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Autore Topic: Le Monde: "In Italia i sindaci-sceriffo hanno ormai carta bianca''  (Letto 2183 volte)
Luisa
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« il: 14 Agosto 2008 - 03:46:22 »

Le Monde:
"In Italia i sindaci-sceriffo hanno ormai carta bianca
in materia di legge e ordine"


Traduzione di Daniele Sensi di  un articolo che uscirà su Le Monde di domani:
______________________________________________________________________
Le ordinanze comunali italiane in materia di ordine pubblico erano percepite, fino
ad ora, come folclore, operazioni di rappresentanti della Lega Nord in cerca di
visibilità: dal “premio di produzione” di 500 euro promesso, per ogni
clandestino fermato e portato in questura, agli agenti della polizia municipale di
Adro, in Lombardia, all’interdizione dell’accattonaggio nei pressi delle chiese,
ad Assisi, città di San Francesco:

Ma con la destra al potere e l’arrivo di Roberto Maroni, dirigente del partito
populista, al ministero dell’interno, il “sindaco-sceriffo” è divenuto
realtà. Il 5 agosto, il ministro ha firmato il decreto che concede ai sindaci pieni
poteri in materia di sicurezza, rendendoli “funzionari governativi” sul
territorio, potendo così esercitare il loro potere, ad esempio, contro la
prostituzione, il traffico di droga, la mendicità -in particolare quella minorile-
la violenza connessa all’abuso di alcol e l’“oltraggio alla decenza”. I
sindaci sono semplicemente tenuti a comunicare le loro ordinanze al prefetto, che ad
esse, comunque, non può opporsi.

E le ordinanze si moltiplicano. A Roma, il nuovo sindaco di destra, Gianni Alemanno,
prevede, al rientro estivo, di riarmare la polizia municipale, di proibire
l’accattonaggio e di prendere misure contro i lavavetri ai semafori. Il divieto di
rovistare nei cassonetti dell’immondizia è stato, per il momento, messo da parte,
in seguito all’allarme lanciato dal mondo cattolico.

Le iniziative vengono da destra come da sinistra. A Vicenza, in Veneto, il sindaco,
Achille Variati, membro del Partito democratico (centrosinistra), se la prende con i
bivacchi nelle città, misura che colpisce soprattutto i Rom. Uno dei pochi eletti
di sinistra nel Nord alle scorse elezioni di primavera, e che aveva basato la sua
campagna elettorale sulla “tolleranza zero”. “La sicurezza, dice, non ha
etichette, ci riguarda tutti. I miei concittadini si aspettano che siano combattute
tutte le illegalità, da quelle più piccole a quelle più grandi”. Con una
differenza, tuttavia, rispetto ai suoi colleghi di destra. “Noi agiamo anche sul
versante della solidarietà. La misura colpisce i nomadi che si installano in città
al di fuori di ogni regola, ma a quelli che qui hanno la loro residenza offriamo
posto in un campo regolamentato, con tutto ciò che questo comporta, a cominciare
dalla frequenza scolastica per i bambini”, aggiunge in
 sindaco.

Come in certi comuni di destra, Vicenza ha introdotto un’ordinanza che alza a 500
euro la multa minima per le autovetture dei clienti delle prostitute che
“rallentano il traffico”. Le prostitute stesse rischiano una grossa ammenda per
“attentato al pudore”.

È stato un comune di sinistra, Firenze, dare il via, nel 2007, all’interdizione
dei piccoli “lavavetri”, provvedimento adottato poi da molte altre
amministrazioni comunali, così come quello contro l’accattonaggio, che ha spinto
il cardinale Renato Martino, responsabile del Vaticano per la giustizia e per i
migranti, a reagire, l’8 agosto: “Mendicare è un diritto umano fondamentale per
coloro che hanno fame e freddo. Il vero povero ha il diritto di cercare come può di
procurarsi un pezzo di pane e chiedere aiuto al suo prossimo”.

A Verona, il sindaco della Lega nord, Flavio Tosi, non la pensa così e prevede la
confisca del denaro racimolato e una sanzione di 100 euro. Ad Assisi, il sindaco di
destra, Claudio Ricci, difende l’ordinanza che proibisce la questua nei pressi
delle chiese, “attività sovente legata alla microcriminalità. Lottando contro
questo racket, noi non abbiamo che anticipato il decreto Maroni. La sicurezza, per
una città come la nostra, con 6 milioni di turisti all’anno, è una condizione
indispensabile”.

A Novara, in Piemonte, niente più gruppi formati da più di due persone, la notte,
in alcuni parchi della città. “Avremmo potuto chiuderli, i parchi, tenendo conto
delle proteste di chi ci vive vicino”, si giustifica l’assessore Mauro
Franzinelli, della Lega Nord. La formazione populista vuole spingersi ancora più in
là: a Boltiere, vicino a Bergamo, in Lombardia, a partire dall’autunno, alcuni
cittadini volontari riceveranno l’addestramento da “ausiliari civici”, al fine
di aiutare la polizia municipale. Ad Adro, la città del “premio
anticlandestini”, non ce n’è bisogno: la norma, che risale al 2006, non ha
avuto l’impatto previsto. Quattro clandestini portati in questura, il primo anno.
Dopo, più niente. Nessun clandestino fermato, e nessun premio per gli agenti della
polizia municipale.

Salvatore Aloïse, Le Monde, 13/08/2008
(traduzione di Daniele Sensi)
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