ingham, convergeva altresì, negli anni cinquanta, il radicalismo democratico che, lungo i tracciati mazziniani e garibaldini, andava diffondendosi fra i ceti medi e popolari dell'isola, sotto l'egida di personalità come Francesco Crispi e Rosolino Pilo. Tutto questo, associato ad alcuni iter in corso nel continente europeo, dovrebbe confortare la tesi di una storia tutto sommato coerente e liberale dell'unità d'Italia. Esistono nondimeno fatti, controversi, che tanto più oggi sollecitano a nuovi impegni interpretativi.
Francesco Mele - 08-12-2010
In questi giorni nel paese assistiamo ad una massiccia mobilitazione del mondo della scuola che vede coinvolti studenti medi e universitari nella difesa del loro diritto ad una istruzione qualificata giacché hanno preso coscienza di appartenere ad una generazione che pagherà, più delle precedenti, la povertà di risorse e di ricchezze culturali offerte alla Scuola e all'Università! Come Coordinamento composto da docenti, genitori e studenti che hanno a cuore la scuola della Repubblica, la scuola di tutti e per tutti, intendiamo affermare la nostra piena solidarietà con le buone ragioni che stanno muovendo le azioni degli studenti delle scuole superiori della provincia. Le scuole occupate di Modena e le attività di informazione, discussione e libero confronto che si stanno realizzando al loro interno, ci fanno sentire fieri di questi studenti, ragazze e ragazzi che dimostrano di non voler rinunciare al loro senso critico e che non accettano di chinare il capo di fronte alla categoricità di una riforma calata dall'alto senza alcuna consultazione dei soggetti coinvolti.
Vincenzo Pascuzzi - 07-12-2010
Ultimamente ha rinunciato ad andare alla Sapienza e al Convitto Nazionale di Roma e ha già dato forfait anticipato al convegno della Provincia di Bologna di venerdì 10 dicembre. Non visita mai, o quasi, le scuole. Teme contestazioni, proteste, forse non si reputa all'altezza di eventuali confronti dialettici estemporanei con docenti e studenti.

La sua riforma dell'università ha provocato il risveglio e la reazione degli studenti. Approvata dalla Camera, tra le proteste di piazza e sui tetti, è ora in lista d'attesa al Senato. Se il governo verrà sfiduciato o costretto alle dimissioni, la riforma salterà.

Perciò per poter vantare un qualche successo e recuperare immagine sta insistendo con il suo "monocratico" progetto per valorizzare il merito. L'annuncio è stato dato il 18 novembre scorso auto-proclamato "giorno storico"! Pochi giorni dopo, a fine novembre, ha anticipato una bozza del progetto in tre pagine. Questa bozza è solo un ballon d'essai? Un cauto sondaggio sulle reazioni di docenti, presidi, sindacati? La ministra cerca consensi tardivi? Non è dato sapere. Gelmini continua a credersi una pifferaia magica mentre soffia nel merito come in una assordante e stonata vuvuzela.
Gianni Lamagna - 04-12-2010
Rileggo i giornali di questi ultimi giorni.
Due notizie mi fanno riflettere in modo particolare.

1) Le reazioni alla morte per suicidio di Mario Monicelli.

2) Dopo le rivelazioni di Wikileaks, adesso è tutto un susseguirsi di scuse o di smentite.
Insomma: il trionfo dell'ipocrisia!

Questo la dice lunga sul modo prevalente di intendere e di praticare la politica.
Vincenzo Pascuzzi - 03-12-2010
rappresentata da circa un 20% di dispersione scolastica e un altro quasi 20% di diplomati solo nominali. Questa ipotesi, che potrebbe contribuire a spiegare disagi, bullismo, anche disoccupazione, andrebbe approfondita e verificata e - se vera - contrastata.
È opportuno chiarire esplicitamente che, con quanto detto, non si intende affatto invocare né ulteriore rigore, né maggiore severità e nemmeno una presunta, fantomatica "terapia delle bocciature ". Si intende segnalare un possibile indice dell'inadeguatezza cronica della scuola, dell'inefficacia delle riforme e delle modalità di valutazione. Vedremo se il successore della Gelmini sarà in grado di porsi e affrontare questo problema.
Francesco Mele - 03-12-2010
Nel 1990 l'Italia spendeva per l'istruzione il 10,3% dell'intera spesa pubblica.
La spesa per l'istruzione è andata da quel momento diminuendo fino a diventare nel 2008 pari al 9,3%, cioè un punto percentuale in meno rispetto a quella del 1990.
Questa diminuzione ha avuto come conseguenza che negli anni dal 1990 al 2008 all'istruzione sono stati destinati complessivamente ben 80 miliardi di euro in meno!
Ma secondo voi come fanno le scuole a coprire i "buchi"?
Luigi Ambrosi - 01-12-2010
Assistiamo negli ultimi tempi nelle scuole a collettivi studenteschi sempre più partecipati e con posizioni sempre più radicali con occupazioni che si sovrappongono ad autogestioni
Dai giovani, dalle scuole emerge l'insofferenza verso un presente senza futuro e senza prospettiva e che si somma all'insofferenza per un quotidiano scolastico e sociale in progressivo degrado.
Gli stessi cortei, a differenza di altre volte nel passato, non hanno incontrato fastidio od ostilità da parte di cittadini, ma una grande attenzione e non raramente consenso e plauso. L'insofferenza di giovani e studenti può cominciare a contagiare la popolazione e anche se per ora le strade sono percorse solo da studenti, cresce il consenso sociale.
Giuseppe Aragno - 01-12-2010
Negli anni della nostra antica barbarie, quando Santa Romana Chiesa era croce di Cristo e suprema autorità secolare, il potere, a suo modo, tenne in tal conto la cultura, che scuole e università erano regno più o meno esclusivo d'ecclesiastici. Vi s'insegnavano "verità di fede" che si volevano scienza in un gergo da setta, incomprensibile ai più, che si definiva "lingua universale" ed era, in realtà, a un tempo, strumento d'esclusione del popolo dalla conoscenza, arma di repressione, e fondamento d'una gestione autoritaria della cosa pubblica. Furono tempi in cui la cultura era spesso pregiudizio o, se si vuole, opinione senza giudizio. "Dio esiste" - s'insegnava ai figli della povera gente da bambini - "e il conflitto è diabolico". Per tutta la vita ci s'inchinava e, al prepotente, s'offriva l'altra guancia.
Matteo Tuveri - 30-11-2010
Questo marcio, questo stato di cose mafioso ha permesso la formazione di cattedre inutili, l'assegnazione di posti in eccesso e la totale falsificazione di concorsi (per dottorati così come per docenza o ricerca) che ha portato all'assunzione di personale in eccesso, spesso per niente all'altezza, e alla formazione di una mentalità malata e incancrenita per la quale "insegno gratis, ti faccio il favore gratis perché tanto prima o poi il concorso me lo farai vincere". Chi ha insegnato gratis lo ha fatto spesso perché non aveva alternative o perche sapeva di dover pagare un prezzo per la vincita del suo concorso (spesso appositamente indetto per le persone prescelte).
Francesco Paolo Oreste - 30-11-2010
In senso lato, anche questa è scuola. Una lettera aperta e un'intervista rilasciate al "Fatto Quotidiano" da Francesco Paolo Oreste, consigliere comunale di Boscoreale e poliziotto, che ha partecipato ai violenti scontri tra polizia e manifestanti antidiscarica a Terzigno.
Il profilo è alto, il tema è la democrazia, il maestro veste significativamente una divisa e la lezione tocca corde profonde. L'aula immensa è il Paese.
In tempi così bui, è come sentire la voce della storia e quella severa dei "padri fondatori". C'è il cammino che un popolo ha compiuto dai monti partigiani ai diritti che la Costituzione afferma e difende, come principi fondanti della civile convivenza.
Mimmo Fusco - 29-11-2010
La "riforma Gelmini" cambia il governo dell'università (finora retta da 2 assemblee elettive, senato e CDA, dove son presenti, anche se in proporzioni diverse, tutte le componenti, studenti inclusi). Vediamo che cosa potrebbe succedere, anche se il testo è stato modificato decine di volte...
Claudia Fanti - 29-11-2010
Le ricercatrici e i ricercatori della Facoltà di Scienze della Formazione hanno deciso di mobilitarsi sospendendo la didattica e/o sostituendo parte della stessa con interventi di sensibilizzazione (all'interno delle ore previste di lezione) sul disegno di legge 1905 sulla riforma dell'Università.
Lorenzo Picunio - 29-11-2010
Davanti ad ogni scuola un cartello con una forbice

30 novembre

NO AI TAGLI ALL'UNIVERSITA'
NO AI TAGLI ALLA CONOSCENZA
NON TAGLIATE IL FUTURO

Firmato

"I cittadini che in questi anni hanno lottato per la difesa della scuola ...
Daniele Checchi, Tullio Jappelli - 27-11-2010
La riforma dell'università, contestata da studenti, ricercatori e opposizioni, sembra ormai l'ultima bandiera di un governo in difficoltà. Ma richiede decine di decreti attuativi e tempi lunghi per la sua applicazione. E dunque, se approvata, finirà per aggiungere un'ulteriore dose di incertezza nel mondo universitario. Intanto, sui finanziamenti per l'anno in corso e per il futuro regna la confusione, i concorsi sono bloccati e la valutazione della ricerca è ferma al 2001-2003.
Rete 29 aprile - 26-11-2010
In Italia è in atto una fase di oscuramento totale. Si sta cercando in ogni modo e con ogni mezzo di ridurre la capacità di reazione delle persone.

I tagli alla Cultura¸, le leggi sulla scuola e sull'Università portate avanti dalla Gelmini, così come il decreto intercettazioni appaiono come il segno di un unico progetto. Vale a dire diminuire l?informazione e, soprattutto, ridurre la possibilità di formare menti pensanti che possano in qualche modo opporsi a questo modo di condurre le cose.

Cultura, Università, scuola e informazione consentono alle persone di pensare.

Perché si vuole annientare tutto questo? Cosa c'è dietro questo disegno?
Comitato Precari Scuola Napoli - 24-11-2010
Occasione di dibattito e presa di posizione netta. Una delle prime sul tema spinoso e ambiguo della sedicente "valutazione" dei docenti. Secca, sintetica, nessuna inutile premessa. Un gesto concreto di opposizione e resistenza. Non un anacronistico rifiuto pregiudiziale, ma l'affermazione di principi costituzionali e la difesa di diritti, contro la cieca arroganza d'un governo responsabile d'una crisi - morale prima che politica - di dimensioni mai registrate nella storia del nostro Paese. Viene dai colleghi precari, esposti da tempo alle conseguenze devastanti di una concenzione della formazione in equilibrio instabile tra "economia domestica" e aziendalismo. Un richiamo alla necessità di opporsi con forza allo stravolgimento della natura e della funzione della funzione docente, che merita attenzione e indica una via di lotta.
Lucio Garofalo - 23-11-2010
In questi giorni non mancano le manifestazioni ufficiali per celebrare solennemente, alla presenza delle autorità istituzionali, il trentennale del terremoto che il 23 novembre 1980 sconquassò il Sud Italia con un'intensità superiore al 10° grado della scala Mercalli e una magnitudo pari a 6,9 della scala Richter. Una scossa interminabile, durata 100 secondi, fece tremare l'arco montuoso dell'Appennino meridionale, radendo al suolo decine di paesi dell'Irpinia e della Lucania e decimando le popolazioni locali. A 30 anni di distanza, il ricordo funesto di quella tragedia storica suscita negli abitanti che l'hanno vissuta sulla propria pelle, emozioni assai forti e contrastanti, di sgomento e cordoglio corale, un profondo senso di angoscia e turbamento, di inquietudine, dolore e rabbia.
Claudia Fanti - 23-11-2010
Perchè per sollevare almeno a livello di discussione (non si pretende certo scientifica: sarebbe troppo anche solo sperarlo) una questione come quella dei voti ai ragazzi si aspetta che si muova un altro Paese, nel nostro caso la Francia con nomi importanti come quello di Pennac?

Perchè invece di inseguire nei convegni, anche dell'opposizione, la meritocrazia o il merito con "scalette" di vario tipo, non si ragiona sul merito e la sostanza valoriale di scelte valutative che sono già smentite nella pratica sia qui, da alcune sperimentazioni senza voti, vincenti sul piano dei risultati, sia altrove, all'estero, dove si hanno il coraggio, l'onestà intellettuale, uno sguardo profondo sui temi, per fare "perfino" marcia indietro?
Giuseppe Aragno - 22-11-2010
Qualcosa di attuale? Direi di sì. Basta leggere:

«Siccome la stampa è un elemento prezioso, in ragione di questa funzione altissima bisogna creare anche i doveri e la disciplina relati¬vi. Quando si pensa che per gelosie editoriali e per miserabili insuccessi di vendita, all'infuori dell'odio di parte, si possono gettare in discussione le cose più delicate della nostra vita politica, e dare le notizie assurde, fantastiche, sensazionali, che creano allarmi e danneggiano il credito, non la sospensione ma la condanna di un tribunale e la fustigazione sarebbero le punizioni adeguate».

Di chi è? Non è facile dirlo...
Monica Capezzuto - 22-11-2010
A proposito di Saviano e dintorni, se l'idea che la nuova proposta televisiva sia di qualità, resterebbe da definire l'idea stessa di qualità, se oggettiva e genericamente condivisa o soggettiva, e dunque opinabile per definizione. Riflessione di sostanza, non di forma, putrtroppo. Infatti, anche un qualsiasi reality molto in voga potrebbe essere di qualità: dipende dal tipo di utente che ne esprime il parere. E riflettevo che siamo davvero in crisi profonda se crediamo che basti un trio televisivo a restituire dignità ad un'Italia così sbeffeggiata.
Vincenzo Andraous - 22-11-2010
Sul carcere è scesa nuovamente una cappa fumogena, una sorta di comando a non eccessivare troppo la pietà, in fin dei conti è tutto nello stato naturale delle cose, la ferraglia arrugginita è ben custodita, non vale la pena dedicare tempo e denaro, meglio impegnarsi su altri fronti, più redditizi in termini di visibilità e consenso.
Questa è la sintesi su cui poggia l'intero impianto penitenziario italiano, il sentire comune sul carcere, che trasforma il diritto dei principi fondamentali in optional da sbandierare a comodo, che non interpellano la nostra coscienza, sul ruolo, sull'utilità, la stessa pena che alberga drammaticamente all'interno delle sue celle.
Claudia Fanti - 20-11-2010
Nessuno ne parla o scrive, tuttavia la scuola elementare, ops!... primaria, sarà soggetta ancora a cambiamenti: "nuovi programmi" in arrivo! Di nuovo, ancora, sempre di più...o di meno...chi lo sa.
Quelli del 1985 erano su misura per il futuro oltre che per il presente.
Con una briciola di riflessione si sarebbero dovuti mantenere o potuti modificare in maniera lieve senza alcuna spesa!
Giuseppe Aragno - 20-11-2010
Precario tra i precari, l'avvocato Gelmini, diventato ministro per un mistero glorioso, s'è dichiarato soddisfatto: la scuola dello Stato non ha avuto un centesimo, ma quella papalina, apostolica e romana ha visto salire a 245 milioni il fondo per le scuole private. In tutt'altre faccende affaccendato, l'avvocato ha tenuto a comunicare a studenti e docenti la buona novella: "Sono prive di fondamento le notizie legate ad una uscita del ministro Carfagna dal Governo e dal Pdl. Mara Carfagna è un ottimo ministro e la sua lealtà nei confronti del presidente Berlusconi non può essere messa in discussione, come ha anche sottolineato in questi giorni il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini"'. Diffusa la sua nota, s'è preparata al week end.
Cosimo Scarinzi - 20-11-2010
... si chiede ai Collegi Docenti di designare due tagliatori di teste che, sotto il controllo del Dirigente, dovranno scegliere sulla base di criteri scientifici quanto l'astrologia i salvati ed i sommersi
...si introduce un criterio quale l'apprezzamento da parte di genitori e
studenti per scegliere i migliori. In pratica, un legittimo parere diventa un modo per valutare le competenze degli insegnanti. Si tende a distruggere il carattere libero e gratuito della comunica educante...
Il Manifesto dei 500 - 20-11-2010
Al di là delle modalità si tratta di un fatto gravissimo: con un governo che sopravvive nel discredito totale, mentre non ci sarebbero i soldi per i nostri contratti scaduti, con gli insegnanti costretti a lavorare nelle condizioni più incredibili, con le scuole che soffrono dei tagli di organico e di orari, con i bambini portatori di handicap che non hanno le ore necessarie, con il 90% degli edifici che non sono a norma, mentre si sono distrutti i Programmi Nazionali, il ministro si permette di stanziare centinaia di migliaia di euro per "premiare" un pugno di insegnanti che verrebbero selezionati dal dirigente scolastico e da due colleghi, con la "visione" di un genitore!
Adele De Vito - 18-11-2010
Sono la mamma di due bambini di 7 e 6 anni. Entrambi sono iscritti al tempo pieno e quindi sono a scuola 40 ore a settimana.
Il primo bambino riporta lo zaino a casa il venerdì per svolgere dei compiti che chiaramente hanno la funzione di "non rilassare", nel senso che ho sperimentato che quando il bambino stacca completamente la spina, il lunedì riprende con maggiore difficoltà. In ogni caso sono compiti in quantità adeguata che impegnano il bambino nel modo giusto. Questo bambino è andato a scuola che non sapeva leggere e scrivere e il 17 novembre (dopo due mesi di scuola) ha svolto il suo primo tema: osservazioni climatiche. I risultati: ottimi!
Il secondo bambino ha iniziato quest'anno la scuola e fin dal primo giorno è tornato carico di compiti (atteso che anche lui non sapeva nè leggere nè scrivere). Siamo all'inverosimile.
Giovanni Lamagna - 18-11-2010
Lunedì scorso La Repubblica, nella rubrica Linea di confine, gestita settimanalmente da Mario Pirani, ha pubblicato un articolo di questo giornalista, che vorrei commentare.
Il suo titolo, La lotta di classe taglia paghe e lavori, già lasciava sottintendere il senso complessivo dell'articolo sottostante. D'altra parte, conoscendo il giornalista e il suo pensiero, non era difficile in qualche modo prevederlo.
In sintesi, secondo il Pirani-pensiero, i bassi salari e i tagli all'occupazione sarebbero conseguenza delle lotte esasperate, in una parola dell'estremismo, dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali, in modo particolare di una di queste organizzazioni (la CGIL) e, in modo ancora più particolare, di una delle organizzazioni di categoria della CGIL (la FIOM).
Ma vediamo di ricostruire per punti l'articolo di Pirani e di commentarlo pezzo per pezzo.
Maristella Curreli - 17-11-2010
È proprio un vizio. Purché neri, che siano lunghe sottane o corti tubini, non fa differenza. Berlusconi subisce il loro fascino: non resiste, e paga. E così capita che migliaia di euro s'infilino nelle pochette delle escort o milioni di euro si ...
Vincenzo Andraous - 16-11-2010
I grandi delitti italiani fanno audience, costituiscono il piatto forte della nostra informazione, si parla della morte, dei contorcimenti delle vittime, delle meschinità innominabili dei carnefici, lo si fa soprattutto per sentito dire, per interpretazioni personali, per voglia di gogna, se ne parla senza alcuna compassione per le assenze eterne.
Scompaiono bambini, uomini e donne, ognuno di essi viene "liquidato", con una tecnica senza preambolo, la morte sopraggiunge senza neppure concedere l'ultima volontà di un perdono. Neanche più gridare è permesso.
Quando di mezzo ci sono costantemente i più giovani, quando vanno a farsi male gli indifesi, uno stato e una società coesi non mollano la presa, non arretrano di un passo, divengono radice profonda per sostenere il carico che deriva dalla cultura universale che considera illegittimo, ingiusto e disumano appropriarsi con la forza e la violenza della vita altrui, soprattutto di donne e bambini.
Andrea Tornago - 16-11-2010
Dodici e quattordici giorni vissuti a stretto contatto con i compagni sulla gru di via San Faustino con la determinazione ad andare fino in fondo e poi improvvisamente, quasi si fossero sbagliati, ognuno per conto proprio due dei ragazzi scendono lasciando gli altri in bilico senza cibo e al freddo a trentacinque metri d'altezza.
Che condizioni ha contemplato la trattativa condotta dai mediatori, sfociata nella resa individuale di Kuldip e Papa? Quali minacce sono state rivolte a Kuldip Singh dal mediatore, in lingua urdu, cui il ragazzo indiano ha risposto con rabbia? Quali promesse e quali privilegi sono stati accordati prima a Kuldip e poi a Papa, e a quali condizioni? S'è trattato di soldi, protezione, documenti? O quali altri privilegi, vincolati a quali obblighi? I cittadini italiani hanno il diritto di ricevere una risposta a queste domande, i giornalisti il dovere di formularle.
Liana Gerbi - 15-11-2010
Sono formata in Counseling scolastico....ma ho sempre lavorato PRIMA di TUTTO sul POTENZIALE UMANO", sulla facilitazione della comunicazione.
I mass media, le nuove tecnologie SEMBRANO rendere la vita piu' ricca e facile ... ma il valore... il TESORO che e' in ognuno di noi nella nostra UNICITA' ed IIRRIPETIBILITA' chi riesce a TRARLO fuori con sapiente arte MAIEUTICA?
EDUCARE = EX DUCERE = PORTARE FUORI
Che cosa ?
LA parte MIGLIORE di NOI !!!
Quanti Insegnanti oltre che dispensare SAPERE ... COMUNICANO SAPERE e sollecitano il POTENZIALE che c'e', ESISTE nell'allievo?
Purtroppo sono per primi gli INSEGNANTI oltre ai GENITORI talvolta a MORTIFICARE lo sviluppo del potenziale ... non riconoscendolo per primi DENTRO di LORO .
Enrico Maranzana - 12-11-2010
La saggezza è stata offuscata dalla conoscenza,
la conoscenza è stata offuscata dall'informazione,
l'informazione è stata offuscata dai dati


Si tratta di un pensiero di Thomas Eliot, completato da un terzo enunciato. Il detto si applica perfettamente al sistema educativo di formazione e istruzione.

Le scuole italiane potrebbero scolpire questo "seme di meditazione" sul portone d'ingresso, come ha fatto un museo statunitense di scienze della comunicazione.

La dimensione del problema che si vuole affrontare è smisurato, per cui, seguendo la metodologia utilizzata da Marshall McLuhan, si circoscriverà il campo e lo si scandaglierà. La sonda sarà gettata nel mare delle nuove tecnologie dell'informazione per discutere della loro penetrazione nel mondo della scuola: si otterrà una mappa a chiazze, senza un filo conduttore evidente.
Coordinamento Collettivi studenteschi di Milano e provincia - 12-11-2010
Facciamo appello a tutte e tutti affinché si esprimano e si mobilitino in favore della scuola pubblica.
A fronte dell'assurdo aumento della spesa militare e della cifra esorbitante che costa alle finanze pubbliche comprare aerei da guerra e bombe, ci raccontano che per tutto il resto non ci sono soldi.
Vogliamo la cancellazione dei progetti faraonici e costosi che favoriscono la cooperazione tra scuole e aziende che producono armi.
Rifiutiamo i pericolosi programmi promossi da Gelmini e La Russa (in particolare Mini-Naja e Allenati per la Vita) che introducono insegnamenti para-militari paralleli o in alternativa alla scuola pubblica che non hanno intenzione di finanziare.
Maurizio Tiriticco - 11-11-2010
Una pista unitaria e organica lungo la quale le quattro discipline che afferiscono agli insegnamenti storico-letterari possano dispiegarsi senza particolari distinzioni in forza della costante ricerca - e della conseguente pratica didattica - di tutte le intersezioni che le legano e sulle quali gli insegnanti possono progettare il relativo curricolo.


A prescindere dal giudizio critico sull'intero riordino del secondo ciclo di istruzione, che ho già espresso in altri scritti, resta sempre il fatto che per un insegnante si presenta l'antico dilemma: hic Rhodus, hic salta! E, siccome io sono un insegnante di lettere, non posso sottrarmi al dovere di dire la mia sul come fare o... sul come farei, operando in un biennio liceale!
Liana Gerbi - 11-11-2010
Chi comunica orienta e dirige il proprio sforzo per farsi comprendere, per influenzare, per valutare, per ascoltare ed esprimere: problemi, necessità, interessi, opinioni, ecc. Tutto ciò ci permette di entrare in relazione di comunicazione con gli altri.
Come esempio di tale atto comunicativo vogliamo presentare come avviene l'investimento di energia che spesso viene richiesto nella relazione tra insegnanti e allievi.
Ciò che il ragazzo comunica all'insegnante è influenzato dalla reciproca percezione.
Il processo di percezione è determinato dalla valutazione che si ha della persona con cui si interagisce. Questa valutazione definisce il processo di attribuzione di intenzioni in funzione dell'azione comunicativa in atto tra gli attori stessi della comunicazione: richiesta di aiuto, valutazione, ordine, sanzione, ecc...
Giovanni Lamagna - 10-11-2010
Tra domenica e lunedì due fatti "politici" hanno colpito in modo particolare la mia attenzione.
Il primo è stato (direi: ovviamente) la convention di Futuro e Libertà a Perugia.
Il secondo la trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano (anche questa, per me, è stata un fatto politico).
Ne approfitto per parlare di due personaggi, Gianfranco Fini e Roberto Benigni, che hanno dominato nelle due situazioni di cui sopra: il primo, ovviamente nella convention di Futuro e Libertà, il secondo nella trasmissione di Fazio e Saviano.
E ne parlo perché, di fronte ai discorsi che hanno fatto entrambi, mi è venuto spontaneo associarli alla figura di Nichi Vendola.
Proverò a spiegare perché.
Monica Capezzuto - 10-11-2010
Mi sento oltremodo stranìta a commentare una trasmissione televisiva, visto che detesto il mezzo televisivo, non per snobismo ma per la sua presunzione ad affermare dall'alto di una mai accertata autorevolezza delle verità inconfutabili.ma non si può prescindere da questo potente mezzo che ormai condiziona ogni nostra scelta e ci vomita addosso verità incontestabili per l'uomo comune che delle sue presunte verità si alimenta e vive. Orwell aveva ragione a temerla. Avevo scelto di non guardare "Via con me", ma la tentazione di ascoltare Benigni ha superato ogni reticenza.
Giuseppe Aragno - 10-11-2010
Ha creduto di trasformarci in grigi travet pronti a servire, a trasmettere senza fiatare la cultura del potere dominante. La scuola, avvocato, è altro. Insegna ad imparare, produce valutazione e non può essere valutata dal governo di turno. Meno che mai dal suo, che non ha radici nella nostra Costituzione. La scuola sceglie da sola, nella più perfetta autonomia, strategie e metodi di un processo che impropriamente lei chiama "di istruzione" ed è invece di ampia educazione, quindi, "di formazione". Occorre, se mai un Consiglio Superiore, come per i magistrati. Tutto questo le è stato sin dall'inizio estraneo e non lo capisce nemmeno ora che si accinge a sbaraccare.
Giocondo Talamonti - 09-11-2010
Il tema dell'integrazione degli stranieri nel nostro territorio esige soluzioni che favoriscano il più rapido e migliore processo di comprensione fra gli immigrati e la popolazione che li accoglie.
Lo strumento irrinunciabile è la comunicazione. Capirsi significa facilitare l'idea di condivisione delle scelte di politica locale, avere coscienza dei doveri e dei diritti, vuol dire rispetto della dignità dei singoli e dei gruppi.
Apprendere la lingua del paese di accoglienza non è una pretesa astrusa di chi ospita, ma rappresenta un percorso indispensabile di adeguamento ad una realtà spesso molto diversa da quella da cui si proviene.
Andrea Tornago - 09-11-2010
Ieri, lunedì 8 novembre, la polizia è arrivata all'alba a Brescia per sgomberare il presidio di cittadini che in questi dieci giorni sono rimasti vicini ai sei operai immigrati saliti sulla gru di via San Faustino.
Sembra che l'ordine, arrivato direttamente da Roma, sia di non aprire alcuna trattativa finché i dimostranti non saranno scesi dalla gru. Negli scontri che sono seguiti almeno venti persone sono state fermate, diversi i feriti in quella che è stata una carica violenta e indiscriminata.
Gianfranco Pignatelli - 08-11-2010
Macerie e fango. Ecco cosa lascia il governo del fare. Sventura, si dirà. Poi scatterà lo scarica barile. Lo sport nazionale per eccellenza. Intanto, a Pompei, hanno "suicidato" un capolavoro dell'umanità. Abbiamo avuto la buona sorte di ereditare un patrimonio senza pari e l'abbiamo affidato all'idiozia criminale di ministri capaci solo di disastri colposi. Uno protegge il suo protettore con sonetti servili invece di salvaguardare i beni culturali e servire lo stato.
Andrea Tornago - 06-11-2010
Così Silvio Berlusconi sembra davvero arrivato alla fine del viaggio. Ogni sua apparizione ormai si accompagna ad un universale imbarazzo, tanto che nemmeno i suoi fedelissimi sono più sicuri di lui. Gianfranco Fini l'ha allontanato con un lungo percorso di distinzione, Emma Marcegaglia e Luca C. di Montezemolo non l'hanno mai amato, Veronica Lario ha chiesto a gran voce il divorzio, persino Guido Bertolaso ha annunciato il suo pensionamento, e non certo per considerazioni anagrafiche.
Gianfranco Pignatelli - 03-11-2010
Berlusconi, negli ultimi trent'anni, si è reso responsabile, con i media in suo possesso, di un processo diseducativo collettivo senza precedenti. Così ha deviato e depravato sia il comune sentire, sia le istituzioni. Manipolando la realtà e l'accesso dei cittadini alla libera informazione, ha inibito la loro facoltà critica, trasformandoli in sudditi passivi.
Giovanni Lamagna - 03-11-2010
Una volta quello che si definiva uno schiaffo alla miseria si ritorceva contro chi lo dava.
Oggi invece fa ridere, genera ilarità.
Sono sempre di più quelli che si identificano e si compiacciono con la ricchezza debordante di chi la possiede e dalla quale sono, magari, distantissimi, anziché lottare per migliorare la loro condizione e richiedere che essa si avvicini, quantomeno, a quella dei pochi possessori.
Vien da chiedersi: il problema è Berlusconi o queste masse plebee che, senza esserlo, si identificano con i ricchi, anzi con gli straricchi?
Giuseppe Aragno - 03-11-2010
E' andata così. Claudio Moffa, apre a Teramo le lezioni di non so che master. Due affermazioni scomode e fondate - si fa un uso politico della Shoah e non esiste per ora un ordine scritto da Hitler che comanda l'Olocausto. Come dargli torto? Poi, dissennato, nega la Shoah. E qui di torti ne ha tanti. Pronte, partono le richieste "liberali" e Riccardo Pacifici, rappresentante della Comunità Israelitica di Roma suggerisce una legge penale che sancisca la negazione. Va bene così, si canta in coro: verità per decreto. Per tutti i sedicenti liberali, una "verità storica" che t'impone la fede col tintinnare delle manette e il Sant'Uffizio è libera e liberalissima. Non sarà il rogo, politicamente ancora assai scorretto, ma ci vuole e può essere galera. "Eppur si muove", mormorerà di nuovo Galilei, e un ostinato Bruno, se ancora volesse vedere un qualche Dio nella natura, rischierà il massacro.
Va così. Siamo ormai convertiti all'abiura e guai a chi dissente o solo mormora sconcertato: troppo liberalismo d'ogni colore, destro, sinistro e figurarsi a centro, per non sospettare l'inflazione, non scorgere la deriva di un "pensiero unico" che infetta anche la scienza.
Franco Buccino - 02-11-2010
Parallelo all'avvio dell'anno scolastico parte anche il percorso dell'educazione degli adulti (Eda). Percorso attuato dai centri territoriali Eda presso alcune scuole pubbliche e da associazioni di volontariato e promozione sociale, università popolari e della terza età. E sono sempre più proprio gli anziani i destinatari di tali iniziative.
I centri territoriali, che poi significa l'istruzione pubblica, vivono la stessa crisi delle scuole: tagli di organici e di risorse finanziarie. Non va meglio alle associazioni che si interessano di formazione degli adulti, perché da una parte sono vittime del drastico ridimensionamento delle spese per lo stato sociale, dall'altra sono oggetto di un diffuso pregiudizio culturale di tanti secondo i quali spendere per istruire adulti e anziani è inutile, al più un lusso che non possiamo permetterci soprattutto in tempo di crisi. Magari sono gli stessi benpensanti che si scandalizzano del fatto che per la gente le case dei grandi fratelli siano più importanti delle discariche di Terzigno.
Vincenzo Andraous - 30-10-2010
Il ragazzo non fa ritorno a casa, ha deciso di far saltare il banco con la sua irreperibilità, di interrompere il proprio percorso affettivo con la famiglia, la scuola, la comunità locale.
Quando ciò accade c'è sempre un disagio profondo a fare da detonatore, da imbocco verso un ignoto che non fa più paura del morso della disperazione.
La paura, la solitudine, la violenza, fanno implodere i punti di partenza, scambiati per punti di arrivo, invece di consolidare i luoghi elettivi affinché i valori mettano radici nella vita di una persona, diventano il fallimento di una intera società, l'insuccesso dell'intervento pedagogico, non svolgendo con attenzione il compito di insegnare la responsabilità con amore e fiducia.
Legambiente scuola e formazione - 30-10-2010
Nelle scorse settimane si è parlato sulla stampa di un progetto allo studio del Governo, al quale stanno lavorando i Ministeri dell' Economia, delle Infrastrutture e dell' Istruzione, per un piano di edilizia scolastica affidato ad una società per azioni, con l'obiettivo di costruire nuove scuole coinvolgendo anche i privati, non si sa ancora se in tutto il territorio nazionale o solo al Sud. La proposta appare preoccupante perché è in controtendenza con la progressiva applicazione del federalismo amministrativo e non garantisce di per sé il recupero di nuove risorse finanziarie, né la gestione trasparente degli appalti e dei lavori, come hanno dimostrato le tristi vicende che hanno interessato organismi simili come la Protezione Civile Spa.
Sindacato SAB - 30-10-2010
Ennesima condanna da parte del Tribunale di Castrovillari per l'ATP di Cosenza che dovrà pagare altri 600,00 euro di spese oltre iva e cpa per comportamento antisindacale in materia di inamovibilità delle RSU, in particolare del sindacato SAB.
Gigi Monello - 28-10-2010
Li ho trovati che stavano riformando. Li lascerò che staranno riformando. Ho passato l'intera vita professionale a leggere di riforme. Lo considero un mondo surreale, a sé stante. Qualcosa come il mondo dei miti, una dimensione rarefatta, dove i grandi apparati delle Riforme vivono di vita propria, come giganteschi animali alieni.
Mentre le vicende storiche delle Riforme si svolgevano in quel SuperMondo, io, nel mondo degli oggetti fisici (lavagne non-scrivibili, gesso sbriciolato, rumori molesti, pareti di cartongesso, circolari insulse, eccitazione da viaggio, visite, conferenze, sportelli e "giornate"), io tentavo di insegnare. Ho fatto un calcolo approssimativo: in 30 anni mi saranno ormai passati davanti qualcosa come 2000 alunni. Mentre io facevo il lavoro sporco, gli "esperti" ristuccavano il mondo. Lo dichiaro apertamente, sentir parlare di riforme mi dà la nausea.
Giuseppe Aragno - 27-10-2010
Si faceva la guerra così: mancavano gli elmetti e in prima linea contadini e operai, dietro sacchi di sabbia e filo spinato, portavano berretti di feltro a sghimbescio. Per i mortai degli Asburgo era gran festa e i cecchini andavano a nozze nell'aria appestata di sangue rappreso su marci brandelli di cuoio capelluto e materia celebrale schizzata via coi proiettili e le schegge. Dietro - riparata ma pronta al tiro - la polizia militare tirava addosso a chi, preso dal panico, tentava di darsela a gambe. Di 600mila morti sventurati, 100mila si contarono tra i prigionieri che il governo non volle mai aiutare: un prigioniero è sempre un disertore, urlavano i nazionalisti imboscati e gli eroi da operetta. Vigliacchi i soldati, eroi gli strateghi, quelli morivano al fronte come mosche e questi si preparavano a casa per la guerra futura. E l'intento era buono: chi faceva cannoni s'arricchiva e si poteva sperare di far soldi poi anche con gli elmetti. Prima o poi il generale ministro avrebbe capito che occorreva produrli...
Per lo più delle scuole non c'è ancora la guerra - di qua e di là da Adro ci sono scaramucce - ma ovunque senti ormai l'aria di scontro.
Vittoria Menga - 27-10-2010
Sul sussidiario.net Cominelli offre una versione buonista della nuova pedagogia che introduce nella scuola parole come "eccellenza", "merito", "competizione", "efficienza". Egli abbina la valorizzazione dell'eccellenza alla personalizzazione del curriculum, per evitare la deriva economicistica ed aziendalistica. Gli fa eco Rosario Mazzeo il 23 settembre 2010 con l'articolo "Perché promuoviamo gli studenti ma bocciamo le persone?". Non importa se di talenti quest'alunno ne ha di più e quell'altro di meno, secondo Mazzeo siamo tutti "portatori sani di talenti" e quindi la scuola dell'eccellenza deve essere quella che coltiva i talenti di tutti, anche se sono diversi e diversamente sviluppati. A questo punto possiamo essere tutti d'accordo (lo sarebbe anche don Milani): si tratta di rispettare l'uguaglianza nella diversità.
Ma questa versione buonista di parte cattolico-progressista siamo sicuri che corrisponda alle linee-guida del Ministero?
Rete Scuole di Italiano per Migranti di Bologna - 25-10-2010
E' iniziato quest'estate l'iter per l'approvazione dell'Accordo di Integrazione previsto dal Pacchetto Sicurezza, che introduce un sistema di prove e crediti ai fini dell'ottenimento del permesso di soggiorno.
Tra le velleità, le astrattezze, le ipocrisie e le incoerenze che animano tutto il provvedimento non ci stupisce di trovare tra i requisiti per ottenere il permesso di soggiorno anche la competenza linguistica: il migrante ha due anni di tempo per raggiungere un livello di certificazione A2 ed ottenere così 20 crediti. In caso di mancata certificazione il permesso di soggiorno è dapprima prorogato di un anno e poi revocato. A partire da dicembre la stessa certificazione A2 sarà vincolante per l'ottenimento del permesso per soggiornanti di lungo periodo, un documento a tempo indeterminato che riconosce ai migranti maggiori diritti e welfare, liberandoli dall'incubo di ritornare all'irregolarità se perdono il lavoro.
È evidente che non contestiamo l'utilità dell'apprendimento della lingua italiana, ma siamo contrari ad un disegno che lo pone come requisito per l'accesso ai diritti.
Francesco Masala - 25-10-2010
... Da oggi, i capi d'istituto dovranno stare attenti a esprimere la propria opinione in pubblico o sui media. Se infatti le loro dichiarazioni dovessero essere considerate lesive dell'immagine dell'amministrazione potrebbe scattare la "sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di tre giorni fino a un massimo di tre mesi". Il codice Brunetta ("Comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni"), recepito anche per i presidi, non ammette dichiarazioni pubbliche che vadano a "detrimento dell'immagine della pubblica amministrazione"...
(da Repubblica)


Qui sotto il modello di intervista inviata ai presidi dal MIUR, come guida nei rapporti con la stampa.
Federica Laudisa - 23-10-2010
Il diritto allo studio universitario sembra destinato a scomparire nell'imminente futuro nel quasi assoluto silenzio generale. Non c'è nessuna associazione pronta a tentare di salvarlo dall'estinzione. Nemmeno la voce degli studenti - che pure si unisce al coro di protesta di ricercatori e docenti sulla riforma Gelmini e sui tagli al Fondo di finanziamento ordinario - appare forte e compatta su questo punto. L'ala destra della rappresentanza studentesca si smarca perché anche in questo campo l'affiliazione politica conta più della salvaguardia del sostegno agli studenti stessi.
Enrico Maranzana - 23-10-2010
L'autoreferenzialità rappresenta il male profondo della scuola italiana. Tuttavia ci si limita alla sola denuncia inconcludente: poco si fa per ridare efficacia al servizio. La proposta che viene qui formulata deve essere intesa come una rivisitazione della professionalità del docente: in un ambiente socio-culturale in tumultuoso e vertiginoso movimento in cui "bisogna correre con tutte le proprie forze solo per rimaner fermi" il controllo, presupposto della governabilità, rappresenta il timone del sistema scolastico. Situazione che non è stata percepita sia per l'assenza della cultura dell'organizzazione, sia perché i gruppi di lavoro, che negli anni si sono succeduti al ministero per concretizzare ipotesi d'innovazione, hanno avuto come riferimento, costante e intangibile, il modello universitario. Il fatto che esista una divergenza inconciliabile tra la finalità dell'insegnamento accademico con quella del sistema formativo, di educazione e istruzione è stata bypassata, nel silenzio assoluto. Questa è la causa scatenante il male della scuola.
Sindacato SAB - 22-10-2010
Il dirigente scolastico di una scuola superiore cosentina andava a predisporre la graduatoria d'istituto ai fini dell'individuazione del perdente posto per l'a.s. 2010/11 a seguito di contrazione d'organico.
In tale predisposizione, escludeva, illegittimamente, dalla graduatoria un docente che aveva richiesto i benefici della legge n. 104/92 per assistenza al genitore disabile in situazione di gravità residente in altro comune della provincia. La scuola più vicina a detto comune non era quella di titolarità del figlio che l'assisteva.
Giù le mani dai bambini - 21-10-2010
ALCUNE REGOLE PER UN BIMBO IPERATTIVO

La lista che segue è frutto dell'armonizzazione a cura del nostro staff di due noti riferimenti per specialisti, "La sindrome di Pierino: il controllo dell'iperattività", del dott. Daniele Fedeli, docente di Psicopatologia Clinica dell'Università di Udine, "How to operate an ADHD clinic or subspecialty practice", di M. Gordon - GSI Pubblications e "Che cosa ti avevo detto?", di D. Donovan e D. McIntyre. Si tratta di alcune facili regole pratiche per la gestione in classe ed a casa di bimbi irrequieti e disattenti ...
Giuseppe Aragno - 21-10-2010
Non è questione di linguaggio, benché qualcosa con la sostanza c'entri anche la forma. La povertà del lessico rivela non di rado la miseria dei contenuti e la loro somma conduce difilato a un desolante analfabetismo dei valori.
Analfabeta, naturalmente non è la Gelmini - che i suoi problemi col sistema dei valori costituzionali e con l'alfabeto dei diritti certamente li ha - ma i saggi e incompetenti Soloni che, in cambio di vantaggi personali, le offrono il prodotto finito. L'avvocato alla fine mette l'etichetta: "Vino Gelmini".
E' vino, non c'è dubbio. Tra l'accademia e la scuola, i segni di etilismo sono così evidenti che non persistono dubbi: vino adulterato e occorrerà cercare la cantina. Del resto, lo stornello cantato ad ogni pié sospinto ricorda l'antico cantiniere: Però non annacquiamo. Lo ripetevano un tempo, nelle luride bettole zeppe di sottoproletari abbrutiti dallo sfruttamento, i venditori del "mezzo bicchiere", è diventato ormai la sintesi perfetta del pensiero politico del ministro dell'istruzione.
Gianni Lamagna - 20-10-2010
Vengo da un weekend segnato per me dal primo Congresso provinciale di Sinistra, Ecologia e Libertà (iniziato giovedì scorso e conclusosi domenica) e dalla grande manifestazione della Fiom di sabato a Roma.
Quali i fatti principali da registrare? Quali le emozioni? Quali le riflessioni?
Oggi voglio occuparmi della manifestazione di Roma.
Maurizio Tiriticco - 19-10-2010
Una "riforma epocale" avrebbe dovuto proporre per tutti in primo luogo obiettivi comuni di alto profilo, e solo in seconda istanza obiettivi differenziati, a seconda della tipologia degli studi. Il fatto è che si ha ancora della cosiddetta cultura una visione verticale, non orizzontale: esiste una cultura alta, per pochi, e poi a scendere una sorta di sottoculture, quella tecnica, quella professionale e poi sempre più giù fino all'"incultura" della semplice e "rozza" manualità, degli esclusi e degli emarginati! Una visione che viene da lontano, sedimentata dalla storia stessa della divisione in classi, se non addirittura - ed in certi Paesi ancora persiste - in caste! Un Paese avanzato, o che si dice tale, non può più ragionare in questi termini né in tali termini costruire il suo sistema di istruzione. Si tratta di quella stratificazione sociale, dal più al meno, che un sistema educativo di istruzione e formazione dovrebbe contrastare, non legittimare. In effetti, i tre percorsi dell'istruzione secondaria, così differenziati, non fanno altro che riprodurre i condizionamenti sociali proposti ed imposti dal sistema socio-economico. E che la scuola possa dare a tutti tutto è sempre l'auspicio dei tanti Comenio, Don Milani, Paulo Freire, Bruner e non so chi!
Dario Fo - 19-10-2010
Il sistema scolastico e universitario italiano è in grave pericolo. Un pericolo serio, reale, non dovuto al dilagare della tv spazzatura, non provocato dal terrorismo islamico e stranamente neppure causato dai mutamenti climatici; la scuola e l'università italiana sono a rischio perché si tagliano drasticamente le risorse che, pur tra mille difficoltà, hanno permesso fino a oggi il loro funzionamento e garantito l'esistenza di insegnanti e ricercatori convinti di star svolgendo un compito importante.
Forse è per questo senso profondo di autostima e di fiducia verso se stessi che insegnare non è un lavoro come un altro. Fare ricerca non è una comoda pratica per timbrare il cartellino e poi subire un lavoro più o meno tollerato o detestato: è spendere sogni, anni, fatica e sudore per studiare, interpretare, valutare, elaborare ipotesi, fare confronti, trasmettere conoscenze e gli strumenti per elaborarle.
Sindacato Anief - 18-10-2010
La legge 244/07, il decreto legislativo 368/01, la legge 167/09 prevedono l'immissione in ruolo del personale precario. Una direttiva dell'Unione Europea (1999/70/CE), vincolante per gli stati membri e non derogabile per legge, recepita nel nostro ordinamento dal 2001, prevede che al personale a t.d. non possa essere riproposto un contratto a t.d. ma solo prorogato il contratto precedente, pena la sua stabilizzazione a t.i.
La UE interroga il Governo dell'Italia (E-2354/2010) su come abbia applicato questa normativa. Se il posto è vacante e disponibile ai sensi della legge 124/99 e del D.M. 430/00 deve essere assegnato in supplenza annuale, ovvero al 31 agosto, perché afferisce all'organico di diritto. Ogni anno, 200.000 posti sono assegnati in supplenza al 30 giugno sebbene 2/3 di essi siano vacanti, ovvero non occupati da colleghi collocati in assegnazione provvisoria o in congedo/aspettativa: dovrebbero essere dati al 31 agosto. L'art. 53 della legge 312/80 prevede l'aumento degli scatti biennali di anzianità per il personale a t.d. Attualmente la norma è applicata dal Tesoro soltanto per i docenti di religione ma riguarda tutti i Docenti/Ata come la normativa comunitaria impone...
Sindacato SAB - 18-10-2010
La prof.ssa N.M. precaria, a seguito dell'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, chiedeva l'attribuzione dei 30 punti del corso di specializzazione all'insegnamento secondario SSIS abilitante nella classe di concorso A245 Francese scuola media, l'ex USP ora ATP di Napoli, d'ufficio assegnava tale punteggio non nella graduatoria richiesta, bensì nella classe A246 corrispondente a Francese nelle scuole superiori atteso che, la predetta docente, aveva partecipato al corso SSIS per tale classe di concorso.
Con l'aggiornamento delle predette graduatorie per il biennio 2007/09 la prof.ssa trasferiva la propria domanda nella provincia di Caserta, anche questo ATP contravvenendo alla volontà dell'istante che continuava a privilegiare il Francese nella scuola media, assegnava i 30 punti nella graduatoria della scuola superiore.
Contro tale modo di operare veniva presentato ricorso al TAR per il riconoscimento del diritto manifestato...
Doriana Goracci - 16-10-2010
Dall'Ansa: "Precari della scuola, studenti e genitori manifesteranno domani accanto a metalmeccanici e Fiom per riaffermare lavoro, diritti e democrazia. Si attendono infatti a Roma migliaia di studenti. Non solo accanto agli studenti sfileranno anche genitori, precari della scuola, tute blu e Fiom. Una manifestazione che lo stesso questore di Roma, Francesco Tagliente, definisce impegnativa per le forze dell'ordine, in quanto il rischio di incidenti, come da più parti è stato evidenziato, sarà elevato."
Cobas scuola - 15-10-2010
Napoli affronta ogni giorno con estrema fatica il grave problema di una criminalità, così aggessiva da sembrare talvolta fuori controllo. Non occorrono inchieste e studi approfonditi per valutare l'impatto micidiale che le devastanti politiche di smantellamento della scuola e dell'università pubblica hanno su un tessuto sociale disgregato. La città, afflitta dal pauroso binomio licenziamento-disoccupazione, soffocata dall'economia del vicolo e avvilita dallo stereotipo della "città di plebe", subisce ora l'oltraggio di poltiche repressive, volute da un governo reazionario, in cui la figura del Ministro dell'Interno, il leghista Roberto Maroni, assume un ruolo centrale e inequivocabile. Ieri, come risulta chiaramente da un comunicato stampa dei Cobas Scuola, ingenti forze dell'ordine non hanno trovato di meglio da fare che impegnarsi nella sorveglainza di quella pericolosissima e nota combriccola di "sovversivi" costitutita da professori, studenti e ricercatori, che atraversavano la città in unpacifico e democratico corteo di protesta che chiedeva le scarosante dimisisoni del ministro Gelmini. Un ricercatore è stato così "assicurato alla Giustizia"
Cosimo De Nitto - 14-10-2010
c'é da chiedersi: l'informazione che in Italia cresce la povertà e che questa risucchia ceti finora ritenuti al sicuro dalla congiuntura economica significa qualcosa, ha attinenza con il mondo della scuola, con le problematiche dei bambini e delle giovani generazioni, con le problematiche familiari che sono dietro, con la condizione degli insegnanti e con lo stato della scuola?
E' "fare politica" da parte degli insegnanti preoccuparsi degli effetti devastanti che può avere, e in molti casi lo ha, sui bambini il fatto che i loro genitori non possono più permettersi di pagare la mensa a scuola?
Vincenzo Andraous - 13-10-2010
Sono in questa comunità di servizio e terapeutica "Casa del Giovane" da tempo ormai, e mi accorgo che c'è sempre qualcosa da imparare, da rielaborare e tenere ben a mente.
Anche quando i percorsi, i metodi, le dinamiche sono tutte al loro posto, c'è un lampo che attraversa il nostro passo, e ci obbliga a fermarci per riflettere.
Molti sono i giovani accolti in queste strutture, e molti sono coloro che accompagnano i loro passi, con attenzione e capacità intuitive, che a volte "servono" più delle competenze acquisite con lo studio delle tecniche educative.
Certo è difficile comprendere il disagio che li avvolge, ancor più esplicare metodi educativi risolutivi, perché ogni persona è un mondo a sé, allora intervenire diventa "scienza della mente e del cuore, scienza del non ancora, ma che avverrà", e non sempre è facile riuscire dove la vita non è stata ancora vissuta, ma è stata incredibilmente lacerata fin dal suo sorgere.
Francesco Mele - 11-10-2010
La circolare Limina (27 aprile), le successive azioni messe in atto dal Direttore regionale, con l'ispezione al Meucci del 3 e 12 maggio, le argomentazioni contenute nella relazione ispettiva depositata, le successive dichiarazioni di Limina sia nella risposta all'esposto degli otto docenti del Meucci sia successivamente nella conferenza stampa di inizio anno scolastico, trovano fondamento normativo, a suo avviso, nel "Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni"
Penso ... che sarebbe davvero poco coerente rimproverare a Limina di usare pretestuosamente armi che noi stessi abbiamo ideato, realizzato e messo a disposizione dei guardiani del palazzo, e non fare nulla per rendere inoffensive per il futuro queste armi.
Alba Chiara Zanatta - 11-10-2010
A decorrere dal 30 ottobre 2010 cesserò dal servizio come Ispettrice (Dirigente tecnico di seconda fascia) presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca con diritto a percepire il trattamento di quiescenza dalla stessa data, nonché l'indennità di buonuscita entro 105 giorni dalla cessazione del servizio.
Dopo quarant'anni di servizio, pertanto, dalla metà del mese di novembre la mia retribuzione dovrebbe essere sostituita con l'assegno di pensione.
Alla data odierna non mi è dato modo non solo di conoscere l'importo mensile netto dell'assegno di pensione, né tanto meno l'importo dell'indennità di buonuscita, ma anche di avere la giusta conferma che dalla data di sospensione del mio stipendio (mese di ottobre) potrò usufruire dell'assegno necessario per tutelare "un'esistenza libera e dignitosa" come sancisce l'articolo 36 della Costituzione.
Giuseppe Aragno - 11-10-2010
Non è una barzelletta da salotto snob e nemmeno una battutaccia da guitto di avanspettacolo della Belle Époque, sparata via così, dal palcoscenico del vecchio"Salone Margherita". No. E' la versione ignobile della nobile e antica saggezza latina. Se è vero, infatti, che "Carmina non dant panem", sostiene Giulio Tremonti dall'alto delle sue poltrone di ordinario di Diritto Tributario e Ministro della Repubblica, non meno vero è che "la cultura non si mangia".
Non dirò che è farina del mio sacco. L'idea me l'hanno suggerita, ma mi pare davvero che non ci siano dubbi: ha il crisma della santità. La fulminante sintesi del pensiero economico-politico trionfante è un vero e proprio "manifesto del regime" nell'Italia berlusconiana tutta ignoranza di veline, autentiche patacche, verità di pennivendoli, trionfo di mediocri, scienza di ballerine e arte da postribolo. La cultura non si mangia, ma si taglia via dal bilancio d'un Paese, per cancellarne la storia e l'identità e piegarlo ai voleri d'una classe dirigente vile, corrotta, autoritaria e classista.
Vittoria Menga - 11-10-2010
Per crescere insieme nel rispetto della diversità il clima più favorevole è quello sereno e collaborativo dell'accoglienza, perché ognuno ha una ricchezza da offrire, anche fuori dagli standards. Basti pensare alle scoperte di Howard Gardner sulle varie forme di intelligenza che in ognuno di noi si manifestano in combinazioni sempre originali e imprevedibili. I tempi di ognuno sono diversi e i sentieri a zig-zag irriducibili e del tutto personali. Viene in mente Heidegger. La vita, come la filosofia, non consiste nel raggiungere mete, risultati e verità, ma è un insieme di percorsi, di itinerari.
Gianfranco Pignatelli - 09-10-2010
Questo giornalismo è l'arma impropria di una politica che non propone ma impone, non fa opinione ma ricatta. Quella cinica, spregiudicata, violenta e ingorda, che concilia mafiosi siciliani e padani. I suoi leader, scortati come gangster, acclamati da clack quanto i loro avversari sono ingiuriati da guastatori ingaggiati ad hoc, col corollario di attentati simulati e contestazioni sceneggiate ad arte.
Coordinamento Carpi - 09-10-2010
Il diritto all'istruzione è uno dei pilastri sui quali riposa qualunque forma di società civile.

Esso costituisce un bene prezioso: è il dono che viene offerto dalla comunità dei cittadini ai propri giovani.

Una comunità lungimirante sa che scommettere sulla formazione delle giovani generazioni è un modo per assicurare a tutti una prospettiva certa di miglioramento sociale.

Rivendichiamo con forza questo diritto.

Studenti, genitori, docenti, personale della scuola fermiamoci un istante e chiediamoci: quale idea di scuola sta alla base del nostro operato, delle nostre scelte ?
Oliver - 07-10-2010
All'inizio dell'anno si sono viste scene al limite della decenza, insegnanti e dirigenti che hanno ricevuto e distribuito ore in eccedenza.
Ovviamente tutto senza porsi il problema dei precari rimasti fuori, alcuni hanno sottolineato che rientrava nei suoi piani pre pensione, come dire per avere una pensione più sostanziosa in questo ultimo periodo cercherò di sostanziare il mio stipendio.
Alcune ore sono state distribuite anche alla vice preside che aggiungendo il bonus dovuto porta a casa 2450 euro al mese nette.
Virginia Mariani - 06-10-2010
poniamoci con moltissima attenzione e senso critico nell'osservare e interpretare i cambiamenti in atto da qualche tempo nel nostro Paese, prestiamo 'ascolto' al modo in cui vengono usate le parole e il linguaggio, al modo in cui la nostra Storia si sta ripetendo sebbene in forme differenti (ma in fondo neanche tanto), al modo in cui la libertà, la democrazia, i diritti umani e civili sono soffocati dalla plastica degli interessi personali o lobbistici. Perché soltanto a distanza di tempo, quando è troppo tardi, dobbiamo riuscire a prenderne coscienza? Certo l'ispirazione nonviolenta ci indica che ci sono modi e modi di dire e fare le cose, ma prima di tutto c'è il pensarle.
Coordinamento Fermi, Roma - 06-10-2010
L'Istituto tecnico industriale Enrico Fermi vuole riaffermare la libertà della scuola statale da ogni appartenenza politica, in contrapposizione con quanto sta avvenendo nel nostro paese, dove simboli politici compaiono anche all'interno della scuola.
Vogliamo rileggere la Costituzione insieme agli studenti per creare un argine alla politica di smantellamento della scuola statale, perché nella nostra Carta costituzionale troviamo l'affermazione inequivocabile dei diritti di libertà e di uguaglianza di tutti i cittadini.
Libertà e uguaglianza che negli articoli 33 e 34 si concretizzano nella realtà della scuola, con particolare riferimento alla scuola statale.
Leggeremo ogni giorno un articolo della Costituzione della Repubblica italiana anche per celebrare l'unità d'Italia e rispondere a chi invece la vuole dividere.
Vincenzo Andraous - 05-10-2010
Comportamenti autolesionistici o violenti, abituano al colpo secco, alla carne lacerata, ma disabituano alla relazione, sono la scopiazzatura di una prassi ormai consolidata nella cartellonistica adulta, inducono a nascondere il disagio, a mimetizzare fenomeni ripetuti che diventano dato esponenziale.
Ma cosa spinge un giovanissimo a farsi del male in questa maniera, quale la molla a diventare l'infame protagonista del dolore altrui?
Gianfranco Pignatelli - 05-10-2010
... in tempi di crisi, c'è chi mette da parte furore ideologico e livore politico e, turandosi il naso, sottoscrive il contratto Premium per un costo complessivo, decoder compreso, pari al triplo di quello Rai. In tal modo, ci si ritrova a pagare un doppio canone per le due tv berlusconiane: quella privata e quella, cosiddetta, pubblica.
Gianni Lamagna - 04-10-2010
Ho seguito con molta attenzione l'intervista che ieri sera Tony Blair ha concesso a Fabio Fazio, durante la trasmissione televisiva "Che tempo che fa".
Ho detto attenzione e non certo interesse, perché questo personaggio non è mai riuscito a suscitare realmente il mio interesse, se non in negativo.
E l'intervista di ieri ha dato, ancora una volta, ragione a questo mio sentimento dominante nei confronti di questa persona.
Ho seguito con attenzione, perché Blair è stato comunque un personaggio, che ha dominato la scena politica internazionale per un lungo arco di tempo (circa dieci anni) e fino a tre anni fa: ero desideroso, quindi, di capirlo e, anche, eventualmente, modificare la mia opinione su di lui, se le cose ascoltate me ne avessero dato motivo.
Ma, purtroppo, questo motivo non l'ho trovato, per cui il mio giudizio fondamentalmente negativo è stato sostanzialmente confermato.
Vorrei cercare di articolarlo.
Gruppo PD - 04-10-2010
Martedì 5/10/10 alle ore 16 il Ministro Gelmini presenterà in Aula al Senato l'informativa sull'avvio dell'anno scolastico.

Come Gruppo PD le chiederemo conto delle scelte contro compiute contro la scuola pubblica e del pessimo inizio di anno scolastico.

Partiremo dall'ultima gravissima bocciatura da parte del Consiglio di Stato, a cui il Ministro era ricorso contro una analoga sentenza del Tar, relativa al taglio degli orari delle classi 2, 3 e 4 degli istituti tecnici e professionali. Quella sentenza deve essere applicata subito.
Giuseppe Aragno - 04-10-2010
C'è ancora chi parla di folclore, fa spallucce e se la ride, ma Adro, per fermarsi all'Italia e non allungare lo sguardo alla Svizzera e ai suoi "topi", è solo la punta di un iceberg e non c'è nulla da ridere. Contro l'Europa pacifica che pacificamente si mobilita per difendere diritti e civiltà da un crescente imbarbarimento, c'è n'è un'altra, forse ancora minoritaria, certamente pericolosa, che resuscita i fantasmi della discriminazione razziale, lo spettro delle diseguaglianze sociali e minaccia il ricorso alla forza contro la forza della ragione.
Qui da noi, sul palcoscenico dell'Italia razzista, fa da protagonista la scuola in versione leghista, ma nell'ombra, dietro le quinte, il vero prim'attore di un ritorno all'Italia del '38 è Maroni, il ministro che meglio di tutti incarna le rinascenti tentazioni neonaziste della destra e più di tutti riceve gli elogi di un'ambigua e sconcertante opposizione.
Emanuela Cerutti - 01-10-2010
Per chi si sta occupando di educazione degli adulti la situazione non è rosea: in discussione in questi giorni in Commissione Cultura è proprio lo Schema di regolamento, presentato ormai più di un anno fa, che vorrebbe razionalizzare anche questo delicato settore. Razionalizzare però assomiglia più a ridurre che ad ottimizzare l'offerta formativa di un paese che dice, peraltro, di volere crescita e sviluppo.
Certo, occorre sempre mettersi d'accordo sul significato delle parole, ma intanto qualche fatto può essere illuminante.
Giuseppe Aragno - 28-09-2010
Le commemorazioni non guardano indietro, però - sembra fatale - diventano una sorta di "memoria a scadenza fissa", il "gesso" che immobilizza fratture scomposte tra un mitico "passato" e un infelice "presente". Per un giorno inni bandiere al vento e valori universali, poi il limbo d'un realismo rinunciatario, che è quasi sempre rassegnazione o, se si vuole, identità annacquata in cerca di consensi. D'accordo, anche questo è politica, ma dirlo onestamente non ci farà male: esistono due "memorie". Una, ufficiale e condivisa, non lascia segni, non fa domande. E' Narciso allo specchio: guarda se stessa e ignora il presente,. L'altra, sempre più rara, indaga il passato per capire il presente. E' la storia "maestra di vita", che racconta la verità nuda e cruda, parla alle coscienze, ma non trova ascolto, non insegna più niente a nessuno e dà fastidio, perché ci mette davanti noi stessi, così come siamo davvero. E non è un bel vedere.
deputati PD - 28-09-2010
La riforma universitaria è un grande bluff con cui la Gelmini vorrebbe coprire i tagli che stanno mettendo in ginocchio gli atenei e rendendo sempre più precario il ruolo dei ricercatori. Alla Camera, maggioranza e governo vorrebbero addirittura imporre tempi stretti alla discussione e rinviare a 'successivi provvedimenti' il finanziamento della riforma. E' solo una scusa per continuare a disinvestire che si scontra con il monito del Capo dello Stato che, solo pochi giorni fa, ha chiesto alla politica di riconoscere la priorità dell'università nella ripartizione delle risorse pubbliche.
Professione insegnante - 27-09-2010
Non vogliamo dire che la scuola sta morendo, è viva e vivace, ci lavorano migliaia di persone, bene o male i nostri ragazzi diventano donne e uomini, ma un sistema vivo necessariamente ha bisogno di risorse.
Senza risorse, o con risorse sempre più carenti, il sistema langue, si autolimita, emergono senza remissione gli aspetti più brutti, i tratti impossibili, quello che quando non è dramma, e non lo è quasi mai grazie alla sensibilità di chi ci lavora, sono beffa. Questo vorremmo che si mostrasse nelle trasmissioni che con l'autunno ritornano nelle programmazioni televisive: non il degrado come una esibizione di spazzatura, ma il continuo e costante, pericoloso impoverimento delle nostre scuole, sistema di istruzione vasto, complesso e ricco di esperienza.
Lorenzo Picunio - 27-09-2010
Tutti i tagli alla scuola ed ai servizi pubblici vengono giustificati con le difficoltà economiche. Ma non ci sono difficoltà economiche quando ci si vuole inventare - l'ha denunciato per prima "Famiglia Cristiana" - veri e propri corsi di cultura militare (in Lombardia, per iniziativa dei Ministeri della Difesa e della Pubblica Istruzione) per gli studenti delle medie superiori. Compreso "tiro con fucili ad aria compressa" e pattuglie notturne.
Libero Tassella - 27-09-2010
Appello ai media del Responsabile nazionale di Professione Insegnante

Spett. Redazione,
l'urgenza dei problemi della scuola italiana, aggravati dalla cosiddetta riforma Gelmini, richiede la massima attenzione da parte dell'opinione pubblica, pena la totale dismissione della scuola di Stato.
Una trasmissione importante e con alti indici di gradimento non può non dare spazio al delicato problema.
Chiediamo, pertanto, che al più presto vogliate dedicare una serata alle conseguenze degli sciagurati provvedimenti governativi, conseguenze nefaste non solo per le migliaia di precari che affollano le graduatorie provinciali, ma anche per il destino delle giovani generazioni.
La "riforma" è dettata più che da necessità di bilancio, da una visione della scuola lontana da quella indicata dalla Carta Costituzionale.
Con i migliori saluti.

Coordinamento - 25-09-2010
Noi sottoscritte/i

Invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi per la Scuola della Costituzione, per la scuola di tutti/e e per tutti/e, che sia garanzia di libertà ed uguaglianza, contro gli atti di gestione governativa autoritaria e centralista, diretti a impedire ogni manifestazione di critica e di dissenso.

Per legge "l'esercizio della libertà di insegnamento è diretto a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni." (Art. 1 del D.lvo 297/94 ).

È quindi dovere di ogni docente svolgere il ruolo didattico non disgiunto da quello educativo e formativo di cittadini consapevoli della società in cui vi viamo. Proprio per questo la nostra scuola garantisce la partecipazione democratica di docenti, genitori e studenti alla gestione della comunità educante.
Lorenzo Picunio - 24-09-2010
Sembra passare sotto silenzio quanto sta accadendo in questo periodo nel mondo della scuola italiana. Eppure, cose importanti stanno accadendo.
C'è un governo che punta a distruggere uno strumento di difesa dei diritti democratici quale è la scuola pubblica, strumento fondamentale per l'attuazione della Costituzione Repubblicana e in particolare del suo art. 3 (quello sull'uguaglianza sostanziale di tutti i cittadini): si vuole eliminare ogni possibilità di ascesa sociale per le classi lavoratrici, ridurre l'istruzione dei cittadini a livelli minimi, imporre come unico sapere socialmente diffuso la sottocultura televisiva dei media di regime.
Giovanni Pontillo - 23-09-2010
Non vorrei scrivere un articolo giornalistico a carattere sensazionalistico, ma vorrei soltanto capire , se qualcuno può aiutarmi, sul perchè oggi non vale più quello che ieri era il titolo di studio 'principe' per l'accesso al concorso e quindi ai ruoli di dirigente scolastico di scuola elementare.
Mi pongo questa domanda, visto che a mia moglie è stato negato l'accesso all'ultimo 'Corso Concorso' appunto per Dirigente, essendo Lei in possesso di diploma in 'Vigilanza Scolastica' conseguito tantissimi anni fà e cioè al finire degli anni ottanta. Questa vicenda sembra un assurdo all'italiana, visto che mia moglie come credo tantissimi/e suoi colleghi/e hanno aspettato per anni questa opportunità, avendo il titolo di studi idoneo, cioè quello 'giusto', che con un colpo di spugna si sono visti cancellare ed azzerare nel suo valore, dopo anni di attesa e prospettive, considerato che queste persone hanno interrotto i propri studi nella consapevolezza istituzionale che quanto raggiunto fosse idoneo nel tempo, quindi, non a scadenza, per l'accesso a tale tipologia di concorso.
Perchè una così irragionevole cambio di direzione sul valore dei titoli abilitanti?
Vincenzo Andraous - 22-09-2010
Su quel fazzoletto di sabbia dorata è accaduto qualcosa di ben peggio di una sperimentazione gruppettara tra minori annoiati, c'è il sentore strisciante di una pochezza educativa che espande una specie di tirannide rovesciata, e imputarla a dei bambini in vacanza è solamente un esempio brutale e completamente sbagliato.
Il nero accerchiato, umiliato, percosso, è il segnale ripetuto, ma costantemente rimosso, del continuo degrado senza ritorno, una demenza senile di partenza, una prepotenza intellettuale e culturale, che fa mancare una vera alleanza, una condivisione, una strategia e una passione, per riuscire a mettere un freno al disastro che minaccia soprattutto i più giovani.
E' una scommessa educativa che non prende quota, un salto qualitativo che non si realizza nonostante il decennio si concluda in maniera impietosa.
Enrico Maranzana - 21-09-2010
La scuola non funziona, è un'affermazione su cui converge un unanime consenso. Diverse e divergenti sono invece le ipotesi sull'origine del disservizio; di queste, molte derivano da fissità, dall'incapacità di osservare la scuola abbandonando il proprio vissuto, la propria esperienza. L'elemento d'immobilità riguarda la concezione della funzione docente, identificata con il "far lezione", con il confezionare le conoscenze disciplinari in modo da renderle gradite e assimilabili. Tale visione conduce a una scuola che funziona come un autoscontro dei lunapark: ogni vettura, che rappresenta una materia, segue il proprio percorso, entra in collisione con gli altri veicoli quando gli itinerari s'intersecano e, per evitare gli urti, si concordano le traiettorie.

Ma l'istituzione scuola non si fonda su tale idea: non a caso è denominata sistema educativo d'istruzione e di formazione, non è casuale che i singoli istituti scolastici siano autonomi, autonomia che "si sostanzia nella progettazione e realizzazione d'interventi di educazione, di formazione e d'istruzione".
Per identificare l'origine del malfunzionamento della scuola e preparare i metodi per il suo superamento è utile chiedersi: quale rapporto esiste tra le tre funzioni ora citate che dovrebbero caratterizzare la vita e l'attività delle scuole?
Francesco Mele - 19-09-2010
Voglio esprimere il mio plauso per la mozione approvata dall'assemblea dei docenti del Paradisi-Allegretti di Vignola, una scuola che sempre più spesso dimostra di avere un grande senso della dignità docente e la forza di farla emergere in tutta la sua potenza, nella condivisione e nella compattezza ...
Lo stesso sentimento va a tutti i contesti che in questi giorni si stanno mobilitando e facendo sentire la loro voce in difesa della scuola statale.

Anche solo un terzo di quanto scritto nella mozione darebbe ben altra dignità al nostro ruolo che stanno relegando a livello delle suole delle loro scarpe, con la complicità di guardiani di palazzo e relativi collaboratori che hanno dimenticato troppo presto le loro origini. Suole chiodate che, a lasciarli fare, lasceranno lacerate le membra di una professione da troppo tempo vituperata e impoverita ad arte nell'immaginario collettivo ma in cui rimane depositata, nonostante tutto, la speranza per un futuro migliore per il paese.

Occorre uno scatto d'orgoglio e far sentire la nostra voce ...
Giuseppe Aragno - 19-09-2010
Mi fa ridere. Lo dico onestamente, mi fa ridere l'allarme democratico che serpeggia per la vicenda della scuola di Adro. Prendetela come volete, le cose stanno così: io non riesco a credere nell'onestà intellettuale di chi ancora teme l'avvento d'un regime. Se questo fosse ancora un Paese serio, ne avremmo preso atto: il regime esiste ed è patetico protestare. Calamandrei, che tiriamo idealmente per la giacca ogni giorno, sarebbe tornato da tempo sui monti e non ci sono dubbi, è un assioma, una verità di per sé evidente e indiscutibile che non occorre dimostrare: la "Costituzione di fatto", cui si appellano sfasciacarrozze di ogni colore politico per governare la Repubblica, non esiste. E' solo una criminale manomissione delle regole fondanti della nostra vita politica.
Ci torno spesso, per non dimenticare, ora che tutto è stato cancellato da una legge elettorale priva di ogni legittimità: "i deputati e i senatori sono eletti a suffragio universale e diretto". Dettato costituzionale. Il regime c'è. Basta aprire gli occhi per vederlo e non ci sono dubbi: nessuno ha eletto i deputati e i senatori che sono in Parlamento.
Gianfranco Pignatelli - 15-09-2010
Vaccaro lui, vacche loro. Il capo mandria ha sostituito al consenso politico che accresce il partito il mercato che ingrossa la mandria. C'è la vacca che si concede prima e c'è quella chi si vende dopo a quarti interi. Ma se un capo scappa dal serraglio, allora è macelleria politica.
Francesco Mele - 13-09-2010
Ma a cosa ci opponiamo?

Ci opponiamo ad una riforma caduta dall'alto, senza dibattito e senza confronto, fatta da persone che non provengono dal mondo della scuola e che hanno mirato all'impoverimento dell'offerta formativa, togliendo risorse fondamentali per un normale funzionamento, disperdendo esperienze e preparazione maturate in decenni di serio lavoro.

Ci opponiamo, quindi, alla concreta impossibilità di contribuire democraticamente alla costruzione di una scuola migliore, che parta dalle migliori sperimentazioni realizzate in questi anni e miri agli esempi che ci offrono altre nazioni, con formazione permanente e obbligatoria, ma soprattutto con investimenti.
Giuseppe Aragno - 13-09-2010
Dietro il fumo sollevato da Fini, che a Berlusconi una mano gliel'ha data più d'una volta in vent'anni, lo sfascio si vede chiaro. La scuola, per cominciare. C'è un mistero truccato da ministro - "il mio nome è nessuno", diceva l'omerico Odisseo - che generosamente regala gemme di sapienza. Giorni fa, con l'aria di chi legge la bibbia, ha dichiarato: "Le riforme sono più importanti delle risorse". Un esempio classico della celebrata "politica dei fatti": per smantellare un Paese non occorrono capitali. Basta cambiar le regole, insistere sui luoghi comuni del merito e della responsabilità, cancellare il tempo pieno, ridurre il tempo scuola, ignorare le regole sulla sicurezza, imbavagliare gli insegnanti di ruolo, licenziare i cosiddetti "precari", fucilare la sperimentazione dopo processi sommari al Sessantotto, et voilà, il gioco è fatto. Gioco al massacro, non ci sono dubbi, ma chi c'è nel Paese che stia sulle barricate coi precari?
Maristella Curreli - 11-09-2010
Uno smottamento epocale, non c'è dubbio, fa tanto rumore ed alza pure un gran polverone mediatico. In esso si perdono ragioni e responsabili. Dalle prime impressioni, il cordoglio per il disfacimento della scuola sembra sincero ed unanime. Ma chi la frequenta, ne fruisce e ci lavora, riconosce bene l'ipocrisia e l'ignavia di chi ha consentito che si minassero le sue fondamenta fino a ridurla in macerie. Loro ricordano bene i propedeutici linciaggi mediatici orchestrati da ministrucoli livorosi e insipienti. A devastarla un liquidatore saccente che la considera un costo, un luogo d'approdo per chi cerca solo un posto. A fargli da palo, nel ruolo dell'inutile appendice, una novizia della politica imbucatasi nei giardini di Arcore che, al pari del padrone di casa e di partito, non l'ha né frequentata né mai amata, avendo preferito i vantaggi delle scuole private al rigore di quella pubblica, quelle frequentate dai paganti a quella frequentata dagli studenti.
Roberta Roberti - 10-09-2010
Mi sono domandata spesso negli ultimi anni quali siano i criteri sulla base dei quali vengono scelti i funzionari ministeriali. Mi sono detta che senza dubbio erano loro richieste cieca obbedienza, entusiastica adesione al dettato ministeriale, fedeltà incondizionata... linea di fermezza, insomma.

Tuttavia, dopo la faccenda che ha coinvolto il mio leader, Francesco Mele, visto che già so che verrò annoverata fra i suoi pericolosi seguaci, devo ammettere come mi fosse sfuggito un altro innegabile pregio di tanti dei nostri dirigenti: l'arguzia.

Come Walt Disney in alcuni suoi film animati, qualcuno ci ha voluto mandare un sottile messaggio... sub-liminale.
Maurizio Tiriticco - 08-09-2010
Leggo su "ItaliaOggi" del 31 agosto (pag. 31) che il trend di femminilizzazione del nostro corpo docente è ormai irreversibile: il 100% nella scuola per l'infanzia; il 96% nella primaria, il 78% nella media, il 64% nel secondo ciclo; e tende ad aumentare.
Il maestro elementare di un tempo è ormai definitivamente scomparso, forse anche perché i maschi non hanno mai avuto un debole per l'insegnamento. Fin dalla nascita della nostra scuola - siamo nel 1861 - i maestri patentati dal Comune erano pochi in quanto lo stipendio era basso e le classi elementari, soprattutto le prime due obbligatorie, assai numerose, anche oltre i 40 alunni; la preparazione di maestri, e delle maestre, era improvvisata e le punizioni corporali erano all'ordine del giorno.
Non va comunque dimenticato che proprio dopo l'Unità del Paese la ricerca pedagogica e la pratica didattica ebbero il loro abbrivio e che abbiamo avuto maestri e ministri anche attenti a quella che possiamo chiamare la "questione educativa".
Claudia Fanti - 07-09-2010
E' ridicolo, quasi irriverente, analizzare ciò che succede nei collegi dei docenti della cosiddetta primaria, mentre è in atto la lotta dei precari per la sopravvivenza, eppure credo sia necessario il farlo. Per onestà, per trasparenza, per i valori che si ispirano alla Costituzione.

Onestà verso i minori, verso i disabili, verso gli stranieri, verso i remigini, piccoli inconsapevoli dell'obbrobrio che la riforma ha portato in aula.

Non più riflessioni fra di noi su metodologia, didattica, saperi, conoscenze, ecc. Bensì riflessioni su come fare quadri orari mostruosi che consentano di far quadrare il cerchio del riempire, con i docenti disponibili (rimasti!), le ore e i buchi inevitabilmente creati dall' organico del "maestro unico" gelminiano, il quale fa a pugni con le richieste di ore delle famiglie, richieste che non sarebbero certo in contrasto con una buona scuola dei tempi distesi voluta e desiderata da docenti ed esperti di pedagogia e psicologia, ma lo diventano per la necessità di tappare, otturare le falle della contrapposizione fra legge e realtà, fra legge ed esigenze sacrosante di didattica delle discipline, di buona relazione con le bambine e con i bambini (tanti e diversi in ogni classe), di buone relazioni fra insegnanti.

Nell'aria che sa di gesso, c'è odore d'arena!
CUB Piemonte Ufficio Stampa - 07-09-2010
Il Coordinamento nazionale Cub - Scuola Università Ricerca prende atto che, nell'incontro del 30 agosto scorso tra ARAN e OOSS concernente il rinnovo delle RSU non è stato preso alcun impegno circa la data delle elezioni e che in tale sede ci si è limitati a fissare per il prossimo 7 settembre un tavolo contrattuale per la definizione dell'accordo quadro sui nuovi comparti di contrattazione. E' bene ricordare che già nell'autunno scorso, adottando argomentazioni pretestuose, il Governo e le organizzazioni sindacali concertative (unica eccezione, in questo caso, la FLC-CGIL) fecero slittare di un anno il rinnovo delle RSU nella scuola.
Vincenzo Andraous - 06-09-2010
Carcere, fine pena mai, visioni nel mondo di quegli ultimi tanto nascosti che fatichiamo ad accorgercene. Vincenzo Andraous, con implacabile puntualità, torna a parlarcene. E si rivolge al cuore di chi, adulti, educatori, genitori, insegnanti, decisori a vari livelli, può forse chiedersi: che cosa occorrerebbe cambiare perchè la rotta davvero cambi? Un saluto riconoscente all'amico Vincenzo e un sentito buon lavoro.
La Redazione



Tra un morto ammazzato e un carcere costretto a vivere del suo, ecco che un paio di detenuti hanno pensato bene di levare le tende, darsela a gambe.
Un'evasione da non poter essere neppure raccontata, perché privata in partenza di ogni letteratura, di qualsivoglia vanteria criminale. Se ne sono andati dentro un vero e proprio tradimento culturale, volgendo le spalle a quel patto di lealtà, stipulato innanzitutto con se stessi, con le Istituzioni, con la gente all'intorno, ristretta e libera.
Doriana Goracci - 04-09-2010
Passeggiavo per un certo parco di Tuscania, magnifico, per certa costa di lago, Capodimonte: la gente era stravaccata, di domenica fine agosto. Tribù di donne e uomini, in disordine sparso, all'ombra e al sole, giochi di carte di lettura di sonno di mangiate di castelli fatti con le mani e i sassi e le foglie, musica e ancora persone sole e accompagnate, orribili "favelle" che si incrociano...Italia anche questa. Mi sono detta quando hanno cominciato ad angosciarci con questa storia del Peccato così poco originale...
Giuseppe Aragno - 01-09-2010
In un nido di serpenti, tutto striscia e ognuno cambia pelle. Se la Francia oggi espelle e deporta, un tempo, superato l'ospitale confine, il profugo, salvo, sospirava: "ho due patrie, la mia terra e la Francia". Se un "civile" presidente occidentale imbarbarisce, una occidentale che lotta per i diritti è minacciata. Nessun paragone: nulla giustifica la campagna d'odio contro Carla Bruni, nemmeno la campagna d'odio del marito, Sarkozy. Saggio, però, ci appariva Shakespeare, quando saggi eravamo: "La malvagità che mi insegnate la metterò in opera e sarà difficile che io non abbia a superare i maestri". Qui da noi cambia pelle persino l'antica questione del Sud. Se per smodato egoismo, amor di campanile oppure impazzimento, non è chiaro, ma nel corpo del paese una ferita è aperta, la gangrena attacca ciò che resta di sano e lo corrompe.
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