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Autore Topic: MARTINI - Pres. Regione Toscana - "NESSUN BARATTO TRA SICUREZZA E XENOFOBIA"  (Letto 2649 volte)
aemme
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Posts: 299


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« il: 12 Luglio 2008 - 06:23:08 »

"NESSUN BARATTO TRA SICUREZZA E XENOFOBIA"

(AGI) - San Rossore (Pi), 10 lug. - "Non si possono fare concessioni alla cultura xenofoba, per cercare di dare una risposta alla domanda di sicurezza. La battaglia contro il razzismo e' una battaglia che non ammette se e ma: il no incondizionato al razzismo e' elemento fondamentale di qualsiasi cultura moderna".

Sotto il tendone intitolato a Gandhi, nella pineta di San Rossore dove settant'anni fa il re Vittorio Emanuele II firmo' le prime leggi razziali, il presidente della Toscana Claudio Martini lo spiega subito in maniera chiara, durante la mattina. "Non dobbiamo dimenticare la domanda di sicurezza che arriva dai cittadini - spiega - ma dobbiamo assolutamente fare argine contro ogni discriminazione razziale.

Siamo qui per cancellare la vergogna del manifesto della razza che qui a San Rossore, settant'anni fa, fu firmato. Siamo qui per voltare pagina. Siamo qui per vigilare. Siamo qui anche per riflettere sul perche' certe preoccupanti pulsioni xenofobe trovino consenso anche in Italia e spesso negli strati piu' popolari, che invece agli immigrati dovrebbero essere i piu' vicini. Ma soprattutto siamo qui, con ospiti da tutto il mondo che ringrazio, per dire no al razzismo in tutto il mondo".

Martini annuncia che il Parlamento europeo ha appena votato una risoluzione contro la raccolta delle impronte digitali ai rom in Italia. Anche la Corte europea si e' pronunciata contro ogni discriminazione etnica. La platea di San Rossore risponde con un applauso.

Quello che accade o rischia di accadere in Italia e' quello che e' accaduto o accade altrove, oggi o in altri tempi. Martini ricorda le preoccupanti generalizzazioni sui popoli che si leggono e si ascoltano, le equazioni diffuse tra immigrati e criminali, la paura che l'immigrato porti via il lavoro: ipocrisie, per il presidente, assolutamente da combattere, come quel pericoloso "clima che porta a scaricare sugli immigrati l'ansia e la delusione dei nostri cittadini", figlio, spiega Martini, di una "cultura della paura patita, alimentata e a volte strumentalizzata". (AGI)
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