Emanuela - anno scolastico 2006-2007
Emanuela Cerutti - 04-08-2007
Non entro nel merito didattico e pedagogico delle Nuove indicazioni per il curricolo, se non per esprimere due sensazioni probabilmente superficiali: di déjà-vu, il che mi fa pensare all'enorme fatica dell'innovare anche in un settore che della ricerca e della sperimentazione dovrebbe fare il suo cardine; e di ancien régime, con quella connotazione di immobilismo che, secondo alcuni storici francesi, lo caratterizza...
... è ... sulla concretezza che mi interessa porre la domanda. Una semplicissima domanda di metodo.
Isa, Francesco, Emanuela, Grazia, Giuseppe - 04-06-2007
Tra le firme della petizione di autosospensione della tessera sindacale, qualcuno ha voluto inserire dei commenti di dissenso per l'iniziativa.

Il fatto è, e qui il segnale di una confusione comunicativa ci è apparso chiaro, che una petizione non è un forum: una petizione si firma se si è d'accordo col testo che la rappresenta.

Se non si è d'accordo non si firma e basta. È così con le petizioni cartacee, perché non dovrebbe essere altrettanto vero per quelle online?

Per riportare allora un po' d'ordine nelle maglie di casa nostra, abbiamo pensato di accompagnare la petizione online, che tale è e deve rimanere, con uno spazio di discussione su questo sito; uno spazio in cui tutti possano liberamente partecipare ed esprimere la propria opinione in merito.

Invitiamo tutti coloro le cui firme sono state cancellate dalla petizione online per le ragioni di cui sopra, e tutti coloro che vorrebbero dire qualcosa e non hanno trovato il posto giusto, a postare le loro riflessioni e i loro commenti in questo spazio.
Emanuela Cerutti - 24-03-2007
Settimana dura per i bambini sans-papiers della zona nord-est di Parigi.
Lunedì la polizia ha bloccato una signora che attendeva la figlia all'uscita di una scuola materna. I presenti, insegnanti, genitori, passanti anche, hanno reagito e la signora ha potuto per il momento tornarsene a casa con la piccola.
Stessa sorpresa per un nonno che, il giorno dopo, aspettava i due nipoti alla fine delle lezioni: il nuovo intervento dei cittadini, però, questa volta non ha avuto successo: la polizia ha fatto ricorso ai gas lacrimogeni per disperdere la folla e il nonno è stato arrestato.
Alcuni esempi tra i tanti.
I Sindacati stigmatizzano e denunciano il clima di violenza che si respira: una violenza che provoca paura e ostilità.
La paura di chi si sente rifiutato, minacciato, impedito nel suo minimo diritto ad un'esistenza degna di un tale nome; di chi deve nascondersi senza aver commesso nessun delitto; di chi ha chiesto all'occidente scintillante di tenere accesa una lampadina per lui.
L'ostilità verso istituzioni e strutture di chi ogni giorno si fa carico del problema, uomini e donne, mamme, papà, amici, che cercano mediazioni tra la legge e la giustizia, prima che sia troppo tardi per l'una e per l'altra.
Emanuela Cerutti - 23-02-2007
Qualcuno, da sinistra, ritiene di essere stato schiaffeggiato dai recenti comportamenti dei cosiddetti compagni che hanno provocato la crisi.
Leggo, non posso fare altro, leggo e ascolto, certamente non entro in meccanismi più intimi e sottili, mi limito, come tutti, a partire da dati di fatto o per lo meno di cronaca.
Franco Turigliatto, oggi "imputato" e forse escluso dal partito (anzi, dalla "comunità del Prc", come la diretta di Repubblica riporta) , qualche giorno fa, annunciava che non avrebbe partecipato al voto sulle comunicazioni di D'Alema. Sulle cronache giravano notizie relative alla sua dimissione dal Senato. "Sono contrario alla guerra in Afghanistan e al raddoppio della base di Vicenza'" , sono parole sue, a detta dell'agenzia Ansa di due giorni fa.
In accordo con Fini, già a gennaio D'Alema chiedeva l'accordo della maggioranza, che in politica estera deve essere autosufficiente, cioè senza sbavature.
Ai primi di febbraio gli ambasciatori di Usa, Regno Unito, Canada, Australia, Paesi Bassi e Romania constatavano, e di nuovo su Repubblica " che, con l'aiuto dell'Italia, la comunità internazionale ha potuto avviare un processo di stabilizzazione e di ricostruzione che ha migliorato le condizioni di vita di milioni di Afghani. I passi in avanti sono innegabili. Per la prima volta da decenni, gli Afghani possono realisticamente aspettarsi un governo rappresentativo, un futuro economico migliore, servizi sanitari più efficenti e un sistema di istruzione aperto sia agli uomini che alle donne.".
Poco tempo prima, su Peacereporter, qualcuno si domandava "quanti ospedali, scuole e orfanotrofi si potrebbero aprire in Afghanistan con le decine di milioni di euro spesi per pagare gli stipendi dei nostri soldati e i pieni di benzina dei nostri blindati? " e ricordava le parole della parlamentare afghana Malalai Joya, poco tempo fa a Montecitorio: "Gli Stati Uniti hanno abbattuto un regime criminale solo per sostituirlo con un altro regime criminale. La comunità internazionale deve smetterla di sostenere quei signori della guerra che per vent'anni hanno bombardato le nostre case, ucciso la nostra gente, calpestato i nostri diritti e rovinato le nostre vite, e che ora siedono al Governo e in Parlamento".

Mi chiedo che cosa avrei fatto al posto di Turigliatto.
Emanuela Cerutti - 25-10-2006
Madame Condé ha un lavoro, ma non una casa: e per sei anni ha dormito dove capitava, con i suoi due figli bambini. Il tamtam delle cifre accompagna la sua storia: 100.000 famiglie in attesa di alloggio nel 2005 in Francia; 136.000 appartamenti vuoti nella sola Parigi, 45% di aumento dei processi per espulsione in 5 anni, 40% di aumento dei costi di affitto nello stesso periodo. Associazioni e Fondazioni si danno da fare, promuovono S.O.S., ottengono a volte successi: è così che Madame Condé ha avuto un tetto...
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