Giuseppe - anno scolastico 2007-2008
Giuseppe Aragno - 29-08-2008
Ogni volta che parla, ministro, lei diventa la prova provata delle sue mille ragioni e non ci sono dubbi: se è giunta a farsi governare da una personalità della sua statura politica e culturale, lei ha perfettamente ragione: la scuola ha irrimediabilmente fallito. La rifondi, perciò, per favore. Trovi il coraggio di farla a sua immagine e somiglianza. Animo.
Giuseppe Aragno - 05-08-2008
Dallo Speciale Racconti



Dove hai messo radici lasci sempre qualcosa di te stesso e i distacchi sanno essere spesso dolorosi. La "promozione sindacale" a responsabile di zona mi strappò alla Siberia dopo quindici anni di sogni, speranze e delusioni. Come spesso accade, però, le "terre di confine"ti entrano nel sangue e, quando te ne vai, ti smarrisci, come a mare talvolta, se una nebbia improvvisa cancella le luci del porto nel buio della notte.

Giuseppe Aragno - 11-07-2008
Marina Petrella, ex brigatista, ha alle spalle una condanna all'ergastolo e otto anni di galera scontati per "pena preventiva". Vive in Francia da oltre diciassette anni alla luce del sole: non è clandestina, lavora, ha una figlia, possiede regolari documenti e non ha mai tenuto nascosto il suo terribile passato. E' andata così perché nel 1985, al Congresso della Lega dei diritti dell'uomo, Mitterand, non ultimo tra i presidenti della repubblica francese, prese solennemente impegno di concedere asilo politico a tutti gli italiani fuggiti in Francia in seguito alle vicende legate ai cosiddetti anni di piombo.
Giuseppe Aragno - 02-07-2008
Maroni lo sa, ma finge di ignorarlo. Lo sanno le bande leghiste e i sedicenti deputati, sistemati in Parlamento dai segretari di partiti ormai apolitici in virtù di una legge che nega agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti. E' noto a tutti: buona parte dei figli di mafiosi e camorristi - muschilli, pusher e picciotti - quasi sempre italiani, frequentano la scuola poco e male e, fin dalla nascita, sono educati dai genitori all'esercizio della violenza, al furto, allo scippo, alla rapina e ad un totale disprezzo della legalità.
Giuseppe Aragno - 14-06-2008
Chiediamocelo, quindi: così stando le cose, che manuali di storia giungeranno a scuola? Lelio La Porta li immagina figli dalle "conquiste" del revisionismo storiografico e, su "Rinascita" del 5 giugno, teme "un'opzione ideologica che trova il suo retroterra nel ventennio fascista e nella possibile riscoperta di un testo unico di storia". L'ipotesi è ottimistica e irreale. Un testo unico toccherebbe troppi interessi e comporterebbe scelte apertamente autoritarie. Aspettiamoci di peggio.
Giuseppe Aragno - 07-06-2008
I ragazzi che lottano a Chiaiano quasi certamente non sanno quant'è pericoloso il diritto e che rapporto perverso c'è, di fatto, tra l'arbitrio e l'uso legale della forza che tocca allo Stato in quanto espressione concreta dell'astratto potere che deriva dal diritto. Un potere disumano, che decide a priori la norma, la sua efficacia e i suoi limiti. Un potere che alla norma chiede di conseguire soprattutto uno scopo: concorrere a mantenere l'ordine.
Giuseppe Aragno - 30-05-2008
Abbiamo un governo stabile, che gode di un largo consenso nel Paese e riscuote apprezzamenti significativi tra le file d'una opposizione che ha fatto della collaborazione e del dialogo il tema caratterizzante della sua presenza in Parlamento. Una presenza ornamentale.
La grande stampa, impegnata a navigare a vista, sottocosta, in attesa di veline, disegna quotidianamente un paradiso terrestre guastato per diabolica protervia dai napoletani e dalla loro spazzatura e tutto, persino le manganellate, tutto si va facendo soffice e ovattato.
Giuseppe Aragno - 24-05-2008
Me ne sto zitto e se la salute non è quella d'un tempo, tutto sommato, è un bene e mi sento protetto. Passo il tempo tornando a Montesquieu, Locke, Kant e Spinelli, ai rari libri che amo, "perché cultor di pochi libri vivo", come insegnava Foscolo ai miei anni giovani e lontani, e mi piace pensare che il senso d'oppressione che mi inquieta, nasca da una febbre ostinata e dal filo d'asma che ne deriva stringendomi la gola.
E' però non inganniamo noi stessi.
Giuseppe Aragno - 10-05-2008
Se l'amico-nemico Berlusconi non avesse sfondato la linea del Piave, il nuovo che avanza avrebbe affidato Scuola e Università a Maria Pia Garavaglia. Ombra di antica storia, vice sindaca a Roma e ministro con Ciampi, approdata alla corte americana del Partito Democratico dopo una vita nella Democrazia Cristiana e gli anni di militanza nella Margherita, quando un'insospettata vocazione ortofrutticola, zoologica e botanica ha sostituito i partiti con asinelli e cespugli, querce e rose nel pugno.
Giuseppe Aragno - 01-05-2008
I nemici del paese vero, quello che pena, stenta, lavora e dispera, sono oggi tutti là, in un'assemblea di nominati senza alcuna delega che consenta rappresentanza, condotti in Parlamento da una legge elettorale incostituzionale e molto più fascista di quella del fascista Acerbo. La copertura legale necessaria a giustificare l'esistenza di uno scempio che pretende di essere Parlamento, verrà dai colpi alla Costituzione che questa assemblea autoconvocata pretenderà di far passare per leggi.
Giuseppe Aragno - 24-04-2008
E' difficile dire se il leader più americano della storia italiana ne sia consapevole, ma non ci sono dubbi: Federico Augusto Von Hayek inserirebbe Veltroni nella chiacchierata schiera dei "costruttivisti". Non semplicemente un uomo "costruttivo", com'è giusto che sia un politico di limpida ispirazione anglosassone, ma uno dei quei capi carismatici che si sentono nati per fare la storia.
Giuseppe Aragno - 03-04-2008
Due notizie. Piccole certamente, di quelle che non fanno strada in questo nostro paese che di qui a qualche giorni riprende la corsa e, a dar retta a Veltroni, sarà un altro mondo. Nuovo. Soprattutto nuovo, perché non ci sono dubbi: guardiamo lontano e in cielo splende la stella cometa.
Due notizie. La prima è francese e mette tristezza: contro i tagli alla scuola prodotti dalla filosofia politica del presidente consorte di madame Bruni, s'è levata come un sol uomo tutta intera la Francia.
Giuseppe Aragno - 28-03-2008
Se ne sono accorti all'improvviso gli uomini di Veltroni. Quali? Quelli che, se squarci il velo del "siamo il nuovo che avanza", sono in larghissima parte gli uomini di Prodi, i protagonisti del disastro dell'Unione, il vecchio più vecchio dell'Italia politica. Il 13 e il 14 aprile, sostengono questi campioni della trasparenza, non andremo a votare. Non sono impazziti, no, non si tratta, come potrebbe sembrare a prima vista, di una dichiarazione d'astensione.
Giuseppe S. - 17-03-2008
Il Comitato genitori alunni disabili della Provincia di Salerno Le invia la petizione allegata, facendo appello alla Sua dignità di uomo prima che al Suo dovere di servitore e tutore della Costituzione italiana.
Le 180 famiglie che hanno firmato questo documento lo hanno fatto per cercare di essere ascoltati, per trovare aiuto alle loro immense difficoltà nel garantire ai propri figli un'istruzione ed un'integrazione scolastica continue ed efficaci.
Giuseppe Aragno - 14-03-2008
Il Pil cresce quanti più uomini schieriamo in armi per esportare la democrazia a colpi di cannone, quanti più carri armati, aerei e sommergibili acquistiamo; il Pil cresce ogni volta che investiamo risorse per tenere in piedi la baracca cilena di Genova e dintorni; il Pil cresce quando tagliamo salari e pensioni e ignoriamo il diritto alla salute e allo studio.
Giuseppe Aragno - 07-03-2008
Il mondo rotola, certo. Alba Sasso, fino a ieri compagna di partito di Veltroni e oggi, ancora oggi, al governo con Fioroni e soci, giorni fa sul Manifesto scriveva scandalizzata: "Fondi nella scuola pubblica, siamo gli ultimi della classe". Giorni fa. E prima tutto andava meglio? L'evidente mancanza di cultura istituzionale, l'arrogante disprezzo per la Costituzione, l'ignoranza totale di ciò che avviene davvero nella scuola - che sopravvive, e a volte vive, nonostante il Parlamento dei "nominati" - tutto questo è cominciato oggi, con la campagna elettorale di Veltroni? Oggi scopriamo che per ridurre un paese allo sbando basta aprire la scuola alla concorrenza, ridurre il sapere a merce, presentare un prezzario e consentire che chi più ha più sappia? Oggi raccontiamo alla gente che l'Ocse punta il dito da anni contro la scuola misurata con logiche econometriche, tutta bollini qualità, competizione e azienda? Oggi scopriamo i danni delle campagne di stampa contro gli insegnanti "assenteisti"?
Giuseppe Bagni - 28-02-2008
A scuola l'altro giorno un bambino ha disegnato l'orizzonte del mare mosso dalle onde e coperto di barche. Sapeva che una barca diretta verso il largo sparisce alla vista ma c'è sempre, così come le onde che si rompono sulla spiaggia. Disegnava quello che sapeva esserci, non quello che vedeva davvero.
Piano piano imparerà che l'orizzonte è una semplice riga.
Giuseppe Aragno - 26-02-2008
Non si chiamerà Corporazione, questo è certo. Tuttavia, se metti Colaninno e i padroni, assieme a operai come quelli Thyssenkrupp, quotidianamente esposti al colpo nella schiena vibrata dai padroni e, per dirimere le più che probabili controversie, ti affidi a Pietro Ichino, per una legge che offra copertura legale alle imprese per i licenziamenti senza giusta causa, beh, se tutto questo accade, la Corporazione l'hai messa su nei fatti, alla faccia del "nuovo".
Giuseppe Aragno - 23-02-2008
Roma ebbe timore delle sottigliezze dialettiche e diffidò delle speculazioni teoriche e dogmatiche. Cicerone, che fissò le basi della filosofia romana, tradusse e rielaborò il pensiero greco, ma approdò ad una concezione della ricerca del sapere, intesa come strumento di crescita di una società formata da individui capaci di vivere in armonia con le proprie inclinazioni naturali, ordinate razionalmente a vantaggio della comunità. Platone, Aristotele, Epicuro, gli stoici, non erano assenti, ma volavano meno alto, piegati e modificati al fine politico della formazione della classe dirigente; il "saggio" romano è tale, in quanto capace di compiere il proprio dovere morale prendendo parte al vita e alla direzione della cosa pubblica. Saggio, in quanto membro consapevole d'una realtà collettiva, sociale e politica, regolata dalla ragione.
Giuseppe Aragno - 16-02-2008
E' un tempo nuovo. Nuovi di zecca sono Veltroni e Berlusconi, nuova - e segno del tempo nuovo - è la caccia alle streghe che a Napoli ha chiarito in maniera esemplare cosa intende per "difesa della vita" la premiata ditta "Ruini & Ferrara". Spinta dalla denunzia, naturalmente anonima, di un fantomatico aborto fuorilegge, la polizia, con sorprendente e inconsueta alacrità, s'è riversata in forze, sirene spiegate, al secondo Policlinico di Napoli che, come tutti ben sanno, è una pericolosa roccaforte del crimine organizzato.
Giuseppe Aragno - 05-02-2008
Ada è un personaggio straordinario. Se racconta la sua vita a studenti che in genere non amano la storia, i ragazzi si incantano, rapiti da una loro lontana coetanea che, nel '36, quando s'apre lo scontro mortale col nazifascismo, a soli 19 anni, attraversa l'Oceano e accorre con la famiglia in Spagna al fianco dei repubblicani. L'ascoltano ammirati come se ancora leggesse i comunicati di "Radio Spagna Libera", la famosa emittente di Barcellona creata dal padre per il governo Negrin: Ada è la voce della Spagna aggredita che giunge nelle case degli italiani e scatena l'ira impotente di Mussolini. "Non vinceremo subito, ha ammonito Rosselli, ma vinceremo", e lei ripete la sfida, sorprende il regime e, sotto le bombe sganciate dai Fiat Br20 su città inermi, denuncia la furia omicida degli aggressori e affida alla storia le ragioni della democrazia. Un racconto che ha per gli studenti il fascino dell'epopea e il valore inestimabile d'una testimonianza sulla dimensione etica dell'agire politico, smarrita nell'opulenza malata del consumismo.
Giuseppe Aragno - 02-02-2008
La città ha in mano la piazza, in un delirio di lazzi e bandiere festose e sventolanti. Il resto sarà storia: in piazza del Plebiscito, dov'è trincerato Bassolino, il "nuovo" di Veltroni qui in Campania, la gente recita composta la sua parte e la raccolta differenziata, che non sa, si maligna, o non vuole fare, si compie rapida e ordinata: lentamente, ma inesorabilmente cumuli di bottiglie di vetro affiancano montagne di cartone e mentre una montagna di bottiglie di plastica si leva fino al cielo, squadre di celerini mortificati fronteggiano interdette la spazzatura che sale. E non ci sono dubbi, non basta manganellare: in quella spazzatura va affondando il Palazzo.
Giuseppe Aragno - 28-01-2008
Sarebbe un'amara e inutile soddisfazione stare qui a rivendicare oggi ciò che è sotto gli occhi di tutti: la facile profezia s'è avverata. Il governo Prodi apre la via a un sistema autoritario di cui non è possibile prevedere i connotati o la durata, ma che ha la sua ragione d'essere nella convergenza d'interessi tra quelle forze politiche eversive che, sia pure secondo stili diversi, dal 1994, si sono dimostrate il braccio armato del capitale nel nostro paese. Dietro - si potrebbe obiettare - non c'è una dottrina politica. Ed è probabilmente vero. Non è meno vero però che nei primi anni Venti c'erano i fascisti benché non ci fosse il fascismo.
Giuseppe Aragno - 18-01-2008
Non rischierò di apparire anticlericale e qualunquista perché colgo nelle intese extraparlamentari tra Berlusconi e Veltroni una commistione spuria che non riguarda, come ci si fa credere, le regole del gioco, ma la filosofia che le ispira e che si pone, nel suo insieme, contro i principi della Carta costituzionale. Sarebbe sin troppo facile replicare che, fino a quando l'omicidio Matteotti non diede la misura esatta dell'abisso in cui era precipitato il Paese, di "qualunquismo ante litteram" furono accusati i pochi che ebbero mente e cuore per dichiarare che, di fatto, la collaborazione di De Nicola e Croce con Balbo, Bottai, De Vecchi e Mussolini, apriva la via a un regime. Sarebbe facile, ma non serve: tutti sanno come andò a finire. I fatti compiuti, ci si può poi dividere sulla loro interpretazione, sono, per chi osserva la realtà, ciò che i "corollari" rappresentano per la matematica: una verità condivisa, una proposizione che risulta logicamente da una verità dimostrata in precedenza e che non esige, quindi, una nuova dimostrazione.
Si può discutere sull'opportunità "tattica" di criticare un papa invitato ad inaugurare l'anno accademico di una università pubblica e si può condividere l'opinione che meglio sarebbe stato attaccare a fondo il rettore che ha ritenuto d'invitarlo. Si può convenire sulla valutazione negativa d'una protesta laica che, sbagliando obiettivo, consente ai clericali un'offensiva mediatica micidiale e chiaramente vittoriosa. Tutto questo si può e si deve fare in un dibattito serio tra cittadini che discutano sul sistema di valori che è alla base della Repubblica. Meglio ancora, tuttavia, e direi anzi doveroso, sarebbe sforzarsi di inserire il fatto nel contesto che lo determina.
Giuseppe Aragno - 12-01-2008
La giornata è livida. Il cielo non può essere indifferente e la pioggia sottile che viene giù invisibile è la sua maniera di partecipare alla tragedia corale che buona parte delle televisioni e dei giornali raccontano come impone il potere, oscurando la furia cilena delle forze dell'ordine, ingigantendo le pattuglie sparute di facinorosi per farne il simbolo d'una protesta che si fa di ora in ora più consapevole e civile e tacendo su veleni e milioni gestiti dalla camorra per conto di "civilissimi" imprenditori di mezza Italia nel silenzio connivente di politici buoni per ogni stagione.
- A Pisani non è facile andarci. I pullman tornano indietro prima della "Montagna Spaccata" o fanno inversione sulla collina dei Camaldoli; da Montesanto, i treni della "Cumana", passata la "Trencia" e si fermano a Pianura. Oltre non va, ripetono cortesi e sconsolati gli immigrati dai loro banchetti variopinti, intrappolati tra file d'auto incolonnate e montagne di spazzatura imputridita. Sono certi: a Pisani è l'inferno, neanche a piedi si passa.
Giuseppe Aragno - 03-01-2008
Non è vero che "la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto". Non è vero nemmeno che ripudia la guerra e "promuove lo sviluppo della cultura provvedendo alla formazione dei cittadini e sostenendo le spese per la scuola dello Stato". Non è vero. La Repubblica sostiene ormai le spese delle scuole confessionali e lascia le università in balia dello strapotere dei "baroni".
Sessant'anni dopo la sua nascita, pochi o molti che siano, la Costituzione della Repubblica, mai completamente attuata, viene fatta passare dalle classi dirigenti come un ferrovecchio da rottamare.
Giuseppe Aragno - 14-12-2007
Quella democrazia - qui è il presente, qui penso a Veltroni e soci - che muore senza la centralità del lavoro, la pari dignità di uomini e popoli diversi tra loro per religione e razza, la laicità dello Stato, il ripudio della guerra e istituzioni che assicurino formazione ai giovani e decoro agli anziani.
Dal 1960 è trascorsa una vita. Abbiamo visto Gorbaciov fallire, il muro di Berlino cadere, l'Urss cedere sotto il peso delle sue contraddizioni e il capitale vittorioso dettare le sue atroci condizioni. Una rivoluzione tecnologica di dimensioni epocali sconvolge rapporti economici e modi di produzione, scuote alla base le relazioni sociali e spegne gli ideali in nome di un pragmatismo intriso d'opportunismo.
Giuseppe Aragno - 08-12-2007
Sul "Manifesto" di domenica due dicembre, Enzo Mazzi scrive che un'affermazione ha in sé il "senso di don Milani": quella in cui si dice che "il mondo ingiusto l'hanno da raddrizzare i poveri e lo raddrizzeranno solo quando l'avranno giudicato e condannato con mente aperta e sveglia come la può avere solo un povero ch'è stato a scuola". Letta oggi, è "una frase problematica, perché i poveri hanno avuto ed hanno la scuola. Ma il mondo non sembra che sia stato raddrizzato".
Giuseppe Aragno - 24-11-2007
In questo clima, la scuola è sempre più nell'occhio del ciclone. Non fa meraviglia perché nessun regime nella realtà del mondo di oggi può consentirsi una scuola libera e forte, capace di costruire intelligenze critiche e, quindi, di condizionare la politica che, per suo conto, ha tutto l'interesse a indebolire la scuola. Se la politica serve la politica e ignora la gente, la scuola va annientata. Accade così che un Parlamento nominato dai partiti e privo di una reale legittimità politica e morale, si occupi della scuola attraverso lo sguardo deformato di un ragioniere alla Quintino Sella che la cui politica scolastica si riduce ad un problema di partita doppia.
Giuseppe Aragno - 17-11-2007
M'immaginavo il Canada come terra di boschi e nevi, di monti e di spazi sterminati e me lo sono travato davanti chiuso in un cubo tutto vetri spessi e metalli anodizzati. Un'improvvisa galera fatta di sbarre trasparenti per immigrati e presunti delinquenti: tu ci vai perché il cielo è assai vasto e la neve immacolata, e ci muori fulminato e filmato: la sicurezza spara, le pistole nuove col raggio elettrico ti fanno cianotico, un breve contorcimento, un'atroce coinvulsione ed è giunta la fine.
Giuseppe Aragno - 06-11-2007
Più mi capita di ascoltare Fini più, per trovare conforto, mi attacco alla speranza e cerco Prodi. Più la parola passa però a Prodi, più sento che la speranza ha lo spessore impalpabile dei sogni che possono trasformarsi in incubi e dispero. Per vincere il gelo dell'angoscia, confido allora in quelli che un tempo ho avuto per compagni, ma i compagni balbettano e, più gli altri strillano, più essi esitano di fronte alla marea che li sormonta. al clamore assordante delle ruspe, all'improvvisa ondata di sgomberi e espulsioni indiscriminate, ai segnali allarmanti d'una caccia all'uomo che riporta alla mente squadristi e spedizioni punitive.
Giorni così non è facile viverli.
Giocare col fuoco" scriveva ieri sul "Manifesto" Marco Revelli, e proseguiva: Quanto avvenuto in Italia in questa maledetta settimana di Ognissanti non ha paragone con nessun paese civile".
Giuseppe Aragno - 01-11-2007
Il "Corriere" non ci ha pensato un momento e in prima pagina ieri a ragionar di storia c'erano, come vogliono i tempi, Veltroni, che ha la stoffa di Tacito, e Pierluigi Battista, che s'è scelto a modello Emilio Fede e, in vista del "listone", fa la campagna acquisti per il suo Berlusconi [1].
Per carità, quando si tratta di fede occorre portare rispetto: ognuno si sceglie i suoi santi e ogni santo ha i fedeli che si merita. Se il Vaticano riserva la gloria degli altari a tonache falangiste e cappellani di Francisco Franco, caudillo feroce e insanguinato, Veltroni, duce del neonato Partito Democratico, ha tutto il diritto di credere nel Battista e pensare al futuro, ora che lo stipendio non lo riscuote più a Botteghe Oscure. Per un ex dirigente del partito comunista che intende rinnegare il suo passato, tutto sommato la scelta è obbligata e non fa meraviglia se, tra tutti gli storici che passa il convento, provi a reclutare tra le sue truppe cammellate Andrea Graziosi, che proprio in questi giorni ha dato alle stampe una storia dell'Unione Sovietica che lo pone meritatamente tra gli studiosi italiani di statura internazionale.
Giuseppe Aragno - 27-10-2007
Se si ripercorre a ritroso la vicenda della scuola della repubblica, non si può fare a meno di rimanere negativamente sorpresi dai suoi ritardi. Abbiamo cominciato a studiare Educazione Civica intorno al 1957 e, fino al 1960, i programmi di storia escludevano il fascismo e la Costituzione e si fermavano al "Duca della Vittoria".
Prima del Sessantotto, il solo cambiamento significativo che abbia segnato sul piano strutturale la storia del nostro sistema formativo è stata l'istituzione della scuola media unica che, in piena armonia col dettato costituzionale, realizzava un passo concreto - e tardivo - nella rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione dei lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Giuseppe - 25-10-2007
Dopodomani sciopero generale della scuola. Da quanto lo chiedevamo, e quanto ci siamo disperati tutte le volte che veniva negato, rinviato, cancellato.
E quante polemiche ed accuse rabbiose.

Eppure in rete non se ne legge un cenno. In alcuni siti addirittura compaiono tentativi di rivalutazione del ministro Fioroni.

Cosa pensare?
Giuseppe Aragno - 20-10-2007
Premiare il merito: è la ricetta per la scuola nuova. Ci giurano in tanti che pare la sappiano lunga e dev'essere vero. Premiamo il merito e faremo cultura. Il diavoletto critico e sessantottino che mi porto dentro è pronto ad obiettare: "in che consiste il merito? Se rispondo col filosofo del Rinascimento - "conoscere tutto di una cosa sola e qualche cosa di tutto" - dico una verità pericolosa. Il massimo del merito, rispetto al massimo della specializzazione, potrebbe dare al più quei moderni specialisti che sanno tutto di qualcosa e nulla di tutto il resto. Se premio il merito, in questo caso, faccio spazio a una dottrina che, più cresce e si perfeziona, più si allontana dalla cultura. Un merito arido, che si chiude nell'ambito ristretto di una professionalità che non ha necessariamente contatti con gli uomini e la loro umanità.
Giuseppe Tuozzo - 18-10-2007
Per rimanere solo a quest'anno scolastico, sono stati tagliati 350 posti di sostegno. Ora veniamo a sapere che tra qualche giorno l'USP assegnerà 45 nuove cattedre sulle varie classi di sostegno. Questo è tutto? E gli altri (al minimo) 300 alunni disabili? E gli altri 300 precari? Sono sfortunati o che? Hanno perso alla lotteria o stiamo parlando di diritti e dignità negate alle famiglie ed ai precari?
Abbiamo la sensazione di essere presi per i fondelli con in più un Ministro della Pubblica Istruzione, On.
G. Fioroni, che candidamente afferma di voler ridurre significativamente in futuro il numero e il ruolo degli insegnanti di sostegno e di modificare addirittura la Legge 104!
Giuseppe Tuozzo - 12-10-2007
Stamani tramite il CSA di Salerno abbiamo saputo che le cattedre assegnate sul sostegno alla nostra provincia sono 45, ancora non si conosce però la ripartizione fra i vari ordini di scuola. Francamente ci aspettavamo di più, ma è comunque un risultato importante ottenuto SOLO grazie alla grande mobilitazione del Comitato dei docenti precari e del Comit. dei familiari degli alunni disabili, con il supporto dei COBAS scuola di Salerno E' solo il primo risultato, la mobilitazione continuerà fino alla reintegrazione di tutte le cattedre eliminate!
Giuseppe Aragno - 12-10-2007
Oggi, ancora una volta, un governo deciso a salvaguardare i redditi, le rendite e i dividendi delle classi dirigenti, strombazza dalle televisioni più o meno irreggimentate, i risultati di un referendum sindacale che stracciano le più rosee aspettative del padronato, annichiliscono le maggioranze bulgare e ci proponongono, nell'apparente compattezza dei sì, un'immagine paurosamente disgregata e sostanzialmente falsa d'un paese indecifrabile, d'una classe lavoratrice ripresa attraverso lo specchio deformante di un voto che, a leggerlo, richiama alla mente Salvemini, Giolitti e il ministro della mala vita. Un voto che ha escluso i precari e i disoccupati e nasce dalla paura di una destra di cui la sinistra è perfetta supplente.
Contro il ministro della malavita, nella mia Napoli fatta a pezzi dalla cecità del centro sinistra, rompendo con le appartenenze, schierandosi allo stesso tempo con i lavoratori della la Fiat e dell'Alenia e con gli innumerevoli compagni esclusi dal voto per misura profilattica, 932 dei mille operai della Fincantieri, pari al 92 % dei votanti, hanno risposto "no" a governo e sindacato. Un no che fa a pugni con la limpida vittoria del sì ed è la chiave di lettura d'un inganno durato anche troppo. Nella dottrina politica che gli inglesi chiamano liberalismo e che il nostro governo scimmiotta, dire democrazia vuol dire sostenere i diritti delle classi subalterne contro i privilegi di quelle dominanti. Non c'è bisogno di Marx, per leggere in quello che accade i rischi d'una involuzione autoritaria. E non basta alzare la bandiera dell'interesse delle classi deboli, per dire di essere democratici.
Giuseppe Aragno - 05-10-2007
Cancellando la vergogna con un'arroganza che non conosce limiti, Tommaso Padoa Schioppa ieri ha mostrato senza alcun timore il volto d'un potere che si sente ormai arbitro di se stesso e signore del bene e del male. "Bamboccioni". Per Tommaso Padoa Schioppa, figlio dei mercati e della finanza, sacerdote della chiesa neoliberista e artefice di primo piano dello sfascio materiale e morale nel quale rischiamo di affondare, per Padoa Schiopa i nostri ragazzi sono bambolotti. Pupazzi sono i giovani senza lavoro e senza futuro, bambocci gli eterni apprendisti, gli adolescenti a vita, le vittime sacrificali del lavoro interinale e del part time trasformate in merce da prestare a questo o quel padrone, a carne da macello per questa o quell'avventura militare.
Giuseppe Tuozzo - 05-10-2007
Dopo 40 giorni di lotte, manifestazioni, presìdi, sit-in, volantinaggi e incontri istituzionali, i docenti precari di sostegno e le famiglie dei diversamente abili si ritrovano al punto di partenza!
In questi giorni di grande mobilitazione, locale e nazionale, si sono spese tante chiacchiere:articoli sulla stampa, solidarietà di qualche politico, interrogazioni parlamentari ecct ma in concreto RIMANGONO I 355 POSTI TAGLIATI SUL SOSTEGNO AI DIVERSAMENTE ABILI!
Giuseppe Tuozzo - 26-09-2007
Il 14 ottobre tutti gli italiani saranno chiamati a votare democraticamente per l'elezione dei vertici del nuovo Partito Democratico di cui faranno parte anche il ministro della Pubblica Istruzione Fioroni ed il viceministro Bastico.
I docenti precari sono molto delusi dalla politica scolastica messa in atto dal ministero visti i pesanti tagli agli organici degli insegnanti di sostegno, molto penalizzanti nei confronti degli studenti più deboli e bisognosi di aiuto, e l'assegnazione degli spezzoni orario inferiori alle 7 ore ai docenti già di ruolo, decisione che oltre a sottrarre possibilità di lavoro ai docenti precari comporterà un aggravio della spesa della pubblica amministrazione, visto che gli spezzoni devono essere retribuiti in base allo stipendio percepito.
Giuseppe Aragno - 26-09-2007
Tra squilli di tromba e rulli di tamburi, i delegati del popolo che nessuno ha mai eletto hanno stupito il mondo, approvando l'abolizione della pena di morte dal codice militare di guerra. Unanime il tono compiaciuto dei comunicati e totale il silenzio sulla condanna a morte eseguita in contemporanea nel lontano Afghanistan. Quasi non se ne parla, ma le nostre truppe, in totale dispregio della vita umana e della carta costituzionale, hanno attaccato il nemico che aveva catturato due funzionari del Sismi, il servizio informazioni delle nostre forze armate, con un obiettivo preciso: evitare a qualunque costo, anche il sacrificio dei prigionieri, il rischio che informassero la guerriglia afgana sulle nostre attività di spionaggio.
giuseppe tuozzo - 11-09-2007
Sconcerto e rabbia, hanno suscitato le parole pronunciate dal Min.Fioroni ai microfoni di Repubblica tv, allorquando incalzato dalla giornalista sui tagli al sostegno ha detto:"Fortunatamente la matematica non è un opinione, il numero dei disabili è diminuito mentre quello degli insegnanti di sostegno è aumentato...." dobbiamo ridere?? Come mai, Sig. Ministro a Salerno 355 docenti di sostegno non lavorano? Come mai anche a Messina e Avellino tanti docenti sono a casa?
Giuseppe Aragno - 10-09-2007
Che significa discutere di scuola dopo quasi un anno e mezzo di "governo Fioroni"? Me lo chiedo, mentre la penna prende a correre sul foglio: ragionare di questioni "tecniche" come il sostegno, i tagli, le "nuove indicazioni", il finanziamento alle scuole private, l'elevamento dell'obbligo? E' anche questo, mi dico, certo, ma mi pare non basti. Il fatto è che, dietro ogni questione "tecnica" c'è una scelta politica, c'è - o dovrebbe esserci - una concezione della vita, un'idea o un progetto di società e, quindi, una filosofia della storia, un quadro di valori ai quali far riferimento.
Un problema tecnico non ha, non può avere, per sua natura, un "colore politico", sicché il sostegno, per fare un esempio, non è rosso o nero. Al contrario, tagliare gli organici e aumentare il numero di alunni per classe è una scelta politica e, come tale, esce da un ambito puramente scolastico.
In questo senso, mi pare evidente, ragionare della scuola di Fioroni vuole dire discutere del governo di centrosinistra.
Giuseppe Tuozzo - 03-09-2007
Il Comitato Insegnanti Precari della Scuola di Salerno, Cobas scuola e Genitori alunni disabili del VI e del X Circolo Didattico Salerno, dopo il taglio di 355 posti sul sostegno hanno intrapreso una lotta che si protrae ormai da giorni: con manifestazioni, presidi, sit-in, volantinaggi e incontri Istituzionali per far conoscere la drammatica situazione venutasi a creare a Salerno. Il taglio è stato fatto sulla base di non precisate disposizioni della Legge Finanziaria dello Stato, a fronte di un aumento di iscrizione di alunni disabili sono diminuiti gli insegnanti di sostegno .