Pierangelo - 14-05-2007
L'8 Dicembre 1965 Paolo VI chiudeva l'avventura del Concilio Vaticano II, consegnando alla Chiesa e all'umanità il mandato di dialogare a tutti i costi. C'era la Guerra Fredda, il terrore nucleare, e l'alternativa al dialogo era solo la fine del mondo. Ma leggendo quel testo, ci si accorge che non si trattava solo di una scelta di ragionevolezza, anzi si nota una passione per tutto ciò che è umano, anche se diverso e non ancora pienamente conosciuto, che fà la differenza tra chi costruisce ponti (e pontefice vuol dire proprio questo) e chi invece innalza muri sentendosi cittadella assediata. Il messaggio che la Chiesa affidava a se stessa e al mondo era che ogni uomo mi interessa, mi sta a cuore, perché è un mio familiare, perché fa parte della grande famiglia umana.