Giovanna Lo Presti - 11-05-2006
Chi ama le poesiole per l'infanzia d'altri tempi senz'altro conosce una raccolta di versi intitolata "Pierino Porcospino".
Narra la storia di un bambino, Pierino porcospino appunto, che compare nell'esordio - oh che schifo quel bambino, è Pierino il porcospino - e che poi nel prosieguo viene sostituito da numerosi alter ego, accomunati da una vocazione all'indisciplina e da una irresistibile attrazione verso la trasgressione delle regole, cosa che li porta, nel breve volger di qualche strofa, a fare una brutta fine. Così Corrado che si succhia il pollice viene punito da un sarto mostruoso che, comparso all'improvviso, gli trancia via di netto i pollici criminali con il forbicione e il cattivo Federigo, tormentatore di bestie e nutrice, si becca un gran castigo. Ma la sorte peggiore tocca all'incauta Paolinetta che, lasciata in casa da sola, non sta buonina, come le ha raccomandato la mamma: si mette a giocare con gli zolfanelli, da vera sventata qual è. Finisce così: un po' di cenere e due scarpini/caro ricordo dei suoi piedini/è quel che resta/non c'è più nulla/di quell'indocile, vispa, fanciulla. Non è poco, come punizione.
Narra la storia di un bambino, Pierino porcospino appunto, che compare nell'esordio - oh che schifo quel bambino, è Pierino il porcospino - e che poi nel prosieguo viene sostituito da numerosi alter ego, accomunati da una vocazione all'indisciplina e da una irresistibile attrazione verso la trasgressione delle regole, cosa che li porta, nel breve volger di qualche strofa, a fare una brutta fine. Così Corrado che si succhia il pollice viene punito da un sarto mostruoso che, comparso all'improvviso, gli trancia via di netto i pollici criminali con il forbicione e il cattivo Federigo, tormentatore di bestie e nutrice, si becca un gran castigo. Ma la sorte peggiore tocca all'incauta Paolinetta che, lasciata in casa da sola, non sta buonina, come le ha raccomandato la mamma: si mette a giocare con gli zolfanelli, da vera sventata qual è. Finisce così: un po' di cenere e due scarpini/caro ricordo dei suoi piedini/è quel che resta/non c'è più nulla/di quell'indocile, vispa, fanciulla. Non è poco, come punizione.