Giuseppe - anno scolastico 2003-2004
Giuseppe Aragno - 07-08-2004
Follini, che è di centro e sta con la destra, esprime - o finge di esprimere - una domanda di democrazia che un tempo appartenne alla sinistra: ritorno al proporzionale.
I DS, che si dicono democratici e vorrebbero essere di sinistra, dissentono, ...
Giuseppe Aragno - 23-07-2004

Una linea di febbre, un freddo strano, che ti fa stringere nelle spalle mentre avvampa il caldo di luglio, un tremito impercettibile ma insistente del labbro inferiore che rivela emozioni celate in fondo all'animo, un palpito ripetuto del cuore ...
Giuseppe Aragno - 09-07-2004
Dallo Speciale Racconti


Sul crinale del monte, dove la linea nera del cielo si faceva grigia e arancione luminoso, precedendo il sole, la brigata partigiana, inchiodata da nugoli di cani nazisti e dal fuoco d'infilata dei lanzichenecchi in nero ...
Giuseppe Aragno - 18-06-2004
Dopo sai qualcosa di te, solo dopo che è accaduto davvero tutto. E molto ti pare di averlo sognato.
Dopo sai che un giorno qualunque e banale della tua storia è parte della storia di tutti, e che numerosi altri giorni, quelli che ti erano apparsi ...
Giuseppe Aragno - 03-06-2004
Facendo giustizia di antichi e nuovi tentativi di sminuire il senso degli avvenimenti che condussero Giacomo Matteotti alla sua tragica morte - sarebbe stato "ucciso perché sul punto di denunciare loschi affari che coinvolgevano alcuni ...
Giuseppe Aragno - 29-05-2004
Dallo Speciale Racconti


- Non puoi farci entrare tutto il mare in quel buco, bambino!
Così mi fa Agostino, mentre riempio secchielli su secchielli.
Lo guardo. Col sole alle spalle, è un'ombra senza volto.
Tutto il mio mare è quello che ...
Giuseppe Aragno - 22-05-2004
Tra le bande sciamannate dei liberisti di destra e di sinistra, il dibattito sulla costituzionalità delle rispettive posizioni si sforza di apparire appassionato, ma, per non morire d’inedia, deve separare nella forma ciò che la sostanza unisce. Dall’aula sorda e grigia, sfuggita Dio sa come a bivacchi dei manipoli, ciò che pensa la polis non ha più cittadinanza. Giuda, Carneade e Pilato si studiano di toccare i toni alti, ma steccano fatalmente, scatenando la canea. Un modo come un altro per pantomimare forme di dissenso consentito.
Lo spettacolo è grottesco e verrebbe da sorridere se la misura tragica dell’abisso verso il quale precipitiamo non incupisse l’animo.
Gli attori della farsa hanno fatto cartastraccia dell’articolo 11 della Costituzione e non la smettono di accusarsi reciprocamente. In Serbia, però, ci sono andati assieme e in Irak erano alleati sino a poche ore fa.
Accomunati da una visione fortemente deformata del quadro storico e del dibattito politico da cui nasce la Costituzione della Repubblica, si uniscono tutte le volte che sono in discussione i principi ispiratori della carta costituzionale e si separano quando si tratta di trovare un modo per cancellarli.
Accade così per le leggi sulla scuola, che da tempo ignorano uno dei principi che indussero l’assemblea costituente ad approvare l’articolo 33 così com’è pensato e scritto : quello per il quale il riconoscimento di una regola propria all’ordinamento della famiglia – i genitori hanno il diritto e il dovere di istruire ed educare i figli – si inserisce nel maggiore ambito dell’ordinamento dello Stato e ad esso cede: la famiglia può avere una visione particolaristica della vita, sicché l’istruzione e l’educazione dei giovani sono altresì compiti dello Stato, il quale rappresenta un’idea universale. Piaccia o meno è così. E’ scritto in maniera inequivocabile nel testo costituzionale, è una convinzione profonda dei costituenti, di cui fanno fede le discussioni di profilo altissimo che essi tennero duranti i lavori della Costituente. Sono conservate a futura memoria e i nomi di alcuni dei protagonisti incutono incondizionato rispetto. Maestri, al di là dei “colori politici”: valgano per tutti Pacciardi, Dossetti e Marchesi, per fare dei nomi.
Educare e formare è un “privilegio originario” della famiglia, sostennero i membri dell’assemblea costituente; lo Stato, al contrario, adempie ad un dovere che intreccia etica e politica – Machiavelli non me ne voglia – e, attraverso la legge, diventa diritto.
Lo Stato democratico, per suo conto, non presume di possedere una capacità esclusiva di educare e istruire e, anzi, riconosce ad altri ordinamenti giuridici, istituiti a scopi educativi, la libertà di insegnare.
Nessun monopolio della scuola, quindi, da parte dello Stato, ma due sfere ben distinte. E’ questo il quadro etico e giuridico che disegna la Costituzione. Ed in questo quadro non c’è spazio per un sistema integrato, pubblico-privato.


>>> continua...
Giuseppe Aragno - 11-05-2004
Attardato, così mi dipinge Roman con obliqua figura retorica: tarda è la mente, egli sottintende, torpido il pensiero. Attardato, con pennello, colla e manifesti del 2001, fondo su pregiudizi una oscura propaganda elettorale - per chi, di grazia? - ...
Giuseppe Aragno - 05-05-2004
Inutile nasconderlo: faccio fatica. Ancora una volta stento a tenere disciplinatamente il campo e non so perché mi torni in mente, come fosse il ritornello d’una marcetta, lo slogan che fu all’origine della nostra prima sindacalizzazione: “né servi, né ribelli”. Così ci voleva nel 1901 Luigi Credaro per l’Unione Magistrale Italiana al suo primo congresso.
Milito, mi batto, sto alle regole del gioco ma, come fosse un dolore, una fatica già nota mi cresce dentro, mi interroga e mi chiama a ragionare. Non sarebbe così - lo so, lo sento - se tutto avesse origine solo dallo sconcerto per la marea degli impegni sormontanti, dalla tensione d’una discussione che impegna sino allo spasimo le energie fisiche e mentali, dalla oggettiva difficoltà dello scontro. Non sarebbe così. C’è dell’altro: è una ribellione sorda, un intollerabile fastidio per me stesso. E se appena mi guardo dentro con quel tanto di onestà intellettuale necessaria a far luce, la prima, la sola parola che so dirmi è ipocrisia.
E’ così. Mento a me stesso.
Guarda che ragioni di scuola - mi ripeto - che ti prende?
Mi prende che “ragionare di scuola” non mi pare questo. E ci provo ancora: storicizzo.
Da anni non abbiamo una buona scuola. Ne ottenemmo una di massa e prometteva bene, ma ebbe le strutture della scuola d’elite, gli insegnanti di quella di classe e ci investimmo spiccioli. Siamo al capolinea: l’idea di “riformare” la scuola non è un’esclusiva della destra.
E’ questo un punto - direi il punto - da cui partire per provare a far quadrare i conti.
Non abbiamo una buona scuola e le proposte avanzate dalla sinistra e dalla destra per migliorarla si dovrebbero inserire nella cornice di contrapposte analisi della società e di filosofie della vita alternative; al contrario, si ritrovano ad avere più di un valore in comune.
Appartiene ad entrambi i poli riformatori un’acuta propensione alla rivalutazione del “privato”. Sul principio c’è un’indubbia concordia. Manca, questo sì, l’accordo sulle modalità d’azione, ci sono differenze sulle vie da perseguire, si fanno distinguo, esistono contrasti, ma sulla linea di fondo c’è consenso. Come non bastasse, ad unire l’intera classe dirigente c’è la convinzione che siamo alla “seconda repubblica”, peraltro federale: ciò che non poté Cattaneo hanno prodotto il ricatto della Lega Nord, offertasi al miglior offerente, la scelta maggioritaria – anche qui c’è stato accordo – l’impoliticità della cultura media delle terze file dei partiti, le sole uscite indenni dai processi per corruzione. Certo, ci sono stati distinguo, precisazioni, persino contrasti, ma sulla morte certificata della prima repubblica – quella dei padri costituenti – il consenso è stato ed è totale. Un consenso tale che le Foibe detronizzano la guerra partigiana, che da supremo conflitto europeo è ridotta al rango di guerra civile, e la legittimazione politica del revisionismo storico di marca fascista ha trovato in Luciano Violante il più convinto garante. Che la Costituzione vada riscritta è pacifico per la destra come per la sinistra: ci si divide – e magari ci si scontra – sulle procedure, ma sulla necessità di tornare a scriverla splende il sole del più assoluto consenso.
Unanime è il coro spudorato – destra, sinistra – che recita la litania della guerra al terrorismo. Qui, è vero, l’unanimità assume connotati ideologici e culturali per certi aspetti grotteschi, tuttavia, di fatto, ovunque un popolo aggredito rivendichi armi in pugno il diritto a decidere di se stesso, destra e sinistra, in perfetta sincronia, applicano ai “ribelli” l’etichetta di terroristi, votano per un qualche intervento militare italiano che consenta di spartire il bottino con gli aggressori e sono d’accordo sulla necessità che l’ONU, esalando gli ultimi sospiri, faccia il notaio degli aggressori.
Su lavoro e diritti, i riformatori di ogni colore accettano le modifiche imposte dal mercato: la storia delle riforme del sistema pensionistico attesta la sostanziale coincidenza delle posizioni. Se un tempo la destra guardava all’azienda e la sinistra ai lavoratori, oggi entrambi antepongono il capitale al lavoro. L’aziendalismo è la nuova religione, il mito unificante, il vero collante della nostra vita politica e sindacale.
In questo quadro di valori che impedisce di investire sulla scuola statale, ma consente di regalare quattrini ai privati attraverso le famiglie o le scuole paritarie e antepone le spese per la guerra a quelle per la formazione – ma si può fare lo stesso discorso per ambiente e salute, lavoro e pensioni – in questo quadro di valori condivisi, dicevo, destra e sinistra possono costruire un unico sistema formativo: quello di Berlinguer, che apre la porta alla Moratti, e quello della Moratti, per il quale gridiamo allo scandalo e ci pare di poter rimpiangere la scuola che avevamo rifiutato. Procedendo così, alzeremo bandiera bianca davanti ad una sintesi bipartizan e potremo metterci l’animo in pace.
E’ questo il circolo vizioso nel quale siamo stretti. Questa la palude nella quale ci lasciano annegare questa destra e questa sinistra. Non ci sono all’orizzonte né un liberale come Giolitti né un riformista come Turati: l’intesa che cacciò via gli spettri del ’98, l’idillio che aprì una stagione di riforme non sono possibili e, se un paragone storico è lecito tentare, siamo all’impensato svolta nazionalista e alla guerra di Libia. Nel migliore dei casi ci attende Salandra.


>>> continua...
Giuseppe Aragno - 01-05-2004
Maria Olandese lascia Napoli, dov’è nata l’uno dicembre del 1889, quando ormai festeggiare il primo maggio significa fare i conti con gli squadristi, il manganello, l’olio di ricino e il pugnale. Ci ha provato per ultimo Umberto Vanguardia, levandosi ...
Giuseppe Aragno - 22-04-2004
Per il 25 aprile racconterò una storia a Fassino e a Violante, socialisti moderni e pragmatici, internazionalisti della ragion di Stato che, nel cielo dei sogni coperto da nuvole di smog, hanno smarrito per sempre il “sol dell’avvenire”. A loro, ...
Giuseppe Agostino, Arcivescovo di Cosenza - 07-04-2004
Sono passato, da solo, dall'Istituto Papa Giovanni, mercoledì 31 marzo, nel pomeriggio, ritornando dalla Conferenza Episcopale Calabra.
Ho visto una situazione insostenibile: uomini e donne come cartocci depositati a terra, letti senza lenzuola, servizi igienici inguardabili, nessuna sedia, finestre sgangherate.
Ho incontrato e visto piangere lavoratori delusi perché senza stipendio da diversi mesi e che stentano a dare da mangiare ai loro figli.
Mi sono vergognato di essere uomo, cristiano, vescovo e di essere calabrese.
È insostenibile la stasi di soluzione da parte della politica che si sta rivelando veramente bacata.
Negli ultimi tre anni sono stati presentati alla Regione Calabria e non assunti progetti seri e vi sono tanti ritardi inaccettabili nel pagamento delle rette per gli ammalati.
Insisto rispettosamente che si porti a compimento, in breve termine, il progetto attualmente in discussione.
Non si possono cercare degli utili da parte di alcuni sulle sofferenze dei crocifissi della terra.
È una bestemmia sociale.


>>> continua...

Giuseppe Aragno - 05-04-2004
Tutta la verità che capisco è la poca verità che conosco. Fatti, se così si può dire, se ai fatti si può associare il vero. Conosco ciò ch’è stato: ci fu battaglia. Tra chi si attestò sui valori e chi – nello stesso campo – quei valori attaccò, ci fu battaglia. Si giunse a tal punto che per difendere la scuola dello Stato ci volle “Il Manifesto”, che ebbe l’animo di promuovere la protesta. “Il Manifesto” il quale – serve dirlo? – era allora il giornaletto dei rivoluzionari falliti e dei brigatisti mancati. Finì con la terra bruciata e i vincitori tracotanti. Dei valori alla fine si fece paccottiglia: sorpassati. Questo si disse testualmente: sorpassati. In quanto agli sconfitti, al danno, come accade, si sommò la beffa: irriducibili e patetici ex sessantottini.
Conosco ciò ch’è stato e capisco la verità che conosco. Poco ma capisco. E’ per questo che non mi meraviglio se, in collegio docenti, i curatori fallimentari degli antichi valori sono ormai diventati tutti movimentisti. Resistenza è la parola d’ordine, l’ultimo ritrovato: resistenza ad oltranza, assieme alla formula magica che produce i miracoli: la “base”.


>>> continua...

Giuseppe Aragno - 27-03-2004
Com'era accaduto col manganello della celere, anche la spranga e il coltello mi sorpresero disarmato. Stavolta, però, la violenza subìta scatenò i mostri che ogni uomo si cova dentro dalla notte dei tempi e l'inattesa tempesta mi colse impreparato. ...
Giuseppe Aragno - 19-03-2004
Non mi piace ammetterlo, ma è così: vivo in una società molto evoluta e non c’è da meravigliarsi se la maggioranza della popolazione ha su temi essenziali di politica interna ed estera opinioni totalmente diverse da quelle espresse dalla maggioranza ...
Giuseppe Aragno - 12-03-2004
In mille modi uccide la guerra infinita contro il terrorismo. In mille modi si muore in guerra, di guerra e per la guerra, ma nessun conflitto ha prodotto più terrore di questa folle crociata contro i fantasmi. Guerra al terrorismo è guerra per il ...
Giuseppe Aragno - 04-03-2004
“Scuola e Resistenza”, numero unico del Comitato di Liberazione Nazionale della Scuola, uscì quando la sorte del fascismo stava per compiersi. Nella copia che ritrovo tra le mie carte, la data non si legge, ma il giornale fu certamente stampato alla ...
Giuseppe Aragno - 27-02-2004
Si possono scegliere modi diversi per difendere la stessa causa. Si possono condividere principi, senza rinunciare a separarsi sugli strumenti da usare per affermarli o difendere e ci si distingue da un avversario cui fa difetto il senso della ...
Giuseppe Aragno - 23-02-2004



Se Otello strangolò, Iago gli armò la mano e la sorte di Desdemona fu segnata ad opera di entrambi: all’uno va il disprezzo degli uomini leali per la sconcia viltà del tradimento, all’altro non recherà conforto la nostra pietà. Non c’è pazzia ...
Giuseppe Aragno - 17-02-2004
Si sono uniti. Prodi ha voluto essere leader del cartello che dà l'assalto a Berlusconi e sancisce l'impossibilità di unire le opposizioni, ma s'è tenuto il posto in Europa ed ha spiegato che anche gli altri hanno fatto così. Contento ...
Giuseppe Aragno - 17-02-2004
Lo segnalo, perché mi pare appassionato, forte e... di sinistra. La sinistra che non c'è più.

Da http://www.exju.org

La "memoria condivisa" di cui si ciancia tanto in questi giorni ["foibe", definizione magica che di tanto in tanto riapre il ...
Giuseppe Aragno - 07-02-2004
Fiduciosi partiamo per la guerra. Chi più chi meno, tutti sinceramente presi dal furore sacro, ci riscaldiamo il cuore, davanti al fuoco nell’accampamento: l’unità è un valore e sapere di avere davvero un nemico comune è un valore aggiunto. Può fare ...
Giuseppe Aragno - 28-01-2004

Me li ritrovo attorno per un’ultima volta. Hanno gli occhi vivissimi e l’andatura svelta dei ragazzi che con te stanno bene.
E’ una generazione di alunni che non vedrò invecchiare, mi dico mentre consegno l’ultimo certificato di servizio. In un ...
Giuseppe Aragno - 21-01-2004
Per cacciar via i fantasmi che gli facevano guerra - e cancellare un presente che già affidava al passato la memoria - Primo Levi si tolse la vita. Aveva conosciuto la “vergogna di non esser morti” e fissato quel suo senso atroce di colpa in versi ...
Giuseppe Aragno - 05-01-2004
La lunga linea che un tempo separava Caponapoli dalle chine dei Miracoli, dei Cristallini e della Sanità, avviando al Sebeto e al mare il fango e l’acqua che piovevano a valle, infuriando da Capodimonte e dai Vergini nei giorni di tempesta, segnava ...
Giuseppe Aragno - 18-12-2003
In un paese governato da un presidente operaio i lavoratori possono dormire sonni tranquilli e lo si vede ogni giorno, sebbene l’informazione sia tutta in mano ai rossi. E’ la stampa che tace, ma le cose si fanno e lasciatelo lavorare, per favore, ...
Giuseppe Aragno - 11-12-2003
La solidarietà che l’ex fascista Fini è andato ad esprimere al sionista Sharon per il muro che innalza è questione di opportunismo politico che qui non mette conto valutare, se non per dire che gli ebrei e la shoà non c’entrano affatto: sono stati ...
Giuseppe Aragno - 04-12-2003
Se la qualità più richiesta – e meglio pagata - in un giornalista è la capacità di disinformare, non puoi meravigliarti che certa cartastraccia trovi modo di passare per stampa. Destra, sinistra o centro, va bene comunque. “Il Riformista” o “La ...
Giuseppe Aragno - 29-11-2003
Fortuna che abbiamo Rai uno che ci pensa, sennò chi l'avrebbe saputo: il presidente del consiglio ha sentito per telefono il presidente della Camera Casini, che gli ha augurato una pronta guarigione.
Il presidente del Consiglio Berlusconi è a letto ...
Giuseppe Aragno - 19-11-2003

Ora ch’è tutto finito
e l’avete mentito
il dolore, lasciatelo ai parenti,
tornate ai vostri affetti. Indifferenti.
Noi soldati in campo avverso, trucidati,
iracheni e italiani, dilaniati
per il petrolio che chiamate pace,
ora che ...
Giuseppe Aragno - 17-11-2003
Un pensiero fisso ed un senso di responsabilità inalienabile ci spingono a condividere la proposta che oggi riceviamo.
Una domanda diretta e forse brutale a coloro che, nel paese, dovrebbero rappresentare valori e pensieri condivisi e non ...
Giuseppe Aragno - 14-11-2003
Ora sappiamo.
Meglio che ieri, meglio che sempre, ora sappiamo: di guerra si muore.
Senza disonore e senza onore, in una guerra truccata da pace, si muore e si ritorna, avvolti nella bandiera insanguinata, là dove si era partiti - ricordate? ...
Giuseppe Aragno - 07-11-2003
E’ il 4 febbraio 1861. Sono passati quattro mesi da quando Garibaldi ha piegato sul Volturno ciò che resta della truppe di Francesco II e mancano due settimane alla prima seduta del Parlamento italiano. Passa per Napoli in tutta segretezza, come ...
Giuseppe Aragno - 01-11-2003
Tutto serve a far cassa e la scuola è riserva di caccia: non a caso è affidata ad una specialista in ristrutturazione d’azienda e sottoposta alla tutela rigida di Tremonti che, pur di rastrellare quattrini, gratta il fondo del barile e mette in ...
Giuseppe Aragno - 25-10-2003
Diciotto minuti. Tanti, su un totale di poco più che trenta, ne ha dedicati TG1 stasera alla notizia dell’arresto di alcuni presunti terroristi.
Diciotto minuti per dar tempo al Presidente del Consiglio e ad alcuni servi sciocchi di ripetere più e ...
Giuseppe Aragno - 24-10-2003
Il capo di Gabinetto del ministro Moratti, interpellato per un parere su RSU e diritto di assemblea, si è rivolto all’ARAN che si è pronunciata in un burocratese singolarmente chiaro:

“operando il dirigente scolastico con i poteri del privato ...
Giuseppe Aragno - 14-10-2003
Se associo ad una inidoneità la parola permanente e mi ingegno di chiarire a me stesso il significato della formula “permanentemente inidoneo”, non mi perdo certamente in un labirinto.
Scartata l’acconciatura per i capelli, mi resta in verità ben ...
Giuseppe Aragno - 11-10-2003
Berlusconi e Maroni fanno tutto quanto possono per darci un futuro migliore: ci vogliono bene. A noi vogliono bene, popolo d’ingrati voltagabbana, che ripagò con Piazzale Loreto le villeggiature gratuite sulle isole alla moda. E bisogna capirli ...
Giuseppe Caccia - 10-10-2003


Diritto al voto

I COMUNI PROTAGONISTI



“E’ sempre la stessa storia – annotava nei suoi Taccuini Max Frisch – servono braccia e invece arrivano persone”. Per un curioso paradosso tutto italiano, è l’uomo politico il cui cognome sigla, in ...
Giuseppe Donnarumma - 05-10-2003
in relazione a certe prese di posizione sull'inchiesta pubblicata dall'Espresso, credo che sia opportuno chiarire alcuni aspetti. Infatti l'articolo non mi sembra affermasse che tutti i professori sono scoppiati, ma è innegabile che un'inchiesta ...
Giuseppe Aragno - 04-10-2003
Dallo Speciale Racconti


Un uomo può vivere a lungo in un suo modo particolare, può svegliarsi ogni giorno alla stessa ora, fare le stesse cose per anni e continuare a credere di essere in grado, volendolo, di cambiare tutto, mettersi a fare il ...
Giuseppe Aragno - 04-10-2003


Ce l’hanno insegnato i nostri professori e noi lo spieghiamo ai nostri studenti: la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, elaborata ed approvata in Francia dall’Assemblea Costituente tra il 14 luglio e il 26 agosto del 1789 - e ...
Giuseppe Aragno - 27-09-2003
Ho incontrato Emilia Buonacosa due anni fa e ne ho ricevuto un'impressione fortissima. Mi torna in mente in questo settembre così denso di rievocazioni ed ombre cupe e mi pare un porto nel quale trovare rifugio in una notte di tempesta. Questo ...
Giuseppe Aragno - 24-09-2003
Dallo Speciale Racconti


Luigino Biliandi aveva avuto dalla natura il dono invidiabile e, in verità, meno raro di quanto si creda comunemente, d'una notevole propensione alla moderazione nel campo spinoso delle occupazioni redditizie, che i più ...
Giuseppe Aragno - 19-09-2003
Tarini non aveva età. Alto e robusto com’era, si muoveva sgraziato per i viali alberati della caserma e ti prendeva al cuore con i grandi occhi liquidi e azzurri, la testa irrequieta sotto il cappello, i capelli offesi dal taglio all’Umberto e ...
Giuseppe Aragno - 11-09-2003
Sembra accertato: la presenza documentata d’una comunità cristiana a Roma risale al 70 d. C. Nerone, quindi, che governò infatti tra gli anni 50 ed i 60 d. C, inviso all’aristocrazia e al Senato per certa sua buona disposizione verso le classi povere ...
Giuseppe Aragno - 09-09-2003
Avevo messo nel conto le strumentalizzazioni: Capponcelli Robertino, uno che non so chi sia, manda in giro per Modena a nome della Gilda, una mail in cui mi fa dire cose che non penso. Mi dispiace per lui, ma io non sono “amaramente pentito”. Ognuno ...
Giuseppe Aragno - 06-09-2003
LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI





Nell'immaginario collettivo le quattro giornate di Napoli non rappresentano la lotta vittoriosa della prima città che si libera con le sue forze dall'occupazione tedesca e avvia la rivolta antinazista dei ...
Giuseppe Aragno - 05-09-2003
Dirla tutta e fuori dai denti non è mai facile.
C’è la destra al governo.
L’opposizione annaspa.
L’unità sindacale è incrinata.
Prodi e D’Alema si stanno ritrovando: nasce un nuovo partito? è la panacea di tutti i mali.
C’è la guerra ...